Apro questa discussione perché ormai sono anni che si parla di crisi. Alcuni dicono che non esiste, altri dicono che non si esce più, insomma si sentono opinioni contrastanti, sopratutto al di fuori dei settori più colpiti. Di seguito vi riporto il comunicato stampa pubblicato lo scorso 27 Marzo sulla sezione News del sito del SAMOTER.
Prospettive incerte anche per il 2013 per il mercato delle costruzioni
E in Italia si attendono misure di rilancio del settore che frenino l'emorragia di aziende e posti di lavoro.
E' un 2013 in chiaroscuro quello che in mondo delle costruzioni e dei produttori di macchinari di settore sta vivendo: è oramai evidente che gli stessi analisti non sono in grado di dire quando questa crisi economica, che soprattutto in Europa, ha riportato il mercato ai livelli degli anni '90 (secondo Eurocostruct il PIL complessivo del vecchio continente sarà nel 2013 attorno a 1,27 trilioni di euro ai livelli, a prezzi 2011 del 1995) potrà davvero essere messa alle spalle. Il boom delle costruzioni vissuto negli anni immediatamente successivi alla nascita dell'Euro è un'età dell'oro che dovrà essere dimenticata per molto tempo ancora. Secondo le più recenti previsioni del CECE, non si può immaginare una ripresa stabile del industria delle costruzioni prima del 2015. E se fino all'anno scorso i produttori di macchinari potevano guardare al resto del mondo con ottimismo, negli ultimi mesi qualche segnale di rallentamento e di riduzione della domanda è apparso evidente anche in queste aree.
Ritornando all'Europa, il problema è che tutti i settori dell'edilizia e delle costruzioni attraversano un momento difficile: sempre secondo il CECE la crescita complessiva nel residenziale di nuova costruzione segnerà un calo del 1,1% nel corso di quest'anno. Meno negative le previsioni se parliamo del rinnovo del residenziale esistente, che manterrà i livelli attuali ed anzi dovrebbe vedere un incremento trq il 2014 e il 2015. Negative, sempre guardando al complessivo europeo anche le previsioni per le costruzioni non residenziale e per il settore dell'ingegneria civile, che sconta in alcuni paesi il rallentamento e il blocco degli investimenti pubblici a per ragioni di bilancio pubblico e in altri, segnatamente quelli dell'Est, l'assottigliarsi dei Fondi Europei di convergenza che negli scorsi anni avevano permesso la realizzazione di significative infrastrutture pubbliche, come strade, ferrovie e impianti idrici ed elettrici. Questo il quadro complessivo, che però vede notevoli differenze fra i paesi del Centro Nord Europa e quelli del Sud (ai quali va per completezza aggiunta l'Irlanda) che attraversano una crisi molto più profonda. Spagna, Portogallo ed Italia sono i paesi dove il mercato delle costruzioni è più in difficoltà (e nel 2013 Ance stima una ulteriore caduta degli investimenti in costruzioni del 3,8%) al punto che le associazioni del settore italiane, di fronte alla sostanziale assenza di contromisure pubbliche hanno organizzato una “Giornata della collera” a Roma. Una manifestazione con la quale hanno visivamente evidenziato le 40 mila imprese chiuse e i 360 mila posti di lavoro persi dall'inizio della crisi stendendo sul selciato migliaia di caschetti gialli.
Il mercato delle macchine naturalmente segue le stesse dinamiche: secondo il CECE nel 2012 sono state vendute in Europa complessivamente circa 105.000 unità il 3% in meno rispetto all'anno precedente. Un calo che è cresciuto nell'ultimo trimestre, toccando addirittura l'11%. In Italia secondo i dati di Unacea e Ascomac il calo 2012 sul 2011è stato addirittura del 31%. Resistono i mercati di Francia, e Germania, in misura minore quello di Gran Bretagna, mentre sono positivi i numeri dei paesi scandinavi, della Turchia e soprattutto della Russia che segna addirittura un + 25% nelle vendite.
Anche il 2013 insomma sarà un anno di incertezza e di previsioni necessariamente a breve termine, da verificare ed aggiustare frequentemente, in attesa che la ripresa economica in Europa decolli davvero. Del resto, non solo in Italia, cresce la consapevolezza che alle politiche economiche di rigore, certamente necessarie per evitare disastrosi default, è ora necessario affiancare politiche che tengano conto anche della assoluta necessità di una reale ripresa economica. L'alternativa è una recessione che si avvita su se stessa e alimenta successive misure di austerità per la caduta dei Pil e la conseguente crescita del rapporto tra il Pil stesso e il Debito.
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LE VOSTRE OPINIONI
Lo scopo di questa discussione è quello di chiedere e raccogliere le vostre testimonianze, perché vissute in prima persona.
Quindi, dite la vostra!
Prospettive incerte anche per il 2013 per il mercato delle costruzioni
E in Italia si attendono misure di rilancio del settore che frenino l'emorragia di aziende e posti di lavoro.
E' un 2013 in chiaroscuro quello che in mondo delle costruzioni e dei produttori di macchinari di settore sta vivendo: è oramai evidente che gli stessi analisti non sono in grado di dire quando questa crisi economica, che soprattutto in Europa, ha riportato il mercato ai livelli degli anni '90 (secondo Eurocostruct il PIL complessivo del vecchio continente sarà nel 2013 attorno a 1,27 trilioni di euro ai livelli, a prezzi 2011 del 1995) potrà davvero essere messa alle spalle. Il boom delle costruzioni vissuto negli anni immediatamente successivi alla nascita dell'Euro è un'età dell'oro che dovrà essere dimenticata per molto tempo ancora. Secondo le più recenti previsioni del CECE, non si può immaginare una ripresa stabile del industria delle costruzioni prima del 2015. E se fino all'anno scorso i produttori di macchinari potevano guardare al resto del mondo con ottimismo, negli ultimi mesi qualche segnale di rallentamento e di riduzione della domanda è apparso evidente anche in queste aree.
Ritornando all'Europa, il problema è che tutti i settori dell'edilizia e delle costruzioni attraversano un momento difficile: sempre secondo il CECE la crescita complessiva nel residenziale di nuova costruzione segnerà un calo del 1,1% nel corso di quest'anno. Meno negative le previsioni se parliamo del rinnovo del residenziale esistente, che manterrà i livelli attuali ed anzi dovrebbe vedere un incremento trq il 2014 e il 2015. Negative, sempre guardando al complessivo europeo anche le previsioni per le costruzioni non residenziale e per il settore dell'ingegneria civile, che sconta in alcuni paesi il rallentamento e il blocco degli investimenti pubblici a per ragioni di bilancio pubblico e in altri, segnatamente quelli dell'Est, l'assottigliarsi dei Fondi Europei di convergenza che negli scorsi anni avevano permesso la realizzazione di significative infrastrutture pubbliche, come strade, ferrovie e impianti idrici ed elettrici. Questo il quadro complessivo, che però vede notevoli differenze fra i paesi del Centro Nord Europa e quelli del Sud (ai quali va per completezza aggiunta l'Irlanda) che attraversano una crisi molto più profonda. Spagna, Portogallo ed Italia sono i paesi dove il mercato delle costruzioni è più in difficoltà (e nel 2013 Ance stima una ulteriore caduta degli investimenti in costruzioni del 3,8%) al punto che le associazioni del settore italiane, di fronte alla sostanziale assenza di contromisure pubbliche hanno organizzato una “Giornata della collera” a Roma. Una manifestazione con la quale hanno visivamente evidenziato le 40 mila imprese chiuse e i 360 mila posti di lavoro persi dall'inizio della crisi stendendo sul selciato migliaia di caschetti gialli.
Il mercato delle macchine naturalmente segue le stesse dinamiche: secondo il CECE nel 2012 sono state vendute in Europa complessivamente circa 105.000 unità il 3% in meno rispetto all'anno precedente. Un calo che è cresciuto nell'ultimo trimestre, toccando addirittura l'11%. In Italia secondo i dati di Unacea e Ascomac il calo 2012 sul 2011è stato addirittura del 31%. Resistono i mercati di Francia, e Germania, in misura minore quello di Gran Bretagna, mentre sono positivi i numeri dei paesi scandinavi, della Turchia e soprattutto della Russia che segna addirittura un + 25% nelle vendite.
Anche il 2013 insomma sarà un anno di incertezza e di previsioni necessariamente a breve termine, da verificare ed aggiustare frequentemente, in attesa che la ripresa economica in Europa decolli davvero. Del resto, non solo in Italia, cresce la consapevolezza che alle politiche economiche di rigore, certamente necessarie per evitare disastrosi default, è ora necessario affiancare politiche che tengano conto anche della assoluta necessità di una reale ripresa economica. L'alternativa è una recessione che si avvita su se stessa e alimenta successive misure di austerità per la caduta dei Pil e la conseguente crescita del rapporto tra il Pil stesso e il Debito.
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LE VOSTRE OPINIONI
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Quindi, dite la vostra!
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