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La "punta" del cordone

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  • [Vigneto] La "punta" del cordone

    Ciao tutti,
    nei nuovi impianti a cordone libero o a spalliera o anche a GDC, in genere predisposti alla meccanizzazione completa (potatura e ovviamente vendemmia), sto notando nella mia zona (provincia di Reggio Emilia, pianura) che a partire dal secondo anno, quando si sceglie il tralcio che diventerà il cordone permanente, si tende a prolungarlo arrotolandolo ben oltre il fusto della pianta successiva, arrivando a sovrapporlo al cordone della vite che segue per un terzo o persino per la metà della sua lunghezza.
    Non vorrei sbagliarmi, ma un tempo - almeno dalle nostre parti - questa soluzione non era quasi mai adottata.
    Io vorrei sapere quali sono le motivazioni dietro questa scelta.
    Da quello che ho sentito in giro, servirebbe per riempire i buchi, aumentando la produzione. In realtà negli impianti di qualche anno fa (ad esempio quelli potati a sylvoz o guyot) il cordone terminava immediatamente prima della pianta successiva, per cui non è che ci fossero tutti questi spazi da riempire. Ora però, effettivamente, abbiamo singole piante con una lunghezza media del cordone maggiore (andando questo a sovrapporsi al cordone successivo). Che ciò porti sempre ad una produzione maggiore mi sembra un po' azzardato. Così su due piedi, mi vengono in mente almeno due problematiche: la maggior "densità di gemme" nella porzione dei due cordoni sovrapposti, che si traduce in maggior vegetazione, maggior ombra, insomma più "casino". In secondo luogo, non capisco perché si è tanto corso alla diminuzione delle distanze di impianto se poi siamo finiti a sovrapporre la vegetazione. È come se in un pereto allevato a palmetta andassi a sovrapporre le branche laterali. Mi sembra un controsenso. Tra l'altro sto notando diversi vigneti che vengono "convertiti" a questo sistema: ora io mi chiedo, queste piante avranno sviluppato un apparato radicale in equilibrio con la vegetazione tipica di un cordone di una certa lunghezza. Se poi vado ad allungare questo cordone, almeno per i primi anni, non ci sarà una sorta di squilibrio fra parte aerea e parte radicale?

  • #2
    Io ho adottato questo sistema per rendere più solida la struttura del filare. La sovrapposizione però riguarda solo una decina di cm.. Quanto basta per legare ogni vite alla successiva. Malgrado questo, ho notato due problemi: due punti di vegetazione (dove partono i tralci) troppo vicini e tralci fitti; la punta legata alla curva della vite successiva tende a seccare e la zona di contatto crea un punto che raccoglie umidità. In un caso ho avuto una saldatura (innesto) per approssimazione.
    Sentiamo i più esperti ...

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    • #3
      Personalmente (e sempre provincia di Reggio Emilia) effettuo la sovrapposizione per i 10-15 cm al massimo di cui parlava Cincinnato.
      Non ho mai avuto problemi di innesti e saldature e la motivazione principale, soprattutto nel GDC, è che in questo modo rendi solidale il cordone produttivo con visibili vantaggi durante la vendemmia meccanica. L'obiettivo non è mai una maggiore produzione.
      Il carico superiore di gemme è risibile, e la vegetazione non dà problemi se viene effettuata la pettinatura, pratica INDISPENSABILE nella gestione del GDC e purtroppo ancora snobbata dalla maggior parte dei viticoltori.
      Poi è naturale che se con un sesto d'impianto che prevede un cordone di 1,5 mt allungo la pianta sull'altra per 50-60 cm allora creo più danno che altro...

      Lorenzo
      Az. Agr. Il Tralcio

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