IO non sono assolutamente d'accordo che meccanizzazione non possa andare in combinazione con alta qualità.
Avevo fatto un progetto per arrivare a almeno 10000 piante di olivo e prima o poi lo farò, sicuramente sarà un pò alla volta (anche per scalare la produzione e l'eventuale ricambio della piantagione) e sicuramente sarà intensivo.
Mi sono reso conto strada facendo che forse dovrebbero essere almeno 20000 le piantine quindi la faccenda si complica notevolmente per questo me la sto prendendo comoda aspettando gli sviluppi delle tecniche di coltivazione.
La cosa molto interessante di tutta la faccenda è che qualcuno pensa o associa intensivo a bassa qualità perchè???? Io penso di vendere l'oilio almeno a 12€ al litro e dopo essermi reso conto che bisogna puntare alto penso che rivedrò le mie idee al rialzo puntando sull'esportazione (che li si viene apprezzato il made in Italy).
Io non penso che raccoglliendo le olive con lo scuotitore e facendole cadere direttamente sulla rete dell'intercettatore e non a terra la qualità dei miei frutti sia peggiore dei quelli raccolti col rastrellino, anzi il progetto prevedeva la raccolta meccanica fino a raggiungimento carica impianto di frantumazione e realativo cambio attività (la frangitura appunto) questo premetterebbe di avere una qualità della priduzione superiore per rispetto di quello che è l'utente finale.
Secondo me è un grosso errore fare il confronto meccanico bassa qualità manuale alta qualità.
Alla base del successo di altre produzioni ci sono altri fattori che hanno contribuito ad esempio la maggior coodità di avere una nave piena di olive direttamente al molo piuttosto che 10000 apecar con su una cesta fuori nella via (la nave e ilsuo contenuto costavano molto meno di 10000 piccoli produttori che raccoglievano a mano su sterminate colline e montagne a olivi ma che giustamente pretendevanoil loro equo prezzo per un prodotto di alto livello).
La stridente distanza tra prezzo alla grande distribuzione e valore delle produzioni locali ha provocato l'abbandono del piccolo a favore della nave e del camion provenienti da chissà dove..... (e i propietari dei camion alla fine si sono comperati gli oleifici italiani)
Ma questa questione non centra niente con l'oliveto superintensivo, centra molto di più la riconoscibilità della produzione e la tracciabilità della stessa come garanzia del consumatore (ma qua ci metteremmo a aprlare di politica anche se agricola e questo è vietato dal forum).
Avevo fatto un progetto per arrivare a almeno 10000 piante di olivo e prima o poi lo farò, sicuramente sarà un pò alla volta (anche per scalare la produzione e l'eventuale ricambio della piantagione) e sicuramente sarà intensivo.
Mi sono reso conto strada facendo che forse dovrebbero essere almeno 20000 le piantine quindi la faccenda si complica notevolmente per questo me la sto prendendo comoda aspettando gli sviluppi delle tecniche di coltivazione.
La cosa molto interessante di tutta la faccenda è che qualcuno pensa o associa intensivo a bassa qualità perchè???? Io penso di vendere l'oilio almeno a 12€ al litro e dopo essermi reso conto che bisogna puntare alto penso che rivedrò le mie idee al rialzo puntando sull'esportazione (che li si viene apprezzato il made in Italy).
Io non penso che raccoglliendo le olive con lo scuotitore e facendole cadere direttamente sulla rete dell'intercettatore e non a terra la qualità dei miei frutti sia peggiore dei quelli raccolti col rastrellino, anzi il progetto prevedeva la raccolta meccanica fino a raggiungimento carica impianto di frantumazione e realativo cambio attività (la frangitura appunto) questo premetterebbe di avere una qualità della priduzione superiore per rispetto di quello che è l'utente finale.
Secondo me è un grosso errore fare il confronto meccanico bassa qualità manuale alta qualità.
Alla base del successo di altre produzioni ci sono altri fattori che hanno contribuito ad esempio la maggior coodità di avere una nave piena di olive direttamente al molo piuttosto che 10000 apecar con su una cesta fuori nella via (la nave e ilsuo contenuto costavano molto meno di 10000 piccoli produttori che raccoglievano a mano su sterminate colline e montagne a olivi ma che giustamente pretendevanoil loro equo prezzo per un prodotto di alto livello).
La stridente distanza tra prezzo alla grande distribuzione e valore delle produzioni locali ha provocato l'abbandono del piccolo a favore della nave e del camion provenienti da chissà dove..... (e i propietari dei camion alla fine si sono comperati gli oleifici italiani)
Ma questa questione non centra niente con l'oliveto superintensivo, centra molto di più la riconoscibilità della produzione e la tracciabilità della stessa come garanzia del consumatore (ma qua ci metteremmo a aprlare di politica anche se agricola e questo è vietato dal forum).
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