La crisi continua e non si vedono vie d'uscita...
Crisi bovino da carne: prezzi bassi e alti costi produzione
“I costi di produzione continuano a crescere e i prezzi dei bovini ristagnano su quotazioni troppo basse. Nell’ultimo anno i costi alimentari sono cresciuti di oltre il 25% e oggi si assiste ad un aumento del prezzo del mais che da anni non si registrava. I prezzi dei bovini da macello dopo essere diminuiti del 8–15%, a seconda della categoria, oggi non decolla. La situazione per gli allevamenti è diventata ormai insostenibile”. La grave denuncia arriva dall’Asprocarne Piemonte, che rilancia la crisi del settore del bovino da carne.
I primi sintomi di difficoltà si erano già rilevati alla fine dello scorso anno quando, dopo i primi 8 mesi di vivacità sul fronte dei prezzi e soprattutto un costo di produzione su livelli accettabili, le quotazioni avevano cominciato ad avere una leggera flessione che da allora non è rientrata sui valori di inizio 2006. I primi mesi del 2007 hanno confermato il trend negativo dei prezzi dei bovini da macello che sono andati via via scendendo fino a toccare i loro minimi a fine di giugno e ad oggi non si sono ancora riscontrati segnali di rialzo e a contribuire alla crisi si sono aggiunti gli aumenti dei prezzi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione. Oltre a grano e orzo, che hanno subito sensibili aumenti nel post raccolta, oggi si sta assistendo anche ad una corsa per il rialzo del mais, che ha già superato la soglia dei 20 euro al quintale e che sicuramente metterà ulteriormente in crisi il settore che utilizza questa materia prima come base per la produzione di carne di alta qualità.
“L’aumento del prezzo del mais – afferma Mario Panero, presidente dell’Asprocarne Piemonte - è sicuramente un’ulteriore difficoltà a cui far fronte in questo periodo delicato, bisogna ammettere tuttavia che l’aumento dei costi di produzione ha interessato altresì le produzioni vegetali ed in particolar modo quella del mais, si evidenzia tuttavia in questi giorni una speculazione che è tipica delle settimane antecedenti il periodo di raccolta. Il problema è che a fronte di questi aumenti dei costi di produzione, i prezzi dei bovini sono sui livelli di 25 anni fa. In questa situazione, su alcune categorie di bestiame, le perdite oscillano tra i 250 e i 400 euro a capo". A condizionare la profonda crisi si aggiunge un calo dei consumi domestici, che ha toccato quota – 8% nei primi mesi del 2007 (dati Ac Nielsen), e che stenta a riportarsi sui livelli dello scorso anno, oltre alla difficoltà di riuscire a posizionare in modo appropriato sul mercato la produzione Piemontese.
Crisi bovino da carne: prezzi bassi e alti costi produzione
“I costi di produzione continuano a crescere e i prezzi dei bovini ristagnano su quotazioni troppo basse. Nell’ultimo anno i costi alimentari sono cresciuti di oltre il 25% e oggi si assiste ad un aumento del prezzo del mais che da anni non si registrava. I prezzi dei bovini da macello dopo essere diminuiti del 8–15%, a seconda della categoria, oggi non decolla. La situazione per gli allevamenti è diventata ormai insostenibile”. La grave denuncia arriva dall’Asprocarne Piemonte, che rilancia la crisi del settore del bovino da carne.
I primi sintomi di difficoltà si erano già rilevati alla fine dello scorso anno quando, dopo i primi 8 mesi di vivacità sul fronte dei prezzi e soprattutto un costo di produzione su livelli accettabili, le quotazioni avevano cominciato ad avere una leggera flessione che da allora non è rientrata sui valori di inizio 2006. I primi mesi del 2007 hanno confermato il trend negativo dei prezzi dei bovini da macello che sono andati via via scendendo fino a toccare i loro minimi a fine di giugno e ad oggi non si sono ancora riscontrati segnali di rialzo e a contribuire alla crisi si sono aggiunti gli aumenti dei prezzi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione. Oltre a grano e orzo, che hanno subito sensibili aumenti nel post raccolta, oggi si sta assistendo anche ad una corsa per il rialzo del mais, che ha già superato la soglia dei 20 euro al quintale e che sicuramente metterà ulteriormente in crisi il settore che utilizza questa materia prima come base per la produzione di carne di alta qualità.
“L’aumento del prezzo del mais – afferma Mario Panero, presidente dell’Asprocarne Piemonte - è sicuramente un’ulteriore difficoltà a cui far fronte in questo periodo delicato, bisogna ammettere tuttavia che l’aumento dei costi di produzione ha interessato altresì le produzioni vegetali ed in particolar modo quella del mais, si evidenzia tuttavia in questi giorni una speculazione che è tipica delle settimane antecedenti il periodo di raccolta. Il problema è che a fronte di questi aumenti dei costi di produzione, i prezzi dei bovini sono sui livelli di 25 anni fa. In questa situazione, su alcune categorie di bestiame, le perdite oscillano tra i 250 e i 400 euro a capo". A condizionare la profonda crisi si aggiunge un calo dei consumi domestici, che ha toccato quota – 8% nei primi mesi del 2007 (dati Ac Nielsen), e che stenta a riportarsi sui livelli dello scorso anno, oltre alla difficoltà di riuscire a posizionare in modo appropriato sul mercato la produzione Piemontese.
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