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Agricoltura Naturale o del non fare

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  • Agricoltura Naturale o del non fare

    salve a tutti
    qualcuno di voi ha mai sentito parlare o avuto a che fare con il metodo dell'agricoltura naturale (o del non fare) studiato dal giapponese Masanobu Fukuoka?
    ho letto qualcosa su internet e mi chiedevo quanto può essere efficace. pare (ma non assicuro l'affidabilità della fonte) che in giappone abbia dato discreti risultati, ma non so quanto sia applicabile in italia (differenti condizioni possono certamente influire sui risultati)... so che c'è qualche orto sperimentale.

  • #2
    Originalmente inviato da ma80 Visualizza messaggio
    salve a tutti
    qualcuno di voi ha mai sentito parlare o avuto a che fare con il metodo dell'agricoltura naturale (o del non fare) studiato dal giapponese Masanobu Fukuoka?
    ho letto qualcosa su internet e mi chiedevo quanto può essere efficace. pare (ma non assicuro l'affidabilità della fonte) che in giappone abbia dato discreti risultati, ma non so quanto sia applicabile in italia (differenti condizioni possono certamente influire sui risultati)... so che c'è qualche orto sperimentale.
    Io ho letto un libro; mha a me lascia un po perplesso.....

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    • #3
      io non ne sò niente, mi posso immaginare, ma una delucidazione veloce non guasterebbe

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      • #4
        Qualcosa ho sentito e qualcosa ho letto... mi lascia molto perplesso.
        Ho visto scritto più volte che in giappone la resa economica per ettaro di questo tipo di agricoltura è pari alla resa economica delle coltivazioni tradizionali: parlare di resa per ettaro e due righe più sotto scrivere che si adatta ed è stata pensata per piccoli appezzamenti è un controsenso (ad esempio, è più facile ed economico, in un piccolo appezzamento, seminare a mano piuttosto che con un trattore, con il quale più della metà del tempo lo passo a fare manovra... se rapporto i dati ad un ettaro otterrei che la semina manuale è più economica....).
        I terreni giapponesi sono stati, nel tempo, molto meno sfruttati dei nosti.
        Le prove sono state limitate... non potare un mandarino è un conto, immaginate di non potare un vigneto....
        Alcune patologie o insetti con cui noi dobbiamo fare i conti, in Giappone non sono ancora arrivati, o sono al difuori del loro areale.

        Quindi mi sorge un grosso "?" su tutti i vantaggi decantati...

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        • #5
          Mah, a mio avviso è la versione mandarina della nostra agricoltura biodinamica...(avete presente ? quella dove bisogna sotterrare un corno di bue, e riempirlo di letame ecc...)

          Riconosco che in agricoltura ci sia ancora molto da imparare, e da scoprire. Nonchè per certe cose sia necessaria una vera rivoluzione.
          Ma che siano queste, le cose di cui necessitiamo, beh mi sento di rispondere propro di NO

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          • #6
            Ragazzi, sarebbe molto utile che spiegaste di che cosa si sta parlando. Non tutti hanno letto i libri o si sono documentati a riguardo..
            Altrimenti non si capisce il senso della discussione.

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            • #7
              Per quanto riguarda l'agricoltura biodinamica (che poco differisce a mio avviso da quella chiamata naturale...), potete consultare questi siti:
              - http://www.agricolturabiodinamica.it/
              - http://it.wikipedia.org/wiki/Agricoltura_biodinamica

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              • #8
                da quel poco che ho letto sono riuscita a capire che stiamo parlando di un metodo che non prevede aratura, né concimazione (tranne quella naturale dovuta ai residui delle piante lasciati sul terreno), né potatura (se non in casi particolari), né pesticidi, ma si avvale di antagonisti naturali per i parassiti e delle consociazioni.
                anch'io, come Eno2005, ho degli interrogativi su questo metodo (condizioni climatiche e del terreno, patologie e parassiti in Italia sono un po' diversi dal Giappone...)
                è per questo che ho aperto questa discussione, per capire l'applicabilità qui da noi (qualcuno l'ha provato? che risultati ha ottenuto?)

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                • #9
                  Penso che l'approccio paragonabile a queste "agricolture" sia l'agricoltura biologica.
                  Che è ben tutt'altra cosa. Gli antagonisti usati, sono frutto di ricerca e sperimentazione di anni.
                  Colgo l'occasione per ricordare come l'agricoltura biologica sia nata proprio in italia, grazie all'ormai ex prof. (ma non ex scienziato !) Giorgio Celli.

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                  • #10
                    Secondo me c'è una sostanziale differenza tra agricoltura biologica e agrucoltura del non fare. L'agricoltura biologica prevede comunque tecniche ed interventi colturali, mentre questa forma di agricoltura, che io non chiamerei neanche agricoltura, prevede pochissime operazioni. La semina, ad esempio, non prevede l'intramento dei semi, ma soltanto lo spargimento degli stessi sul terreno, proprio come accadrebbe in caso di non coltura...
                    Potrebbe essere una pratica attuabile per piccole realtà o in zone di agricoltura marginale, ma non è pensabile la sostituzione dell'agricoltura moderna con questo tipo di realtà, sia per i motivi già spiegati in altri post, sia perchè a mio avviso sarebbe un regresso, per altro non completamente giustificabile nenche dalle stesse teorie su cui si basa: lasciare che la natura faccia il suo corso. Mi spiego con un esempio: si parla di spargere semplicemente i semi, senza interramento e concimazione, quando la natura stessa si preoccupa di "concimare", o tramite la decomposizione del frutto in cui il seme si trova, o tramite le deiezioni dell'animale che si è cibato del frutto contenente i semi (che, tranne rari casi, non vengono digeriti)... la stessa teoria su cui si basa presenta delle contraddizioni (non di poco conto).

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                    • #11
                      Infatti personalmente questa pseudo agricoltura del non fare, sinceramente mi attira poco...

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                      • #12
                        io a causa degli impegni , mi trovo costretto all'agricoltura del non fare, sia in italia che in brasile, e i risultati a mio avviso sono:

                        scarsa produttivitá dovuta al fatto che oltre il 50 percento della frutta é attaccata da parassiti grandi e piccoli, cioé dagli insetti fino alle scimmie

                        scarsa qualitá

                        difficoltá di raccolta, i miei mandarini in brasile sono alti circa 9 metri in quanto non potati da decenni, mantre i limoni si sono adagiati a terra , quindi ti rompi la schiena a raccoglierli

                        probabilmente il mio non fare é un pó piú non fare di quello giapponese

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                        • #13
                          Ciao a tutti!!!

                          Scusate, però dopo di leggere tutte le conversazioni, credo che prima di parlare dovete informarvi un po di più e leggere l' opera intera di questo Fitopatologo giapponese. Lo dico per esperienza personale, al inizio sembra tutto molto semplice però quando vai un pò in profondità ti rendi conto che tutte le informazioni apprese e il lavoro svolto in campo ha la sua efficacia. ti spiega anche come adattare questo metedo in ogni parte del mondo ti trovi, iniziando da zero e sperimentando continuamente.
                          L'unico inconveniente sarebbe che bisogna alcune anni per capire l'area dove vuoi coltivare, che cosa vuoi coltivare, organizzare e sincronizzare le tue attività con quella della natura.
                          Fukuoka è riuscito a recuperare un'area vastissima e desertica della Polonia!!!! Non solo ha lavorato in Giappone, ma anche per molti posti del mondo. Adesso credo si trovi in Grecia.
                          Scusate, se ancora non scrivo molto bene l'italiano. Un grande saluto a tutti!!!Ciao

                          Commenta


                          • #14
                            per me tra i post precedennti c'è un minestrone incredibile.si deve stare attenti a non confondere le varie tecniche che prevedono approcci completamente diversi e molto più complessi di quanto si possa pensare
                            biologico non è biodinamico che non è "del non fare". vi invito ad approfondire le varie "agricolture"

                            Commenta


                            • #15
                              Originalmente inviato da Rivas Trivino Visualizza messaggio
                              Fukuoka è riuscito a recuperare un'area vastissima e desertica della Polonia!!!!
                              L'unico modo per recuperare un area desertica è portare l'acqua.

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                              • #16
                                Originalmente inviato da Rivas Trivino Visualizza messaggio
                                Scusate, però dopo di leggere tutte le conversazioni, credo che prima di parlare dovete informarvi un po di più e leggere l' opera intera di questo Fitopatologo giapponese. Lo dico per esperienza personale, al inizio sembra tutto molto semplice però quando vai un pò in profondità ti rendi conto che tutte le informazioni apprese e il lavoro svolto in campo ha la sua efficacia. ti spiega anche come adattare questo metedo in ogni parte del mondo ti trovi, iniziando da zero e sperimentando continuamente.
                                L'unico inconveniente sarebbe che bisogna alcune anni per capire l'area dove vuoi coltivare, che cosa vuoi coltivare, organizzare e sincronizzare le tue attività con quella della natura.
                                Fukuoka è riuscito a recuperare un'area vastissima e desertica della Polonia!!!! Non solo ha lavorato in Giappone, ma anche per molti posti del mondo. Adesso credo si trovi in Grecia.
                                Scusate, se ancora non scrivo molto bene l'italiano. Un grande saluto a tutti!!!Ciao
                                Qualche link per approfondire la cosa ?

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                                • #17
                                  Ciao a tutti

                                  Riapro questa discussione perchè vorrei un vostro giudizio su una tecnica colturale simile all' agricoltura naturale di Masanobu Fukuoka.
                                  Si chiama agricoltura sinergica ed è una variante dell'agricoltura naturale di Fukuoka svolta dalla spagnola Emilia Hazelip

                                  Tanto per capirci: link link link
                                  Su google cercate orto sinergico o agricoltura sinergica

                                  Ho trovato che in provincia di Bologna e Parma se non erro si organizzano dei corsi di 4 giorni, adesso cerco meglio

                                  Ho molte domande e tantissimi dubbi, prima di mettere troppa carne al fuoco vorrei un vostro parere


                                  Leggendo un minimo quanto scritto in rete su questa tecnica, non mi sembra di trovare poi tanta roba da "stregoni"
                                  si parla di un massiccio uso delle consociazioni come ad esempio tra le ortive e le piante da fiore
                                  si utilizza molto la pacciamatura,
                                  si fa molta attenzione alla compattazione del terreno tant'è che questo sistema prevede che si crei un orto "sopraelevato", si crea un cumulo largo 120cm alto 20-30cm e lungo massimo 4 metri. Tra un cumulo e l'altro c'è una specie di "trincea" di 40 cm che viene utilizza come camminamento, in modo da separare completamente la zona in cui le piante sono a dimora da quella in cui si cammina
                                  si utilizzano siepi e piante "perenni" per contenere il vento ed utilizzare l'apporto dovuto alla consociazione tra la "perenne" e l'ortiva stagionale
                                  per l'irrigazione si utilizza una sorta di ala gocciolante posta lungo il perimetro del "cumulo"
                                  ecc ecc

                                  A questi link link trovate le foto di un classico orto sinergico

                                  Grazie mille

                                  P.S. questo metodo non è da confondere con l'agricoltura biologica o con quella biodinamica.
                                  Ultima modifica di Vulcanus; 30/08/2009, 23:20.

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                                  • #18
                                    Sembra tutto così facile a vedere quei siti.
                                    La fregatura di questi metodi è che è complicato se non impossibile applicarli su vasta scala, ma solo per piccoli orti familiari.
                                    Da quel che ho capito il metodo sarebbe quello di creare una grande biodiversità di piante tutte mescolate tra loro e quindi una pianta di pomodori vicino al prezzemolo e alla lattuga, le cipolle, le carote ecc.
                                    Avere nella stessa aiuola diverse colture ha certamente i suoi vantaggi, ma immagino che con grandi appezzamenti si avrebbero difficoltà nel momento della semina e del raccolto ostacolando l’uso dei macchinari. Ci vorrebbe una macchina super tecnologica che distingue ad esempio la patata da scavare dalle altre piante. Né è pensabile di dover tirar fuori a mano le patate cercandole tra ettari di piante varie o seminare migliaia di carote.
                                    Mi chiedo quali potrebbero essere i limiti di utilizzo di queste tecniche. Quale potrebbe essere la dimensione massima del campo effettuando operazioni per lo più manuali?
                                    Mi stavo interessando alle teorie di Fukuoka e derivate perché stavo valutando la possibilità di realizzare un’idea che mi frullava per la testa: andare a vivere in montagna. Al che mi sono chiesta: di che vivere? La raccolta di castagne e di more mi ha sempre appassionata. Ma per integrare e diversificare avevo pensato a un orto. Ma di che dimensione? Di cosa necessita? Fukuoka e la Hazelip da un lato mi toglievano il problema delle lavorazioni, ma dall’altro ne rimane un altro: semina e raccolta va fatta a mano. Forse disponendo le colture a file alterne si potrebbe arrivare a un compromesso, ma qualcosa comunque mi fa sospettare che mi sfugge qualcosa... sarebbe troppo semplice. dov'è il trucco?
                                    Lo so vi sto annoiando con i miei dilemmi esistenziali! È che in questo periodo sto di nuovo pensando di mollare ‘sto lavoro ‘sta casa (compresi i familiari che ci sono dentro) e ‘sto schifo di città e scusate se mi sfogo con voi (Roma sarà pure bella da un punto di vista turistico per i monumenti, ma a viverci è un’altra cosa!)
                                    Può una ragazza single senza esperienza e competenze nel settore andare a vivere in campagna?
                                    Mi cascano le braccia

                                    Commenta


                                    • #19
                                      Originalmente inviato da ma80 Visualizza messaggio
                                      Può una ragazza single senza esperienza e competenze nel settore andare a vivere in campagna?
                                      Mi cascano le braccia
                                      Senza voler offendere nessuno..........mai vista la pubblicità dei sofficini???? Dove dicono porta un cittadino in campagna.......un disastro (o qualcosa del genere)..........Porta la campagna in città.....un successo!!!!! (o giù di li).
                                      Penso ci sia un fondo di verità!!!
                                      La campagna ti può dare tanto ma devi dare tanto alla campagna.
                                      Con i tempi che corrono se non si ha esperienza si corre il rischio di pagarla molto cara.

                                      Commenta


                                      • #20
                                        Originalmente inviato da ma80 Visualizza messaggio
                                        Sembra tutto così facile a vedere quei siti.
                                        La fregatura di questi metodi è che è complicato se non impossibile applicarli su vasta scala, ma solo per piccoli orti familiari.
                                        Da quel che ho capito il metodo sarebbe quello di creare una grande biodiversità di piante tutte mescolate tra loro e quindi una pianta di pomodori vicino al prezzemolo e alla lattuga, le cipolle, le carote ecc.
                                        Avere nella stessa aiuola diverse colture ha certamente i suoi vantaggi, ma immagino che con grandi appezzamenti si avrebbero difficoltà nel momento della semina e del raccolto ostacolando l’uso dei macchinari. Ci vorrebbe una macchina super tecnologica che distingue ad esempio la patata da scavare dalle altre piante. Né è pensabile di dover tirar fuori a mano le patate cercandole tra ettari di piante varie o seminare migliaia di carote.
                                        Mi chiedo quali potrebbero essere i limiti di utilizzo di queste tecniche. Quale potrebbe essere la dimensione massima del campo effettuando operazioni per lo più manuali?
                                        Mi stavo interessando alle teorie di Fukuoka e derivate perché stavo valutando la possibilità di realizzare un’idea che mi frullava per la testa: andare a vivere in montagna. Al che mi sono chiesta: di che vivere? La raccolta di castagne e di more mi ha sempre appassionata. Ma per integrare e diversificare avevo pensato a un orto. Ma di che dimensione? Di cosa necessita? Fukuoka e la Hazelip da un lato mi toglievano il problema delle lavorazioni, ma dall’altro ne rimane un altro: semina e raccolta va fatta a mano. Forse disponendo le colture a file alterne si potrebbe arrivare a un compromesso, ma qualcosa comunque mi fa sospettare che mi sfugge qualcosa... sarebbe troppo semplice. dov'è il trucco?
                                        Lo so vi sto annoiando con i miei dilemmi esistenziali! È che in questo periodo sto di nuovo pensando di mollare ‘sto lavoro ‘sta casa (compresi i familiari che ci sono dentro) e ‘sto schifo di città e scusate se mi sfogo con voi (Roma sarà pure bella da un punto di vista turistico per i monumenti, ma a viverci è un’altra cosa!)
                                        Può una ragazza single senza esperienza e competenze nel settore andare a vivere in campagna?
                                        Mi cascano le braccia
                                        Scusa ma stai pensando seriamente di vivere raccogliendo castagne, more e con un orto?

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                                        • #21
                                          Lo so che è una follia. Non sarei in grado. Infatti penso che alla fine non lo farò mai.
                                          Ciao e Grazie lo stesso

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                                          • #22
                                            Ciao a tutti

                                            Di questo tipo di "agricoltura" mi attira molto l'idea dell' orto sopraelevato in modo che con una piccola scavafossi (o assolcatore scavafossi) si possono creare delle "trincee" che fungono da camminamenti.
                                            Mi attira anche l'idea delle consociazioni dovute alla biodiversità tra le varie specie ortive e le aromatiche ecc ecc.
                                            Naturalmente si dovrebbe scendere a piccoli compromessi tra le varie colture per motivi di comodità ecc ecc

                                            Per l'irrigazione all'inizio avevo pensato alla subirrigazione/fertirrigazione ma poi per motivi dovuti alla complessità del lavoro avevo pensato di utilizzare dei gocciolatoi a sigaro (quelli con filtro ispezionabile)

                                            Considerando che l'orto di cui si parla anche se leggermente grande è a conduzine familiare(quindi non si utilizzano macchinari specifici per la semina/raccolta ma viene fatto quasi tutto a mano); voi cosa ne pensate di questo metodo?

                                            Cosa ne pensate dell'idea dei cartoni e della pacciamatura per la coltivazione delle patate?

                                            Grazie mille

                                            Ciao

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