MMT Forum Macchine

Annuncio

Collapse
No announcement yet.

AUTOCOSTRUZIONE: aratro rotativo o simile per motocoltivatore

Collapse
X
 
  • Filtro
  • Data
  • Visualizza
Cancella tutto
new posts

  • AUTOCOSTRUZIONE: aratro rotativo o simile per motocoltivatore

    Più avanti volevo realizzare un aratro rotativo sul tipo di quello Berta, magari con dimensioni leggermente differenti, ed impostato su uno dei miei (scarsi) mezzi.
    Perchè pensavo: se il Berta asporta la terra come un utensile, o una trivella, allora posso fresare il terreno "dal pieno", proprio come un utensile, variando i parametri in funzione dell'obbiettivo.
    Tipo: numero ed inclinazione dei vomeri, diametro dell'utensile, velocità di rotazione e di avanzamento; praticamente posso modificare questi parametri in funzione della potenza che ho a disposizione, variando il tempo necessario a svolgere il lavoro; per assurdo, potrei anche utilizzare un aratro rotativo elettrico, è solo questione di dimensioni e di tempo.
    Che ne pensi/ pensate?
    Ultima modifica di Engineman; 02/09/2016, 17:37. Motivo: sintesi

  • #2
    Ciao... la creatività non manca di certo
    penso che il diametro dell'aratro rotativo può essere modificato indubbiamente come accennavi però non bisogna dimenticare che esso è direttamente proporzionale alla potenza del mtc, quindi non credo che si può ingrandire di tanto anzi molto poco.

    Rispondendo al secondo quesito cioè di togliere qualche vomero credo che si otterrà qualche vantaggio ossia quello che si riempirà di meno di terreno quando è umido (problema che ho avuto) però penso che si avrà qualche difficoltà nel terreno duro.

    Commenta


    • #3
      è solo questione di coppia che hai a disposizione. ok, girando piano hai una coppia più alta ma non puoi nemmeno andare ad un giro al minuto altrimenti la terra non la rivolti di certo.
      elettrico è molto dura, te ne serve di coppia...

      Commenta


      • #4
        Intendevo dire che se l'utensile lo faccio diametro, che so, 10 cm, comunque freso una fetta di terreno di 10 cm; mi vorrà più tempo, ed avrò anche il problema della sovrapposizione delle lavorazioni, come nei piatti falcianti, ma il terreno lo centrifugo lo stesso di sicuro.
        Dovrò aumentare i giri, per uguagliare la velocità periferica, e cambiare l'andamento dell'elica, ma teoricamente dovrebbe essere paragonabile.
        Sull'elettrico volevo dire questo: esistono molti attrezzi da giardinaggio elettrici; ultimamente ho visto una fresettina Benassi da 700 watt, con diametro lame circa 28 cm, e larghezza più di 30 cm; non capisco come possa funzionare, poichè pensavo che la fresa fosse un attrezzo altamente ingordo di potenza, ma un mio amico l'ha presa, ed è contento, la terra si smuove. Mah...
        Però mai dubitare, con l'esigenza di sottrarsi al capestro della dipendenza da petrolio...

        Secondo messaggio aggiunto:

        Mi spiego meglio:

        Nel "piccolo mtc" (per chi volesse perdere un pò di tempo, forum macchine semoventi, discussione "ipotesi di un veicolo campestre", mess. n°36) ho cambiato motore, gettando l'ultimo Tecunseh; ho ripristinato la fresa che avevo fatto, ed usato due volte (ho dovuto rifare il carter, quando l'ho provata ho usato un carter posticcio che poi ho perso per strada...), per lavorare quei 70-80 mq che avevo mosso col cucchiaio; poi ho vangato 5 mq di carciofaia (diciamo così...) dove non avevo mosso niente da due anni.

        E mi viene da pensare: ma se qui atacco una bella fresa a candela di 100-150, e mi freso tutto il terreno dell'orto come fosse un pezzo d'alluminio?

        Il pallino dell'aratro rotativo è tanto che mi gira in testa (è anche colpa vostra...), virtualmente l'ho già montato a rotazione su tutti i mezzi, sul Bertolini, sul Benassi, ora lo voglio mettere sul "piccolo mtc".

        Si presterebbe bene: dalla seconda puleggia del motore (sono previdente...) parto con una cinghia posteriormente, che muove (tensionata) un riduttore da scooter, che muoverà l'utensile " a candela".

        La cinghia compie quella rotazione di circa 20° che permette la verticalizzazione della candela; però il solco viene basso, perchè il "p.mtc" è alto 14-15 cm, poi tallona; ed anche la candela non può essere molto alta, perchè un pò di spazio lo ruba il riduttore.

        Però una candela così può aggredire il terreno non lavorato, mentre la fresa (orrizzontale) sul terreno non lavorato non riesce a penetrare (così parrebbe).

        Che ne dite?

        Tenete presente che coi miei "progettini" ho triturato le b.... a diversi interlocutori; con la fantasia si fanno tanti viaggi, poi, quando si lavora, sarebbe meglio aver raggiunto un quadro più realistico...
        Ultima modifica di bobmat; 01/05/2011, 01:04.

        Commenta


        • #5
          Originalmente inviato da bobmat Visualizza messaggio
          Sull'elettrico volevo dire questo: esistono molti attrezzi da giardinaggio elettrici; ultimamente ho visto una fresettina Benassi da 700 watt, con diametro lame circa 28 cm, e larghezza più di 30 cm; non capisco come possa funzionare, poichè pensavo che la fresa fosse un attrezzo altamente ingordo di potenza, ma un mio amico l'ha presa, ed è contento, la terra si smuove. Mah...
          perchè lo usa nella sabbia. I mezzi elettrici li reputo delle ciofeche. Come fa a funzionare? o il tuo amico lavora veramente la sabbia oppure non capisce se una macchina sta facendo il solletico alla terra o la sta lavorando veramente. per avere un po di coppia quella fresa girerà. la benassi più piccola che ho mai visto ha 4cv... (3.3Kw)

          per il resto chiudo qui, non capisco cosa vuoi fare anche perchè sei partito da un berta che lavora in modo completamente diverso da quello che vuoi realizzare.
          Nel berta non c'è sovrapposizione delle lavarazioni. nel berta non centrifughi ma rivolti la terra.
          Oggi ho lavorato 150 mtq di terra col berta attaccato al mio bertolini da 8cv. Ho una terra molto calcarea e dura in quel pezzo di terra, mi sono fatto un mazzo... con poca coppia di certo mi si sarebbe incastrato nel terreno. Ieri invece ho fatto circa 600mtq da un'altra parte dove la terra è più morbida. beh ieri è stata quasi una passeggiata oggi invece un massacro. ieri la terra è venuta già pronta, devo solo rastrellare per chiudere i 4 solchi creati. oggi è venuta a pezzettoni e dovrò fresare.
          Morale della favola, dipende molto dalla terra che lavori. se è sabbia allora potresti farti un berta a pedali per assurdo.
          Ok, parliamo di coppia e anche di cv ma come penso tu abbia capito la meccanica del berta è sempre uguale, stesso riduttore e stesso braccio della forza quindi la coppia aumenta in modo proporzionale all'aumentare della potenza (valutando che la presa di forza giri sempre con lo stesso numero di giri). con una cinghia dove vuoi andare? ti slitterebbe sempre.

          Commenta


          • #6
            Mi piaci quando sei così propositivo; se non dici niente, io non imparo niente...

            Ricordati che prendo per oro colato le tue considerazioni; se uso dei termini impropri, tieni presente che probabilmente sono solo impreciso.

            Ho visto i filmati di Berta che sono linkati in questa discussione, e mi sembra proprio, quando attacca la marcia, una fresa che attacca l'avanzamento su un pezzo di metallo.
            Se la candela ha i taglienti molto verticali, il materiale asportato viene scaricato all'esterno, dove non è presente il materiale grezzo; se la candela ha i taglienti molto inclinati, il materiale asportato viene scaricato verso l'alto, come una trivella, od un maschio per fori ciechi, con la differenza che qui c'è la possibilità di scaricare il materiale dove, con il precedente passaggio, si è creato spazio; in più, la forma del Berta, a cono rovescio, sembra aiutare il deposito del materiale lavorato nel modo desiderato.

            Questo è quello che mi è parso dai filmati, ed è quello che io vorrei copiare; ma la mia preparazione sull'argomento finisce lì, ai due filmati.

            Faccio sempre associazioni con lavorazioni meccaniche perchè, vista la tua professione, cerco di comunicarti la mia impressione:

            Originalmente inviato da bobmat Visualizza messaggio
            .

            E mi viene da pensare: ma se qui atacco una bella fresa a candela di 100-150, e mi freso tutto il terreno dell'orto come fosse un pezzo d'alluminio?
            Che ne pensi di fresare il terreno con una candelona di 150? non assomiglia a quello che fai tu col Berta?

            Il mio terreno è argilloso, quindi molto duro, se non sufficientemente umido; quando ho voluto provare con la fresa su una parte stantia da qualche anno, ci ho fatto il solletico, correndo dietro al mezzo che andava alla velocità delle lame...

            Mi illudo che con un utensile verticale si riesca ad aggredire la terra "dura", ovviamente con le debite proporzioni.

            Quella del "p.mtc" (a proposito, sei andato a guardarlo?) è chiaramente una provocazione (massa e trazione sono irrisorie), anche se, dal punto di vista meccanico non sarei così pessimista: la cinghia lavora sul motore, facendo un 1/2,5; il motore, 5,1 cv, ha 1,2 kgm, quindi con una puleggia diametro 70-75 e una cinghia Z a 3600 giri non dovrebbe slittare; il riduttore da scooter è un bel riduttore in asse, ben dimensionato, collega la frizione alla ruota, e, a seconda delle cilindrate, trasmette potenze non indifferenti, con rapporti di riduzione che vanno da 1/14 a 1/7 (sempre a seconda delle cilindrate).
            La "comodità" starebbe nell'asse del moto (verticale), e nella possibilità di rubare con la cinghia quei famosi 20°; ma non potrebbe essere altro che un mezzo "sperimentale", vista la esigua potenza e la ridotta altezza da terra.

            Quello che mi intriga è che una prova di questo tipo comporta un dispendio di materiale e di forze ridotto (sempre eccessivo, se inutile...).

            So perfettamente che parlare con me è faticoso, perchè, almeno a parole (purtroppo a volte non solo), salto da un 'idea all'altra, senza avere cognizione (se l'avessi allora...); in pratica sono i tuoi/vostri "rimproveri" che mi guidano fino alla retta via (speriamo).

            Ad esempio, la pressettina per spernare le catenarie, con il contributo di Sergiom ( forum S.O.S.officina "agricola", discussione "sostituire o rimboccolare le catenarie", messaggio n°62), è saltata fuori, ed ha anche funzionato decentemente.

            Che ne pensi?

            MESSAGGIO AGGIUNTO

            Dopo aver scritto il post precedente, sono andato a rivedere il filmato linkato, ed un altro collegato della Casorzo.

            Il Berta, quando lo avvii, si "innesta" nel terreno, per l'effetto vite; probabilmente raggiungerà un equilibrio tra vari fattori, tipo peso anteriore mtc, rapporto tra elica penetrante e sezioni resistenti alla penetrazione, come la punta, e il braccio con la coppia conica.

            Poi un'altra considerazione: il modello voltaorecchio, probabilmente per motivi di spazio, mi sembra abbia le eliche più inclinate; se è vero, questa inclinazione non è tassativa, e probabilmente funziona meglio il modello meno inclinato, visto che in questa versione il costruttore poteva scegliere.

            Il Casorzo che ho visto, invece, sembra proprio una "gabbia di scoiattolo", che aggredisce il terreno con una inclinazione, e premendo il mtc verso il basso si fresa il terreno con questa "dentatura"; i pezzi di terreno sembrano più grossolani, ma, come dici tu, due prove su terreni diversi non sono confrontabili.

            Comunque resta il fatto che questo modello non ha una profilatura particolarmente elaborata dell'utensile, senza curvature, o addirittura senza inclinazioni particolari; c'è semplicemente una gabbia che "ravana " il terreno, frantumandolo, e spostandolo di conseguenza.

            Ho visto bene?

            Hai voglia di accompagnarmi in queste elugubrazioni?

            Ad esempio, le lame delle frese tradizionali sono di varia forma; le macchine più piccole hanno una forma ad angolo retto con molto raggio, e la sezione penetrante nel terreno è minima; praticamente affettano il terreno creando una mezzaluna di terra a sè stante.

            Nella mia grande esperienza di fresatura (due volte), ho lavorato senza il carter, che avevo perso per strada; senza la copertura, l'effetto è proprio solo quello di creare tante piccole zollette di terra; con la copertura, invece, si continua lo sminuzzamento del terreno in parti più piccole.

            Nelle macchine più grandi, da traino, le lame hanno una svirgolatura che cambia la sezione penetrante, e genera anche una spinta trasversale del materiale intagliato, che probabilmente passa da una serie di lame all'altra, con un effetto frantumante di fatto diverso.

            Che ne dici?
            Ultima modifica di bobmat; 03/05/2011, 13:10.

            Commenta


            • #7
              Questo pomeriggio ho fresato, con il "p.mtc", ben 15 mq (quindici/00)di orto, facendo la fatica che hai fatto tu l'altro giorno con i 150.

              La versione "fresa" non va bene, e le modifiche apportate dall'ultima (e prima) volta ne hanno solo peggiorato l'utilizzo.

              L'altra volta avevo un carter rastremato, e la usavo come una motozappa, facendo perno sulle lame, e sollevando le ruote.

              Oggi, con il carter "tradizionale", non potevo agire in questo modo, ed ero sempre piantato; la fresatura veniva bene, ma io non riuscivo a muovermi.

              Poca trazione, muso troppo basso, manubrio troppo alto,...

              Non è la macchina per fresare.

              Ottimo invecie il nuovo motore, silenzioso, potente, parco, e sempre di facilissimo avviamento (Honda...).

              Ma il suo destino è e rimarrà il taglio dell'erba; in quel campo non va male, adesso con il piatto girato spero ancora meglio (vorrei che facesse più depressione).

              Dobbiamo parlare.

              Il prossimo anno devo aver preparato qualcosa per lavorare il tereno.

              Urge parlare.

              Saltuariamente, ma dobbiamo parlare.

              Bisogna che ci inventiamo qualcosa (magari esiste già), sulla linea dei filmati sugli aratri rotativi.

              Pensavo (pericolo!): se usiamo due attrezzi contrapposti, tipo due utensili controrotanti, non necessariamente vicini, si potrebbe ridurre il problema della stabilità del mezzo; ossia, la forza che si applica alla terra in un verso potrebbe essere controbilanciata, almeno parzialmente, da una forza nel verso contrario.

              Oggi la terra era così dura, ma sotto così viscosa, che altro che 700 watt...

              Poi pensavo (!): l'aratro tradizionale taglia una striscia di terra e, costringendola con un invito iniziale, la ruota di 270° (più o meno); la stessa cosa , ma molto più in piccolo, la fa il vomere Berta, tagliando una porzione di anella conica e costringendola a salire ed a centrifugarsi.

              Lo spessore di questa anella dipenderà dalla relazione tra velocità di rotazione vomere ed avanzamento utensile.

              L'altezza sarà quella del bordo di attacco del vomere, e la porzione potrebbe essere massimo 180°.

              A seconda dell'umidità del terreno, questa "zolla" si romperà in più parti ed il frantumato avrà aspetti differenti: qualcuno ha detto (non ricordo chi) che se si formano delle palline non va bene, perchè significa che la terra è troppo plastica, e subirà delle compressioni che potrebbero renderla sterile (e dura).

              Ma se si vuole lavorare 30 cm in profondità, è probabile che a qualche altezza si incontri questo tenore di umidità.

              Quindi la velocità ottimale di rotazione utensile si potrebbe scegliere esaminando il frantumato: questo dovrà apparire "criccato", mai "arrotondato".

              Questo rispettando la similitudine con un aratro convenzionale: se vai troppo piano, non riesci a dare alla terra una energia cinetica tale che permetta che essa si giri completamente, rompemdosi, quasi in assenza di gravità, e non comprimendosi sotto il proprio peso.

              Che ne pensi?

              Mi era balenata l'idea (danger!) di realizzare un mezzo di questo tipo: due bracci oscillanti regolabili in altezza per le ruote anteriori, il corpo macchina centrale, ed un supporto (terza ruota) poteriore, per definire l'assetto; a fianco della ruota posteriore, mettevo l'attrezzo, che quindi è gravato da tutto il peso del mezzo.

              Che ne dici?

              Praticamente un mtc con le ruote anteriori livellabili, sicuramente inguidabile in inversione... esisterà qualcosa di simile in natura?

              Chissà Michele cosa ne penserebbe... mi sa che in questa stagione ha altro da fare...

              Commenta


              • #8
                Michele ti ricorda che non avresti inventato nulla di nuovo ! Già negli anni 50-60 esistevano motocoltivatori con ruote regolabili in altezza indipendentemente una dall'altra ( se ne è parlato da qualche parte ), anzi, uno del genere lo avevamo anche noi ed ha lavorato sino a pochi anni fa ( mosso, per la cronaca, da un "poderoso" 2tempi-diesel da 600cc ).

                Commenta


                • #9
                  Ah, ci sei...grande...

                  Dicevo questa cosa per aggirare il problema di far combinare la carreggiata con lo scasso del terreno, con problemi di altezze e larghezze varie.

                  Poi i bracci potrebbero ruotare completamente (bisogna vedere come viene realizzato il livellamento), potendo andare da davanti a dietro, come nello schemino che aveva messo Marco in un post passato.

                  Ma la manovrabilità come era gestita? era buona?

                  Proposta di prova:

                  In seguito allego una foto di un riduttore da scooter, ed uno schema rudimentale di un "prolungamento" del "p.mtc", dove farei girare il riduttore con una cinghia direttamente attaccata al motore, e sullo scanalato del riduttore inserirei un tubo diametro 38 dove poter ancorare delle lame (tramite saldatura).

                  Questo riduttore verrebbe fissato ad una piastra, la quale, tramite un telaietto tubolare, si collegherebbe al "p.mtc".

                  Come ho già detto, questa sarebbe una prova, per capire cosa farebbe un utensile di questo tipo spinto contro il terreno.

                  E' ovvio che l'avanzamento sarà solo muscolare, poichè non c'è trazione sufficiente col "p.mtc".

                  Il motore dà 5,1 cv, con 1,13 kgm di coppia.

                  La cinghia potrebbe fare 1/2 massimo, ed il riduttore fa 1/10 circa.

                  La coppia è disponibile da 2500 giri, e la potenza massima è a 3600 giri.

                  Per cui l'aratro farebbe da 125 a180 giri/min, con una coppia di 22,6 kgm.

                  L'attrezzo lo farei di diametro 20-22 cm; la forma e la curvatura delle lame non mi è ancora chiara.

                  I particolari costruiti senza utilità futura sono solo l'attrezzo, ed i tubi di collegamento; per cui sarebbe meglio non saldare direttamente le lame al tubo-mozzo, in modo da poter riutilizzare-modificare i componenti dell'attrezzo.

                  Cosa ne pensi/pensate?
                  Con questi valori di coppia riesco a capire/provare qualcosa?

                  MESSAGIO AGGIUNTO

                  Mi è venuto in mente, per semplificare la prova, di fare in questo modo:

                  Fissare il riduttore ed il motore del"p.mtc" su una piastra, e fissare questa piastra sulla benna della minipala; in questo modo non uso il "p.mtc", riesco a realizzare l'avanzamento, ed a posizionare l'attrezzo facilmente anche a lato, tenendo la minipala fuori dalla zona di lavoro.

                  In più si riducono i pezzi dedicati; rimane la potenza e la coppia prima espresse, come limite prestazionale dell'attrezzo.

                  Ora devo solo concentrarmi sulla curvatura dei vomeri.

                  Che ne dici/dite?
                  Attached Files
                  Ultima modifica di bobmat; 05/05/2011, 22:52.

                  Commenta


                  • #10
                    Ragazzi, sono di nuovo qua...
                    Mi sono riletto gli ultimi messaggi...sembro proprio un matto...
                    Ho scoperto con molta tristezza che quest'anno l'EIMA non c'è...avevo atteso fiducioso per vedere bene il Berta dal vivo...
                    Quindi a questo punto devo obbligatoriamente partire a fare qualcosa; l'incognita era la forma dell'attrezzo.
                    Per semplificare ho pensato di usare un tubo quadro, sul quale imbullonare le quattro lame; in questo modo posso almeno variare la piega delle lame stesse, ed un poco anche l'inclinazione col terreno.
                    Attualmente sono fermo a due considerazioni:
                    1) L'inclinazione delle lame col terreno rappresenta la velocità con cui si vuole spingere la fetta tagliata verso l'alto; ossia, se la lama è quasi verticale, la spinta sarebbe velocissima, ma con pochissima forza; mentre se fosse quasi orrizzontale la velocità del tagliato sarebbe bassa, ma una grande forza la porterebbe lentamente in superfice.
                    Nel nostro utilizzo occorre che il materiale estratto abbia una certa velocità, perchè esso deve rimbalzare od essere guidato (come si preferisce) dalla curvatura del carter di copertura.
                    2) L'angolo che le lame hanno con l'asse di rotazione determina la componente che tenderà a centrifugare il materiale all'esterno: se esse sono "ingorde", il materiale tenderà più a salire che ad essere centrifugato; se esse saranno "aperte", il materiale tenderà, nel salire, ad essere centrifugato, con una forza che aumenterà all'aumentare di questa inclinazione.
                    Mi piacerebbe partire con angoli corretti, ma essendo impossibile, dovrò essere in grado di modificarli velocemente in funzione del risultato.
                    A presto.

                    Commenta


                    • #11
                      Eh, buon lavoro....
                      Ma io avrei bisogno che qualche volontario mi aiutasse...
                      Ho ricontrollato il depliant della Berta, e mi pare che:
                      1) Le lame hanno un'inclinazione col terreno di circa 40°, cioè sono più orrizzontali di 45°.
                      2) Le lame variano la loro inclinazione (rispetto ad un ipotetico raggio) con l'asse di rotazione man mano che si sale lungo la verticale; ossia, sono un pò svirgolate: in basso (nella zona di attacco) sono probabilmente neutre (in linea con il raggio) o un pelo chiuse (ingorde); mentre nella zona di uscita sembrano più aperte.
                      Questo si spiegherebbe perchè in basso si preferisce non centrifugare la terra, ma portarla in alto; poi, in alto, si cerca di aggiungere alla terra una componente centrifuga, per liberare meglio le pale.
                      Se così fosse, mantenendo le pale costantemente neutre o leggermente chiuse, anche se teoricamente si dovrebbe avere un getto verticale più energico (da flussare con la sagomatura del carter),probabilmente l'attrezzo si intaserebbe più facilmente.
                      Ovviamente queste sono solo illazioni, uno sforzo di approfondire la tecnica costruttiva dell'attrezzo.
                      Ma non c'è proprio nessuno (che legge) nella zona di Bologna est che possa farmi dare un'occhiata?
                      Tu, che hai avuto la malaugurata idea di rispondermi, non riesci a verificare queste inclinazioni? magari posso provare a spiegarmi meglio...
                      A presto...

                      Commenta


                      • #12
                        ti dico che le tue supposizioni dovrebbero essere corrette, non so se saranno 40° ma circa ci siamo.
                        L'ho fatto vedere ad un amico meccanico che si è costruito di tutto perchè voleva fare qualcosa del genere. appena l'ha visto ha detto, meglio lasciar stare...

                        Commenta


                        • #13
                          Ciao Kentarro
                          L'uomo ha colonizzato il pianeta perchè ha saputo organizzarsi in forma sociale; io faccio una cosa per te ed altri, tu fai un'altra cosa per me ed altri; sicuramente il nostro risultato sarà più specializzato, e quindi migliore. So perfettamente che ostinarsi a farsi alcune cose da solo porta solamente a fatica, e ad un risultato mediocre nel migliore dei casi (ormai sono grande).
                          Però è come un gioco, ogni volta credi che si possa anche vincere; e comunque, questa "dipendenza" non dà dei grossissimi problemi; si è solo poco produtivi, perchè si usa attrezzatura sicuramente scadente (infatti la cosa migliore è copiare fedelmente un buon prodotto, senza inventare niente...), oppure si finisce un lavoro l'anno dopo, quando si ha ultimato l'attrezzatura necessaria,sempre che almeno funzioni.
                          Ma la vita passa così, intanto che cerchi di fare qualcosa, qualsiasi cosa...
                          Quando avrò fatto qualcosa, ti ragguaglierò con immagini; vedrai che ci sarà da ridere...
                          Comunque io ti chiedevo anche l'angolo di taglio.
                          Diciamo che per semplificare si potrebbe guardare solo l'angolo di attacco: guardando le quattro lame da sotto, esse saranno sì a 90° tra di loro, ma avranno un'inclinazione rispetto ad un ipotetico raggio; ossia, non saranno perfettamente perpedicolari alla tangente del punto di contatto con la circonferenza esterna delle lame.
                          Come se tu guardassi in testa una fresa a candela a quattro taglienti.
                          Probabilmente saranno più chiuse di 90°, per consentire di peretrare nel terreno estraendo verticalmente della terra (almeno i primi cm in altezza); questo perchè le lame, essendo di lamiera, non possono (economicamente) essere sia curve che svirgolate; quindi si sceglie una lama dritta con un angolo di lavoro iniziale, per poi cambiarlo man mano che si sale, svirgolando la lamiera.
                          L'angolo di lavoro in uscita (le estremità alte delle lame) sembra parecchio aperto, forse anche 100° e più (ad occhio...)
                          Ma quanto è questo angolo di lavoro iniziale? 87°? 85°? sai che l'angolo di lavoro di un utensile, a seconda del materiale lavorato, non è un dettaglio...
                          Comunque grazie della risposta...
                          Ultima modifica di bobmat; 21/09/2011, 23:21.

                          Commenta


                          • #14
                            Non ci crederete, ma ho finito l'aratro rotativo...una versione sperimentale, attaccata alla benna del bobby.
                            Adesso posso farmi un'idea più precisa dell'oggetto...
                            Dovrei fare un bel report...ma non so da che parte cominciare; ho fatto molti errori, ma sono abbastanza soddisfatto del servizio svolto.
                            E quindi sono un pò spaventato: se una cosa va abbastanza bene, non è detto che le modifiche diventino per forza dei miglioramenti.
                            E sicuramente oggi la terra era in una condizione molto buona, come lavorabilità.

                            Grazie, Giuliano...

                            Prossimamente allegherò le foto dell'applicazione, chiaramente provvisoria..solo a scopo "sperimentale"....

                            Allora...
                            Ho riletto rapidamente la discussione.

                            Le lame le ho fatte inclinate a 54° (più orrizzontali dei 45°) rispetto all'albero rotante; il berta mi pareva più sui 50°, ma ho pensato che se stavo più steso spendevo meno energia.
                            Le lame sono attaccate all'albero con una piastrina che è perfettamente a 90°, quindi all'inizio sono così, per poi essere svirgolate 6-7 gradi in uscita; questo per aiutare la centrifuga del materiale nella zona alta.
                            Nella pratica, quando la vite si pianta, non ti da tanto la sensazione che certi parametri siano fondamentali...si invita e basta.

                            Nel centro del perno, causa fretta sperimentale, non ho messo niente, per cui anche a me si "intoppa" il centro vite...pensavo di mettere una piattina che ravanasse quella "zona morta", ma c'è da fare un pezzo che copra il dado fissaggio...

                            Non ho fatto le due piastrine laterali, che dovrebbero impedire all'erba di arrotoalrsi nell'albero...quindi l'erba si arrotolava...

                            Non avevo tagliato l'erba col dece, ma col p.mtc, per cui avevo 6-7 cm d'erba (gramigna) in più...

                            Non avevo messo un carter superiore, quindi ogni tanto dovevo scrollare la trivella dalla terra...

                            Avendo attaccato l'attrezzo alla benna, potevo regolarla come volevo, ma ho capito che è molto più comodo se si autoregola da sola...

                            Per motivi incomprensibili (a regola il motore non gira a 3200 giri...) l'aratro girava a circa 70-80 giri, contro i 120-150 circa ipotizzati dai filmati.
                            Questa bassa rotazione non ha pregiudicato completamente il lavoro, anche se ovviamente oltre ad un 60/70% di terra ben sbriciolata era presente anche un 30/40% formato da zolle più grosse.

                            Il diametro massimo dell'aratro è diventato circa 28 cm; il motore Honda 190 (5,1 cv) è andato bene, anche se lavora al limite; quando la vite è molto bassa, 7-8 cm annegata nella terra, e avanzi, tende a calare..e considerate che io ho lavorato sempre terra appena schiacciata dal bobby...

                            Con due cinghie ZX (pignone 63) non ho avuto problemi di coppia trasmessa.

                            Il risultato non è stato eccezionale, ma è comunque nettamente meglio della fresa che ho usato lo scorso anno.

                            I problemi che ho riscontrato, considerando però la mia scarsa pratica, oltre a quelli già elencati, sono stati:
                            Presenza nel terreno lavorato di tantissime radici non sminuzzate, come quando si zappa.
                            Molta difficoltà nel mantenere la lavorazione ben allineata e ben livellata; l'uso del bobby è servito (e servirà) per fare prove senza la necessità di un mezzo, ma è chiaro che questo sistema si presta molto all'abbinamento con un mtc, magari un pò massiccio, perchè la trivella spinge...

                            A questo punto, volevo apportare alcune modifiche: aumentare il regime di rotazione, mettere le due piastrine anti arrotolamento, mettere un semicarter lato opposto alla benna, e mettere un estattore terra centrale.
                            Aumentare la velocità dovrebbe essere semplice, basta fare due pulegge più piccole e prendere due cinghie più corte; io le pulegge, quando posso, le faccio tutte standardizzate, foro 32 e tre fori interasse 48, per cui dovrei anche avere qualcosa di 140-145 circa.

                            Forse dovevo fare le lame più lunghe?

                            Ultima cosa, effettivamente il rastrello viene buono...senza carter...
                            Attached Files
                            Ultima modifica di Engineman; 02/09/2016, 21:07. Motivo: unito messaggi

                            Commenta


                            • #15
                              Bobmat, sei un personaggio da tenere sott'occhio: potresti rivelarti pericoloso.....

                              Da quello che si può intuire leggendo il tuo resoconto, direi che stai andando nella direzione giusta. Anche a me verrebbe da pensare di aumentare i giri dell'aratro, tieni però a mente che hai a disposizione solo 5 cv.

                              Sarebbe interessante poter variare l'inclinazione delle lame, una sorta di "passo variabile", e vedere le diversità di funzionamento al variare dell'angolo di incidenza col terreno.

                              Commenta


                              • #16
                                Ciao Michele!
                                Sui giri c'è un mistero, ho riguardato la scheda del motore, e dovrebbe girare a 3600; invece farà 2200 giri massimo.
                                Me ne ero accorto anche con il tagliaerba, ma poichè andava benissimo, non ci ho dato molto peso.
                                Ieri ho provato a regolare la battuta del massimo, ma non succede niente.
                                La prossima volta provo a staccare le mollettine ed i rinvii del regolatore centrifugo, per vedere se sale di giri.
                                Ho anche una pistola strobo, posso vedere esattamente che giri fa; sarebbe meglio informarsi bene da qualcuno (chi?), per questa stranezza; potrebbe essere un motore regolato per un cliente a cui serviva un basso regime.
                                Era destinato al montaggio su una motozappa...ma non so che marca.

                                Il discorso del passo regolabile sarebbe interessante, ed in una rivisitazione del mozzo centrale è ampiamente fattibile.
                                In questa versione, ho usato un tubo quadro, e le piastrine di fissaggio, prima di saldarle, le avevo vincolate con una vite centrale, in modo da poter, almeno visivamente, provare i 50° e i 54°.
                                Attaccandosi ad un tubo quadro, si possono saldare le piastrine di ancoraggio lame a delle flange filettate; aumenta un pò l'ingombro, ma è fattibile.
                                Tieni conto che se si cambia l'inclinazione, con una inclinazione "bassa" (più orrizzontale) cala la potenza resistente, ma aumenta il diametro della vite, e ci vuole più tempo ad estrarre il materiale (da qui la minor potenza resistente); mentre con una lama più "verticale" si estrae più velocemente, e ci vuole appunto più potenza, ma la vite è di diametro più piccolo.
                                Questi due effetti (maggior diametro con minor velocità estrattiva e viceversa) possono compensarsi, richiedendo grossomodo la stessa potenza; quindi, cambiando il passo, potrebbe cambiare solamente il risultato della lavorazione

                                Commenta


                                • #17
                                  Originalmente inviato da bobmat Visualizza messaggio
                                  .... quindi, cambiando il passo, potrebbe cambiare solamente il risultato della lavorazione
                                  Perchè dici "solamente" ?
                                  Il risultato finale deve essere la buona lavorazione del terreno e tutte le varie possibilità della macchina devono contribuire a questo raggiungimento.

                                  Commenta


                                  • #18
                                    Approvabile l'idea di variare il passo, ancorché si tratti di costruire un meccanismo da proteggere adeguatamente, lavorando nella terra.

                                    Commenta


                                    • #19
                                      Originalmente inviato da michelelimoso Visualizza messaggio
                                      Perchè dici "solamente" ?
                                      Il risultato finale deve essere la buona lavorazione del terreno e tutte le varie possibilità della macchina devono contribuire a questo raggiungimento.
                                      Intendevo "solamente" senza grosse controindicazioni, e quindi finalizzato solo a quello.
                                      Per Cinghiale:
                                      La semplicità starebbe nel fare il passo variabile, ma non mentre lavora, ossia senza meccanismi.
                                      Se vedi, nella foto ingrandita dell'elica, le piastrine spessore 10 a cui sono avvitate le lame sono saldate al tubo quadro.
                                      Se invece queste piastrine le saldavo ad una flangia, che a sua volta veniva fissata al tubo quadro con quattro viti, facendo vari fori vicini, si poteva fissare le piastrine portalama in più posizioni, così da provare più inclinazioni.
                                      Ma smontando le lame, dopo aver pulito l'attrezzo.
                                      Come test sperimentale, perchè adesso che sono saldate in una posizione fissa... fare un meccanismo "operativo" ad attrezzo in moto esce dalle mie intenzioni e possibilità...

                                      Il catrer di protezione mi sarebbe piaciuto farlo trasparente, per vedere bene, come adesso, l'elica al lavoro...
                                      Ultima modifica di bobmat; 25/05/2012, 21:21.

                                      Commenta


                                      • #20
                                        Allego una foto della "protesi", specificando ancora che è un test mirato a provare il sistema, e quindi non andrà ripetuto in questo modo.
                                        Comunque questo attrezzo si sposa perfettamente col motocoltivatore; invece, fissato in questo modo, è abbastanza antipatico da tenere livellato.
                                        Io ho fatto questo per non costruire una macchina completa, e poi rendermi conto in ultimo di aver sbagliato qualche valutazione.
                                        In realtà sono molto soddisfatto del risultato, con tutte le problematiche annesse, ed il prossimo passo sarebbe un'elica più alta, una motorizzazione più potente, ed un mezzo dedicato allo scopo.
                                        Il mezzo potrebbe essere il veicolo campestre uno, chiaramente ancora incompleto, ma che si presterebbe bene per il fatto di avere due forcelloni livellabili.
                                        Ma si potrebbe usare anche un mezzo manuale, come un mtc, anche con una ruota motrice sola, ed altri appoggi ..
                                        Attached Files

                                        Commenta


                                        • #21
                                          Oggi ho ultimato la lavorazione dell'orto almeno per la prima parte dell'anno (si tratterà di un centinaio di metri in tutto...); quindi per ora pensiono l'aratrino...

                                          Effettivamente qualche problema c'è.

                                          La gramigna si arrotola, ma si impaluga anche tra le lame, fermando la terra; e porta via molta potenza, oltre a costringere a svuotare i vomeri molto spesso.
                                          Dove non c'è gramigna è diverso, ma non si può scegliere le infestanti dei terreni da lavorare...
                                          Poi in questo secondo squadro avevo steso del letame, e il terreno sottostante è molto più umido; paradossalmente, la trivella lavora meglio nel terreno argilloso puro, sbriciolandolo molto bene, mentre in questo squadro il terreno si appallottola di più, e ci sono proprio delle fette di terra a forma di vomere, causate dalla eccessiva plasticità/umidità del terreno.
                                          Ho opeato ugualmente perchè giovedì dovrebbe arrivare acqua, ed ero già mooolto in ritardo...
                                          Però ho notato che il letame è un isolante per la traspirazione del terreno; non si è integrato col terreno come in altre occasioni, forse la fauna era diversa...forse dovevo lavorarlo diversamente, quasi subito...

                                          La potenza di 5,1 cv chiaramente è insufficente, soprattutto in presenza di gramigna.
                                          Due cinghie Z (pignone 63) sono vagamente sufficenti (al pelo) per i 5 cv; sarebbero meglio tre (ma io avevo sul motore un pignone doppio, che avevo fatto per un secondo utilizzo)...

                                          Mi piacerebbe provare sempre lo stesso maccheggio, ma montato tipo su un carriolone...
                                          Penso che le due ruote del motocoltivatore non diano stabilità direzionale, ma aiutino solo in termini di equilibrio; ossia, se la fresa nel lavorare tira più da una parte, avere due ruote non dà più stabilità direzionale, se non per il fatto di averne una praticamente parzialmente guidata in un solco.
                                          La fresa però tende a tirare di quà e di là, a seconda delle durezze che incontra, comprese le radici varie...
                                          Quindi?
                                          Lo sforzo al manubrio di un mtc senza differenziale bloccato come si presenta?

                                          Per Magenu:
                                          Non ho visto bene l'attrezzo del filmato; sembrano due ruote tipo quelle per fresare le radici, con dei terminali dotati di punta Widia; ma ci vorrebbe un fermo immagine dell'attimo di partenza.
                                          E girano forte...
                                          Ultima modifica di bobmat; 29/05/2012, 23:00.

                                          Commenta


                                          • #22
                                            Certi tipi di erbe infestanti ( specialmente quando sono presenti in grosse concentrazioni ), interferiscono con qualunque tipo di attrezzo si stia usando peggiorando la qualità del lavoro.
                                            Di solito si cerca di lavorare prima che le malerbe prendano il sopravvento, oppure può essere utile trinciarle prima di lavorare.
                                            Appare comunque chiaro che il tuo aratro è sottopotenziato e il regime di rotazione un pochino lento.

                                            Un aratro rotativo "poli-rotore" per trattori è esistito.....

                                            Commenta


                                            • #23
                                              Grande!
                                              Proprio come diceva Cinghiale, eliche sfalsate...
                                              Belle anche le lame...gran bel dettaglio...

                                              Infatti ho capito (ma non credo ora...) che devo trovare un sistema comodo per mantenere mossa la terra, per evitare, tra l'altro, tutto quel cordellame...
                                              A metà stagione, una ripassatina...
                                              L'aratro rotativo si presta bene per fare questa ripassatina... preciso, poco assetato di potenza, più penetrante della fresa orrizzontale.
                                              Sto cercando di capire dove montarlo...e quest'anno c'è anche l'EIMA, tanto per farsi delle idee.
                                              Uno dei problemi che abbiamo noi (spero di non essere unico...) è che a fare i lavori così spezzettati e senza un'attrezzatura a regime, la zona orto diventa un campo pieno di dislivelli; ogni tanto bisognerebbe dare una livellata con una ruspa...

                                              Per la rotazione, devo riflettere: l'altra volta ho lavorato ad un regime superiore, e, poichè adesso taglio l'erba con questa configurazione, ho appurato una cosa: l'equilibrio tra la molla di contrasto e la forza delle masse centrifughe funziona molto bene ad un certo regime; ossia la leva si sposta di molto restando nel campo dell'equilibrio.
                                              Spostando la leva rispetto al perno delle masse, il motore sale anche molto di giri, ma l'equilibrio precedente si sfalsa, e appena il motore sforza, la leva non apre di più il carburatore (già apero quasi completamente), e il motore si spegne inesorabilmente.
                                              Quando ho arato la seconda volta ho spento spesso il motore,e ho dato la colpa alla gramigna (e sicuramente incide), ma tagliando l'erba ho notato questo strano comportamento: se fai girare il motore a 3600 giri (diciamo a manetta), hai più potenza, meno coppia, ma quando tocchi ceppi d'erba tosti, mentre a 2200 giri il carburatore apre, e senti il motore sotto sforzo, a 3600 succede qualcosa, adesso non ricordo, non si spegne, ma si ferma il piatto molto facilmente; comunque il taglio dell'erba avviene molto più efficacemente a regime basso che alto.
                                              E adesso me lo spiego così.
                                              Quindi potrei riprovare l'aratro nella configurazione originale del regolatore centrifugo, aumentando però i giri cambiando i diametri della trasmissione, per vedere se i problemi di spegnimento spariscono.
                                              Questa considerazione mi è veuta all'istante, ma qualcosa di vero ci dev'essere...
                                              Comunque ci guarderò meglio per capire cosa ho fatto, e poi cerco di rimetterlo come prima.
                                              Ultima modifica di bobmat; 03/06/2012, 00:29.

                                              Commenta


                                              • #24
                                                Non capisco però quale sarà la srtiscia lavorata rispetto alla posizione delle ruote; quasi centrale?
                                                In una aratura tradizionale, si lavora la terra quasi esternamente al percorso cingoli, in modo che al passaggio successivo i cingoli siano ancora sul terreno non lavorato (penso).
                                                Con il Berta si lavora il terreno praticamente centralmente, ed una ruota passa nel terreno già lavorato.
                                                Funziona nello stesso modo anche questo? tanto l'inclinazione della girante si può impostare con vari valori, penso.

                                                La girante mi piace di più quella multivomere d'epoca, mi dà l'idea che si munisca meno facilmente; la struttura è realizzata per sostenere dei vomeri a tre lame (mi sembra), ma solo perifericamente; sembra libera tutta la zona centrale, e le tre lame sono montate in modo da dare un andamento curvo alla lama "complessiva".
                                                In più, le tre lame hanno sempre un solido appoggio strutturale, e dalla posizione periferica che hanno, è più evidente che la punta dell'attrezzo "scava", e via via che il materiale sale, le lame lo centrifugano maggiormente; maggior velocità centrifuga, e minor velocità ascensionale.

                                                Commenta


                                                • #25
                                                  Questi sono i primi esperimenti, ma gli aratri rotativi sono tutti posti in posizione centrale, con la dovuta inclinazione dell'asse. La terra già lavorata non viene calcata in alcun modo: solo la ruota destra o sinistra, a seconda del senso dell'elica sta nel solco, senza tuttavia passare sulla terra rastrellabile o seminabile, ma solo nel suolo lasciato libero dalla lavorazione immediatamente precedente.

                                                  Commenta

                                                  Caricamento...
                                                  X