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Terreno sterile

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  • Terreno sterile

    Salve a Tutti



    Scrivo per sottoporvi un quesito che riguarda una parte del mio terreno. Anni addietro mio padre decise di spianare detto terreno ma nel farlo venne alla superficie un tipo di terra di colore giallo molto molto pallido, difficilmente lavorabile da umida e inconsistente da asciutta con notevoli difficoltà nel drenaggio dell’acqua. Non essendo esperto in agricoltura e ne tanto meno avendo una cultura scolastica nel campo non so come meglio definirla. Forse eccessivamente argillosa di sicuro poco più che sterile!



    Ora mi domando se esiste un modo per migliorare la situazione. In particolare ho letto nel forum che qualcuno in autunno semina una cultura da sovescio per poi interrarla (in primavera immagino).

    Arricchire quindi il terreno in materia organica.

    Secondo voi sono fuori strada? E si da dove mi consigliereste di cominciare.



    Vi ringrazio in anticipo e spero prima o poi di dare un mio qualche contributo al forum!



    Ciao, Nemo

  • #2
    Intanto che tipo di colture hai provato?
    Foraggere tipo veccia ne produce?
    Se si, la pratica di interrarla a primavera è buona dovrebbe migliorare la qualità e il drenaggio. Comunque qualsiasi residuo di colture cerca di interrarlo, l'aratro usato al momento giusto ti aiuta a migliorarlo.

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    • #3
      hai lòa possibilita' dimettre del letame?
      quanto e' grande °?
      puoi mica fare una verifica del pH?

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      • #4
        Originalmente inviato da HP90
        Intanto che tipo di colture hai provato?
        Foraggere tipo veccia ne produce?
        Se si, la pratica di interrarla a primavera è buona dovrebbe migliorare la qualità e il drenaggio. Comunque qualsiasi residuo di colture cerca di interrarlo, l'aratro usato al momento giusto ti aiuta a migliorarlo.
        Beh per questioni economiche e di opportunità (coltivare non è il mio lavoro principale)coltiviamo solo mais e soia ma in etrambi i casi i risultati sono insoddisfacenti: le sembra che le piante siano tirate giù dalla forza di gravità anzichè puntare verso l'alto...
        Si è provato anni fa con il grano ma non ricordo i risultati; in ogno caso a causa della disposizione del terreno sarebbe difficile coltivare solo le zone interessate dal problema con una coltura differente dalla principale.
        Insomma la speranza sarebbe quella di migliorare quel terreno per tutte le colture... non so almeno rendendolo più drenante...

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        • #5
          Originalmente inviato da ggyno
          hai lòa possibilita' dimettre del letame?
          quanto e' grande °?
          puoi mica fare una verifica del pH?
          Il terreno in questione sarà un paio di ha. Ho tovato una analisi fatta molto tempo fa e sicuramente prima delle operazioni di spianatura che hanno peggiorato la situazione e pare che il PH sia attorno ai 7,5 quindi molto alcalino. Ma bisognerebbe fare una analisi sul terreno attuale.

          Per il letame lo cercherò ma non sarà facile datto l'esiguo numero di stalle rimaste nella zona...

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          • #6
            nemo scusa mi puoi dire delle cose sul terreno?

            giacitura, esposizione, località e comune magari se potessi una foto! credo sia un terreno pseudo tufaceo di post conformazione ma è difficle così potrebbe pure essere un suolo di erosione se non un suolo inquinato.
            grazie

            Commenta


            • #7
              se tu riuscisi a vendere bene il fieno, ti proporrei di inizaire il ciclo di rotazione , con un bel medicaio, pero' non risparmarmiare concimazioni a basr di perfosfato triplo, e cloruro potassico,
              poi esauritoil medicaio, metterei un cereale vernino , a scelta in ordine da quello piu' rustico, la segale, l'orzo, il triticale, il grano duro , il fumento tenero,e li la scelta dipende dachi te lo ritira,e da quanto te lo paga.
              in seguito, da non sotto valutare,
              o il girasole;
              o il sorgo da granella, del tipo bird resistent, cie' di quelli la cui pannocchia , e' leggeremete aristata, di modo che gli uccelli , trovano sgradevole cibarsi,;
              oppure un ciclo corto di mais , un classe 300, seminato a fine marzo,e che finisca il ciclo entro fine luglio , al nord.
              dopo di che o ricominci con una rotazione biennale mais /cereale a paglia, oppure giralole /cereale a paglia
              oppure un anno a set aside/ cereale a paglia

              Commenta


              • #8
                ggyno scusa ma il terreno di cui si parla mi sembra abbastanza marginale e tutta questa roba che elenchi tu è una rotazione intensiva da azienda da medio impasto e senza problemi, mi sembra che stai applicando una sequenza troppo azzardata per un terreno che non si conosce proprio.

                scusa un altra cosa vai col perfosfato triplo in medicaio ma il terreno è ostile di suo quindi sicuramente oltre un probelma di nutrienti c'è qualcosa che non va col pH è unendo le due cose il P non serve a niente così forse si auspicherebbe migliore un concime tipo osmocote a rilascio graduale da dare in febbraio se non considerare proprio l'idea del pascolo ovini non intensivo libero più la concimeazione anzidetta.

                Originalmente inviato da ggyno
                se tu riuscisi a vendere bene il fieno, ti proporrei di inizaire il ciclo di rotazione , con un bel medicaio, pero' non risparmarmiare concimazioni a basr di perfosfato triplo, e cloruro potassico,
                poi esauritoil medicaio, metterei un cereale vernino , a scelta in ordine da quello piu' rustico, la segale, l'orzo, il triticale, il grano duro , il fumento tenero,e li la scelta dipende dachi te lo ritira,e da quanto te lo paga.
                in seguito, da non sotto valutare,
                o il girasole;
                o il sorgo da granella, del tipo bird resistent, cie' di quelli la cui pannocchia , e' leggeremete aristata, di modo che gli uccelli , trovano sgradevole cibarsi,;
                oppure un ciclo corto di mais , un classe 300, seminato a fine marzo,e che finisca il ciclo entro fine luglio , al nord.
                dopo di che o ricominci con una rotazione biennale mais /cereale a paglia, oppure giralole /cereale a paglia
                oppure un anno a set aside/ cereale a paglia

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                • #9
                  Originalmente inviato da cristian
                  nemo scusa mi puoi dire delle cose sul terreno?

                  giacitura, esposizione, località e comune magari se potessi una foto! credo sia un terreno pseudo tufaceo di post conformazione ma è difficle così potrebbe pure essere un suolo di erosione se non un suolo inquinato.
                  grazie
                  Ciao Cristian.
                  Appena possibile posterò quanto mi hai richiesto.
                  In effetti sono daccordo sul tuo commento fatto sui suggerimenti di Ggino (che ringrazio) sopratutto quando vedrete la disposizione del terreno.
                  Ah la zona è ai piedi dei colli euganei che sono di origine vulcanica. Scusa l'ignoranza ma quando usi il termine"tufaceo" ti riferisci a materiale di origine appunto vulcanica?

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                  • #10
                    innanzitutto ti vorrei invitare a non dire ignoranza, qui nessuno è professore e tantomeno ci deve esser fatto.

                    La discussione è molto amichevole per risolvere un problema comune.

                    quando parlo di tufi in un certo senso ricomprendo anche i suoli vulcanici anche se propriamente non sono molto assimilabili.
                    certo ora che mi hai chiarito dove sei e cosa c'era li inizio a pensare che il terreno agrario è giovane e deve ancore maturare per l'agricoltura.
                    ossia deve subire un pò di processi pedologici che permetteno l'esplodere delle caratteristiche fisico chimiche di ogni suolo.
                    cmq ancora non ti dico nulla perché è un pò poco...... farò un'indagine su internet per vedere che esce sui terreni di quella zona.
                    ne riparliamo promesso.
                    Ciao

                    Originalmente inviato da Nemo
                    Ciao Cristian.
                    Appena possibile posterò quanto mi hai richiesto.
                    In effetti sono daccordo sul tuo commento fatto sui suggerimenti di Ggino (che ringrazio) sopratutto quando vedrete la disposizione del terreno.
                    Ah la zona è ai piedi dei colli euganei che sono di origine vulcanica. Scusa l'ignoranza ma quando usi il termine"tufaceo" ti riferisci a materiale di origine appunto vulcanica?

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                    • #11
                      Sara' ma dire che il sorgo , o il girasole , o il medicaio sono coltivazioni intensive....,

                      Se avesse detto di avere un buon terreno avrei consigliato mais da trincito integrale , o loietto , soya..., oppure un intecalare , e poi una colture dopo.

                      Sicuramente un problema di pH c'e', per limitare cosi' tanto l'assorbimento del fosforo, ma mettendo in pratica alla lettera cioe' che i prof . di agraria insegnano, bisogna metterlo comunque possibilmente con i concimi a reazione basica, in caso di terreno acido abbinandole alle calcitazioni, oppure in caso di terreno calcare, ma a grandi linee non mi sembra questo il caso, a concimi a reazione acida , come il solfato ammonio, e il solfato potassico.
                      Siccome ,pare di capire e' un terreno vergine, quello che manca inoltre e'la sostanza organica, e qui c'e poco da fare, o la porti col letame o al crei coi sovesci. Devi solo cercare le piante pioniere, da li andare avanti.

                      Nemo , una ultima domanda, i tuoi vicini confinanti, che colture fanno grandi linee...??

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                      • #12
                        no io non ho detto che quelle coltivazioni sono intensive ma che il piano di rotazione lo è.

                        io credo da un primo sguardo che il terreno non sia del tutto formato per accogliere colture agrarie.

                        i prof. di agronomia dicono molta teoria ma sul campo non sempre si può applicare, ad esempio i terreni acidi non li puoi subito correggere con concimi basici perché la chimica insegna che acido e base originano un sale che viaggia molto bene nella soluzione circolante e raggiunge sempre le radici.
                        un sale non fa bene ne alle piante ne al terreno infatti ne compromette il potere adsorbente.
                        la gessatura mi può star bene ma sicuramente su un terreno con problemi di pH io apporto concimi sub acidi o neutri e sistemo colture favoreli alla sub acidità.
                        per l'apporto di sostanza organica concordo con te con letamazione e sovescio ma i tempi e modi non li so dire ora come ora.

                        Originalmente inviato da ggyno
                        Sara' ma dire che il sorgo , o il girasole , o il medicaio sono coltivazioni intensive....,

                        Se avesse detto di avere un buon terreno avrei consigliato mais da trincito integrale , o loietto , soya..., oppure un intecalare , e poi una colture dopo.

                        Sicuramente un problema di pH c'e', per limitare cosi' tanto l'assorbimento del fosforo, ma mettendo in pratica alla lettera cioe' che i prof . di agraria insegnano, bisogna metterlo comunque possibilmente con i concimi a reazione basica, in caso di terreno acido abbinandole alle calcitazioni, oppure in caso di terreno calcare, ma a grandi linee non mi sembra questo il caso, a concimi a reazione acida , come il solfato ammonio, e il solfato potassico.
                        Siccome ,pare di capire e' un terreno vergine, quello che manca inoltre e'la sostanza organica, e qui c'e poco da fare, o la porti col letame o al crei coi sovesci. Devi solo cercare le piante pioniere, da li andare avanti.

                        Nemo , una ultima domanda, i tuoi vicini confinanti, che colture fanno grandi linee...??

                        Commenta


                        • #13
                          Cristian, ma quando ho avuto professori, che sono anche agricoltori , la musica non cambia....
                          Mi spieghi al differenza tra rotazione intensiva, e coltura intensiva? In quanto la rotazione di coltura non intensive, non puo' dirsi intensiva.
                          Il potere adsorbente e' dato principalmente da 2 fattori
                          il primo e' legato alla sostanza organica, dal rapporto Carbonio/ Azoto, e sopratutto dalla quantita di humus.
                          il secondo dal potere colloidale del terreno stesso, direttamente dal tipo di argille di cui e' composto.
                          Se uno non inizia a coltivarlo anche solo iniziando con delle colture da sovescio per piu' anni, del ravizzone, facelia tancifolia( per la contentezza di quelli che hanno le api), le varie leguminose , per cui non si inizia il processo di humificazione , non arrivi da nessuna parte
                          Perche' se non hai un minimo di fosforo e potassio disponibile , le culture non iniziano a svilupparsi, e se non si forma dell'humus, non diventa da sterile a poco fertile, e mi spieghi da dove arrivano fosforo e potassio, se non liemmetti con i concimi?
                          Dopo tutto Fosforo e Potassio non sono dilavabili, come l'Azoto, perche'sono ben trattenuti, e chi ha fatto analizzare i terreni sa cosa vuol dire , avere il foforo come sali di ferro e alluminio in terreni acidi, e fosfati tricalcichi in quelli basici.

                          In alternativo , potrei proporrei a Nemo, di fare un piantamento di Robinia pseudo acacia, almeno fra 7 oppure 8 anni avra' il primo taglio di legna da vendere, a meno che non si metta di buona lena col motosega ..
                          Ultima modifica di ggyno; 01/11/2006, 00:13.

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                          • #14
                            Originalmente inviato da ggyno Visualizza messaggio

                            Nemo , una ultima domanda, i tuoi vicini confinanti, che colture fanno grandi linee...??
                            Quì intorno si coltiva prevalentemente mais e poi soia o barbabietole ma non saprei quanto queste scelte dipendano dall'economia locale e quanto dalle caratteristiche del terreno.

                            Ah vorrei precisare che il terreno è sempre stato coltivato, prima e dopo cioè che venne effettuata l'operazione di spianatura(ormai 20 anni fa) ma non mi pare che ci siano stati miglioramanti tangibili.
                            Normalmente interriamo la sostanza organica delle colture ma mi pare di capire che sia essenziale per prima cosa effettuare anche una coltura invernaleda sovescio e questo farò gia da quest'anno!

                            Commenta


                            • #15
                              Originalmente inviato da cristian Visualizza messaggio
                              cmq ancora non ti dico nulla perché è un pò poco...... farò un'indagine su internet per vedere che esce sui terreni di quella zona.
                              ne riparliamo promesso.
                              Ciao
                              Bene allora ti ringrazio molto e vedrò quanto prima di postare altri dati ciao!

                              Commenta


                              • #16
                                inizia pure con un sovescio di rafano .

                                Commenta


                                • #17
                                  Nemo , piccolo consiglio inizia con un analisi fisico-chimica del suolo.
                                  Io non ci sto capendo nulla, il suolo che pH ha?
                                  Di che dotazioni di elementi nutritivi si parte?
                                  Se non si ragiona su questi piccoli ma importanti preliminari, non si può stabilire come agire.

                                  Io concordo con Cristian, prima cerchiamo di stabilire qualle sono i problemi, poi si vede come agire.

                                  Commenta


                                  • #18
                                    Allora a me viene in mente questa soluzione; per non saper ne leggere e ne scrivere penso che il terreno sia acido... visto la localizzazione.
                                    Quindi io farei un bel prato stabile che duri 5.6 anni previa una bella calcitazione con 15.16q/ha di ammendante.
                                    Poi se nei dintorni trova chi gli ritira il prato e gli porta il letame è a posto.
                                    Io farei così triticale come cereale; poi trasemino nel cereale trifoglio violetto trifoglio ladino festuca e loietto perenne(a marzo)
                                    Ogni anno una calcitazione di mantenimento penso che sia opportuna.

                                    Commenta


                                    • #19
                                      15 16 quintali di ammendante per calcitazione ad ettaro ho forti dubbi; siamo sicuri di sapere di cosa stiamo parlando?

                                      Originalmente inviato da GiancaMI Visualizza messaggio
                                      Allora a me viene in mente questa soluzione; per non saper ne leggere e ne scrivere penso che il terreno sia acido... visto la localizzazione.
                                      Quindi io farei un bel prato stabile che duri 5.6 anni previa una bella calcitazione con 15.16q/ha di ammendante.
                                      Poi se nei dintorni trova chi gli ritira il prato e gli porta il letame è a posto.
                                      Io farei così triticale come cereale; poi trasemino nel cereale trifoglio violetto trifoglio ladino festuca e loietto perenne(a marzo)
                                      Ogni anno una calcitazione di mantenimento penso che sia opportuna.
                                      per il discorso delle pratensi e del sovescio io credo sia una pratica sostenibile.
                                      sicuramente mi farebbe piacere si potesse apportare del letame maturo in autunno aratura non profonda e poi semina di erbaio polifita annuale il primo sfalcio lo raccogli e il secondo in prefioritura lo trinci e interri con morgano in tre passaggio ad incrociare l'anno dopo ripeti aratura semina di cereale possibilmente tipico di zona e frugale con concimazioni di urea e fosfato biammonico.
                                      per glia nni successivi metti 2 anni a erbaio polifita annuale e poi una coltura depauperatrice meglio sarebbe se un ombrellifera, per la specie lascio a te in base alle colture tipiche di zona, che sono sempre le migliori. Per le dosi di letame propongo 400 quintali ad ettaro pari a 4kg circa a metro quadro (dose indicativa con la possibilita di + / - 1 kg).
                                      e per gli azotati le classiche dosi di 150 180 kg ha di principio attivo
                                      Ultima modifica di cristian; 31/10/2006, 16:25. Motivo: integrazione

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                                      • #20
                                        Originalmente inviato da L85 Visualizza messaggio
                                        Nemo , piccolo consiglio inizia con un analisi fisico-chimica del suolo.
                                        Io non ci sto capendo nulla, il suolo che pH ha?
                                        Di che dotazioni di elementi nutritivi si parte?
                                        Se non si ragiona su questi piccoli ma importanti preliminari, non si può stabilire come agire.

                                        Io concordo con Cristian, prima cerchiamo di stabilire qualle sono i problemi, poi si vede come agire.
                                        A parte che glielo abbimo gia' chiesto di fare una analisi del terreno , per sapere la dotazione del terreno, e nel caso si fossero delle anomalie , per calcitare o gessarlo.
                                        Il problema e' quale coltura mettere a dimora per prima, per iniziare l'avvicendamento.

                                        x cristian
                                        cioe' vieni a dire a me, che fare un medicaio x 3 o 4 anni concimandolo con fosforo e potassio , e poi avvicendarlo con un cereale vernino , facendo una rotazione intensiva, e' sbagliato....

                                        e poi gli consigli di letamare, fare un prato polifita,sovesciare e poi seminare il frumento??
                                        Ma non vedi che al lato pratico e' al stessa cosa?

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                                        • #21
                                          Originalmente inviato da cristian Visualizza messaggio
                                          15 16 quintali di ammendante per calcitazione ad ettaro ho forti dubbi; siamo sicuri di sapere di cosa stiamo parlando?
                                          Io non sono molto esperto ci dici tu il quantitativo esatto?
                                          Io per pratica delle mie terre lavoro così. E non è un quantitativo esagerato per come tu possa pensare. 7-8 q di calce a ha sono nella norma come correttivo.

                                          Calcitazione:
                                          il quantitativo di correttivo calcareo è definito in base la parametro "fabbisogno in calce" determinato tramite analisi di laboratorio. E' anche possibile effettuare una buona stima conoscendo l'acidità complessiva.
                                          Le dosi variano da 1 a 6-7 t/ha
                                          Ultima modifica di GiancaMI; 01/11/2006, 09:49. Motivo: aggiunta

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                                          • #22
                                            Concordo con Gianca MI x i quantitativi di calce per ettaro, sia per la correzione , che per il mantenimento.
                                            Infatti oltre a considerare la quantita' di calco disponibile, e' anche notevole l'asporto sopratutto per il frumento , orzo , e l'erba medica

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                                            • #23
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                                              la clacitazione che tu fai GiancarloMI a me sta benissimo ma ti riporto quanto sopra detto se non sappiamo come stanno le cose non possiamo spingerci oltre. ricordiamo che i concimi portano anche alla fitotossicità e non solo quello.

                                              io ho voluto fare una proposta di massima che salva capra e cavoli in linea di massima, che da' un qualche prodotto e migliora il terreno nel suo complesso, non agisce perciùò solo su di un aspetto.

                                              saluti

                                              Originalmente inviato da ggyno Visualizza messaggio
                                              A parte che glielo abbimo gia' chiesto di fare una analisi del terreno , per sapere la dotazione del terreno, e nel caso si fossero delle anomalie , per calcitare o gessarlo.
                                              Il problema e' quale coltura mettere a dimora per prima, per iniziare l'avvicendamento.

                                              x cristian
                                              cioe' vieni a dire a me, che fare un medicaio x 3 o 4 anni concimandolo con fosforo e potassio , e poi avvicendarlo con un cereale vernino , facendo una rotazione intensiva, e' sbagliato....

                                              e poi gli consigli di letamare, fare un prato polifita,sovesciare e poi seminare il frumento??
                                              Ma non vedi che al lato pratico e' al stessa cosa?

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                                              • #24
                                                ma anche tu aspeorti qualcosa perche' comunque fai un taglio di fieno, e inoltre se ammesso che crescesse , l'erba del prato seminata a settembre , aspoterebbe comunque delle sostanze del terreno, per cui se io faccio una concimazione normale , apporerei quello che la colture asporta.

                                                Per me e' sbagliato mettere a dimora un graminacea, o piu graminacee, perche' sono piante erbacee, fortemente depauperatrici, molto meglio le leguminose, che se da un alto hanno una esigenza maggiore di fosforo e potassio, lasciano nel terreno perlomeno piu sostanza organica, e in secondo luogo, si adattano meglio in terreni difficili, vedi il ginestrino, veccia, lupinella, ect ect.

                                                Ancora piu adattabili, sono le crucifere, ma non essendo leguminose, fruttano meglio la fertilita residua, ma fanno una quantita' decisamente maggioredi residui

                                                Il fulcro di tutto sta nel vedere se una volta ambientato iil medicaio, oppure in ginestrinaio, o se uno vuole il preto polifita, come cresce, perche' se ha un minimo di vigore, si potrebbe anche fare fieno, o farlo durare piu anni, con adeguate concimazioni.
                                                Se viene su stentato, e fosse un prato polifita, come consigli tu, sarebbe da sovesciare, ma non apporti proprio nulla.
                                                Perlomeno, se si sovescia una leguminosa , al primo , max secondo taglio,(e come taglio si potrebbe anche solo intendere una trinciata, con un trinciastocchi)
                                                si avrebbe un po disostanza organica in piu'..

                                                Per cui si potrebbe ipotizzare di dividere il terreno questione in delle particelle, e fare deisaggi di coltivazione, oppure coltivare la parte piu fertile , e fare dei sovesci in quella piu' tosta.

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                                                • #25
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                                                  sai il discorso del polifita è riferito a un misto non esclusivo di graminacee ma è una miscela di varia essenze non prodominanti una sull'altra.
                                                  cmq il secondo taglio io lo trincio e lo interro apportando un prodotto minuto e facilmente attaccabile per l'incremento di S.O. e poi humus (eventualmente)

                                                  per le calcitazioni e le gessature per aumentare il pH io pongo delle riserve per ché: base + acido formano un sale che precipita esce dal giro dell'adsorbenza terricola è per questo a grandi linee che si modifica il pH però si aumenta la salinità del suolo ed è cosa peggiore secondo me.
                                                  l'incremento della salinità porta all'impoverimento, alla deflocculazione e all'avanzamento dello stato astrutturato del suolo.
                                                  io non parlo direttamente di metodi estremi o rotazioni particolareggiate sia perché non conosco la zona sia perché non ho l'analisi del terreno o riferimenti vegetazionali dei fondi confinanti.

                                                  forse non l'ho detto chiaramente prima ma è stato detto e ridetto all'infinito l'intervento del laboratorio.


                                                  Originalmente inviato da ggyno Visualizza messaggio
                                                  ma anche tu aspeorti qualcosa perche' comunque fai un taglio di fieno, e inoltre se ammesso che crescesse , l'erba del prato seminata a settembre , aspoterebbe comunque delle sostanze del terreno, per cui se io faccio una concimazione normale , apporerei quello che la colture asporta.

                                                  Per me e' sbagliato mettere a dimora un graminacea, o piu graminacee, perche' sono piante erbacee, fortemente depauperatrici, molto meglio le leguminose, che se da un alto hanno una esigenza maggiore di fosforo e potassio, lasciano nel terreno perlomeno piu sostanza organica, e in secondo luogo, si adattano meglio in terreni difficili, vedi il ginestrino, veccia, lupinella, ect ect.

                                                  Ancora piu adattabili, sono le crucifere, ma non essendo leguminose, fruttano meglio la fertilita residua, ma fanno una quantita' decisamente maggioredi residui

                                                  Il fulcro di tutto sta nel vedere se una volta ambientato iil medicaio, oppure in ginestrinaio, o se uno vuole il preto polifita, come cresce, perche' se ha un minimo di vigore, si potrebbe anche fare fieno, o farlo durare piu anni, con adeguate concimazioni.
                                                  Se viene su stentato, e fosse un prato polifita, come consigli tu, sarebbe da sovesciare, ma non apporti proprio nulla.
                                                  Perlomeno, se si sovescia una leguminosa , al primo , max secondo taglio,(e come taglio si potrebbe anche solo intendere una trinciata, con un trinciastocchi)
                                                  si avrebbe un po disostanza organica in piu'..

                                                  Per cui si potrebbe ipotizzare di dividere il terreno questione in delle particelle, e fare deisaggi di coltivazione, oppure coltivare la parte piu fertile , e fare dei sovesci in quella piu' tosta.

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                                                  • #26
                                                    non e' detto che per fare delel calcitazioni , necessariamete bisogna usare un sale, se per esempio usiamo delossido di calcio pellettato, non andiamo ad aumentare la salinita', e per certi versi anche se andassimo ad usare il carbonato di calcio in scaglie,perche' e' formato da un acido debole, che non va a incidere sul tasso do salinita'.
                                                    Il problema della destrutturazione del terreno , cmq avviene in quei casi dove si fa un eccesso di uso di liquami suini, protratti per piu anni, e questo non e' il caso in specie, e fare una prova con un pHmetro eletronico , non e'poi cosi' difficile , al di lella granulometria

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                                                    • #27
                                                      no aspetta io non dico di usare un sale ma il sale è il prodotto univoco della reazione di base in ambiente acido indipendentemente dalla sua forza o elettropositività.
                                                      per cambiare il bilanciamento dei prodotti della reazione occorre variare temperatura o pressione ma questo nel suolo (escluso il processo della solarizzazione e o sterilizzazione ) normalmente non si può fare.

                                                      la mia teoria agronomica si basa molto sull'uso di tecniche e prodotti non aggressivi, gli attacchi massicci nel lungo periodo danno risultati peggiori rispetto al gap di produzione più basso che cmq garantiscono interventi più blandi.

                                                      senti vediamo un attimo insieme come migliorare la fertilità cercando un giusto compromesso fra economia e interventi necessari non aggressivi?
                                                      che ne dici?


                                                      Originalmente inviato da ggyno Visualizza messaggio
                                                      non e' detto che per fare delel calcitazioni , necessariamete bisogna usare un sale, se per esempio usiamo delossido di calcio pellettato, non andiamo ad aumentare la salinita', e per certi versi anche se andassimo ad usare il carbonato di calcio in scaglie,perche' e' formato da un acido debole, che non va a incidere sul tasso do salinita'.
                                                      Il problema della destrutturazione del terreno , cmq avviene in quei casi dove si fa un eccesso di uso di liquami suini, protratti per piu anni, e questo non e' il caso in specie, e fare una prova con un pHmetro eletronico , non e'poi cosi' difficile , al di lella granulometria

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                                                      • #28
                                                        ma incorporare una tantum 0.5kg xmetro quadrato di calce, non vuol dire stravolgere un terreno.
                                                        Poi per qualsiasi coltura di insediamento, per rustica che sia, un minimo di syb strato deve averlo...

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                                                        • #29
                                                          avendo letto ciò che avete scritto nelle precedenti risposte credo che sia bene fare chiarezza.
                                                          il fondo in oggetto si è ritrovato dopo la livellazione scoperto del suo strato attivo, mettendo alla luce lo strato sottosuperficiale, detto strato inerte. l'errore agronomico commesso è notevole. il terreno messo alla luce si presenta destrutturato e a reazione alcalina. la destrutturazione o per meglio dire la srutturazione grossolana è dovuta al fatto che il suolo non ha ricevuto precedentemente al suo venire alla luce delle lavorazioni. (lavorazioni profonde che interessano sia lo strato attivo che in parte quello inerte senza riportarlo in superficie-ripper). le caratteristiche chimiche e fisiche risentono prettamente dall'accumulo di sostanze dell'orizzonte superiore. accumulo di argille e sali solubili da ci il ph elevato. come tutti ben sappiamo la basicità non consente o rende difficoltosa la solubilizzazioone dei principali elementi minerali nel suolo, comportando numerosi danni alle piante. pertanto le concimazioni minerali dovranno essere eseguite in dosi maggiorate tenedo conto dell'influenza di tale fattore. gli interventi correttivi sono dei palliativi che solo nel lungo periodo e se applicati in dosi massiccie possono dare dei buoni risultati. sono consigliati numerosi interventi ammendanti al fine di aumetare la dotazione in humus stabile che permette una buona strutturazione del terreno. le lavorazioni sono da effettuarsi nelle epoche idonee e quando il terreno si trova nell'opportuno strato di tempera. il perseguimento di idonee pratiche agronomiche può nel lungo periodo può migliorare lo stato fisico-chimico del sito in oggetto rendendolo pari a quello dei fondi attigui.

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                                                          • #30
                                                            giuba si , pero' oltre a quello che agronomicamente e' da fare correttamnete, quale coltura pioniera si puo' mettere pe iniziare il ciclo colturale?
                                                            meglio gli erbai da sovescio, amemsso che crescano o andare su specie poliennali?

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