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Cippato e centrali a biomassa

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  • Cippato e centrali a biomassa

    Tra circa un anno mettero in funzione un impianto per la produzione di energia elettrica e calore alimentato a cippato,mi interessa conoscere produttori di cippato disponibili a venderlo e consegnarlo in provincia di Firenze,cerco carichi completi di bilici o autotreni,mi interessano quotazioni ed eventuali condizioni particolari di consegna.
    Grazie
    Donkino

  • #2
    Sia per Luca756 che per DONIKO, senza specificare esattamente dove avete gli impianti, potreste indicare in quale zona della provincia di Firenze? Sono Dottore Forestale e nella zona di Fucecchio e Cerreto Guidi e sto cercando di avviare un impianto di SRF di pioppo e, forse, di Canna (Arundo Donax). Prima di farlo, sto analizzando la possibilità di venderlo a distanze non importanti.
    Grazie a tutti

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    • #3
      Tra tutti i cippatori ed affini tra cui il "dottor forestale", che sicuramente qualche calcolo se l'è fatto prima di ipotizzare avventure simili, ci sarebbe qualcuno che potrebbe gentilmente dire qualcosa sui prezzi?? Un pellettone da 12/16mm da bruciare per cogenerazione a che prezzo di mercato (da non dire "il minore" sic et simpliciter, grazie!) :-D potrebbe risultare appetibile? Materiale con caratteristiche simili in tutto come calorie, cenere ed umidità al pellet di segatura ma non idroscopico..potrebbe essere stoccato all'aperto e trasportato in big-bags. Grazie a chi sarà così gentile..Anche nel nick c'è il link sottostante con foto, spero, interessanti...
      Saluti Livton
      Explore Liv Ton’s 25 photos on Flickr!

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      • #4
        Ringrazio tutti per le risposte,dovrei iniziare il prossimo anno le prove di funzionamento,e sto aspettando che mi comunichino le specifiche che deve avere il cippato.L'impianto sara' localizzato nel Mugello.
        donkino

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        • #5
          Come andato in buon fine Vostro progetto con energia rinnovabile ,
          con energia dal scarti di legno ? ?

          Percio io ho delle nuove proposte di impianti da produrere energia.

          Distinti saluti Petro.

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          • #6
            Io nella nostra segheria abbiamo la centrale a bio massa da 350 kw e riscaldiamo uffici segheria capannoni e alimenta un essicatoio da 50 metri cubi.......

            il cippato c'e lo facciamo con una cippatrice stazionaria di 200 metri cubi alla settimana........

            se vi interessano informazioni su simili impianti basta chiedere.......

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            • #7
              Per info sui prezzi e consegne di cippato in toscana e nelle altre regioni italiane visiti il sito www.eurobiomass.it e compili l'apposito modulo di richiesta preventivo.

              Originalmente inviato da donkino Visualizza messaggio
              Tra circa un anno mettero in funzione un impianto per la produzione di energia elettrica e calore alimentato a cippato,mi interessa conoscere produttori di cippato disponibili a venderlo e consegnarlo in provincia di Firenze,cerco carichi completi di bilici o autotreni,mi interessano quotazioni ed eventuali condizioni particolari di consegna.
              Grazie
              Donkino
              Salve, noi forniamo cippato a centrali di teleriscaldamento e coogenerazione a biomassa e a piccole caldaie in parecchie regioni di italia, per evere dei preventivi di fornuìiture compili l'apposito form sul sito www.eurobiomass.it e sarà costantemente aggiornato sui prezzi e novità.
              Ultima modifica di Actros 1857; 22/05/2009, 10:35. Motivo: Vietato inserire dati sensibili

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              • #8
                Dove trovare fornitori di segatura e cippato?

                Salve a tutti,
                vorrei sapere come fare a trovare segatura e cippato di faggio, rovere o altri legni NON resinosi nella mia zona (Roma).

                Necessito di segatura e cippato di legno vergine in quanto ci produrrei le balle dei funghi, e inizialmente non necessito di grandi quantità.

                Grazie!

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                • #9
                  Cippato e centrali a biomassa

                  Buonasera a tutti, mi sono appena iscritto al forum e devo dire che sto trovando già da un primo impatto molte informazioni utili..

                  Sono un giovane ingegnere di Roma e lavoro nel settore delle rinnovabili da 4 anni e vista l'esplosione della domanda di cippato per soddisfare le numerose centrali a biomassa "cippata" mi è venuto spontaneo iniziare ad occuparmene...
                  Sto sviluppando con la mia azienda delle centrali da 300kW a Biogas con digestione anaerobica di reflui zootecnici qui nel Lazio; soprattutto nelle provincie di Latina e Frosinone sono innumerevoli le realtà agricole su cui si può lavorare, senza considerare il facile reperimento della biomassa....Parallelamente, e qui arrivo al punto, ho accolto con enorme entusiasmo la sfida del cippato; dalla gestione dell'intera filiera, dal "tagliaboschi" fino alla produzione di energia termica ed elettrica in centrale.....in tutti i business plan sui progetti per centrali (a caldaia o gassificatore da 200kWe) i valori che ho sempre letto della componente "fuel" cioè del cippato con le dovute proprietà si è sempre attestata tra i 50/55€/ton, e ho voluto approfondire.....

                  Porto l'esempio della gestione dei boschi di faggi alle falde del Terminillo in provincia di Rieti, in particolare di Leonessa..paese dove sono nati i miei nonni a cui sono per ovvi motivi legato..
                  Le piante in piedi vengono vendute a 20€/ton dai proprietari delle macchie, i tagliaboschi ci lavorano rivendendo il prodotto fresco a 60/65€/ton agli innumerevoli utilizzatori.
                  Appare evidente che già da queste prime valutazioni qualcosa non funziona...andando ad aggiungere la cippatura e il conferimento in centrale (distante 30 km) si arriva facilmente agli 80/85€/ton...in questo schema a guadagnarci sarebbero solo i proprietari dei boschi e i tagliaboschi...
                  Quando i boschi risultano di proprietà del comune, il costo delle piante in piedi può diminuire fino al 50% (aggiudicandoti delle aste)
                  ma sarebbe comunque molto difficile far girare il tutto...
                  Dov'è l'errore?

                  quali sono le vostre considerazioni in merito?
                  il faggio in quanto a proprietà fisiche è uno dei legnami migliori come è possibile valorizzarlo?....

                  grazie infinite per ogni tipo di suggerimento e idea vogliate condividere
                  Ultima modifica di mrc.tosi; 20/03/2013, 23:42.

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                  • #10
                    nessuna risposta... peccato, mi aspettavo una maggiore attenzione rispetto l'argomento...

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                    • #11
                      non avere fretta, non è una chat, nè un help desk dedicato.

                      Magari chi può risponderti non si è collegato o non ha letto il tuo post.

                      chi invece non è in grado di rispondere se deve scrivere solo per "lasciare un saluto" è meglio che si astenga, non aggiungendo nulla di utile alla discussione, non credi?

                      Non mi occupo di silvicoltura pertanto non so esserti utile con considerazioni che non potrei poggiare su alcuna conoscenza in merito.

                      Non disperare.

                      – Internet, + Cabernet!

                      Commenta


                      • #12
                        Trovo le tue considerazioni giuste,si parla tanto di cippato ma non si capisce come possa stare in piedi la filiera...Almeno io,come operatore forestale,ho avuto solo riscontri negativi.Esempio dopo la visita in un mio cantiere un produttore di cippato per energia elettrica e calore dellla mia zona mi offre 1,20 euro per quintale per il materiale pronto da cippare in piazzale,materiale che io pago 2 euro in piedi aggiungiamo lavorazione ed esbosco e i conti falli pure come vuoi...!!!Ciao Andrea.

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                        • #13
                          Ciao Mrc.tosi,
                          cercherò di risponderti secondo il mio parere.


                          Le tue valutazioni sono corrette in termini economici in linea di massima, credo però che tu stia guardando nella direzione sbagliata. Riassumiamo le tre dinamiche principali che compongono il nostro settore (forestale, di produzione), e fanno si che sia possibile produrre un prodotto finale in maniera economica e produttiva: materia prima, costi delle lavorazioni(e/o trasformazioni), trasporto.


                          Ora, siccome il nostro scopo (come impresa forestale, intendo), è intervenire in un bosco (terreno/lotto), nella maniera più pratica, economica (mi piacerebbe aggiungere anche ecologica...) possibile, ottenendo la massima resa dal prodotto che lavoriamo/otteniamo, è chiaro che dovremo capire e indirizzare le nostre lavorazioni e specializzazioni, dove esse saranno maggiormente richieste e valorizzate.


                          Mi spiego: difficilmente interverremo in un abetina di abeti rossi con palco della chioma alta e fusti pregevoli, diametro al piede un metro, per ottenere della biomassa... Sarebbe una follia, in quanto quel tipo di materia prima, vale di più nel mercato del legname d'opera. Ugualmente, difficilmente interverremo in una faggeta a ciclo trentennale-quarantennale, con piante poco ramificate e fusti dritti, per ottenere della biomassa, in quanto in quel contesto quel tipo di materia prima, vale di più nel mercato del legname da ardere.


                          Ovviamente però, gli operatori del settore, sanno benissimo che dalle lavorazioni dei prodotti suddetti, per forza di cose otterremo degli “scarti” che a seconda del tipo di contratto redatto che con il proprietario della materia prima (e/o a seconda della normativa presente nel terriorio dove andremo a operare), saremo costretti a recuperare e a smaltire (o conferire a qualcuno che lo farà per noi), aumentando marginalmente i nostri costi di produzione. Ecco qui iniziamo a intravedere il target per le materie prime dei produttori di biomassa: recuperare una frazione verde o scarto vegetale, che altrimenti sarebbe un costo per gli operatori, trasformandolo in un prodotto finito con un valore economico intrinseco. Da qui infatti aziende forestali specializzate (o rami di aziende che operano nei mercati del legname da ardere e d'opera, specializzati nella produzione di biomassa), che oltre a fornire uno smaltimento gratuito, a volte a seconda del prodotto, della facilità di trasporto e trasformazione dello stesso, acquistano questi scarti addirittura arrivando a pagarli da 1 a 3€ (ripeto a seconda dei fattori suddetti), ottenendo un prodotto finito economico, con un buon mercato.


                          Inoltre, studi selvicolturali moderni, hanno indentificato economico e produttivo anche cicli di produzione triennale, quinquennale e quindicennale, con specie a crescita veloce come robinia, pioppo... Piantagioni con scarsi costi di gestione e manutenzione ed alta resa grazie ad una raccolta ormai sempre più meccanizzata e produttiva.


                          Ovviamente, quelle aziende che riescono con la propria forza lavoro e con il proprio parco mezzi, ad effettuare l'intero processo produttivo senza terzisti, riescono ad ottenere un prodotto con un ottimo valore economico, avendo come costo principale ed esterno ai costi fissi e variabili dell'azienda, solo l'onere d'affitto verso il proprietario dei fondi e lotti.


                          Ottimo anche il discorso di effettuare “pulizie” sia in ambito privato che pubblico, di tutti quei terreni con specie indigene e popolamento spontaneo, che non hanno un valore economico nei mercati del legname d'ardere e d'opera, a causa delle scarse qualità intrinseche, e che nel mercato della biomassa possono invece essere facilmente valorizzate, ottenendo come minimo un forte vantaggio in una proposta di contratto/appalto, sapendo di recuperare un prodotto di valore che compenserà i minori ricavi economici che otterremo preventivando un prezzo per l'intervento minore e concorrenziale, che ci darà vantaggio rispetto a proposte di altri soggetti economici.


                          Considerazioni finali, e queste sono mie ipotesi personali, premetto....


                          Ritengo che dei tre costi citati in precedenza all'inizio del post (materia prima – lavorazioni - trasporto), uno sia principalmente quello che potrebbe essere in futuro ridotto: il trasporto.


                          Di fatto a mio modesto parere, non ha senso produrre biomassa sul luogo di intervento e trasportarla fino ad una centrale, in quanto essa esprime un notevole volume a fronte di un prodotto che ha un valore economico, ma in fondo non elevato. Infatti ricerche e studi di diverse Università ed enti, ci indicano che il tragitto massimo che potremo far fare alla nostra biomassa (per far sì che essa sia ancora economica) è di massimo 30-35 km. Oltre questa distanza, produrre e vendere o utilizzare biomassa diventa antieconomico.


                          Ora quindi, se vogliamo ottenere dalla nostra biomassa energia e calore sostanzialmente, cosa ci vieterebbe di produrre impianti energetici (centrali), “portatili” che rendano possibile il consumo del nostro prodotto (biomassa) direttamente in loco da verde, trasportando invece l'energia prodotta (30% circa della resa calorica) immagazzinandola dentro a batterie, e distribuendo quel 70% di potere calorifico residuo a infrastrutture nelle vicinanze, con impianti di teleriscaldamento temporanei, e progettando interventi di lunga durata (6 mesi – un anno), in modo da servire zone e territori nel tempo?


                          Qui penso che sia più il tuo campo.


                          Saluti

                          Commenta


                          • #14
                            Alla radice rimane il fatto che chi fa i conti vede il business solo nella vendita calore, non contanto i costi che sostengono le aziende forestali per produrre cippato.
                            Alle centrali frega solo di comprare materiale al prezzo piu' basso possibile poi se fa 100 km di gomma chi se ne frega..
                            Se dovessi campare vendendo il mio materiale alle centrali di biomassa sarei morto e sepolto.
                            S-Riki

                            Commenta


                            • #15
                              Piccolo O.T. tanto per dare l'idea di un parallelo al cippato, il pellet.

                              Ho visto miseramente fallire o cessare l'attività, diverse ditte che hanno provato a produrre pellets, perchè?

                              Acquistavano la segatura...

                              Le segherie che fino a poco tempo prima regalavano segatura agli allevatori o la seppellivano nei campi, piuttosto che smaltirla pagando, hanno incominciato a fiutare l'affare vendendola a prezzo sempre maggiore fino ad arrivare all'assurdo, così assurdo da non convenire produrre i pellets.

                              Un giorno, parlando con un amico che ha lavorato in Austria mi ha raccontato: "sai perchè gli Austriaci producono un sacco di pellets? Perchè hanno segherie enormi che tagliano assi e con tutta la segatura di scarto che raccolgono non hanno problemi a produrne quanti ne vogliono".

                              Per chiudere l'O.T., lo stesso vale per il cippato: se hai una centrale e lo produci per il tuo business ti conviene. Se sei un'azienda forestale e lavori legname, ti conviene guadagnare qualcosa o addirittura dare via gratis, i tuoi scarti, piuttosto che conferirli e pagare per farlo. Ma se pretendi di produrre cippato (quindi di fatto un prodotto di scarto, un po' come per la segatura delle segherie..), e venderlo a qualcuno, concordo con voi che la vedo molto dura.

                              Saluti

                              Commenta


                              • #16
                                SONO UN "UTILIZZATORE"di aree forestali,gli scarti come tu li chiami io teli devo portare fuori dal bosco,in un piazzale dove tu li puoi lavorare e sicuramente devi poter disporre di un quantitativo sufficiente di materiale da lavorare per ammortizzare i tuoi costi,la domanda è questa:ai miei costi chi ci pensa?Ciao GREEN ZONE da Andrea....

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                                • #17
                                  Originalmente inviato da andreabagarotti Visualizza messaggio
                                  SONO UN "UTILIZZATORE"di aree forestali,gli scarti come tu li chiami io teli devo portare fuori dal bosco,in un piazzale dove tu li puoi lavorare e sicuramente devi poter disporre di un quantitativo sufficiente di materiale da lavorare per ammortizzare i tuoi costi,la domanda è questa:ai miei costi chi ci pensa?Ciao GREEN ZONE da Andrea....
                                  Ciao Andrea,
                                  ti rispondo, poi puoi essere d'accordo o meno, rimane una mia opinione personale, e magari sbaglio...

                                  Ai tuoi costi, ci pensi tu.
                                  Quando "utilizzi o sfrutti un'area forestale", a meno che questa non sia tua (proprietà del lotto/fondo), immagino che stipuli un contratto per il prezzo del legname in piedi, concordando quanto materiale porterai fuori (preparando anche i documenti per la regione/autorità), e concordando con il proprietario come lascerai il lotto, una volta eseguita l'utilizzazione.

                                  Ora, non so come funzionino le cose dalle tue parti, ma immagino che il proprietario non sia contento se porti fuori dai lotti il legname lasciando lì tutti i rami, tutte le ramaglie e piante marce, giusto?

                                  Quindi penso che tu comunque dovrai portare fuori gli "scarti", dai lotti che utilizzi/lavori. A questo punto, preferisci che venga una ditta che gratuitamente ti libera il piazzale da avere lì ramaglie di cui non te ne fai niente, o preferisci portarle a smaltire pagando un tot al quintale/metro cubo? Questa è la storia...

                                  Se invece non hai problemi di questo genere e non hai scarti da portare fuori dai tuoi lotti, non c'è problema.... Come hai detto giustamente tu nell'altro messaggio, non ti conviene far cippare perchè non ti paghi costi, perfetto non fare cippare allora.

                                  Di solito, se hai un piazzale dove stoccare i rami e ramaglie, puoi lavorare diversi lotti fino ad avere un quantitativo minimo per cui la ditta che fa cippato venga a farti un rimorchio. Altrimenti come fanno molti hobbisti e "privati", lasci i mucchi nei lotti che lavori, vicino a una strada, in modo che quando ce ne siano diversi, passerà la ditta a fare un giro completando un rimorchio....

                                  Buona Pasqua

                                  Commenta


                                  • #18
                                    Da osservatore profano vi riporto alcune esperienze nella mia zona dove il cippato ha fatto la sua comparsa molto di recente ma sembra fare passi da gigante (forse più lunghi della gamba...):

                                    Robinie in filare (quindi bosco "pulito"), diametro 30-40cm, abbattute e cippate: al proprietario del bosco è stata pagata la legna in piedi a 1euro/q.

                                    Un'intero bosco di noci piantate almeno 30 anni fa (per l'allora fiorente settore del mobile) di recente sono stati abbattuti e cippati (il prezzo non lo so)...
                                    Nel frattempo ho trovato legna di noce da ardere in stanghe (quindi da depezzare e spaccare) a 6euro/q trasporto compreso.

                                    Tutti boschi di pianura/collina con facile accesso alla strada e in entrambi i casi hanno cippato TUTTO non solo gli scarti!!!

                                    Se continuano di questo passo (fame di cippato delle centrali e fame di soldi dei proprietari dei fondi) i già pochi alberi che abbiamo in zona spariranno... con tutte le conseguenze del caso.

                                    Che futuro ci sarà per la legna da ardere?
                                    Il prezzo della materia prima mi sembra basso (ripeto: robinie in filare su terreno pulito e pianeggiante a 1euro/q) ma se cippano tutto per assurdo ci sarà scarsità di legna da ardere e una conseguente impennata dei prezzi?

                                    Commenta


                                    • #19
                                      Originalmente inviato da Gio75 Visualizza messaggio
                                      Che futuro ci sarà per la legna da ardere?
                                      Il prezzo della materia prima mi sembra basso (ripeto: robinie in filare su terreno pulito e pianeggiante a 1euro/q) ma se cippano tutto per assurdo ci sarà scarsità di legna da ardere e una conseguente impennata dei prezzi?
                                      Ci saranno una marea di proprietari di boschi che si mangeranno le mani in quanto potrebbbero vendere parte del legname da ardere ad 2/3 €/q.le in piedi e far cippare solo le ramaglie ad 1€/q.le.
                                      Questa fame di cippato pare la corsa all'oro del Klondike...io di certo non ci vedo il futuro, il futuro del cippato sta nelle SRF, non certo nella pulizia dei boschi attuali
                                      ACTROS
                                      "CB COMINO"

                                      Commenta


                                      • #20
                                        Concordo in pieno con te Actros,ma il loro business è fare le centrali (con tutti i relativi
                                        finanziamenti) poi se stanno ferme chi se ne frega....triste ma è così! Al forestale che
                                        fornisce la materia prima nessuno ci pensa: è l'ultima ruota del carro...ma non dovrebbe essere la prima?!!!!!!!!!!!

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                                        • #21
                                          Salve a tutti. Io nel bosco da ormai qualche anno cippo sempre gli scarti. Non per un tornaconto economico(il prezzo del cippato praticamente corrisponde alla somma del costo di abbattimento+ammucchiare le ramaglie+cippare+trasporto) ma perché non posso lasciare le ramaglie sul letto di abbattimento. Negli ultimi anni molte aziende agricole si son fatte ingolosire dalla promessa di facili guadagni e dai contributi per piantare la biomassa, prima con taglio biennale(abbandonata per eccesso di corteccia confronto alla polpa), poi quadriennale. Tutti si lamentano che la resa e il prezzo pagato non corrispondono a ciò che gli era stato preventivato (ma va?). Dulcis in fundo si ritroveranno il terreno "assassinato" dalle ceppaie visto che a fine ciclo le ceppaie si cavano con una certa semplicità ma le radici avranno formato una spece di catena/rete difficile da estirpare completamente... Tutto questo per dire che si è spinto moltissimo in questo settore "energetico" ma i risultati come era prevedibile per chi ha un minimo di idea sui costi della cippatura sono molto deludenti. Il prezzo pagato a 1 euro al quintale in piedi è verosimile. A volte se la biomassa ha una certa pezzatura viene tolto il primo/secondo tronchetto che viene venduto a parte(con ben altri ricavi)e questo la dice lunga...
                                          Chi consuma il cippato continua a lamentarsi che vorrebbe un prodotto con più pasta e meno corteccia(questo significherebbe cippare anche pezzature buone per altri utilizzi) ma il prezzo? Ok, se ti do gli scarti mi basta uscire alla pari con le spese ma se cippo anche ad esempio trochi di cartiera(che hanno un certo valore) il prezzo si deve adeguare! I conti si fanno con la penna,possibilmente con la PROPRIA e non con la penna di quei signori in giacca e cravatta che ai convegni sulle bioenergie promettono chissà cosa...

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                                          • #22
                                            Giusto varg!! E facile fare i conti basandosi su studi e statistiche "spesso infondate" e promettere cose non vere!! Perché poi quando si fanno i conti veri quelli dal lato pratico non tornano!!

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                                            • #23
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                                              innazitutto accordo sul fatto che il cippato non è sempre valorizzato come dovrebbe.
                                              Per prima cosa perchè i grandi utilizzatori di questa materia"grandi centrali" non avendo bisogno di materiale scelto, fanno di tutta l'erba un fascio!!!

                                              Per le grandi centrali non èm così importante avere umidità controllata, pezzatura controllata e cippato pulito, quindo generalizzando sulla materia riescono a tenere il prezzo basso, quindi a pagarlo poco (quando lo pagano!!!!).

                                              Il secondo grosso problema è che ci sono buyer, o intermediari, che pur non facendo nulla di attivo, si mettono in mezzo a rovinare il mercato!!!! quindi chi produce, lavore e compra attrezzature, si trova a mantenere tali parassiti.

                                              Per qunto riguarda la qualità del cippato, in futuro dovremmo avere finalmente delle differenziazioni nelle diverse categorie, e questo dovrebbe andare di pari passo con la diffusione delle piccole centrali termiche e dei gasificatori soprattutto
                                              Tanto per intenderci, se si dovesse mettere del cippato da caldaia in un gasificatore possiamo essere certi che questo non andrà mai.

                                              ciao

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                                              • #24
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                                                In svizzera il cippato di ramaglia e di tronchi ha due mercati e prezzi diversi.
                                                Qui ci stiamo arrivando, ci sono consumatori con piccole caldaie a cippato che richiedono un cippato di legna di qualità per non avere problemi di fumi e nelle coclee di alimentazione.
                                                Con molti piccoli impianti sul territorio il mercato potrebbe essere piu' vivo e concorrenziale.
                                                Non credo alle grandi centrali, che spesso strozzano i fornitori con contratti capestro.

                                                Infine fino a pochi anni fa le ramaglie si potevano benissimo concentrare in andane o fascine , e il bosco non ne risentiva assolutamente..anzi.
                                                S-Riki

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                                                • #25
                                                  Centrali a biomassa, opportunitá per il settore forestale?

                                                  Vorrei sapere cosa pensate delle centrali a biomassa, e che ricadute hanno sul settore forestale.
                                                  Grazie
                                                  S-Riki

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                                                  • #26
                                                    Qualche anno fa ho consegnato del cippato a un termovalorizzatore. Credo di aver speso più di quello che ho ricavato dalla vendita. Una cosa è certa, nel bosco che sto tagliando rimane tanta di quella ramaglia che se si potesse cippare a basso costo una rendita la darebbe e poi si eviterebbe la multa della P.F.

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                                                    • #27
                                                      Ricadute sul settore forestale del luogo, ben poche, pagano dalle ns parti novella centrale €25/t legna in tronchi, penso che esboscare in zona a quei ricavi sia utopia, "ricadute" saranno di altra entità 1,6mw,90t legna giorno,200lt/ora acqua, scarico 500lt "acqua" giorno in fogna, 75 ton nox in atmosfera all'anno+ varie ed eventuali.
                                                      Centrali concepite per il puro arricchimento di pochi sulla pelle di tanti sono uno scempio di risorse pubbliche, differente dove il progetto nasce non a fini propriamente speculativi ma viene concepito a livello comunitario, come nel caso di centrali più piccole a servizio di paesi piccoli dove viene costituita una società di gente del posto dove è integrata anche una squadra di boscaioli è c'è disponibilità 100% di biomassa del posto, i proventi verranno distribuiti ai facenti parte valorizzando allo stesso modo il lavoro in bosco come quello in centrale e offrendo il termico in teleriscaldamento andando in parte a riequilibrare le emissioni in atmosfera, cioè spegnendo altre piccole caldaie.

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                                                      • #28
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                                                        • #29
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