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cotivazioni per pellet
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Poi bisogna vedere chi ti compra il raccolto oppure devi insaccare da solo il tutto e allora o hai soldi per tutto il ciclo della lavorazione oppure ciccia.
Un'altra coltura molto interessante è la canapa da fibra però in Italia ci sono pochi stabilimenti per la lavorazione ed allora ecco che non viene quasi mai coltivata.
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L'insacchettatrice mi sembra l'ultimo dei problemi. Inizialmente si può insacchettare anche a mano.
La vera questione è sapere quanto produce a ettaro il panìco verga e se il pellet ricavato da esso è di qualità sufficiente da poter essere venduto per le stufe. Se le cose stanno davvero come dice il sito canadese questa nuova coltura è molto allettante. Il pellet ha raggiunto i 30 euro/ql e, questo inverno, era irreperibile. Insomma il mercato c'è, bisogna capire se la coltura funziona. Per le spese di acquisto dei macchinari (mulino e pressa pellettatrice), che suppongo siano ingenti, si potrebbe formare una cooperativa sul modello di quelle vitivinicole ecc.
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Di solito queste sono cose che potrebbero funzionare solo nelle aree marginali. Però non vedo il panico come un buon produttore, forse è meglio il sorgo, comunque in italia si sta facendo qualcosa con il cippato dove si riesce ad ottenere un buon livello quanti/qualitativo di biomassa. Considera che una cultura foraggera deve essere essicata e contengono molta più acqua rispetto alle essenze per la produzione di legno
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Infatti sul sito è specificato che si tratta di una coltura adatta alle aree marginali. Ma, vista la situazione dell'agricoltura italiana, suppongo che anche le zone a seminativo darebbero un reddito maggiore se coltivate a no-food invece che ai tradizionali cereali.
Non conosco il sorgo. Ha un fusto legnoso?
Da quello che è scritto sul sito il panico non ha bisogno di essere essiccato perché essicca in modo naturale in estate. Anzi lì si afferma che nelle annate miti (riferite al Canada) sono possibili 2 raccolti all'anno: uno in estate e l'altro in autunno.
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non so se sia la stessa varietà di panico che era in voga qualche anno fà e che veniva usato per essere affienato in estate, la produzione efettivamente era abbondante, però ti puoi pure scordare che essichi in piedi, in quanto fa si produzione ma se trova terreni irrigui, per la questione pellets la vedo dura, in quanto se veramente questo materiale ha raggiunto i 30 euro ql, ben presto molti si accorgeranno come le stufe a pellets possono benissimo bruciare anche granoturco miscelato con molta meno spesa e maggiore rendimento termico
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Nella grande distribuzione al cliente il pellet costa 4 euro il sacco (15 kg) quindi circa 30 euro/ql. Presso i rivenditori di combustibili (legna, carbone ecc.) costa circa 27 euro/ql. Le qualità scadenti, provenienti dai paesi dell'est, e realizzate con legno di scarto costano meno. Questi prezzi li ho rilevati personalmente nella mia zona quindi non sono generalizzabili.
Controllando qui http://137.204.42.130/autenticate/list.php?op=P si deduce che esistono vari tipi di panìco. Quello usato dai canadesi per la loro iniziativa è il panìco verga. Ad intuito ritengo che abbia il fusto legnoso quindi non sia adatto al foraggio. Sul sito canadese c'è una foto in cui si vede un campo di panìco in piedi completamente essiccato. Certo si può usare anche per fare il cippato. Il mio dubbio è sulla qualità del prodotto finale. È paragonabile a quella del pellet ricavato dal legno?
Che faccio vado in Canada a rendermi conto di persona?
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Originalmente inviato da blueprinceInfatti sul sito è specificato che si tratta di una coltura adatta alle aree marginali. Ma, vista la situazione dell'agricoltura italiana, suppongo che anche le zone a seminativo darebbero un reddito maggiore se coltivate a no-food invece che ai tradizionali cereali.
Non conosco il sorgo. Ha un fusto legnoso?
Da quello che è scritto sul sito il panico non ha bisogno di essere essiccato perché essicca in modo naturale in estate. Anzi lì si afferma che nelle annate miti (riferite al Canada) sono possibili 2 raccolti all'anno: uno in estate e l'altro in autunno.
da granella, da foraggio e da biomassa. Il sorgo non ha fusto legnoso però (soppratutto nei tipi da biomassa) produce un elevato quantitativo di fibra, resiste meglio del mais alla siccità e ha bisogno di un minor quantitativo di concimi azotati. Le tipologie da biomassa vengono utilizzate dopo trinciatura nei digestori anaerobici per la produzione di biogas mescolate con le deiezioni degli animali.
Nella nostra azienda abbiamo coltivato diversi ha di panico negli anni passati, lo seccavamo in campo e lo usavamo per incrementare il livello di fibra effettiva all'interno della razione. Lo seminavamo sempre dopo l'orzo (fine giugno) e lo raccoglievamo ad un 50% di fioritura verso i primi di settembre. Per esperienza vi posso dire che per poter essere raccolto e stoccato senza problemi si deve fare un energica condizionatura (tirare i rulli della falciacondizionatrince al massimo) inoltre ha bisogno di 5-6 giorni di bel tempo (cosa difficile da ottenere in settembre). Uno dei fattori che ci ha fatto abbandonare il panico nonostante l'ottima qualità della fibra è la difficoltà di essicazione, inoltre non è possibile ottenere più di uno sfalcio. Secondo me è improponibile utilizzare una foraggera di questo tipo per la produzione di pellet, in quanto si otterebbe un pellet di scarsa qualità, elevati costi energetici per la disidratazione e alla fin fine non si produce tutto questa biomassa (la pianta è alta al max 1 metro)...a questo punto conviene forse di più raccogliere gli stocchi del mais e pellettare quelli.
Per quanto rigurda il reddito dalle colture energetiche non è ancora confrontabile con le colture intensive tradizionali.Ultima modifica di Gianpi; 05/04/2006, 21:21.
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