ciao a tutti,qualcuno sa qualcosa sulle opere di difesa fluviale,in particolare come si costruisce una scogliera,io sono un appassionato del settore movimento terra,ma.....senza esperienza.
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opere di difesa fluviale
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beh...dipende da ciò che intendi per "difesa fluviale"....in genere la scogliera è opera di difesa marittima, serve ad evitare l'erosione delle spiaggie e viene eseguita mediante escavatori posti su "pontoni", in genere dotati di benna mordente.
Sui fiumi, sui canali, invece, viene eseguito un rivestimento di sponda mediante posa a secco di pietrame (in genere trachite) di diverse pezzature. Ha un duplice scopo: protegge dall'erosione e, nello stesso tempo, stabilizza la sponda in caso di fenomeni franosi, si esegue mediante escavatore idraulico e benna a pala. Si procede generalmente in questo modo:
- bonifica della sponda da presidiare da terreno vegetale ed erbe;
- rimozione delle melme di fondo;
- stesa di film TNT su sponda ed unghia del canale;
- posa a secco di sasso sino a formare una sezione trapezoidale di dimensioni variabili a seconda di: tirante d'acqua, natura del terreno, natura del dissesto, pezzatura;
-rifinitura della parte superiore della sponda in terreno vegetale.
La produzione è relativamente alta e generalmente condizionata dalla capacità della cava di mantenere l'escavatore: per fare un esempio, posando 20 q.li di sasso per metro di sponda, si arriva a 1000 q.li al giorno di lavoro finito, il costo è relativamente basso, specie se confrontato con i metodi di presidio classici, il risultato...beh...il risultato dipende dalla capacità progettuale a volte è risolutivo, altre volte peggiora lo stato del canale.
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D150 come detto da Surlebanc le procedure generali sono quelle.
Poi il discorso sui lavori fluviali con massi si potrebbe molto approfondire.
Ad esempio ci sono opere per la sistemazione dei fondi, opere per la regolarizzazione dei flussi, gradoni, collettori, briglie ecc ecc.
Dal punto di vista pratico non sono lavori semplicissimi in quanto spesso ti trovi ad operare su pendenze, posti stretti, in presenza a volte di acqua, melma o fango che rendono difficoltoso ogni movimento con i mezzi.
Un punto che secondo me è molto importante da considerare è la bravura dell'operatore in questi casi, in particolari in luoghi difficili.
Calcola che da progetto ti vengono dati i tracciati, le pendenze, i gradi d'inclinazione ecc...ma gli "incastri" li deve fare tutti l'operatore con la sua bravura ed il suo occhio...è proprio lui che fa la differenza a fine giornata in termini di produzione e pulizia nel lavoro.
In genere si definisce la scarpata e ci si realizza, col materiale asportato, una strada piana nel letto del corso d'acqua.
Successivamente si fa uno scavo al piede della riva dove posare la prima fila di massi.
In genere questa la si realizza con i massi più grossi e più squadrati, che vengono sotterrati per metà dell'altezza.
Successivamente si parte con la seconda fila.
Questa deve incastrarsi il meglio possibile con la prima e dev'essere inclinata di qualche grado verso la riva.
Poi ci vuole un buon manovale che posiziona dei sassi più piccoli all'interno dei buchi fra un masso e l'altro.
In alcuni casi fra le file si utilizza del cemento magro per stabilizzare e bloccare meglio il tutto.
Alla fine del lavoro dovrai vedere una parete il più possibile liscia con una certa inclinazione verso la riva.
Un consiglio: se devi fare un lavoro particolarmente rifinito usa uno spago, possibilmente di colori accesi in modo da vederlo bene dall'escavatore, per traguardare le file e farle il più possibili dritte.
Sono a disposizione per approfondire maggiormente l'argomento, visto che anche a me piacciono molto questi lavori.Operatore...fiero di esserlo
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Il TNT non è altro che il tessuto non tessuto.
Serve più che altro per ripartire il drenaggio.
Già che ci sono vorrei parlare ancora un po'di queste opere.
Prima ho descritto il procedimento più semplice, quello di scogliera senza fondamenta, intasata con terra oppure cemento, che va bene per corsi d'acqua con scarso regime e scarsa quantità di trasporto solido.
Se ci troviamo invece davanti corsi dacqua con elevata portate e velocità delle acque, quindi alto trasporto di solidi, è meglio ricorrere a scogliere con fondazioni.
Solitamente in questi casi si ricorre anche a rivegetazione dell'area interessata.
In questi casi si refila la sponda e si scava una fondazione fonda un paio di metri, avanzando verso il centro del fiume di un'altro paio di metri rispetto a quello che si vuol mantenere come filo esterno dell'opera.
Si riveste di geotessile lo scavo(in particolare la parte posteriore, quella verticale verso la riva).
Successivamente si dispongono come fondazione dei massi con volume fra 0.3 e 0.8 metri cubi(i più grossi si tengono per la base delle fondazioni e la prima fila fuori terra).
Nel caso in cui ci si viene a trovare in terreni molto esposti a rischi di smottamenti si preferisce intasare le fondazioni con magrone in modo da evitare scalzamenti dei massi ed erosione dell'acqua.
In alcuni casi(estremi oserei dire) si fa addirittura un taglione in cemento armato davanti la fondazione, verso il centro dell'alveo, in modo da dare più solidità alla struttura.
Finita la fondazione la si ricopre con un 30-40 cm di materiale di scavo lasciando libera la parte dove si andranno ad appoggiare i massi che costituiranno l'argine vero e proprio.
a quel punto non si usa più il magrone per intasare la struttura ma si usa terra mista a coltura.
Io in genere usavo lo strato che si trova fra la mista e la coltura.
Usavo quel materiale perchè vi sono più sassi rispetto a quelli che si possono trovare nella coltura, quindi è materiale meno soggetto all'erosione avendo pezzature più diverse, e la colutra presente favorisce la crescita e lo sviluppo delle varie specie arboree.
Arrivati alla cresta della scogliera si raccorda il tutto con il materiale scavato.
Successivamente si piantano talee nella parte superiore della scogliera(nei fori fra i massi) e si passa tutto con idrosemina.
In altri casi si può ricorrere a scogliere di massi vincolati...ma queste opere le definisco scogliere fino ad un certo punto.
Onestamente non le ho mai realizzate di persona ma le ho solo viste fare.Operatore...fiero di esserlo
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grazie tantissimo per le spiegazioni!questo tipo di lavoro mi incuriosisce parecchio,ma... che tipo di vegetazione usano per ricoprire la parte superiore della scogliera?e...che tipo di miscuglio di semi adoperano durante le fasi di idrosemina?grazie......ciao!Ultima modifica di d150; 08/01/2008, 21:10.
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In genere le specie arboree sono specificate nel capitolato(tipi, quantità), oppure vengono decise con un agronomo in base alla zona(esposizione alla luce, umidità, terreno ecc).
Il più delle volte si usano talle di salice(a me è capitato quasi sempre di utilizzarlo) o comunque latifoglie.
Il discorso dell'idrosemina invece è un po'più lungo.
Come sopra molto contano il clima, l'esposizione o meno alla luce, le temperature, l'ambiente circostante ecc.
In generale si può comunque dire che il miscuglio che viene spruzzato per l'idrosemina semplice è costituito da semi, concime e collante.
I semi possono essere i più diversi, mischiati fra loro, prevalentemente graminacee e leguminose(vengono scelti più che altro in base al clima).
Di concimi ce ne sono per tutti i gusti e vengon scelti prevalentemente in base al tipo di terreno.
Io ho quasi sempre usato fin'ora concime organico naturale che ha il pregio di migliorare le caratteristiche generali del terreno e creare un'ottimo strato protettivo per i semi.
Oppure si usano fertilizzanti minerali, o minerali a titolo bilanciato se mancano minearli o su terreni particolarmente poveri(sabbiosi), o miscugli come gli organici biostimolanti, oppure organici e minerali (quindi azoto e fosforo assieme) per casi estremi(terreni ghiaiosi o rocciosi).
Per assicurare i processi naturalidi questi componenti si usano poi attivatori naturali a base di alghe.
Per garantire l'attecchimento dei semi vi sono degli stabilizzatori antierosivi.
Anche quì vi sono varie possibilità:
-Polveri a base di leguminose
-Polveri a base di semi di piante tropicali che formano uno strato gelatinoso insolubile in acqua e e biodegradabili.
-Granuli a base di alghe marine e arglilla.
-Collanti liquidi a base di polimeri biodegradabili.
In alcuni casi, se si è in luoghi particolarmente esposti ad agenti atmosferici, si usa uno strato di pacciamatura, anche questo fatto con materiale completamente naturale e destinato a decomporsi col tempo andando ad alimentare il terreno.
In questo caso si passa ad idrosemina potenziata.
Bisogna stare ben attenti a questa differenza quando si vanno a fare i preventivi o prendere i lavori dato che sono due tipi di idrosemina ben diversi.
Questo perchè la pacciamatura viene miscelata già nella botte dell'idrosemina con il resto del miscuglio.
Anche quì la pacciamatura viene scelta in base a vari fattori:
-a base di fibra di cellulosaper terreni in pendenza o in condizioni climatiche sfavorevoli
-a base di fibra di paglia per terreni poveri di struttura
-a base di fibre lunghe di legno che presentano il il top relativamente a protezione e traspirabilità dello strato di pacciamatura
-a base di fibre lunghe di legno mescolate a fibre di cellulosa che rappresenta l'apice in fatto di tenuta.
Con l'idrosemina potenziata si possono avere risultati garantiti, visto che con questo sistema si va a formare sul terreno uno srato resistente ai fenomeni atmosferici, sotto al quale vi è l'ambiente perfetto per lo sviluppo della vegetazione.
Questo strato col tempo, una volta che la vegetazione è matura, decomponendosi, viene assorbito dal terreno andando ad arricchirlo in sostanze.
In genere questo sistema viene utilizzato su scarpate irregolari con terreni particolarmente poveri e soggetto a forte dilavamento.
In casi assolutamente estremi poi si pò ripetere l'idrosemina al fine di creare uno strato di spessore maggiore.
In questo caso si opera un'idrosemina a spessore.
Un'ultima tipologia è definita biostuoia idraulica.
Come dice il nome si viene a formare, tramite lo stesso procedimento dell'idrosemina, una vera e propria stuoia biodegradabile, come un tappeto di fibre legate assieme, che garantisce la giusta ritenuta idrica per le sementi che andranno a svilupparsi.
Spero di essere stato esauriente...vi ho "donato" i miei appunti sull'argomento raccolti in giro su testi e siti vari.
Ben accetti commenti, approfondimenti, ampliamenti dell'argomento.Operatore...fiero di esserlo
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mi è capitato di vedere scogliere prive di vegetazione,posate alla riva del fiume e bloccate con del cemento,c è differenza,oppure la vegetazione legnosa(talee di salice o altro)con le radici ancorate in profondità da piu stabilità alla massicciata di roccia?o è solo una questine di capitolato?
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Dipende da dove si va a fare la scogliera.
Se la si fa in un'area boschiva o agricola o simili si preferisce non utilizzare cemento...se si va a fare una scogliera in mezzo ad una città allora si usa cemento in modo da avere comunque un'argine più pulito e totalmente privo di ogni manutenzione.
Poi c'è da considerare un'altro aspetto: se la scogliera è posta in una zona interessata da forti attriti con l'acqua allora si preferisce utilizzare del cemento, in modo da sigillare il tutto e dar maggiore durata all'opera.
Comunque le decisioni sul genere di scogliera spettano alla direzione lavori...quindi quando vai a visionare un lavoro del genere ti vengono già dati questi dati(anche perchè non influisce solo il costo del materiale..ma anche la facilità di raggiungere il posto con betoniere, la vicinanza del luogo di scarico ecc).Operatore...fiero di esserlo
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