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Bitumi modificati con polverino di gomma

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  • Bitumi modificati con polverino di gomma

    Girando in rete mi sono imbattuto in siti che parlano di questo tipo di modifica del bitume che consiste nell'inserire polverino di gomma proveniente da pneumatici, in particolare sembra una pratica in uso in america dagli anni 60 e in spagna e portogallo da almeno una decina, qualcuno ha qualche articolo o link in italiano che spieghi come si effetua la modifica e i vantaggi di tale sistema?
    Gli "asfaltatori" del forum hanno già avuto a che fare con tale prodotto?
    Aspetto notizie che la cosa mi incuriosisce particolarmente

  • #2
    Il famoso tappetino DRENANTE è modificato appunto con questo sistema.

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    • #3
      Giusto... mentre per il Binder o tappettone "plastico drenante" si usano dei polimeri plastici (poveri cassoni e finitrici.. mamma come si attacca), nel tappetino poii viene usata della polvere di gomma.. guardate, non è il massimo lavorarlo soprattutto se lo si fa su un viadotto a circa 1000 mt di altitudine... nel mese di novembre... a parte che bisogna tenere la piastra della finitrice al massimo se si vuole avere una stesa buona, per quanto, bisogna essere veloci nel rullare, ma senza troppe passate onde evitare la chiusura troppo compatta.. oppure la fessurazione..e comunque non è manco bello starlo a respirare...

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      • #4
        Bitumi Hard

        Per il drenante viene usato bitume hard ,ma spesso nello studio della miscela si aggiunge una percentuale di fibre di vetro per evitare che il materiale coli,è vero che fatica pulire i cassoni e la finitrice

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        • #5
          migliorie e soluzioni

          E' verissimo tutto ciò scritto in precedenza, ormai le mescole sono progettate con vari additivi siano essi gomme o materie plastiche, comunque sia sostanze che alla salute non fanno certo bene.
          Parlando di questo argomento, aggiungo una curiosità, il costante aumento di prodotti destinati all'asfaltatura sta facendo riflettere, oltre che sull'effettiva qualità, anche sul lavoro stesso della stesa.
          Una prima riflessione che emerge dagli studi di produzione ed è volta a studiare lla posa del conglomerato assocuiata alle emissioni nocive dei bitumi.
          Come scrive Trakker la temperatura deve essere costantemente monitorata e mantenuta ad una temperatura sufficiente per stendere in modo adeguato, un bel neo che riguarda chi opera sulla finitrice e nel rispettivo raggio di azione.
          Ultimamente sono stati costruiti sistemi che, applicati sulle finitrci, aiutano ad aspirare e ad allontanare verso l'alto i fumi prodotti dal conglomerato.In proposito mi chiedo se queste attrezzature troveranno applicazione oppure non ci sarà il cosiddetto "boom" di vendite, un altro concetto al quale si lavora e si cerca di trovare una soluzione è infatti l'abbassamento delle temperature di lavorazione dei conglomerati per ridurre la produzione di fumi nocivi.cosa ne pensate!
          ciao

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          • #6
            Asphalt Rubber

            Buongiorno a tutti,
            sono un nuovo utente di questo forum; è da un po' di tempo che vedo nei risultati di ricerca effettuati sui motori di ricerca riguardo a bitumi modificati con polverino di gomma, il link a questo post ed ho notato che è una discussione rimasta un po' ferma nel tempo.Forse qualche anno fa c'era un po' di confusione riguardo all'argomento e quindi cercherò di contribuire a fare un po' di chiarezza.
            Il bitume modificato con polverino di gomma prende il nome di Asphalt Rubber e con esso vengono confezionati conglomerati bituminosi altamente prestazionali. Non mi dilungo nello specificarne le carettaristiche. Chiunque sia interessato può ottenere informazioni sul sito www.asphaltrubberitalia.com , una società italiana che lo produce e lo applica.

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            • #7
              Il conglomerato confezionato con polvere di gomma ha due vantaggi, il primo è quello di essere costituito da materiale di scarto e quindi da smaltire comunque, il secondo è che il pneumatico, inteso come rifiuto, diventa punto fermo della mescola che diventa così elastica e resistente alle deformazioni.
              Più sicurezza per il traffico, nessuno spreco di nuovi materiali elastici ma reimpiego di materiale già scartato.

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              • #8
                Oltre ai vantaggi illustrati da Fabio D, l'utilizzo di questi bitumi sta prendendo piede anche nella realizzazione dei manti dei kartodromi...questo perchè il bitume modificato non si sgrana nelle curve come il vecchio...
                Non essendo però del settore non sono a conoscenza della composizione dei vari tipi di materiale...
                Ceppi c'è!

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                • #9
                  Piccola precisazione non tutti i drenanti hanno il polverino di gomma e il p.d.g. non serve solo a fare il drenante .
                  Il drenante è un conglomerato bituminoso composto da inerti di qualità e durezza superiore (normalmente basaltici invece dei soliti calcarei) dove la curva granulometrica della composizione è "aperta" .
                  La curva aperta significa che mancano i componenti "medi" questo per garantire una porosità che permetta all'acqua di attraversare il tappeto .
                  Naturalmente il legante bituminoso deve essere arricchito di polimeri ed elastomeri (e/o polverino di gomma) che permettano di ottenere quella forza di coesione necessaria a dare resistenza ad un prodotto che anziché essere chiuso , come nel caso dei tappeti convenzionali , è invece poroso (aperto) come appunto il drenante e il fonoassorbente .
                  Come giustamente diceva Trakker questi bitumi modificati sono molto più adesivi e rognosi da pulire per cassoni dei camion e finitrici (è come mettere dell'Attack nel bitume),un altro problema sono gli inerti che essendo basaltici sono molto più abrasivi per piastre e coclee e nastri delle finitrici rispetto ai calcarei .
                  Vero anche che la temperatura limite di lavorabilità dei modificati polimerici è normalmente 20/30 ° superiore ai tradizionali .
                  Ritengo che questo argomento sia estremamente interessante per il nostro forum perchè come fa notare Binder nel suo post non c'è molta chiarezza al riguardo .
                  Non potrebbe essere altrimenti perchè è proprio su questo fronte che si stanno facendo i maggiori investimenti in termini di ricerca e ogni giorno esce sul mercato qualcosa di nuovo .
                  Fabio D ha puntato l'attenzione su quella che ritengo sia l'innovazione più rivoluzionaria nel nostro settore , "i tiepidi" (conglomerati da lavorare a 60/70/80°) .
                  I vantaggi sarebbero molti:
                  1. minori fumi durante la stesa ;
                  2. enorme risparmio di energia all'impianto ;
                  3. aumento del raggio d'azione (maggiori distanze operative) dall'impianto ;
                  4. maggior confort per le squadre di stesa ;
                  Scusate la lunghezza.., dite la vostra .

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                  • #10
                    Salve a tutti,
                    noto con piacere che questo post si è rianimato!
                    Per rimanere in tema e dare alcune informazioni, si deve fare una distinzione tra i 1)conglomerati confezionati con polverino di gomma(v.di Fabio D) e quelli 2)confezionati con bitume modificato con polverino di gomma.La differenza è enorme sotto molteplici punti di vista: il primo è il metodo dry e consiste nell'introdurre la gomma tal quale nel mescolatore dell'impianto insieme al bitume(non ha quindi tempo per reagire con il bitume e va solo a sostituire la frazione fine della curva granulometrica non apportando significativi miglioramenti alla miscela se non il riciclaggio della gomma);
                    il secondo è il metodo wet (il piu' utilizzato in USA ed in Europa, che sta prendendo piede anche in Italia) in cui il bitume viene modificato prima con l'aggiunta di polverino secondo una specifica normativa e successivamente viene mescolato con gli inerti seguendo apposite curve granulometriche. Il bitume così modificato che come ho scritto nel precedente post si chiama asphalt rubber ha caratteristiche particolari, superiori ai normali modificati ,ed i conglomerati realizzati risultano molto performanti in termini di fonoassorbenza resistenza a fatica durata e suicurezza). Il metodo dry come è facilmente comprensibile comporta dei " disagi" in fase di produzione in impianto ed in fase di stesa come odori e fumi mentre il wet è un processo totalmente controllato ed a ciclo chiuso che non ha di questi problemi ed in cantiere si tratta come gli alri modificati.(questo mi è stato confermato da imprese che lo hanno utilizzato).

                    Brevemente concordo con Bud sui drenanti e sui tiepidi anche se per i tiepidi per ora il discorso vale solo per i conglomerati tradizionali cioè con l'uso del normale bitume, mentre è ancora da dimostrare l'efficacia dell'abbassamento di temperatura con i bitumi modificati.

                    A presto.

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                    • #11
                      Ciao a tutti,
                      Mi aggiungo anch’io a questo forum per parlare dell’utilizzo del polverino di gomma e della tecnologia Asphalt Rubber.
                      Come ha spiegato “Binder”, ci sono 2 processi di riutilizzo del polverino nei conglomerati: “wet” e “dry”. Il processo migliore è quello “wet”, ossia l’Asphalt Rubber. Per fare questo bitume modificato è necessario un impianto specializzato che modifica il bitume seguendo le specifiche della normativa mondiale fatta a posta per l’Asphalt Rubber. Il metodo “dry” è meno diffuso dal momento in cui presenta difficoltà di miscelazione, produce fumi ed ha una bassa riproducibilità.
                      L’utilizzo della tecnologia Asphalt Rubber ha dimostrato di assicurare alle pavimentazioni la riduzione del fenomeno di fessurazione (riflessione, termica e fatica), con conseguente abbattimento d’interventi di manutenzione; aumento della resistenza all’ormaiamento; elevati livelli d’aderenza e regolarità superficiale. Inoltre i conglomerati Asphalt Rubber hanno eccellenti proprietà acustiche sia in termini di generazione sia d’assorbimento del rumore di rotolamento perché l’elasticità della miscela che permette l’attenuazione dei meccanismi di vibrazione nei pneumatici. (www.asphaltrubberitalia.it)
                      Ossia, non si tratta soltanto di integrare un materiale riciclato nella costrizione stradale, bensì di migliorare sostanzialmente le prestazioni di un bitume con l’aggiunta della gomma, anche nei confronti d’altri tipi di soluzioni tradizionali.
                      Ciao ciao

                      Non è un caso che la Spagna abbia fatto una legge che obbliga l’utilizzo del polverino di gomma nei materiali per pavimentazioni stradali. Il governo Zapatero conta di recuperare almeno 300.000 ton/anno di gomme usate attraverso l’imposizione di questa soluzione in tutti gli appalti pubblici in coso d’opera, ma spera anche di risparmiare tanto con le manutenzioni stradali!
                      Ultima modifica di Gianni Palma; 01/09/2008, 17:30. Motivo: messaggi uniti

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                      • #12
                        mi permetto di dire che il polverino di gomma proveniente dal battistrada dei pneumatici si mescola al conglomerato unicamente per lo smaltimento e non per migliorare la mescola rendendo il bitume un "modificato" per quanto tale gomma si fonde alla temperatura di 400° , anni fa si fece uno studio sul riciclaggio di P.E.C. ossia lo scarto di fili elettrici triturati poi messi in vasconi per separare i residui di rame ed alluminio ma fu un semi insuccesso in quanto i valori del bitume variavano a secondo della partita di PEC (% di gomma antifiamma, durezza dei vari tipi di gomma) inoltre si è evidenziato che molte parti di rame ed alluminio restavano comunque nella mescola andando poi a danneggiare gli ingranaggi e le casse delle pompe (e non vi dico nelle cisterne di stoccaggio cosa succedeva!)
                        Per finire, abbiamo cercato di modificare il bitume mettendo il 6% della polvere di gomma nella formula ma... tale gomma avendo una temperatura di fusione elevatissima, passava attraverso gli ingranaggi del molino ritornando poi in memoria di come era entrata, il prodotto finale si presentava granuloso e non amalgamato.
                        Purtoppo per una buona modifica occorre il costoso SBS, PEC o il lattice di gomma che facilita la mescolazione finale.
                        sinceri saluti
                        Fabio C.

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                        • #13
                          Buongiorno Fabio C.,
                          benvenuto nella discussione.
                          Mi permetto di non concordare con le tue affermazioni , specialmente la prima" mi permetto di dire che il polverino di gomma proveniente dal battistrada dei pneumatici si mescola al conglomerato unicamente per lo smaltimento: per quanto riguarda il metdo dry in un certo senso puo' essere vero ma parlando di bitume modificato metodo wet asphalt rubber la modifica avviene ed anche i miglioramenti.Cio' è dimostrato da innumerevoli studi esteri ed anche italiani. Il bitume deve essere modificato con appositi macchinari e seguendo una specifica normativa. Probabilmente nelle vostre sperimentazioni non lo avete considerato. Dalla mia esperienza posso assicurarti che il bitume modificato con polverino di gomma è nettamente superiore ai normali SBS.

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                          • #14
                            ciao Binder, grazie del benvenuto
                            purtroppo la mia smentita viene da studi che io stesso in collaborazione dei laboratori pavimental spa (con la quale ho lavorato ben 15 anni) e con i laboratori Autostrade spa, non a caso si decise di abbandonare l'idea di modificare i bitumi (fra i quali l'alma petroli importato direttamente dal venezuela per la sua ricca conformazione) ricordando che proprio questi laboratori, per primi hanno messo in atto le lavorazioni drenanti e fonoassorbenti nonchè microtappeti drenanti.
                            La stessa tipologia a fini di smaltimento fu usata anche con la mescola delle pastiglie dei freni, riducendoli in polvere fine poi mescolata al bitume, ma il tutto per puro smaltimento e nulla più.

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                            • #15
                              Asphalt Rubber oggi in Italia

                              Salve FabioC
                              Avevo già sentito parlare di quest’esperienza e dei suoi risultati deludenti mas questo non vuole dire che il polverino non sia un agente modificante valido. La tecnologia Asphalt Rubber ha più di 30 anni di successi che lo dimostrano. Anch’io parlo in base ad esperienze personali dal momento in cui ho avuto l’opportunità di studiare conglomerati prodotti con legante Asphalt Rubber in più di un impianto di conglomerati insieme al CIRS ed ad altri laboratori certificati. Ci sono anche diversi studi universitari italiani recenti che riportano i vantaggi del metodo wet. Il problema consiste nella metodologia per modificare il bitume con il polverino: in laboratorio non si può utilizzare un normale silverson e per la produzione industriale si deve ricorrere ad un impianto specializzato.
                              Se questo è un argomento che può interessare ho tantissima informazione da condividere. Per adesso ci tengo a precisare due cose: 1) la gomma non si deve “fondere”, quindi basta raggiungere la temperatura per il suo rigonfiamento e 2) l’utilizzo di polverino per modificare il bitume (non il conglomerato) consiste in una miglioria.

                              Dal punto di vista chimico-fisico, il polverino di pneumatico miscelato con un bitume naturale di base è in grado di assorbire e fissare la frazione maltenica propria dei costituenti volatili aromatici del bitume. Proprio la fissazione dei malteni permette di ottenere un significativo aumento della resistenza all’invecchiamento delle miscele bituminose, dal momento che questo costituente del bitume in genere è destinato a perdersi nel tempo per fenomeni d’ossidazione e per l’azione dei raggi UV. L’introduzione del polverino di gomma nel bitume ad alte temperature provoca una reazione fisico-chimica dalla quale si forma un sistema di tre componenti: bitume, “gel” e gomma. Tale “gel” consiste nella reazione chimica della gomma con i malteni ed è responsabile dell’elevata viscosità del prodotto finale. La viscosità è funzione del tempo di reazione e del tipo e quantità del polverino di gomma. Il bitume modificato con polverino, ovviamente fatta salva la percentuale di gomma impiegata, è caratterizzato da bassi valori di penetrazione a 25°C (circa 20 dmm) e da alti valori del punto di rammollimento (anche 80°C).

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                              • #16
                                Sono un nuovo utente, mi inserisco in questa discussione in quanto ho fatto la tesi di laurea in ingegneria civile proprio sui manti in rubber asphalt (metodo "wet"), in particolare sulle prestazioni di questi manti innovativi in ambito urbano (la prima stesa di questo genere è stata eseguita a Firenze). Vi posso dire, visto che di letteratura in materia ne ho letta parecchia, che ad oggi conoscenze certe sulle prestazioni di questi manti ve ne sono molte ma anche estremamente varie e contrastanti, a causa soprattutto delle poche prove sperimentali condotte in paesi europei o comunque simili all'Italia. Limitatamente al mio caso studio riguardante l'acustica stradale, la moltitudine degli articoli di letteratura si riferisce ad ambiti americani e per lo più legati a traffici tipicamente autostradali. Purtroppo si assiste ad una generalizzazione dei risultati "americani" (dove effettivamene la tecnica del rubber asphalt, dry e wet, è affermata da molti anni) anche per le realtà italiane. Mi scuso se mi sono dilungato, ripeto sono nuovo di questo forum e non so quali sono le "consuetudini" di chi "posta" in una discussione.

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