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Impianti per produzione di conglomerato bitumoso

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  • Impianti per produzione di conglomerato bitumoso

    Ciao a tutti. Chiedo aiuto a Voi per cercare di capire il funzionamento di una centrale per la produzione di conglomerato bitumoso(asfalto)
    partendo dal fondo ci sono le tramoggie per gli inerti, il nastro dalle tramogge scarica dentro ad un grosso tubo inox, che si vede al centro della prima foto.
    cose questo "tubo"? un forno rotante?
    all'uscita viene portato tramite un elevatore a tazza(credo) all'interno della colonna della seconda foto (sulla sinistra in primo piano) da sotto alla colonna viene poi portato nei silos sulla SX dove avviene il carico sugli autocarri.
    non mi è chiaro cosa sia e a cosa serva quella struttura con camino al centro della terza foto....
    inoltre nei silos metallici cosa è contenuto? dove avviene la miscelazione del bitume con l'inerte?
    scusate le domande stupide, ma vorrei cercare di capire qualcosa sul funzionamento di questi impianti
    Attached Files
    Fede, BID Division Member

  • #2
    Hai detto giusto, il tubo rotante è un forno, dove vengono riscaldati gli inerti... L'impianto dove lavoreavo io, funzionava cosi: le tramogge portavan su nel forno gli inerti, cher venivano riscaldati a 170 gradi circa, pio passavano nel miscelatore dove venivano miscelati al bitume, per poi esser trsaferito tramite il carrello nelsilos di carico...

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    • #3
      e quella struttura al centro della 3° foto che roba è?
      Fede, BID Division Member

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      • #4
        Friz, quello è il filtro a maniche, trattiene o meglio dovrebbe trattenere le polveri aspirate dal forno per poi rilasciare in atmosfera aria calda e basta.
        Ciao

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        • #5
          per ottenere asfalto l'inerte (sabbia, pietrisco di varie misure a seconda del tipo di asfalto desiderato) viene introdotto nel cilindro dove viene scaldato assieme a un legante che si chiama filler ed a emulsione....una volta ottenuto l'asfalto viene mandato mediante la cesta elevatrice nel silos da dove verrà caricato sui camion.....
          Naturalmente è una spiegazione molto sommaria rispetto alla complessità del trattamento...diciamo che le linee primarie sono queste poi dipende anche dall'impianto (quello delle foto mi sembra un marini)....vi sono impianti con più silos dove poter tenere pronti e al caldo più tipi di asfalto già pronti....

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          • #6
            In quei silos zincati coibentati è contenuto il bitume Friz, in quello di loamiera arancione il filler, che è un legante da aggiungere in piccole quantità al conglomerato.

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            • #7
              Simone è si un Marini, il tipo di silos del prodotto finito è la firma

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              • #8
                l'impianto è un Marini abbastanza recente, c'ègià la scritta gruppo Fayat.

                il filler è quello che si recupera dall'acqua di lavaggio degli inerti mediante idrocicloni oppure è un'altra cosa?
                i serbatoi del bitume sono riscaldati?
                Fede, BID Division Member

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                • #9
                  Conferemo che è un Marini (è uguale a quello dove lavoravo io).. Sai che non mi ricordo se sono riscaldati o no? Mi sembra che il notro lo fosse.... Io a descriione l'avevo fatta, avevo scordato il filler...insomma, ho superato l'esame oppure son ciuchina?

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                  • #10
                    a proposito di silos per il conglomerato...l'impianto della foto ha 3 silos per il prodotto finito,quindi può contenere tre diversi tipi di asfalto contemporaneamente?
                    la miscelazione tra i vari componenti avviene nella torre che si vede in primo piano a sx nella seconda foto?
                    Trakker, son sicuro che è un Marini perchè l'ho lettopenso siano riscaldati perche sembrano coibentati così come tutti i tubi di collegamento ai serbatoi (non mi posso sbagliare....nel mio lavoro di tubi coibentati ne ho visti fin troppi)
                    il riscaldamento com'è? Metano, gasolio?
                    Fede, BID Division Member

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                    • #11
                      Da noi era a gasolio

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                      • #12
                        Dalle foto non riesco a capire dove avviene la miscelazione .
                        Mi ricordo però il funzionamento di un impianto Bernardi
                        il materiale entra nel primo pezzo del forno ,dove viene riscaldato dal
                        bruciatore alimentato a gasolio "pesante" (non per autotrazione)
                        mescolato dalle tazze , il secondo passaggio avviene attraverso uno spacca fiamma centrale (paratia) , e qui avviene l'aggiunta del catrame liquido e filler ,sempre mescolato da tazze sopra in questa seconda camera c'è l'aspiratore dei fumi che va sui filtri .
                        Ilmarteriale così finito esce dal forno tramite una bocchetta sotto il cilindro dentro un mini silos che fa da pesa per poi scaricarlo sul vagone che lo porta nel silos di carico dei camion

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                        • #13
                          Ïl Marini in foto funziona diversamente.

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                          • #14
                            Infatti , non lo conosco

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                            • #15
                              Quello che dice Gian è un'impianto continuo, per qualche anno è stato di moda, ma va bene solo per materiali fissi ed in climi asciutti.
                              Il discontinuo, credo sia la maggioranza degli impianti in Italia, pesa l'inerte caldo poi lo scarica in un mescolatore dove viene spruzzato il bitume caldo ed il filler.
                              Dopo alcuni secondi di mescolamento il conglomerato viene scaricato in benna se l'impianto è orizzontale, in navetta se verticale e mandato nei silos del finito.
                              Ciao

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                              • #16
                                ciao a tutti

                                ciao a tutti e certamente un impianto marini quello rappresentato nelle 3 foto anche perche gl elevetori li ho verniciati io,al suo interno ci sono delle scodelle per il dosaggio del meteriale e queste possono variare da un minimo di 80 fino a 120 scodelle

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