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svuotamento edifici

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  • svuotamento edifici

    perchè in alcune demolizioni si lascia la facciata e non si rade tutto al suolo ?
    ci sono vincoli architettonici?
    un lavoro simile lo visto anche a Cagliari.
    grazie ciao
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  • #2
    Anche qui da me l'hanno fatto! con un edificio molto vecchio

    Ho sentito dire che se ristrutturi un palazzo puoi buttare giù tutto tranne i muri perimetrali...! Può essere o ho preso una cantonata??
    Forse questo potrebbe in parte spiegare perchè la facciata è ancora su...

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    • #3
      Anche qui da me in alcuni casi hannoi lasciato la facciata e poi ricostruito.
      nei casi successi qui è stato fatto perchè la casa si trovava troppo attaccata alla strada, e se avessero demolito avrebbero dovuto stare indietro di alcuni metri con la nuova costruzione invece così no....
      a volte hanno costruito una nuova facciata dietro la vecchia che poi hanno demolito, sempre per lo stesso motivo.
      altre volte si lascia un muro perchè se la casa si trova in una zona non compresa nel PRG se is demolisse interamente non si potrebbe più ricostruirla, invece lasciando un muro o una parte del vecchio edificio i lavori possono essere passati come ristrutturazione.
      Fede, BID Division Member

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      • #4
        l'avevo sentita la storia della ristruturazione che conserva la cubatura gia edificata, ma lasciare giusto la facciata e farla rientrare come ristruturazione è propiro grossa!!

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        • #5
          ciao... anche noi in molte demolizioni lasciamo muri,facciate...

          appunto x il fatto,come dice Friz...di distanze...comunque se fai una ristrutturazione puoi aumentare del 20% la cubatura...ciao

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          • #6
            .....ehi!ehi!ehi!...non rubatemi il mestiere!!!!....
            Le cose dette da Friz e Mik sono sostanzialmente esatte....l'unica cose è che non è sempre detto che in una ristrutturazione si possa aumentare del 20% la cubatura. Questo dipende dalle norme tecniche di attuazione del P.R.G.C. del comune in cui si opera....in certi posti si devono rispettare gli indici del piano e quindi, dato che di solito gli indici nel tempo aumentano....di solito se si interviene vi è una cubatura residua. Altrove invece si tratta di una possibilità denominata "una tantum"....ossia ti permettono di ampliare di una certa quantità massima di metri quadrati a prescindere da tutto...ma lo puoi fare una volta sola....e così via.
            Altre volte invece ci sono edifici vincolati da un punto di vista ambientale, ossia il vincolo non è totale ma è limitato alla sola facciata in quanto costituente una forte caratterizzazione in termini ambientali per la zona in cui è localizzata....
            Altre volte sono proprio le distanze dal ciglio stradale a limitare gli interventi...cosa che personalmente capisco su strade nazionali o provinciali ma non altrove....
            Si tratta comunque di demolizioni molto rischiose che vanno affrontate con molta perizia e calma...c'è da dire che ormai qui in Torino rappresentano la norma e non più l'eccezione.
            Costantino Radis

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            • #7
              io sapevo la storia che se un edificio è disposto lungo (per ex una strada) se demolisci tutto dopo quando costruisci non puoi piu occupare lo spazio occupato precedentemente ma devi rispettare 3m (nn ne sono sicuro..) di tolleranza..

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              • #8
                Ciò non è del tutto vero. Nel senso che:
                - se l'edificio si trova in un centro abitato fanno fede le norme tecniche di attuazione del piano di quello specifico centro
                - se l'edificio si trova lungo una strada provinciale o statale il termine minimo è dettato niente meno che dal Codice della Strada che non regola solo il comportamento stradale degli utenti con le relative sanzioni nel caso in cui lo si violi ma anche le caratteristiche geometriche delle strade con tutte le prescrizioni del caso. In casi come questo il termine minimo è pari a 5,00 metri.
                Se poi ci sono fasce di rispetto specifiche di una strada (per eventuali futuri allargamenti in modo che non si debba poi abbattere edifici con tutto quello che ne consegue) queste distanze possono anche essere ben più grandi. Resta comunque inteso che la fascia di rispetto rimane comunque di proprietà di chi ha il terreno e costruisce ma non vi può costruire sopra nulla...nemmeno una recinzione...può però, per esempio, piantare delle aiuole a raso, fare un parcheggino delimitato da dei dissuasori mobili (tipo "pilomat" o i famosi "panettoni" in cls).
                Di norma un progettista, quando elabora un progetto, deve tenere conto principalmente di tre corpi normativi: norme di attuazione del piano regolatore (se poi la costruzione ricade in un P.E.C. anche le norme specifiche che regolano la convenzione), il Codice Civile e il Codice della Strada....nel caso di più norme che trattino lo stesso argomento si deve appicare quella più restrittiva.
                Se poi la costruzione ricade in zone particolari come aree preparco, vicinanze con corsi o specchi d'acqua, aree sottoposte a vincoli specifici.....allora si devono "incrociare tra di loro" le varie norme in modo che tutto sia rispettato.
                Lo stesso codice della strada, tanto per fare un esempio, impone, anche dove tu puoi costruire a filo del ciglio stradale, l'arretramento del cancello di 5 metri rispetto alla strada in modo che vi sia spazio sufficiente per un'auto di media lunghezza per poter sostare nelle manovre di entrata e uscita dal parcheggio interno (sia esso coperto o scoperto). Nelle strade interne ai P.E.C. invece, spesso si accetta (ma non è la norma) che vi sia uno spazio di 5 metri in piano al di là del cancello in modo che, una volta aperto quest'ultimo, vi sia uno spazio in piano in cui poter eseguire la manovra di immissione in strada senza problemi (questo spesso viene accettato dalle norme di piano solo se il cancello è a comando elettrico per ovvie ragioni....ossia perchè si presuppone che, comandandolo dalla vettura a distanza non vi sia la necessità di lasciare l'auto ferma per strada per poter scendere ad aprire il cancello a mano).
                Come vedete non è proprio immediato tutto il discorso e spesso richiede una analisi approfondita in caso di situazioni "strane". Sembrerà difficile a capirsi ma in realtà il sano buon senso e il cercare di portare a termine un progetto in modo che sia soprattutto comodo per chi fruirà degli spazi che si vanno a costruire aiuta a trarsi d'impaccio in molte situazioni limite dove le norme a volte non sono chiare.
                Io stesso noto quanto spesso sia disatteso il Codice della Strada soprattutto per la posizione delle piantumazioni lungo le strade o anche all'interno dei giardini che costeggiano una strada....e allora, data la visibilità scarsa, arrivano gli incidenti....spesso anche gravi.
                Costantino Radis

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                • #9
                  Negli edifici vecchi/storici l'altelzze interna delle stanze è sempre esagerata anche 3.5 m. Lasciando la facciata e domolendo il resto al momento della ricostruzione non posso fare i solai a 2.75 m di altezza perchè mi sfalserebbe le finestre. Posso allora ricostruire i solai secondo le vecchie misure e poi con pavimento flottante e controsoffitto tenermi i 2.75 m di luce libera in modo da risparmiare cubatura e fare magari un piano in più?
                  P.S. non sono del mestiere, spero di aver reso compressibile la domanda.
                  grazie

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                  • #10
                    Costantino...come sempre chiarissimo e preparatissimo

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                    • #11
                      Per Marco : la domanda che mi poni mi fornisce uno spunto che non si esaurirebbe mai....soprattutto perchè questo è un forum dedicato alle demolizioni piuttosto che alle costruzioni.... !!!
                      Ti rispondo con poche righe e poi direi che è il caso di rientrare nell'argomento principale anche se....mi tenti parecchio con una domanda simile!!!
                      La sostanza è che, in termini di riuso e restauro, le possibilità progettuali sono notevoli e pressochè illimitate. La complessità di un progetto da realizzare su un edificio storico è tale per cui si possono ottenere risultati eccezionali o disastrosi con la stessa facilità e immediatezza. Di solito siamo abituati a vedere "cose" che, purtroppo, sono ormai rientrate nel "cattivo buon gusto comune" per cui, generalmente, non si è più in grado di riconoscere una buona architettura da una mediocre o ancor peggio pessima architettura. Se l'edificio storico è veramente tale....allora il problema non si pone nel senso che gli orizzontamenti non si toccano se non per consolidarli o renderli adeguati ai nuovi utilizzi (il consolidamento è una materia straordinaria che permette veramente di sconfinare nell'arte e nell'inventiva più assolute). Se l'edificio ha un semplice vincolo ambientale (ossia caratterizza la zona di edificazione con elementi particolari che non è possibile, secondo me giustamente, rimuovere con la demolizione) di solito si tratta di edifici dei primi anni del '900 a carattere industriale. In questo caso la libertà è assoluta e ci sono soluzioni progettuali che, anche con la canonica altezza netta di interpiano pari a 270 cm, permettono di sfruttare comunque le aperture esistenti (di solito generose) in modo ingenioso. Diciamo che molto dipende dall'abilità del progettista e dalla voglia del committente di dare valore al progetto. Bisogna innanzitutto sfatare il tabù che un bell'edificio è per forza di cose molto costoso. Il costo di un'opera dipende non tanto dalle soluzioni (e quelle migliori e maggiormente brillanti sono sempre le più semplici.....) quanto dai materiali che si decide di utilizzare....spesso ho visto dei materiali bellissimi usati malissimo con un enorme spreco di denaro e risultati di pessimo gusto. Spesso le soluzioni prospettate dalla maggioranza dei progettisti sfiorano il ridicolo ma.....sono spesso molto costose: nel nostro lavoro, paradossalmente, chi è molto bravo guadagna meno di chi non lo è...perchè la parcella è proporzionale all'importo dei lavori...
                      Chi è bravo riesce quindi a fare più cose con soluzioni brillanti che sfruttino materiali semplici e poco costosi, analizzando e approfondendo il progetto in aspetti minuti che permettono di controllare i costi fino al centesimo....e questo aspetto di maggiore qualità non è assolutamente ripagato se non nell'aspetto fondamentale, secondo me, di conquistarsi un buon nome che permette di avere continuamente lavori ed essere apprezzati per la propria serietà...
                      Costantino Radis

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                      • #12
                        ok, tornando alle demolizioni.
                        un edificio può essere demolito tal quale o va predisposto?
                        x costantino, grazie dper le risposte esaurienti!

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                        • #13
                          Il Teatro alla Scala di Milano lo hanno ristrutturato così:facciata imbragata in struttura metallica e hanno svuotato tutto dentro, ricostruendo poi.

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                          • #14
                            Hanno demolito solo la zona del palco e della sala...il foyer è rimasto tale e quale proprio per i vincoli di cui si parlava prima.
                            Ogni demolizione ha una storia a se'. In genere, con grandi spazi ed edifici che devono essere completamente demoliti e rimossi la preparazione non esiste fatto salvo verificare che i servizi siano scollegati (acqua, luce, telefono) per non fare danni gravi o provocare incidenti pericolosi. Se invece le problematiche sono quelle relative a spazi ristretti, edifici confinanti, ecc, la "preparazione" è d'obbligo. In realtà più che di una preparazione si tratta della vera e propria demolizione solo che, nel nostro settore, non la si intende per tale perchè non intervengono MMT ma piuttosto altri strumenti come martelli demolitori a mano, seghe diamantate, carotatrici, ecc. Oggi più che mai una adeguata preparazione dell'edificio che si sta demolendo è necessaria per evitare danni agli edifici vicini. Più si va avanti e più le demolizioni diventano opere in cui anche lo studio teorico del comportamento strutturale della costruzione è fondamentale.
                            Costantino Radis

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