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Produrre nocciole in Romania.

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  • Produrre nocciole in Romania.

    Originalmente inviato da Spazio Visualizza messaggio
    PANORAMA consiglia nocciole delle Hawaii.




    Perche' quelle Made in Italy non fanno bene?
    Rimango molto perplesso da questo articolo di Panorama.


    Ciao
    Aspettiamo che Panorama scopra che le nocciole ci sono anche in Romania grazie alla Spa di St.....ri e consiglieranno quelle.
    Auguri per tutti noi
    Scontentohttp://www.forum-macchine.it/images/icons/icon6.gif

  • #2
    Originalmente inviato da scontento Visualizza messaggio
    Aspettiamo che Panorama scopra che le nocciole ci sono anche in Romania grazie alla Spa di St.....ri e consiglieranno quelle.
    Auguri per tutti noi
    BRAVO,FINALMENTE QUALCUNO HA CAPITO QUALE SARA' IL NOSTRO TRISTE FUTURO,SOPRATUTTO NEL VITERBESE.Virtualmente ti stringo la mano,dagli uffici climatizzati da tempo gia' hanno pianificato la nostra fine.

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    • #3
      Ignorante(colui che ignora)

      Originalmente inviato da Kayser Visualizza messaggio
      BRAVO,FINALMENTE QUALCUNO HA CAPITO QUALE SARA' IL NOSTRO TRISTE FUTURO,SOPRATUTTO NEL VITERBESE.Virtualmente ti stringo la mano,dagli uffici climatizzati da tempo gia' hanno pianificato la nostra fine.
      Salve a tutti,
      io sono un dei soci della società che ha investito in Romania e vi devo dire che la societa è di tutti i soci che sono più di quaranta!!! Certo che siamo forti i romeni, con qualche centinaia di ettari mettiamo in crisi il mercato mondiale. Ma ti rendi conto di quello che dici??
      Si tratta di un investimento agricolo e dovresti essere contento se qualcuno crede che le nocciole avranno un futuro! Ma forse questo è troppo difficile da capire...???

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      • #4
        l'ignorante è sempre e comunque ignorante!

        Sono felice per te che sei uno dei quaranta!
        Ma il sessanta per cento delle quote chi le possiede?
        La Romania è il futuro delle nocciole, fa piacere investire all'estero e ci si sente importanti e internazionali.
        Il problema caro MarioBruz è in italia, è nostro che consegniamo le nocciole senza avere il prezzo e ce lo dicono dopo 20 giorni , più o meno.
        Te le fai restituire, oppure ti pigli quello che ti danno?
        Dico ti danno, perchè non è un prezzo di acquisto, è un'offerta che non puoi rifiutare.
        Quelle rumene, costeranno di meno, altrimenti non varrebbe la pena investire in Romania, che non è certo Miami.
        Sono felice per te, che hai capito tutto.
        Cordialmente,
        SCONTENTO, ancora di più!

        Commenta


        • #5
          Originalmente inviato da scontento Visualizza messaggio
          Sono felice per te che sei uno dei quaranta!
          Ma il sessanta per cento delle quote chi le possiede?
          La Romania è il futuro delle nocciole, fa piacere investire all'estero e ci si sente importanti e internazionali.
          Il problema caro MarioBruz è in italia, è nostro che consegniamo le nocciole senza avere il prezzo e ce lo dicono dopo 20 giorni , più o meno.
          Te le fai restituire, oppure ti pigli quello che ti danno?
          Dico ti danno, perchè non è un prezzo di acquisto, è un'offerta che non puoi rifiutare.
          Quelle rumene, costeranno di meno, altrimenti non varrebbe la pena investire in Romania, che non è certo Miami.
          Sono felice per te, che hai capito tutto.
          Cordialmente,
          SCONTENTO, ancora di più!
          Ciao a tutti
          il 60% non lo possiede nessuno ma neache il 30% . Scusa ma anche se fosse vero, non capisco il problema di possedere il 60% secondo me è una garanzia per la buona riuscita del progetto. Non capisco neanche come possa influire sul prezzo delle nocciole romane(forse perchè si chiamano rumene).Ma ti rendi conto che il primo produttore al mondo è la Turchia?? Io le mie nocciole le ho ancora in magazzino e purtroppo ad oggi ci sto rimettendo. Non ti obbliga mica nessuno a consegnarle!! Io sono andato in Romania perchè faccio l'imprenditore agricolo e le coltivo dove penso di guadagnare di più.
          A buon intenditore poche parole

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          • #6
            Scusa mariobruz,ma siamo in molti che facciamo gli imprenditori agrari,e se è lecito e sacrosanto il vostro andare a coltivare le nocciole in romania,o dove volete voi,è anche lecito che chi le nocciole le coltiva e-si spera-coltivera' nei prossimi secoli qui nella Tuscia,vi veda come un'entita' non proprio amica.Siccome sappiamo che quelle nocciole(che saranno migliaia di tonnellate) arriveranno tutte su' "in cima alla montagna",dire che non andranno ad intaccare il prezzo,gia' stracciato,delle nostre nocciole è pura ipocrisia...sia chiaro non ce l'ho con te Mario,anzi,ti ammiro per la tua scelta e il coraggio che hai avuto,ma cerca di capire anche CHI ha scelto di rimanere QUI per forza o per amore,che non ha la potenza economica della vostra spa e di chi vi sta alle spalle,e che quando vede le risorse della piu' grande associazione di produttori della zona impiegate per andare a coltivare le nocciole all'estero rimane molto amareggiato(eufemismo)...Speriamo bene per il futuro,ma qui sembra l'inizio di un limbo senza uscita,e questo sembra essere un'altro scherzo del destino che va' a sommarsi agli altri,ma che ha un retrogusto ancora piu' amaro,perche' stavolta la concorrenza straniera viene effettuata dai nostri stessi concittadini-colleghi-compaesani-amici....NOI stranieri in terra Nostra.
            Un saluto a tutti.

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            • #7
              Ognuno e' libero di fare le proprie scelte, certamente andando ad investire all'estero nell'immediato c'è un guadagno ma nel lungo periodo quel mercato puo' mettere in crisi il nostro.
              In ogni modo se imprenditori agricoli decidono sempre piu' numerosi di investire all'estero e' un chiaro sintomo di crisi del nostro sistema produttivo che non riesce piu' ad essere competitivo per via degli alti costi di gestione a cui le aziende sono sottoposte.
              Se non si troveranno delle soluzioni valide nei prossimi anni, come e' avvenuto per le industrie, sempre piu' imprese agricole del made in Italy (mercato piu' rigido) adotteranno il marchio made Estero!!!

              Ciao

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              • #8
                prezzo

                Originalmente inviato da Spazio Visualizza messaggio
                Ognuno e' libero di fare le proprie scelte, certamente andando ad investire all'estero nell'immediato c'è un guadagno ma nel lungo periodo quel mercato puo' mettere in crisi il nostro.
                In ogni modo se imprenditori agricoli decidono sempre piu' numerosi di investire all'estero e' un chiaro sintomo di crisi del nostro sistema produttivo che non riesce piu' ad essere competitivo per via degli alti costi di gestione a cui le aziende sono sottoposte.
                Se non si troveranno delle soluzioni valide nei prossimi anni, come e' avvenuto per le industrie, sempre piu' imprese agricole del made in Italy (mercato piu' rigido) adotteranno il marchio made Estero!!!

                Ciao
                Ciao A tutti
                sono contento che si affronta questo argomento perchè credo che ci sia molto da capire.
                Secondo voi quando un ettaro di nocciole viene pagato 80.000 100.000 euro è un prezzo ragionevole? Secondo voi si può far agricoltura, a prescindere dal prezzo delle nocciole, con questi prezzi?? Ma vi siete fatti due conti??
                Ciao a tutti

                Commenta


                • #9
                  Io dico solo che i capranichesi hanno "inventato" la nocciola da noi. I caprolatti l'hanno cresciuta e saranno gli stessi caprolatti a farla morire piano piano neanche rendendosi conto. Alle ultime iniziative non era presente nemmeno un caprolatto! Il comandante chiama l'altola' e la "truppa" non si muove...
                  Quindi se poi loro pagano un ettaro 100.000 euro e questo produce 4000 euro l'anno significa che gli sta bene cosi' ma arrivera' il giorno (forse) che qualcuno di questi esclamera': "ma che ca..o stiamo facendo?" ma probabilmente sara' troppo tardi...

                  Ciao

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                  • #10
                    Originalmente inviato da mariobruz Visualizza messaggio
                    Ciao a tutti
                    il 60% non lo possiede nessuno ma neache il 30% . Scusa ma anche se fosse vero, non capisco il problema di possedere il 60% secondo me è una garanzia per la buona riuscita del progetto. Non capisco neanche come possa influire sul prezzo delle nocciole romane(forse perchè si chiamano rumene).Ma ti rendi conto che il primo produttore al mondo è la Turchia?? Io le mie nocciole le ho ancora in magazzino e purtroppo ad oggi ci sto rimettendo. Non ti obbliga mica nessuno a consegnarle!! Io sono andato in Romania perchè faccio l'imprenditore agricolo e le coltivo dove penso di guadagnare di più.
                    A buon intenditore poche parole
                    caro mariobruz, sei un imprenditore agricolo che sta facemdo i suoi interessi, e questo è giusto,ma come buon intgenditore... vorrei farti notare che oggi la Romania si trova in una fase di espansione come lo eravamo noi quaranta anni fa, in quel periodo un impiegato prendeva circa centomila lire di stipendio al mese, e riusciva anche a mettersi da parte qualcosa, poi è venuto il sessantotto, io ho vissuto quel periodo con tutta la mia grande buona volontà di cambiare l'Italia, così faranno anche i Romeni,e adesso, grazie alle comunicazioni più veloci di ieri, faranno molto presto a capire che gli stipendi devono aumentare, e sarà una corsa a chi guadagna di più, proprio come da noi, quindi, fra qualche anno, quando i tuoi investimenti in Romania produrranno a pieno ritmo, potresti accorgerti che il costo della manod'opera sarà livellato al nostro, e allora? per contenere le spese che farai? andrai tu a lavorare i terreni oltre frontiera? oppure insieme a tutti venderai la tua quota al socio maggioritario? pensaci, e poi rifletti sulla tua frase di BUON INTENDITORE,

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                    • #11
                      Originalmente inviato da brigdom Visualizza messaggio
                      caro mariobruz, sei un imprenditore agricolo che sta facemdo i suoi interessi, e questo è giusto,ma come buon intgenditore... vorrei farti notare che oggi la Romania si trova in una fase di espansione come lo eravamo noi quaranta anni fa, in quel periodo un impiegato prendeva circa centomila lire di stipendio al mese, e riusciva anche a mettersi da parte qualcosa, poi è venuto il sessantotto, io ho vissuto quel periodo con tutta la mia grande buona volontà di cambiare l'Italia, così faranno anche i Romeni,e adesso, grazie alle comunicazioni più veloci di ieri, faranno molto presto a capire che gli stipendi devono aumentare, e sarà una corsa a chi guadagna di più, proprio come da noi, quindi, fra qualche anno, quando i tuoi investimenti in Romania produrranno a pieno ritmo, potresti accorgerti che il costo della manod'opera sarà livellato al nostro, e allora? per contenere le spese che farai? andrai tu a lavorare i terreni oltre frontiera? oppure insieme a tutti venderai la tua quota al socio maggioritario? pensaci, e poi rifletti sulla tua frase di BUON INTENDITORE,
                      Ciao a tutti
                      ma in Italia negli ultimi 20 anni conviene fare le nocciole??
                      Se no : allora hai ragione tu.
                      Se si: allora dovresti capire che lavorare 10 ettari o 100 la differenza delle spese(trattori,essecatoio,ecc ) sono poche.
                      Inoltre secondo te quanto ci metterenno per arrivare gli stependi nostri?? 5-10-15-20?? Questo ragionamento non quadra
                      Per essere conveniente quanto dovresti pagare la terra??
                      Quanto deve essere il prezzo delle nocciole??
                      Vuoi fare l'imprenditore agricolo con 3 ettari e 3mila metri?? Quanto vuoi guadagnare?? Ti rendi conto che il mondo sta cambiando??

                      Chi capische, bene!altrimenti pace bene a tutti.

                      Commenta


                      • #12
                        prima di tutto quelle nocciole hawaiane sono macdamia quindi fa mercato a parte poi per il discorso in romania non è vero che ci sono pochi centinaia di ettari anzi centinaia di ettari vengono impiantati ogni anno e poi se la terra li costa 800 1000 euro ad ettaro tra 10 anni costerà come quà e quindi anche ad incolto rende uguale figuriamoci a noccioleto e poi chi vuole far il contadino sul serio ormai è costretto ad andare all'estero ; ve lo immaginate qua con 20000 euro ci compriamo un ettaro incolto in romania o dove sia dipende anche dalla zona se ne comprano 20 con ricavi al massimo perché la mano d'opera costa poco(e il prezzo di vendita è lo stesso) e poi la romania è anche vicino dall'italia quindi se po fa benissimo

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                        • #13
                          ragazzi io vivo una realta, come credo ci sia in tante zone d italia, come micro azienda...bene...cosa è successo qua? chi aveva 2 3 ettari di viti coltivate da secoli e secoli negli anni 50 ha guadagnato e si è fatto la casa poi via via per arrivare anni 70 80 a dover cambiare coltura per rancare due lire dal terreno...

                          ora...io capisco che voi fate quel lavoro li (corilicoltore) e ci vivete sopra ma visto che, come detto da qualcuno, i tempi stanno cambiando è inevitabile che uno (con 1 10 100 ettari di nocciole) quando non ne puo piu deve buttarsi su qualcosa di nuovo...

                          mi dispiace dirlo ma è cosi... c'è gente che va in romania per fare migliaia di quintali...chi è in grado di farlo? ma senza andare tanto in la nel mio paese è arrivata una famiglia che con 6 milioni di euro sull unghia ha comprato una vallata intera...

                          vorrei dire che per quanto grande sei è inevitabile che ci sia qualcuno piu grosso di te e quindi tu muto e ti rassegni, con l arguzia, a tirare avanti e a reinventarti ciclicamente... nella mia zona... 30 anni fa non esisteva nient altro che la vite...il seminativo non era manco contemplato (la barbera rendeva di brutto) poi via via sono arrivate i primi grano, granoturco, pioppi le prime nocciole... e fino a 10 anni fa le nocciole rendevano di brutto (ma ancora adesso lo fanno nel rapporto lavoro/incasso) ora, 2008, dalle mie parti sono il 70% di nocciole e praticamente la totalità di esse non è ancora in produzione...è logico pensare che da "mangiare" vicino le nocciole ne rimarrà per al max 10 anni e poi? poi vedremo...

                          (non arrabbiatevi per quanto scritto)

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                          • #14
                            Biglio effettivamente il discorso che fai e' condivisibile.
                            La domanda e' quante imprese sulla totalita' potranno investire all'estero?
                            Qui nei monti cimini credo che ci siano 10.000 imprese che producono nocciole, non penso che molti decideranno di comprare ettari all'estero. Se entra in crisi il settore 1000 imprese possono riuscire a farcela investendo all'estero ma saranno poi loro stesse che metterranno in crisi le altre 9000 che invece non si muoveranno.
                            Questo poi e' quello che sta avvenendo non solo in agricoltura anzi gli esempi piu' evidenti sono nell'industria, c'è la corsa ad est, tutti vanno li' ad investire, il problema che stiamo esportando "come fare impresa" e sopratutto i cinesi sono talmente bravi che fanno persino prodotti di qualita'. Il risultato qual'è? Che poche imprese si sono arricchite e molte imprese hanno chiuso e qui in Italia si arrivera' a non produrre piu' niente, poi che facciamo a quel punto???

                            Ciao

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                            • #15
                              Avete fatto il conto di quante imprese (agricole) se ne tornano a casa con la coda fra le gambe e con le ossa un po rotte.
                              Non tutti quelli che son partiti dalle mie zone hanno avuto esperienze positive, anzi....
                              Certi si son mangiati i capitali in patria.

                              Commenta


                              • #16
                                Mi permetto di inserire alcune considerazioni generali affini a questo dibattito:
                                nella condizione di libero mercato in cui ci troviamo oggi è abbastanza normale che si abbia questa evoluzione, cioè prezzi bassi, costi elevati.
                                L'unico modo per viverci è o aumentare le economie di scala ( cioè aumentare le dimensioni aziendali sia come superficie ma anche come aggregazione) oppure cercare di ricavare reddito da altre forme di agricoltura (la cosiddetta multifuzionalitá).
                                le politiche comunitarie si stanno orientado sempre + sull'eliminazione di sovvenzioni dirette, perchè considerate non + utili.
                                questi tipi di sovvenzioni erano state introdotte per favorire una riforma strutturale tra le imprese europee (e quindi anche italiane) ma questo avvenne solo in piccolissima parte (cioè questi soldi venivano usati non per investimenti agricoli ma fuori dal campo agricolo). Ció ha portato ad una situazione attuale dove il nostro sistema continua ad esser troppo frazionato e dipendete da queste forme di aiuti, tale per cui si sta verificando una riduzione del numero di imprese in Italia.
                                Entra in gioco quindi una forma diversa di fare agricoltura: la agricoltura dei servizi. servizi agrituristici, servizi di tutela del territorio, servizi di paesaggio ambientarle..
                                questa forma di agricoltura sta avanzando a gran ritmo penso che possa esser una valida alternativa per quelle aziende che non hanno la possibilitá di aumentare di dimensioni.
                                Per dirla tutta non conosco il mondo delle nocciole (i miei interessi colturali sono altri) peró penso che questa sia la situazione in cui ci troviamo tutti noi imprenditori agricoli, e chi ha la possibilitá di investire all'estero a mio avviso è giusto che lo faccia se lo ritiene conveniente. Con questo non voglio dire che in italia non si potranno produrre nocciole perchè il prezzo sará troppo basso, ma si dovranno produrre nocciole perchè saranno diverse da quelle del mercato mondiale! qui entra in gioco un parte importantissima delle imprese industriali che invece manca nelle piccole imprese. il marketing! al giorno d'oggi è una componente fondamentale.
                                Guardate le piccole cantine che producono vino. Come faranno anche quelle a campare? non sono aziende con una situazione simile a quelle che producono nocciole? a me pare di si, l'unica cosa che le differenzia è che son riuscite ad accorciare la filiera al maximo proponendosi direttamente sul mercato.
                                Non voglio presumere niente con tutto questo, ma solo darvi spunti per ragionamenti concreti.
                                un saluto. Gabriele

                                Commenta


                                • #17
                                  Condivido Gabriele,
                                  il fatto e' che non ci piace ammetterlo ma il mondo gira veloce e le nostre imprese sono ferme al palo e non e' solo colpa nostra ma di un sistema filiera che andrebbe rivisto e aggiornato ai tempi con l'appoggio pieno della politica.
                                  Cioe' se possiamo tagliare qualche intermediario che non crea valore ma specula le imprese produttive possono forse ancora reggersi sul mercato, altrimenti chiuderanno oppure c'è la diversificazione ma e' chiaro si tratta di servizi forse non lo so ma non certo piu' agricoltura.

                                  Ciao

                                  Commenta


                                  • #18
                                    Originalmente inviato da Spazio Visualizza messaggio
                                    Condivido Gabriele,
                                    il fatto e' che non ci piace ammetterlo ma il mondo gira veloce e le nostre imprese sono ferme al palo e non e' solo colpa nostra ma di un sistema filiera che andrebbe rivisto e aggiornato ai tempi con l'appoggio pieno della politica.
                                    Cioe' se possiamo tagliare qualche intermediario che non crea valore ma specula le imprese produttive possono forse ancora reggersi sul mercato, altrimenti chiuderanno oppure c'è la diversificazione ma e' chiaro si tratta di servizi forse non lo so ma non certo piu' agricoltura.

                                    Ciao
                                    CIao Spazio,
                                    sei sempre attivo e hai conoscenza dei fatti ma certo volte non ti capisco.
                                    Ma chi vuoi tagliare dalla filiera della nocciola? è impossibile renderla ancora più corta. Significherebe che il contadino vende le nocciole sgusciate alla Nestle. Non è possibile.
                                    Tu le vendi alle associazione o ai privati che sgusciano lavorano e vendo alle ditte che utilizzano le nocciole. Non è mica come la frutta fresca Agricoltore ,grossista,distributore ed infine negoziante.
                                    Non bisogna farsi illusioni. La nocciola con i suoi periodi di crisi(meno sono è meglio stiamo) ci sono stati sempre.
                                    saluti

                                    Commenta


                                    • #19
                                      Imprenditore agricolo>Unione delle Cooperative>Nestle'

                                      Unione delle cooperative significa che ogni cooperativa mantiene la sua autonomia ma sono tutte associate tra di loro in questo modo vengono impartiti degli standard di lavorazione del prodotto e sui macchinari che bisogna usare per avere un prodotto a sbocco industriale.
                                      L'industria ne ha un beneficio perche' interlocuisce con un unico soggetto grande e robusto, l'imprenditore agricolo ha il vantaggio del giusto prezzo senza soggetti intermediari di pura speculazione in mezzo a succhiare la linfa altrui.

                                      Questa e' la mia idea di filiera e guarda che non siamo nemmeno troppo lontani nel realizzarla, infatti sembra che questo periodo di crisi abbia accelerato tale processo di aggregazione che fino a pochi anni fa era impensabile realizzare per via di stupide ed inutili "guerre" tra cooperative.

                                      Ciao

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