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Viticoltura: Portinnesti E Cloni

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  • [Vigneto] Viticoltura: Portinnesti E Cloni

    X ROTARNORD:
    eccomi qua come ti dicevo.
    Devo rimpiazzare delle fallanze nel pinot grigio, ho scelto:
    Vivai Tutzer portinnesto Richter (o nome simile..., non lo ricordo mai il nome esatto) + clone SMA514.

    Mi è stata consigliata la stessa combinazione anche per un futuro reimpianto completo del vigneto, o per un nuovo vigneto con sesto d'impianto uguale.
    Caratteristiche mio vigneto:
    largh filari circa mt.5/5.50, distanza tra le piante cm60 (circa 3300 piante/ettaro).
    Tale combinazione consigliata, portinnnesto molto vigoroso e clone equilibrato, mi darebbe una produzione di circa 4kg uva per pianta.

    Vorrei un tuo parere.

    Grazie ciao
    Stefano
    Ultima modifica di steba; 10/04/2006, 23:09.

  • #2
    Ti ho risposto in pvt

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    • #3
      Recupero questo post per chiedervi:
      Ho fatto domanda di espianto per ca 4000m di Chianti colli Fiorentini e circa 1000m di IGT.
      Per il reimpianto mi sarei orientato a Sangiovese per il chianti e merlot per igt.
      L'ultimo reimpianto (fatto 6 anni fa) ho parecchi problemi di mal dell'esca. Qualcuno mi sa proporre dei cloni particolarmente resistenti, sia per i rimpiazzi di s giovese sia per i nuovi impianti di s giovese e merlot?
      Tutto da mettere nelle colline intorno a Firenze....

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      • #4
        non mi risulta che i cloni in commercio abbiano dichiaratamente qualche resistenza particolare... né ho letto studi in proposito; si tratta di attacchi fungini, forse alcune varietà hanno una risposta più rapida a impregnare di fenoli le ferite delle potature, e quindi sono più resistenti alla penetrazione dei funghi, ma sono risposte fisiologiche, non so quanto evidenti a livello clonale...

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        • #5
          La domanda sorge da alcune osservazioni in campo:
          Ho alcune viti molto vecchie (piantate nel 56) che assolutamente non sono colpite da mal dell'esca. Il vigneto l'ho dovuto estirpare a causa della non meccanizzabilità di nessuna operazione, ma qualche pianta l'ho tenuta. I vigneti nuovi (piantati nel 2001 e nel 2003) mostrano già le prime vittime... Da qui la domanda se per caso dipende la resistenza dal portainnesto e quindi l'lulteriore richiesta di consigli in materia... (oltre che affidarsi al buon Dio o per i non credenti alla buona sorte)

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          • #6
            Purtroppo per il mal dell'esca non c'è nulla da fare...
            Nessuna varietà è resistente a questa malattia causata da un fungo che vive nelle parti legnose della vite.

            L'unica cosa possibile è la prevenzione.
            Perciò è consigliabile evitare tagli di grosse dimensioni alle viti, disinfettare forbici ed eventuali strumenti di taglio (benzimidazolici, rame, alcol), estirpare e bruciare i resti di vigne infette, evitare concimazioni azotate eccessive e intervenire immediatamente con rameici in caso di ferite da grandinata.

            Forse il tuo caso è scaturito dalla presenza di vecchie vigne magari appena infette dall'esca e poi trasmessa alle viti nuove con le forbici di potatura.

            Pensa che da noi un vicino è riuscito a trasmettere con le forbici una forma di eutipiosi da albicocco ad un vigneto di refosco con esiti piuttosto negativi...

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            • #7
              Portainesti della vite

              Ciao a tutti,
              come portiinesto da vite nella nostra azienda si è sempre usato il K5BB secondo me e un buon portinesto per terreni non calcarei e fertili.
              Volevo un aiuto pechè devo fare un nuovo vigneto in collina su terreno che non aveva viti mi è stato consgliato il 420A pechè va bene in impianti fitti e terreni siccitosi ed è un portinesto poco vigoroso.
              Voi che nè pensate? Qualcuno lo ha usato o lo usa? In Quali zone? quale sono le sue impressioni?
              La scelta del portinesto è dificile ma io non ho esperieza sul 420A Aiutatemi.
              Il buon vecchio K5BB non mi ha mai tradito...alcuni miei colleghi con l' SO4 si sono fregati prechè non ha mantenuto le promesse e stanno tornando indietro.
              Spero molto che la vostra eperienza mi dia una mano.
              Saluti e grazie.

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              • #8
                il 420 A è un portinnesto ottenuto da incrocio vitis berlandieri X riparia, come il Kober 5 BB... nella nostra zona sono entrambi molto diffusi, io li ho provati sia con forme d'allevamento espanse che nella classica controspalliera e posso dirti che sono effettivamente "cugini".. il 420 radica male e quindi per i vivaisti non è il massimo, comunque le barbatelle di 1° categoria hanno solitamente apparati radicali ben sviluppati; nei nuovi impianti la partenza è più lenta con il 420 A, che poi però si rivela più equilibrato, soprattutto a spalliera; il kober se i terreni sono fertili tende a fare più legno, comunque ti posso garantire che messi fianco a fianco, non è che ci sia la differenza tra il giorno e la notte...
                a metà maggio metto a dimora 600 barbatelle in vasetto di nebbiolo innestato su 420 A... ovvero come complicarsi la vita! comunque sono curioso di vedere anche questa, e spero di cavarmela...
                esistono comunque molte prove comparative tra i principali portinnesti innestati sulla medesima varietà e clone che tengono conto sia dei principali parametri vegeto-produttivi sia delle analisi su mosti e vini; nella maggior parte il Kober e l'SO4 danno più vigore, più quantità e vini meno strutturati; il 420A è un portinnesto più "attuale" , più qualitativo; se riesco ti trovo qualche sito anche se mi sono interessato in prevalenza di syrah e nebbiolo...

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                • #9
                  noi qui avevamo il vigneto impiantato meta con il kober 5bb e meta' con il 420A
                  ci sono pregi e difetti di tutti e due i portainnesti , come del resto in tutto il monferrato e langa
                  tralasciamo il kober 5bbe suo cugino l' so4
                  Il 420A non e' nuovo , e' soltanto che ogni tanto viene tirato fuori , i pregi , secondo me , sono molti, il primo e' che resiste molto bene al calcaree, di piu' rispetto al kober 5bb, ed e' molto meno vigoroso, e produce meno , qualita dove i limiti delle denominazioni di origine , impongono bassi quantitativi ad ettaro di uva;
                  ma oltre a non attecchire bene , teme il freddo, e i ristagni di acqua , per attenzione a fare i trattamenti dopo che ha piovuto e si compatta il terreno , sopratutto se si sceglie di lavorare l'intefilare.
                  Una cosa che ho notato sul freisa, e la crescita dei tralci, e della lunghezza degli inernodi, in cui nel 420a partono di un dimanetro normale , e avendo gli internodi ravvicinati , fendono a filare cioe ad avere in punta dei tralci di un diametro molto esile, per cui se si fa una potatura povera , ma lunga come nel guyot ad archetto , quando vai a legare i tralci bisogna stare attenti a non romperli sopratutto gli anni dopo le estati siccitose, per cui un occhio di riguardo alle concimazioni fosfo potassiche di mantenimento.

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                  • #10
                    Molte grazie a tutti e due mi sono chiarito abbastanza le idee.
                    saluti.

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