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Forme di allevamento per vite

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  • #31
    Originalmente inviato da c_h_e_c_c_o
    Non credere....
    Forse con il guyot contieni di più la vegetazione ma non hai molta possibilità di regolare la produzione se non intervenendo a mano.
    Con il cordone la produzione si controlla meglio
    Occhio al 1103 P, che non è che tolleri proprio bene i ristagni idrici! Questo è un portinnesto per climi aridi e siccitosi.
    Mi sono spiegato male comunque sulla vegetazione è quello che intendevo io, mentre per il portainnesto noi abbiamo terreni che se piove molto ristagnano però non eccesivamente perchè sono in collina e vi è un naturale sgrondo delle acque mentre in estate la terra si secca e si spacca in blocchi di 40X40 quindi i portainnesti devono essere resistenti a:
    siccità, ristagni idrici, tolleanza al calcare attivo.
    Quì i tecnici consigliano questi 3 portainnesti Golia, Kober5BB e 1103 P, alcuni che hanno terreni migliori hanno provato il 420A ma con scarsi successi.
    Tosi Alessandro

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    • #32
      per il merlot in Umbria è meglio guyot o cordone speronato ?

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      • #33
        Per il merlot il cordone speronato è eccezionale...

        E' una delle poche varietà che mantiene alta la fertilità basale in qualsiasi annata.

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        • #34
          Pergola e Guyot pro e contro

          Qua in Trentino tradizionalmente l'uva viene coltivata a pergola semplice o doppia nelle zone pianeggianti.
          Da qualche anno vengono fatti nuovi impianti a filarino Guyot.
          Indiscutibilmente diverse pratiche sono meccanizzabili, come anche nella pergola però..

          Ho sentito pareri discordanti sull'opportunità o meno di fare un impianto a Guyot.
          Secondo i pareri sfavorevoli, comunque il monte ore/anno, per la stessa varietà, è pressoche identico alla pergola ed infine il grado zuccherino simile.

          I favorevoli sostengono che il Guyot è il futuro, ma i pregi non me li hanno spiegati.

          Dov'è allora la convenienza del Guyot?
          Eruditemi

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          • #35
            qua in PIEMONTE, la regola e' il guyot, ed archetto, la sua megliore qualita' e' quella di fare una pottatura povera e mediamnete lunga, per cui su vitigni tipo il freisa , qua molto ,coltivato in quasi tutti gli areali, dal freisa di chieri, permettimi di giocare in casa; fino al freisa di asti,e li goca in casa mio papa', fino ai freisa da taglio,anche'perche'produce pochissimo se uno lo tira a cordone speronato, perche nelel prima 3 gemme del tralcio a frutto , non mette fuori generelamente uva,a diffrerenza del barbera e del bonarda,
            dalla mia esperienza di vignaiolo hobbysta, direi che il guyot , e' una tecnica di allevamento della vite , che e' da preferire nei terreni argillosi, freschi in primaverra ma siccitosi i in estate, in quei sesti di impianti dicimo di 3metri x 1sul filare, con dei portainnesti poco vigorosi, qua optimus si ha con il 420, il kober5bb e la selezione opn4 io li vderei su vitigni deboli , non certo su barbere , bonarde , pelaverga,oppure su erbaluce,
            in questi casi con un diserbo totale sottofilare , e un tappeto vede fatto con ginestrino e trifoglio nano, va a pennello, perche nella potatura secca invernale si toglie molto legno, dopo una potatura verde in cui si scarica quello che nn serve, e qua in effetti ci va sia l'occhio , pazienza e u pop di ore, si puo' procedere si a una legatura a macchina , ke a successive potatureverdi meccaniche, e se uno ha la possibilita anche a vendenmmiatura meccniche, vedi diverse esperienze nel basso torinese e nord astigiano
            ma sempre nelle annate normali , con mesi di luglio, e di agosto con poche precipitazioni, la cresita dei gemogli si ferma , e di conseguenza anke le potature ,

            Dell'allevamento a pergola nel nostro areale , io conosco solo quelel nei dintorni diivrea ,e d'indorni del canavese , per i vitigni del pelaverga e erbaluce , in cui i terreni sono piu che altri sassosi, per lo meno quelli che ho visto io.

            il primo ha dei grappoli , che a maturazione sono appena rosati , ma di dimensioni enormi, di quasi un kg l'uno, e giovano della pergola perche rimangono spargoli e nn formnoa dei gnocchi di grappoli , che con l'acino molto sottile e la bassa acidita , vanno a nozze con al botritis, eache x la vigoria appena superiore alla norma

            il secondo giova dell pergola x la sua vigoria, in cui si scarica la potenza , e forma un vero e proprio tendone, sui terrazzamenti

            pe cui secondo me il fatto di preferire una o l'altra forma di allevamento dipende dal vitigno , dal portainnesto,e terreno

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            • #36
              La pergola in Trentino si è diffusa nei primi del 900 con la venuta della filossera. Qui è arrivata in ritardo rispetto al resto dell' Europa e si passò alla pergola perchè questo sistema d' allevamento permetteva di avere produzioni maggiori ed aveva il vantaggio che sotto si poteva tagliare l' erba per fare il fieno per il bestiame. Prima della pergola il sistema d' allevamento era lo scaroccio, un sistema che ricorda un po' il guyot di adesso.Il vantaggio del Guyot è sicuramente la sanità dell' uva per un motivo molto semplice. Nella pergola abbiamo l' uva e la vegetazione mescolata fra loro e quindi maggiore umidità in caso di pioggia e più lenta asciugatura. mentre nel guyot uva e vegetazione sono separate e perciò una volta defogliata la parte bassa dove si trova l' uva , in caso di pioggia l' asciugatura è rapida. Secondo i tecnici di zona in Trentino spesso l' inizio vendemmia è dovuta perchè si comincia a vedere un inizio di botritis, con il guyot si potrebbe iniziare invece quando veramente è il momento.Si dice che il guyot dia meno lavoro e si presti ad una maggiore meccanizzazione, io che ho tutti due i sistemi non ne sono molto convinto.La pergola ha il vantaggio che ha un miglior rapporto uva e vegetazione e una migliore esposizione solare delle foglie. Infatti nella pergola i raggi solari cadono perpendicolari al vigneto e tutta la superfice è coperta di foglie. Questo comporta a parità di produzione un maggior grado zuccherino.Se nella pergola commetto l' errore di lasciare un po' più d' uva questa mi matura ugualmente bene e mi sopporta anche fino a 200 quintali ad ettaro. Nel guyot se lascio dell' uva di troppo e supero i 130 quintali ad ettaro la qualità diventa subito scadente proprio per il rapporto vegeto produttivo.Un vantaggio del guyot è anche che essendo separata l' uva e vegetazione si possono fare più trattamenti mirati sia sull' uva che solamente sulla vegetazione. Secondo molti il vino prodotto da uve provenienti dal guyot ha dei profumi migliori, ma per noi viticoltori quello che conta è la produzione ed il grado zuccherino .
              Io non sono ne favorevole ne sfavorevole.La soluzione migliore è avere una percentuale sia di uno che dell' altro.
              Ultima modifica di Vitality; 02/07/2006, 10:44.

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              • #37
                concordo sulle tue conclusioni
                pero' permettimi di chiarire un pio di cose
                Primo: che ne guyote' molto importante l'orientamento dei filari, che qua e' nella maggioranza dei casi nord sud, questo permette di sfruttare meglio il soleggiamento soprattutto nella fine dell'estate
                Secondo. noi abbaimo dei disciplinari di produzioni, ch limitano a 90 /100 quintali ettaro di uva, per cui nelle situazioni migliori,il guyot ad archetto, viene ulterormente diradato come grappoli in fatto di potatura verde, oppure come ne caso del pelaverga, nella mia zona denominato CARI, venire allevato a doppio capovolto , (mentre nelnord della provincia di torino , viene allevato a pergola, oppure aala doppia)mma con un sesto di impianto molto basso arrivando a 2 metri sul filare per il problema cke questo vitigno ha un basso contenuto di zuccheri (17/17,5 quando va bene)bassa titolo di acido tartarico , e malico, colore appena appena rosato, e purtroppo spessore della buccia dell'acino sottile ,un grappolo ad acini molto serrati, succosi, acino grosso, e serrato, che mi vien voglia di l berelex x diradare in allegagione gli acini piuttosto che fare un diradamento a fine luglo dei grappoli, ma di queste esperienze i tecnici di questa zona mi sconsigliano il diradamento chimico
                quello che ti posso consigliare nel guyot e' di mettre su ambo i lati del filare dei fili, cioe' di raddoppiare i 3 fili superiori , quelli ke tengono la vegetazione, e comunque di far ua potatura verde eliminando i germogl che nn servono per l'anno dopo abbastanza forte, e nel caso dell'archetto tra il prino e il secondo filo, dove il trancio a frutto si inarca di lascire i germogli che diverranno capi a frutto l'anno dopo , il minimo indispensabile, non piu di 6 tra quelli sul ceppo e sul pollice di modo che in inverno ne dimezzi il numero per avere un po di scelta,,spero di essermi spiegato , e nn avere fretta di fare una potatura verde anticipata, io vedo che in un annata come questa l'abbaimo fatta il 10 maggio , ma in condizioni normali verso il 15 di aprile, di modo che la vite non si invogliata ricacciare nuovi germogli dal ceppo , e dare piu' linfa per la fioritura, di modo che abbassare la cascola post fioritura( se gli dai una mano col boro e' meglio in questo caso)
                per cui nn guardare solola produzone di uva, ma l tipo di vitigno e grappolo che hai

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                • #38
                  [QUOTE=ggyno]
                  Secondo. noi abbiamo dei disciplinari di produzioni, che limitano a 90 /100 quintali ettaro di uva, per cui nelle ...

                  Il problema dei disciplinari sarà appunto uno dei motivi che ci farà lasciare la pergola per passare al guyiot. Se non si possono produrre oltre 100 q/ha tanto vale orientarsi sul sistema d' allevamento a guyiot che è sicuramente meno produttivo. Nella pergola in questi ultimi anni abbiamo dovuto abbandonare le concimazioni per indebolire i vigneti e malgrado ciò in certe annate si fa ancora fatica a rimanere nei quantitativi doc. Bisogna ammettere che se un vigneto produce troppo richiede molta manodopera nei lavori di diradamento.Diciamo che il Berelex ci ha dato veramente un grosso aiuto a ridurre i quantitativi e a produrre uve più sane.

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                  • #39
                    ma che tipo di cncimazioni facevate?
                    cioe' nei nostri areali , nelle annate migliori si superano i massimali di produzioni , e in vigneti vecchi, con piu di 40 anni di preoduzioni a volte a stento si ottengono 70 80q.li /ha
                    cioe'la mia domanda e' non basta evitre di usare l'azoto? non bastano le concimazioni fosfo-potssiche'?
                    ol berelex io non lo mai usato, si deve distribuire solo sui grappoli?
                    visto ke nn ho molte viti da trattare pensare di usare uno di quei spruzzini da 2 litri e trattare loro a mano

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                    • #40
                      POTATURA VITI e tipo di allevamento

                      Salve! Avevo intenzione di creae questo argomento, dato il variopinto modo di allevare la vite in Italia, per confrontarci e darci consigli su qualsiasi tipo di vigneto, dalla spalliera alla pergola all' alberello ecc.ecc.
                      Se volete comincio io:
                      le mie viti sono allevate a guyot,doppio guyot,capovolto e doppio capovolto.
                      secondo me tra le citate il migliore è il guyot, in quanto l'uva rimane tutta alla stessa altezza, quindi prende meglio il sole e matura uniformemente.
                      E VOI CHE NE PENSATE?
                      CIAO A TUTTI!

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                      • #41
                        Io mi sono innamorato del .... FIANO DI AVELLINO, sapete dirmi se e' possibile impiantarlo dalle mie parti (lazio ....roma e ciociaria) ?

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                        • #42
                          Ho vigneti allevati esclusivamente a GDC: potatura a sperone, che consenta il germogliamento verso l'esterno del filare in modo da limitare l'affastellamento della vegetazione.
                          Pettinatura da eseguire obbligatoriamente se si vuole un risultato valido!
                          Con la pettinatura gli speroni risultano naturalmente orientati nella giusta direzione: la pettinatura la eseguo in modo semi-automatico con aprifilo e filo Bayco e (sugli impianti più vecchi) manualmente.
                          Non più di 2-3 gemme sugli speroni, a seconda della varietà e della fertilità specifica di ogni varietà.
                          Entro con una prepotatrice e taglio tutto "su misura", cioè lasciando il numero di gemme desiderate. Segue poi la rifinitura manuale con forbici pneaumatiche.
                          Allevato correttamente il GDC può dare grandi soddisfazioni, il problema è che da molte parti vengono eseguite delle operazioni inutili e dispendiose.
                          Az. Agr. Il Tralcio

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                          • #43
                            dunque secondo la mia esperienza di allevamento vite, bisogna considerare un paio di cose,
                            la prima e' da prendere in considerazione , e' la varieta', la seconda e' il portainnesto, la terza e' la fertilita del terreno
                            Al di la di una potatura ricca o povera, oppure di lunga o corta
                            nel considerare il verieta' si deve tenere presente , le gemme dei primi nodi del tralcio che crescendo durante la primavera estate, da cui dovrebbero uscire le gemme si differenziano a frutto.
                            cioe' se dal tralcio del guyot, che normalemnte e' di 6/ 7 nodi, si origineranno le gemme da cui cresceranno i tralci da cui si formeranno i capi a frutto, si nota che in alcune varieta' i primi 4 gemme, i relativi tralci, non formano grappoli, mentre nei restanti si.
                            Altre varieta' hanno una fruttificazione piu o meno regolare su tutti i tralci.
                            Aueste seconde varieta , possono essere anche allevate a cordone speronato, perche' lasciando dei capi a frutto di 3 gemme, si avra comunque una produzione,
                            ma se noi allevassimo a cordone speronato , le prime varieta' , si avra' una drastica riduzione delle produzione, essendo che la maggior parte avviene dalla 4gemma in poi

                            per quanto riguarda il portainnesto, e la fertilita'del terreno, si puo' fare un discorso comune, e cioe' che piu' il terreno e' povero e piu'e il portasinnesto potra' essere vigoroso,
                            e viceversa,
                            non dimentichiamo che la produzione di zuccheri , e anche la produzione totale e' condizionata dalla vigoria, mentre condizione inversa e' quella degli aromi e profumi che l'uva trasmettera' al vino, e cioe' a volte un uva moderatamente zuccherina ha piu aromi, di un uva piu dolce,da cui si otterra un vino piu vigoroso, con un sapore piu erbaceo,
                            Per cui se mio nonno, ha prerito un portainnesto diciamo debole,( es 420), lo ha fatto sa perche' aveva un terreno poco fertile , ma fresco,e voleva ottenere un vino ad uso personale, piu armonico.

                            mentre dove avevo un terreno piu asciutto e tenace aveva impiantatou vigneto a barbera e del freisa innstato sul s.o.4 e kober55, e avevamo una produzione molto piu alta, e piu dolce, ma a parita di uve avevo un vino con un aroma e un profumo completamente diverso.

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                            • #44
                              Gyno scusa ma non ho capito niente del tuo intervento e il vigneto pensavo di averlo anch'io, non potresti essere più chiaro?
                              Ultima modifica di L85; 01/11/2006, 10:55. Motivo: aggiuntina

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                              • #45
                                bo john din piu o meno quello che volevo dire sulla forma di allevamento e sulla fertilita basale dei vari vitigni lo hano detto gli altri, pero' secondo me c'e un rapporto stretto tra forma di allevamento portainnesto terreno, e vitigno
                                allora sulla fertilita basale siamo tutti daccordo, cioe ' e un dato oggetivo.
                                Io parto da un presupposto , se uno ha un vigneto , o ha intenzione di impiantarne uno, avra' un terreno condeterminate caratteristiche, che non puo cambiare piu di tanto.
                                infatti ogni zona d'italia ha i suoi vini, anche se i vitigni maggiormante coltivati , sono poi gli stessi, badate bene , ho detto maggiormente, in ogni zona ha i suoi,( vedi il vitigno pelaverga, che c'e' solo in 2 zone del torinese...)
                                Se noi ad esempio abbiamo un barbera allevato a guyot ad archetto, forma tipica del monferrato, a seconda della esposizione del terreno , o che sia piu fertile o meno, all'interno di questo stesso areale, dovremo scegliere un diverso portainnesto, per i terreni leggeri e freschi, un 420,qualcuno consiglia il 1106(spero di nn sbagliare il numero)pero' e' difficile trovarlo,
                                per quelli argillosi che d'estate si spaccano per il caldo e la siccita, il kober5bb , e della stessa selezione il S.O.4
                                Pero' anche se i vigneti in questione sono uno attaccato all'altro, se facciamo una vinificazione separata, avremo 2 vini barbera simili, ma distinguibili come profumo primario e secondario, e come beva.
                                Ma le differenze ci saranno anche come grado brix, e produzione di uva totale, e naturalmente come vigoria, e di conseguenza di interventi di potatura verde.

                                una cosa volevo chiedere a tutti,
                                se il portainnesto deve cambiare a seconda se facciamo un apotatura lunga o corta, e/o ricca o povera.
                                Mantendendo costante sia la composizione del terreno, che il vitigno,cioe' come se dovessimo fare 2 parcelloni, in cui l'unica cosa che cambia e' la forma di allevamenro ,
                                cioe sapere se c'e' una correlazione , tra questi fattori? e quale e' la migliore cominazione

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                                • #46
                                  Pinot nero vizi e virtù

                                  Originalmente inviato da c_h_e_c_c_o
                                  Il cabernet sauvignon ha un ottimo portamento assurgente e può andar bene cosi, non avrai alcun problema. Ti consiglio però il cordone speronato, su cabernet sauvignon da risultati migliori, anche perchè questa varietà non copre eccessivamente la vegetazione.

                                  Per il pinot nero ti consiglio fortemente di mettere un filo in più così da avere tre coppie di fili. Putroppo il portamento di questo vitigno è disastroso, non sta su nemmeno se lo implori. Il guyot è una scelta razionale, vista la sensibilità alla botrite.
                                  Comunque non risparmiarti lo switch.
                                  ciao Checco,
                                  ho visto questo tuo vecchio mess, riguardo al Pinot nero cosa mi puoi dire riguardo a zonazione(altitudine ideale, clima,esposizione) tipo di allevamento ideale(mi sembra di capire il Guyot) principali problematiche fitosanitarie ecc.

                                  Paragonandolo al pinot grigio è tanto più una rogna da tenere?

                                  stefano

                                  Commenta


                                  • #47
                                    Secondo voi per il Sangiovese VCR16 su port'innesto 420A, è meglio il guyot, il capovolto, o il cordone speronato???
                                    CIAO A TUTTI!!

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                                    • #48
                                      Originalmente inviato da ggyno Visualizza messaggio
                                      bo john din piu o meno quello che volevo dire sulla forma di allevamento e sulla fertilita basale dei vari vitigni lo hano detto gli altri, pero' secondo me c'e un rapporto stretto tra forma di allevamento portainnesto terreno, e vitigno
                                      allora sulla fertilita basale siamo tutti daccordo, cioe ' e un dato oggetivo.
                                      Io parto da un presupposto , se uno ha un vigneto , o ha intenzione di impiantarne uno, avra' un terreno condeterminate caratteristiche, che non puo cambiare piu di tanto.
                                      infatti ogni zona d'italia ha i suoi vini, anche se i vitigni maggiormante coltivati , sono poi gli stessi, badate bene , ho detto maggiormente, in ogni zona ha i suoi,( vedi il vitigno pelaverga, che c'e' solo in 2 zone del torinese...)
                                      Se noi ad esempio abbiamo un barbera allevato a guyot ad archetto, forma tipica del monferrato, a seconda della esposizione del terreno , o che sia piu fertile o meno, all'interno di questo stesso areale, dovremo scegliere un diverso portainnesto, per i terreni leggeri e freschi, un 420,qualcuno consiglia il 1106(spero di nn sbagliare il numero)pero' e' difficile trovarlo,
                                      per quelli argillosi che d'estate si spaccano per il caldo e la siccita, il kober5bb , e della stessa selezione il S.O.4
                                      Pero' anche se i vigneti in questione sono uno attaccato all'altro, se facciamo una vinificazione separata, avremo 2 vini barbera simili, ma distinguibili come profumo primario e secondario, e come beva.
                                      Ma le differenze ci saranno anche come grado brix, e produzione di uva totale, e naturalmente come vigoria, e di conseguenza di interventi di potatura verde.

                                      una cosa volevo chiedere a tutti,
                                      se il portainnesto deve cambiare a seconda se facciamo un apotatura lunga o corta, e/o ricca o povera.
                                      Mantendendo costante sia la composizione del terreno, che il vitigno,cioe' come se dovessimo fare 2 parcelloni, in cui l'unica cosa che cambia e' la forma di allevamenro ,
                                      cioe sapere se c'e' una correlazione , tra questi fattori? e quale e' la migliore cominazione
                                      Scusami ggyno, ma per quanto riguarda la scelta del portainnesto è il contrario. Per i terreni freschi deve essere scelto il Kober 5BB o SO4, per quelli asciutti e siccitosi il 1103 P o il 420 A che ha una media resistenza alla siccità. Auguri a tutti gli amici del FORUM

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                                      • #49
                                        Vite, potatura, Sylvoz...

                                        Ciao a tutti!
                                        Un' altra domanda piuttosto stupida, abbiate pietà! E' la prima volta che provo ad a potare una piccola vigna (a Sylvoz, http://tinyurl.com/2qeq9r).
                                        Volevo semplicemente sapere se, nel momento in cui piego gli archetti di 10-12 gemme presenti sul cordone orizzontale per poi legarli al filo sottostante, è normale che questi "scricchiolino" un po'...
                                        E' normale oppure mi devo preoccupare?
                                        Ultima modifica di L85; 14/02/2007, 12:33. Motivo: unione argomento

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                                        • #50
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                                          • #51
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                                            • #52
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                                              ovvio che se il ramo si spezza me ne accorgo ))

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                                              • #53
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                                                nel 90% dei casi il tralcio andrà avanti fino alla fine cioè la vendemmia.

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                                                • #54
                                                  Ciao tania ha ragione tentar di salvarlo non costa nulla , un giro di nastro o con il cordino che si usa per legare. per diminuire gli scricchiolii e le rotture bisognerebbe legarle in giornate umide e con nebbia ma purtroppo non sempre e possibile senò non si finisce più. ciao

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                                                  • #55
                                                    a me quando capita di tirare la vigna legando i tralci a guyot, mi porto sempre dietro un rotolino di nastro isolante da eletricista, qualche volta funziona

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                                                    • #56
                                                      Inoltre nella fase di piegatura occorre eseguire una leggera torsione del tralcio, ne facilità la piegatura

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                                                      • #57
                                                        Ihihihihi... che bello potare a sperone con 2 gemme franche!!!

                                                        A me il problema si pone quando devo "allungare" una puntata, ma se si spezza amen e lascio perdere confidando di non essere così rimbambito anche l'anno prossimo...
                                                        Az. Agr. Il Tralcio

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                                                        • #58
                                                          Sai LorenzVigna hai ragione potare a sperone è più semplice e comporta un lavoro in meno quello della piegatura.Qui da noi però il 90% dei vigneti sono messi a tendone perciò a ogni vite venvono lasciati 4 0 5 tralci "teste" con 8- 9
                                                          gemme le quali devono essere femate sulla rete che le sovrasta.
                                                          Per fortuna i nuovi impianti sono tutti a filari o a pendolino o a cordone.

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                                                          • #59
                                                            Dalle mie zone invece, anche nei nuovi vigneti, facciamo il guyot;(una volta era molto diffuso il capovolto).
                                                            Io per evitare che si rompa il tralcio, mentre poto prima taglio il tralcio vecchio, poi scielgo un tralcio per il rinnovo e lo piego subito attorcigliandolo un pò in modo che rimanga steso sul filo, così se per caso si dovesse rompere tiro giù un'altro tralcio, poi naturalmente lascio uno sporone a 2 gemme per l'anno successivo.
                                                            Dietro di me passa mia nonna col filo di plastica a legare i tralci, così dove passiamo finiamo.
                                                            CIAO!!!

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                                                            • #60
                                                              Buon giorno a tutti ho circa 16 ettari a vigneto i vecchi impianti sono a silvoz e quelli nuovi li stiamo eseguendo a Guyot.
                                                              Stiamo eseguendo questo tipo di impianto perchè alcuni nostri coleghi che da anni praticano il cordone speronato stanno indietreggiando per il guyot, il cordone ha grossi probelmi in caso venga potato da persone poco esperte (nella nostra zona è sempre più difficile trovare manodopera soprattutto esperta).
                                                              In collina ho dei terazzi di nuvo impianto a causa della loro dimensione cira 5.5 metri di pedata pasavo di impiantare un solo filare a centro con il sitema della pergoletta trentina.
                                                              Volevo chiedere a Steba se mi spiegava come funziona e mi mandi delle foto grazie.

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