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Quando I Nostri Nonni Facevano Andare I Camion A Gasogeno

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  • Quando I Nostri Nonni Facevano Andare I Camion A Gasogeno

    Ciao a tutti,parlando con mio nonno,ex camionista e poi autista di corriere ed autobus,siamo finiti in argomento "GASOGENO",ovvero,durante la 2° guerra e nell'immediato dopo (se non ricordo male),mi ha raccontato che non essendoci combustibili reperibili avevano installato delle specie di "caldaie" sul retro delle corriere e dei camion e li dentro facevano bruciare legna "verde" ovvero ricca di umidità e non secca,che,nella combustione,produceva un gas e questo faceva andare i motori,la legna doveva essere tagliata in pezzi molto piccoli x garantire una migliore combustione,mi sostiene che con questo metodo andassero sia i motori diesel che i benzina.
    Pensate che addirittura mi ha detto che c'erano certi camionisti che facevano andare i loro mezzi con le bombole di acetilene x saldare......mamma che tempi......e che sicurezza.......Avrei anche alcune foto nell'album fotografico della DolomitiBus che hanno dato a tutti gli ex autisti,ma il mio scanner mi ha salutato...
    Questo era un caso isolato del bellunese o si usava anche in altr zone del Bel Paese? e poi se qualcuno sa spiegarmi meglio l'argomento gliene sarei grato (diciamo la verità l'ho esposto in maniera piuttosto grezza......) Ciao bei,aspetto risposte,e magari anche foto

  • #2
    Pensa un po' che dopo aver visto La grande storia ieri su Raitre mi veniva quasi voglia di iniziare una discussione del genere.
    Comunque era una soluzione adottata in tutta Italia anche prima della guerra a causa delle sanzioni contrro il regime Fascista e all' economia autarchica che ptodurra altri gioielli come la ruotarchica dell Orlandi, tutta in legno con molle interne x assorbire meglio gli urti e un anello di gomma all'esterno-o la bici "Littorina"tutta in legno vista di recente ad una mostra sulle bici a Muggiò -.

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    • #3
      Nono, i mezzi a gassogeno non eran prerogativa dei "Belúnàt"

      Anche qua ne circolavano, dalle automobili in su.

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      • #4
        Bene,molto interessante la bici "littorina".........

        P.S. siamo i Belumat,non Belunat,comunque alla fine basta capirsi.

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        • #5
          Diciamo che il gasogeno, il brevetto Imbert tra i più conosciuti, è stato più prerogativa degli anni pre bellici che di quelli post bellici, e non solo in tutta
          Italia, ma anche in Germania e Francia. Nel dopoguerra venne quasi subito
          abbandonato e solo gli automezzi ex alleati a benzina venivano alimentati a metano con le bombole tipo acetilene posizionate sotto il cassone. Dagli
          anni 30 in avanti invece ( a parte che oltre i camion anche i trattori, automobili e motori fissi venivano alimentati con il gasogeno) uscivano addirittura dalle fabbriche autotelai/autocarri, vedi Fiat 634G, con questo congegno specificatamente installato. Altra spinta in Italia per lo sviluppo di questo tipo di trazione furono le sanzioni (embargo di vari prodotti bellici tra cui i carburanti) decretate dalla società delle Nazioni nel novembre1935 contro l'Italia a seguito del conflitto Italo/Etiopico. Il motore principe e compatibile comunque per funzionare a gasogeno era il benzina; per il diesel bisognava, per le ovvie caratteristiche (alta compressione, installazione candele etc. etc.) lavorarci e modificare troppe cose.

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          • #6
            Eccellente spiegazione Junker!

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            • #7
              Già le nostre case automobilistiche Alfa,Fiat,Isotta,Lancia,OM, si erano specializzate in trasformazioni a gasogeno.L'alfa Romeo produceva e istallava anche su altre marche tali impianti ed oltre al 634 G esistevano i 635-633 G, gli autotelai Alfa 110 Ag e 800,Lancia 3ro,Isotta Fraschini D 65.Pure le autovetture come la Balilla,Artena,1100
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              • #8
                Gassogeni di costruzione Italiana.
                Attached Files

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                • #9
                  Grazie Junker,le foto che ci sono sull'album DolomitiBus hanno "marchingegni" simili appesi dietro,ma a vederli sembrano aggiunti dopo,mentre quello della tua foto sembra proprio uscito di fabbrica così

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                  • #10
                    Questi difatti uscivano, autocarro/autotelaio, dalla fabbrica madre. I modelli di gasogeni brevettati e costruiti in Italia ed addottati dalle varie fabbriche di autoveicoli, Nostrum, Imperio, Dux etc. etc. si andavano ad aggiungere a quelli costruiti su licenza estera (phanard, Imbert etc) o direttamente importati.
                    Il principio era senpre quello di aspirare il "carburante" durante la combustione
                    però c'erano tipi a bruciatore/forno rovescio, verticale, semi orrizzontale, esclusivi per legno, lignite, antracite o polivalenti,raffreddati ad acqua od aria, grate di combustione e filtraggi diversi ed altre tantissime variazioni.
                    In vigore c'era pure un Regio Decreto del 1934 il quale stabiliva per un quinquennio la non imponibilità fiscale a tutti gli automezzi con il gasogeno installato oltre alla possibilità di un sussidio statale a fondo perduto sul nuovo a seconda della portata dei mezzi.
                    Ad esempio, sopra le 6 ton di portata esso era di 6mila lire, quindi il 634G che all'incirca costava attorno alle 100mila lire poteva usufruire di un bonus del 6%.

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                    • #11
                      ciao
                      è un argomento molto interessante, io ho letto di impianti industriali che attualmente sfruttano quella tecnologia per produrre energia elettrica

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                      • #12
                        La foto di destra è un autobus Fiat con gasogeno tipo "Roma" costruito dalla Alfa-Romeo, credo intorno al 1935-36.

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                        • #13
                          Se si risolvessero i problemi di emissioni ... si potrebbe riutilizzare questa tecnologia gassificando rifiuti di materie plastiche ... uno potrebbe farsi pagare il carburante !

                          Esistono impianti anche di grosse dimensioni per ottenere energia dalla gassificazione di residui organici - nella zona euganea ce n'é uno che usa i residui delle distillerie e delle fabbriche di mangime.

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                          • #14
                            Qua a Sarroch c'è la Saras che ha 3 gassificatori e producono 550/600 MW, gassificano il residuo dell'impianto Visbreaking che sarebbe il Tar...hanno avuto il colpo di genio, visto che questa cosa fetentissima non sapevano più come smaltirla..

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                            • #15
                              Originalmente inviato da Kraudieddu Visualizza messaggio
                              Qua a Sarroch c'è la Saras che ha 3 gassificatori e producono 550/600 MW, gassificano il residuo dell'impianto Visbreaking che sarebbe il Tar...hanno avuto il colpo di genio, visto che questa cosa fetentissima non sapevano più come smaltirla..
                              spiega di cosa è composto il materiale di base che subisce il trattamento col gasogeno

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                              • #16
                                Non è altro che il residuo della lavorazione del petrolio...lo scarto dello scarto dello scarto, strizzato al massimo, è un materiale che solidifica a basse temperature infatti per farlo "camminare" nelle tubazioni, viene flussato con il gasolio. Viene bruciato a 1400 gradi se non ricordo male in difetto di ossigeno bruciandolo completamente. Come prodotto della combustione rimane un gas di sintesi (syngas) che è collegata ad una turbina a gas a sua volta collegato ad un generatore e ad una turbina a vapore. Il calore sprigionato dalla combustione del syngas va ad una caldaia che produce vapore a media e ad alta pressione. Il vapore alimenta la turbina a vapore collegata ad un generatore. Spero di essermi ricordato bene, l'ho spiegato un pò a grandi linee perchè poi il processo è più complesso...

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                                • #17
                                  Affidabilità e prestazioni..

                                  Certo in un momento storico dove il combustibile scarseggiava non c'erano alternative,o si viaggiava con le caldaie,oppure i bomboloni di metano,ma quest'ultimo non abbondava,perche l'estrazione in Padania doveva ancora svilupparsi.L'altra alternativa era l'elettricità ne parleremo in seguito.Il gas prodotto per combustione delle lignite o altri vegetali era povero di calorie,per cui le prestazioni dei veicoli già scarse venivano fortemente penalizzate.Un 634g poteva trainare un rimorchio a pieno carico di 5/6 t ptt giusto in pianura o deboli salite, altrimenti non poteva farcela.Gli Alfa Romeo 110 ag (autobus gasogeno a 3 assi) presenti nelle grandi città,venivano allestiti fin dalla origine della doppia riduzione in modo da ottenere rapporti più corti,alcuni racconti di un parente che a Genova li guidava diceva che quando erano stracarichi di persone 110/120 negli spunti in salita avolte il motore invece di salire di giri tendeva a spegnersi.Le noie meccaniche poi erano un altro problema ricorrente,insieme al calore delle caldaie e dei motori i quali andando così piano i radiatori non riuscivano a raffreddare l'acqua e le guarnizioni delle teste bruciavano facilmente...col ritorno della pace quasi tutti i veicoli circolanti salvati dalle bombe vennero convertiti a metano o con il diesel
                                  6ro ricerche

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                                  • #18
                                    Gassogeno Roma

                                    [Hi Fiz,

                                    Sorry I cannot write Italian, but I can read it. The Gassogeno Roma,was produced by Soterna S.A. at Milano. My question is: did Soterna building the Roma in licence of Imbert at Germany?

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                                    • #19
                                      hello Protze.
                                      Scrivi che riesci a leggere bene l'Italiano; se qualcosa non ti è chiaro, e per quel niente che so, chiedi pure.

                                      gassogeno ROMA/SOTERNA/ALFA ROMEO/GERMANIA

                                      I think che tu conosci bene questo :


                                      dove ti parla delle applicazioni su Alfa Romeo.

                                      Allora : SOTERNA, Italianissima, è acronimo di :
                                      Società Generale per l' Utilizzazione dell' Energia Termica e dei Combustibili Nazionali
                                      ed il gassogeno Roma da Lei costruito è sicuramente sotto licenza della Società Francese Imbert.
                                      Per quanto riguarda il collegamento con la Germania mi vengono in mente solo
                                      due cose:
                                      Gli autocarri Alfa con gasogeno Roma potevano avere il motore tedesco; Essa infatti costruiva gli autocarri sotto licenza Deutz/ Bussing.
                                      Altra cosa che Imbert era nato Tedesco e solo successivamente la sua città ritorno alla Francia.

                                      Poi le vicende belliche della II guerra mondiale avevano prodotto tale caos nei veicoli ed armamenti che tutto è possibile ma più di preciso in merito non so dirti niente.

                                      Vedrai che altri amici del forum ti daranno maggiori informazioni in merito
                                      Ultima modifica di junker; 14/08/2007, 19:40.

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                                      • #20
                                        Salve a tutti, la questione del gasogeno mi intriga molto, personalmente ricordo di aver visto nei vecchi cinegiornali dell’Istituto Luce alcune immagini che ritraevano autovetture a gasogeno.
                                        La cosa mi ha incuriosito ancor di più quando, un paio di sere fa, guardando su sky quelli che oserei definirei miei amici “meccanici del pianeta”, proponevano una macchina ecologica ad una ditta che si occupa di verde pubblico e potature in genere.
                                        Questi signori, quasi empiricamente hanno prodotto un gasogeno da applicare ad un pikup da lavoro utilizzato dalla ditta in questione per trasferimenti del personale e del materiale da lavoro.
                                        Pensandoci bene, con i prezzi del petrolio alle stelle e l’estensione della superficie boscata di basso pregio in forte espansione, cosa ci sarebbe di male ad utilizzare il legname come carburante per le auto?
                                        Per i motori diesel si potrebbe utilizzare il biocarburante, per le auto a benzina invece il classico gasogeno. Mi sono documentato un pochino e sulla rete ho trovato cose interessanti, chi con il gasogeno vorrebbe produrre energia elettrica e al contempo riscaldare le abitazioni, chi invece vorrebbe semplicemente trovare un utilizzo intelligente del legname di basso pregio senza dover necessariamente utilizzare la vecchia caldaia a legna fine a se stessa.
                                        Seppur può essere visto come un ritorno al passato, penso che la tecnologia del passato rivista in chiave moderna, potrebbe essere una soluzione percorribile. Ad esempio partendo dal presupposto che i rendimenti dei motori endotermici, sono enormemente migliorati rispetto a quelli degli anni 30” potremmo pensare che con il “gas d’acqua“ si potrebbero ottenere discreti risultati.
                                        Combinando i migliori rendimenti dei motori con i moderni sistemi elettronici di regolazione e comando eccolì che sarebbe possibile incrementare ancora la resa.
                                        Che ne pensate? Secondo voi è un inutile ritorno al passato oppure l’inizio di un nuovo futuro?
                                        Faccio notare che oggi la benzina verde costa 1,347 € al litro dalla compagnia più conveniente.
                                        Se è vero che un litro di benzina equivale a 2,5 Kg di lega che costano 0,37 € forse sarebbe il caso di farci un pensierino o sbaglio??!!

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                                        • #21
                                          Parere personalissimo....per singola unità veicolare.....cosa improponibile.
                                          Diverso se invece applicato in alimentazione grandi motori/generatori a piazza fissa .

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                                          • #22
                                            Forse si usava anche il carburo per produrre e bruciare gas acetilene sui veicoli?

                                            (Certo che però, se qualcosa andava storto ... sorpassavi tutti !!!)

                                            Non so se all'epoca era un materiale autarchico, perchè vedo che oggi la produzione avviene principalmente in Cekia, India, Cina, Germania e quindi ci troveremmo ancora una volta a dipendere da forniture esterne.

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                                            • #23
                                              Sicuramente si utilizzava anche l'acetilene per far funzionare le automobili e tranquilli che se qualcosa andava storto il botto era assicurato.
                                              Carissimo junker mi prostro dinnanzi alla sua competenza, faccio tesoro dei consigli e propongo un’altra opzione: se si costruisse una stazione per la produzione di gas d’acqua capace di comprimerlo in un bombolone ed in seguito travasarlo per fare il pieno al classica bombola installata a bordo dell’auto tipo GLP o metano potrebbe essere una soluzione migliore, più leggera.
                                              Modificando opportunamente il rapporto di compressione del motore (1:8 anziché 1:6) si otterrebbe un risultato migliore in termini di rendimento e magari potrebbe essere possibile utilizzare un impianto di alimentazione del tutto simile a quelli usati per i gas già in commercio idrogeno escluso.

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                                              • #24
                                                Si prova a fare in casa?


                                                Per un auto è impensabile troppo tempo per accenderla, ma per produrre corrente potrebbe essere interessante...

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