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Situazione inerti in Italia

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  • Situazione inerti in Italia

    Apro questo argomento perche' mi piacerebbe sapere come vanno le cose nel resto del Paese in questo settore.

    Da noi e' in corso un forte irrigidimento in materia di autorizzazioni ed i prezzi dei terreni cavabili sono saliti alle stelle, in parte a causa della forte domanda proveniente dalle Marche dove praticamente non si scava +.

    Da voi come vanno le cose?

    Qualcuno per le massicciate e' passato alle terre armate? Funzionano?

    Mi dicono che e' un macello se le devi riscavare x i sottoservizi, pare che le zone scavate a sez. non siano + costipabili con le terre e si debba andare esclusivamente al misto cementato e' vero?

  • #2
    Ma nessuno lavora con gli inerti?

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    • #3
      Fortunatamente noi abbiamo una cava d'inerti che risale agli anni 60, da noi di mista ce n'è essendo zona alluvionale, non la trattiamo ma la usiamo per riempimenti di massicciate e come materiale di vendita.
      Concessioni e prezzi sono sempre peggio, cari, noiosi e pignoli.

      Vabbeh abituiamoci sarà sempre peggio

      ciao

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      • #4
        La situazione si é fatta oramai insostenibile, i prezzi degli inerti sono assurdi e purtroppo almeno dalle nostre parti le concessioni di escavazione sono rimaste ad una ristretta lobbies che logicamente fanno cartello per mantenere gli inerti a questi prezzi assurdi. Secondo me é la normativa in materia che é sbagliata. Durante un viaggio in Austria ho riscontrato che praticamente quasi tutte le imprese di media dimensione hanno il suo impianto di frantumazione e betonaggio allora io dico al fine di favorire la concorrenza perché non sia possibile farlo anche qua da noi???????

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        • #5
          Ciao a tutti!
          Per Bolla: ho visto l'argomento da un po' ma non ho mai avuto il tempo di rispondere.
          In Torino la situazione è come da tutte le altre parti: l'unico nostro vantaggio è di avere un terreno eccezionale! Di norma, se fai uno scavo qui da noi trovi un ottimo materiale alluvionale ben compatto che va benissimo per la lavorazione degli inerti. Noi stessi abbiamo una cava ormai aperta da circa 25 anni ma per ottenere il rinnovo delle consessioni è sempre un problema. Inoltre i terreni di proprietà stanno finendo e non si riesce a trvarne altri. Una grossa boccata di ossigeno ce la stanno dandi i grandi lavori delle Olimpiadi della neve del 2006 e la metropolitana. Si può dire che le cave facciano funzionare i frantoi ed i vagli ma non gli escavatori! Il materiale scavato è tantissimo per cui l'attività estrattiva si è fermata lasciando le riserve per i prossimi anni. Noi stessi, prima con il passante ferroviario, poi con la metro e con latri grandi lavori di scavo, non abbiamo più scavato nulla dalla cava da un bel pezzo.
          Per quel che rigurada le terre armate ti posso dire che vanno bene e ne esistono di vari tipi. Noi abbiamo fatto un grosso lavoro al SITO Nord, vicino alla tangenziale di Torino e le cose sono andate egregiamente. Ormai vengono sempre più utilizzate, soprattutto nei lavori di una certa dimensione, dove gli inerti avrebbero una forte incidenza sul costo dell'opera e quindi rimane conveniente utilizzare materiale reperito "in situ" e magari corretto con la stabilizzazione oltre alla armatura con il geotessile.
          E' logico che lo scavo a sezione obbligata sia più difficoltoso in quanto si potrebbe interrompere (se lo scavo è più profondo dello strato singolo di materiale) l'armatura che stabilizza il terreno: di solito in situazioni del genere non risulta efficace il riempimento con misto cementato (che non ripristina comunque la continuità interrotta dell'armatura) ma il riposizionamento del tessuto strappato andando a rimuovere parte del riempimento sovrastante a sovrapponendo i lembi sui teli circostanti in modo da riportare il tutto alle condizioni iniziali. Ovviamente bisogna poi rullare.
          In generale comunque il metodo mi convince e sarei dell'auspicio che i progettisti lo adottassero maggiormente nei lavori utilizzando un po' di più la testa e risparmiando gli inerti per produrre calcestruzzo e non sottofondi. A volte mi sorprendo dell'arretratezza di certi miei colleghi che ragionano ancora come se le nostre scorte fossero inesauribili: parlare di riciclo di macerie, sottofondi armati, ecc, con alcuni sembra di parlare arabo! Non si rendono conto che risparmierebbero molto nei lavori a vantaggio del committente (mi dimenticavo: la parcella è una percentuale sull'importo dei lavori...!!!)
          Costantino Radis

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          • #6
            nelle zone in cui lavoro abitualmente io, il problema dell'estrazione in cava attualmente non è molto risentito... vi sono ancora appezzamenti di terreno molto rigogliosi di naturale ... anche se negli anni addietro si è scavato propio dappertutto senza nessun limite logico....

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            • #7
              ciao a tutti, io sono di ROMA e vorrei proprio capire quanto costano gli inerti dalle vostre parti, poi vi dico i prezzi correnti a ROMA e possiamo fare una stima reale della situazione in ITALIA, che dalle parti di ROMA non mi sembra così drammatica come leggo nei vs. mess.

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              • #8
                Guardate qui da noi, per aprire una cava devi solo pregare visto che le poche che sono aperte le vogliono chiudere tutte.
                Noi abbiamo finito di cavare nel 1974 ma comunque mi ricordo che in quegli anni si poteva fare tutto senza autorizzazioni.
                Volevo aggiungere a questo argomento il problema molto importante per il mio lavoro: dove mettere la terra scavata?????
                Qui non lasciano neanche riempire un riva e da voi???

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                • #9
                  ciao CA dove lavoro io per fortuna non esiste ne il problema dell'estrazione ne il problema del riempimento...
                  Per l'estrazione vi è ancora una fornitura di naturale per molti anni...
                  per quanto riguarda la terra di scavo se si trova terra bella la si tiene in un mucchio per poi riutilizzarla in cava per il ripristino .
                  Quella brutta la si porta sempre in cava ma si mette più in profondità...
                  se si trova naturale bello si lavora nel frantoio... quello meno bello lo si usa per fare sottofondi ai capannoni strade ecc...
                  se si trova tufo (argilla di colore grigio-blu) la si riutilizza in fornace per fare mattoni ecc..

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                  • #10
                    Ciao Mik!
                    Anche se sei di Moncalieri mi sembra di capire che lavori molto di più verso il cuneese e l'astigiano, quindi lontano da Torino ed alcuni suoi problemi come la diffoltà per ottenenre le autorizzazioni.
                    Anche qui da noi, comunque, i ragionamenti sono gli stessi ma se ti capita del materiale non troppo bello, soprattutto macerie o sottofondi di aree ex-industriali in cui prima si è demolito e dopo si scava allora...sorgono delle belle difficoltà. Noi ci difendiamo ancora perchè abbiamo una cava ed una discarica di 2° categoria di nostra proprietà per il nostro utilizzo ma vi assicuro che per tenerle aperte è una lotta costante all'ultimo documento con gli enti di controllo. Si cerca prima di tutto di fare le cose per bene mentre si scava ma spesso non basta e la burocrazia è asfissiante e logorante. Spero che si capisca che, se si chiude tutto, non si potrà più lavorare. Siamo il solito paese delle esagrazioni: prima lasciavano fare tutto ciò che si voleva, ora ti legano le mani sempre e comunque...senza una pianificazione seria delle attività estrattive si andrà avanti privilegiando i soliti furbi!
                    Costantino Radis

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                    • #11
                      ciao Costantino... è vero io lavoro molto verso il cuneese 80% e astigiano 20% per cui il problema è molto meno risentito che nel torinese... comunque noi le macerie di demolizione le frantumiamo con un frantoio mobile per poi riutilizzarle per sottofondi...
                      Il fatto dell'estrazione da furbi è vero negli anni 70-80 si è scavato dappertutto senza nessun controllo... e oggi invece pur essendo più che apposto ti rompono di continuo ... da un esagerazione all'altra...

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