Grazie mille Gabriele.
In effetti non ho fatto alcune precisazioni.
Il padre del mio amico, che cede il trattore a 3000 euro, non ha la partita iva in quanto non esercita più attività agricola. L'acquirente è un ragazzo del Marocco che vuole esportare il trattore nel suo paese di origine, a mezzo di container.
La fattura che ho visto riguardava l'acquisto di un altro trattore sempre destinato all' esportazione in Marocco, e sempre acquistato dallo stesso ragazzo marocchino.
Dunque l'esenzione IVA è regolare, in questi casi?
Il problema ora è il documento da utilizzare per comprovare la cessione, in quanto senza p.iva ovviamente non è possibile emettere fattura. L'acquirente potrebbe emettere autofattura, però sinceramente è una casistica che non ho mai affrontato. Un caso simile, ma di vendita fra soggetti italiani, l'ho risolto con una semplice certificazione firmata da entrambi i soggetti. Importante anche che l'esportatore marocchino rediga i corretti documenti necessari per l'esportazione (modelli DAU). Resta sicuro comunque il fatto che non vi è iva da versare da parte del padre del tuo amico. comunque mi informo e se ci sono novità ti faccio sapere.saluti.Gabriele
io credo che puoi comprarlo anche senza p.iva, non ho mai sentito che non si possa, conosco gente che lavora da dipendente e ha comprato mezzi e attrezzature....o male andando lo fai fatturare a uno con la p.iva e poi lo passi da usato, è di sicuro più semplice che aprire un'attività che non esiste e andare poi a chiuderla
fatto questo sei al punto di prima, anche se usato senza la P.iva non te lo puoi intestare. il nome sul libretto rimarrebbe sempre quello del possessore di p.iva e non puoi nemmeno assicurarlo.
Poi la vedo difficile che un'azienda si metta in carico 1 trattore per poi rivenderla il giorno dopo allo stesso prezzo. qual cosa ci deve guadagnare pure lui e allora conviene spendere 100€ e aprire una P.iva
Se non sbaglio ho visto che si può aprire una azienda agricola anche se si ha un'altro lavoro,ma cosa si deve avere per poter vendere(se si possono vendere...) i prodotti che coltivi oltre alla partita iva?Si possono venderli a negozi di ortofrutta?O solo se hai te uno spaccio?Grazie per le risposte.
Se non sbaglio ho visto che si può aprire una azienda agricola anche se si ha un'altro lavoro,ma cosa si deve avere per poter vendere(se si possono vendere...) i prodotti che coltivi oltre alla partita iva?
Si possono venderli a negozi di ortofrutta?O solo se hai te uno spaccio?
Ovviamente puoi vendere a chi vuoi....per lo spaccio aziendale (o extra-aziendale), ti invito a leggere questa discussione: Vendita Diretta in Agricoltura (Dgls 228/01)....... dove eventualmente puoi esporre ulteriori domande, dubbi, ecc.
Ok?
Saluti.
salve,siccome sono interessato all'aquisto di un trattore nuovo volevo fare un paio di domande:ma se uno lavora come dipendente(io) può avere la partita iva??? quali svantaggi ci sono nel comprare il trattore senza partita iva???
Per quanto riguarda "l'accoppiata" agricoltore-lavoratore dipendente guarda qua, dove si parla di IAP con altro impiego. Comunque nulla vieta a chi non è agricoltore di professione di aprire p.iva agricola.
Ti trovi nell’area tematica “Diritto Agrario”, cioè, l'insieme delle norme aventi ad oggetto rapporti di diritto privato e pubblico inerenti all'agricoltura.
Per l'altro tuo quesito qua trovi qualcosa di interessante...
Ciao a tutti,
se avessi un terreno che produce frutta/ortaggi in eccedenza ai miei bisogni personali, posso vendere queste eccedenze senza avere un'azienda agricola, ma avendo già p.iva, inps e iscrizione alla cciaa in tutt'altro settore? C'è una regolamentazione per questo tipo di vendita?
Grazie
Ciao!
Ultima modifica di Potionkhinson; 23/05/2008, 20:54.
Motivo: Messaggio spostato
Ciao a tutti,
se avessi un terreno che produce frutta/ortaggi in eccedenza ai miei bisogni personali, posso vendere queste eccedenze senza avere un'azienda agricola, ma avendo già p.iva, inps e iscrizione alla cciaa in tutt'altro settore? C'è una regolamentazione per questo tipo di vendita?
Grazie
Ciao!
In questa discussione si parla di vendita diretta in agricoltura e credo tu possa trovare qualcosa di utile:
Ti trovi nell’area tematica “Diritto Agrario”, cioè, l'insieme delle norme aventi ad oggetto rapporti di diritto privato e pubblico inerenti all'agricoltura.
per quanto riguarda l'esercizio di più attività con la stessa partita iva:
In generale è comunque possibile fare ciò che dici; paghi l'Inps secondo prevalenza, la partita iva rimane la stessa,devi solo comunicare all'Agenzia delle Entrate e alla Camera di Commercio competente, mediante i modelli predisposti, che eserciti un'ulteriore attività.saluti. Gabriele
essendo un agricoltore part-time ed alle prime armi, avrei un paio di domande, fatta questa premessa:
Da pochi mesi ho affittato un terreno di 4 ettari che seminerò a grano duro (5-6.000 euro di incasso se tutto va bene) e mi è stato consigliato di aprire una partita iva in regime di esonero fino a 7.500 euro, poichè in questo modo mi fattureranno l'acquisto del seme ed avrei maggiori possibilità di ricevere i contributi dell'Agea.
1) Aprendo quel tipo di partita partita iva quali obblighi ho dal punto vista fiscale o la tenuta di scritture o libri contabili, posso fare questi adempimenti da solo perchè sono semplici formalità o dovrò ricorrere ad un commercialista, con aggravio dei costi?
2) mi è stato detto che con quel tipo di partita iva, sono esonerato dal pagamento dei contributi inps, è vero ciò?
Grazie.
Per quanto riguarda ciò che chiedi, innanzitutto il regime di esonero di cui parli ha come limite massimo di ricavi 7000 euro e non 7500.
In tale regime, i vantaggi sono indubbi e riducono notevolmente i costi di tenuta contabilità in quanto NON vi é obbligo di:
- emettere fatture di vendita e registrare corrispettivi;
- registrare fatture e quindi tenere la contabilità;
- effettuare le periodiche liquidazioni d'imposta;
- presentare comunicazione annuale IVA e dichiarazione IVA.
In generale dovrai dunque solo conservare le fatture di acquisto, mentre per quanto riguarda la vendita del grano duro, il centro di raccolta emetterà regolare autofattura a conferma della tua cessione;
ogni anno presenterai inoltre la Dichiarazione dei Redditi.
Come vedi è un regime molto semplice che non azzera completamente gli obblighi contabili, ma che per essi prevede costi limitati.
Per quanto riguarda i Contributi Previdenziali ciò che dici non è completamente corretto, nel senso che non sono legati alla scelta del Regime, in quanto anche chi è in regime ordinario (oltre 7000 euro di ricavi,IVA sugli acquisti detraibile, IVA sulle vendite da versare) può non iscriversi all'INPS.
L'iscrizione all'INPS è la discriminante principale fra chi è coltivatore diretto o IAP (Imprenditore Agricolo a titolo principale) e fra chi è semplicemente IA (Imprenditore Agricolo).
Questa differenza è fondamentale per quanto riguarda l'accesso a determinati contributi quali quelli previsti dal Piano di Sviluppo Rurale, ma non influisce sull'apertura P.IVA e contributi Agea.
Quando dici "l'accesso più facile ai contributi Agea" credo tu intenda "l'accesso ai contributi Agea", in quanto mi risulta che se non hai P.IVA e quindi Azienda Agricola non può richiedere contributi di tal genere.
Spero di essermi spiegato abbastanza chiaramente...
saluti
Gabriele
Ultima modifica di Potionkhinson; 14/10/2008, 15:58.
Motivo: messaggi spostati (eliminato il link alla presente discussione).
Si, anche io ho aperto partita iva in regime di non contabilità in quanto sono agricoltore Part time..
Essendo che quest'anno non ho fatto nessuna fattura, il prossimo anno devo fare 730 (come faccio normalmente ) o modello Unicov???
Si, anche io ho aperto partita iva in regime di non contabilità in quanto sono agricoltore Part time..
Essendo che quest'anno non ho fatto nessuna fattura, il prossimo anno devo fare 730 (come faccio normalmente ) o modello Unicov???
Il fatto di non aver fatto fatture non influisce sul tuo quesito. Il regime di esonero è legato al volume d'affari max annuo di 7000 euro (con particolarità se si tratta di cessioni di beni ammortizzabili).
Puoi tranquillamente fare il 730, eccetto i casi che puoi leggere nell'articolo di cui allego il link . La causa di esclusione più evidente è l'obbligo della presentazione del modello 770, che incorre nel caso in cui avessi qualche parcella, fatturata all'azienda agricola, di professionista (geometra,agronomo,notaio,avvocato, ecc.)
Questo articolo è molto interessante, ma chiaramente è riferito all'anno d'imposta 2007 (quindi dichiarazione 2008, spedita entro il 30 settembre c.a.). Potrebbero esserci novità per la prossima dichiarazione, quindi consiglio di rimanere informati.
Grazie Gabriele,vuol dire che ci aggiorneremo a febbraio...
Per adesso mi sembra di capire che non devo fare niente....
Grazie ancora
Poniamo che nel 2009 la situazione rimanga pari pari a quella attuale. Tu come lavoratore dipendente presenti il 730. Come agricoltore in esonero puoi, in alternativa presentare modello Unico (740) oppure utilizzare lo stesso 730 per dichiarare i tuoi redditi agrari/dominicali. Puoi anche presentare, in alternativa, solo il 740, all'interno del quale, nel quadro RC, riporterai i dati comunicati dal tuo datore di lavoro tramite mod. CUD. Spero di essere stato chiaro!
Si, Gabriele, però io nel 2008 redditi da agricoltura non ne ho avuto.
Ho solo in comodato i terreni di mio padre.
A questo punto sul 730 cosa devo mettere????
Ciao e grazie.
Zampa
Si, Gabriele, però io nel 2008 redditi da agricoltura non ne ho avuto.
Ho solo in comodato i terreni di mio padre.
A questo punto sul 730 cosa devo mettere????
Ciao e grazie.
Zampa
Allora compilerai il 730 unicamente per i redditi da lavoro dipendente. Vi erano, in un passato recente, dubbi su chi dovesse dichiarare i redditi agrari derivanti da terreni concessi in comodato d'uso. Alcuni parificavano il comodato all'affitto, e quindi il proprietario doveva dichiarare il reddito domenicale, mentre il comodatario (tu in questo caso) il reddito agrario.
Questo passaggio mi sembra smentisca tutto ciò:
art. 26 Testo Unico delle Imposte sui Redditi
I redditi fondiari concorrono, indipendentemente dalla percezione, a formare il reddito complessivo dei soggetti che possiedono gli immobili a titolo di proprietà, enfiteusi, usufrutto o altro diritto reale...
Il comodato non è un diritto reale quindi nulla devi dichiarare.
Si, Gabriele, però io nel 2008 redditi da agricoltura non ne ho avuto.
Ho solo in comodato i terreni di mio padre.
A questo punto sul 730 cosa devo mettere????
Ciao e grazie.
Zampa
Scusate se mi intrometto.
Nel 2008 hai avuto i terreni in gestione?
Se la risposta è si, indipendentemente dalle fatture tu devi dichiarere il reddito agrario e dunque dovrai fare, nel 2009, il modello Unico.
Il reddito agricolo per il fisco non è dato dalle fatture emesse ma dal reddito agrario dei terreni lavorati!
Questo deve essere ben chiaro a tutti.
Infatti non si pagano le imposte sul reddito fatturato, anche se tu fossi, per ipotesi, in regime IVA normale (come il sottoscritto)!
Eventualmente si paga l'IVA che eccede le fatturazioni, ma non si pagano tasse sul fatturato netto (entrate - uscite), e questa è la grossa differenza di calcolo delle imposte tra agricoltura ed altre attività.
L'IRPEF in agricoltura si paga anche se l'azienda è in perdita.
Scusate se mi intrometto.
Nel 2008 hai avuto i terreni in gestione?
Se la risposta è si, indipendentemente dalle fatture tu devi dichiarere il reddito agrario e dunque dovrai fare, nel 2009, il modello Unico.
Il reddito agricolo per il fisco non è dato dalle fatture emesse ma dal reddito agrario dei terreni lavorati!
Questo deve essere ben chiaro a tutti.
Infatti non si pagano le imposte sul reddito fatturato, anche se tu fossi, per ipotesi, in regime IVA normale (come il sottoscritto)!
Eventualmente si paga l'IVA che eccede le fatturazioni, ma non si pagano tasse sul fatturato netto (entrate - uscite), e questa è la grossa differenza di calcolo delle imposte tra agricoltura ed altre attività.
L'IRPEF in agricoltura si paga anche se l'azienda è in perdita.
Ciao Alberto!Riprendo l'argomento con piacere, in quanto particolarmente interessante.
Intanto con "terreno in gestione" si dice tutto o niente. Avere un terreno in gestione può significare condurlo a vario titolo.
Se ZAmpa fosse affittuario dei terreni del papà, non avrei niente a ridire su quanto sostieni tu. Il reddito agrario è dichiarato da chi conduce il fondo con regolare contratto d'affitto.
Il problema si pone però nel momento in cui ZAmpa dichiara che i terreni del papà sono in comodato d'uso gratuito (l'aggettivo gratuito è superfluo, in quanto per sua natura il comodato non può prevedere il pagamento di un canone, altrimenti parleremmo di locazione).
Prima ho citato l'art. 26 del Testo Unico delle Imposte sui redditi, lo incollo nuovamente aggiungendo un particolare fondamentale:
"concorrono a formare il reddito complessivo dei soggetti che possiedono gli immobili a titolo di proprietà, enfiteusi, usufrutto o altro diritto reale, salvo quanto stabilito dall’art. 33 (imputazione del reddito agrario), per il periodo d’imposta in cui si è verificato il possesso".
L'art. 33 richiamato recita:
Imputazione del reddito agrario 1. Se il terreno è dato in affitto per uso agricolo, il reddito agrario concorre a formare il reddito complessivo dell'affittuario, anziché quello del possessore, a partire dalla data in cui ha effetto il contratto.
Ho analizzato la questione anche in altri testi e riporto pari pari dalle istruzione per la compilazione mod. Unico 2008:
Terreno in comodato La titolarità del reddito agrario (artt. 1803 e segg. c.c.), in presenza di un terreno dato in comodato e utilizzato per attività agricole (come previste dall'art. 32 del D.P.R. n. 917/1986), è oggetto di considerazioni contrastanti, sia a livello dottrinale che giurisprudenziale.
Lo scopo del trasferimento del reddito agrario in capo all'affittuario, qualora egli svolga attività agricole, obbedisce ad una logica corretta e lineare. Per tale motivo una interpretazione letterale della norma esclude ogni passaggio di titolarità di reddito agrario dal comodante al comodatario svolgente attività agricola. La giurisprudenza tributaria si è pronunciata più volte a riguardo, attenendosi per lo più al dettato normativo per il quale titolari del reddito agrario sono i titolari di diritto reale del bene da cui scaturisce il reddito, eccezion fatta per i terreni dati in affitto per uso agricolo (Commissione Tributaria Centrale, Sez. XII, 22 gennaio 1985, n. 451).
La situazione sembra abbastanza delineata, comunque attendo ulteriori pareri.
Ragazzi, siete stupendi a chiarire tutte queste norme in modo che i neofiti possano comprenderle..
Mi aggiunto alla discussione chiedendo qualche consiglio:
ho acquistato un trattore per la mia attivita' allevatoriale.
Sono in regime di IVA in esonero da settembre 2008.
A questo punto l'iva so di non poterla scaricare, so che non produrro' nessun reddito per l'anno in corso e penso i prossimi due, so che non ho una particolare gestione contabile per le eventuali fatture emesse/ricevute.
La mia domanda e': posso comunque chiedere incentivi alla comunita' montana per l'attivita' anche se in iva in esonero?
Ragazzi, siete stupendi a chiarire tutte queste norme in modo che i neofiti possano comprenderle..
Mi aggiunto alla discussione chiedendo qualche consiglio:
ho acquistato un trattore per la mia attivita' allevatoriale.
Sono in regime di IVA in esonero da settembre 2008.
A questo punto l'iva so di non poterla scaricare, so che non produrro' nessun reddito per l'anno in corso e penso i prossimi due, so che non ho una particolare gestione contabile per le eventuali fatture emesse/ricevute.
La mia domanda e': posso comunque chiedere incentivi alla comunita' montana per l'attivita' anche se in iva in esonero?
Grazie a tutti!
Ciao Zaira!Ho letto che hai acquistato un bel JD!Rispondo per la parte di mia competenza, o che credo sia di mia competenza!
Zaira.
Ciao Zaira!Ho letto che hai acquistato un bel JD!Rispondo per la parte di mia competenza, o che credo sia di mia competenza!
In rete ho trovato vari esempi di bandi per Comunità Montane; in alcuni come beneficiari si comprendevano aziende agricole con il titolare in possesso della qualifica di IAP. In altri si citavano come beneficiari dell'aiuto le aziende agricole, senza distinzione fra IAP e non IAP.
Il mio consiglio quindi è di procurarti il regolamento del Bando che ti riguarda e leggere attentamente i requisiti necessari.
Se dovesse essere richiesto il requisito di IAP, e nel caso l'investimento fosse da te ritenuto necessario per la tua attività, si aprirebbero una serie di complicazioni, in quanto dovresti ottenere tale requisito (vedi questo argomento: http://www.forum-macchine.it/showthread.php?t=24658), nonche variare regime fiscale (in quanto per ottenere i requisiti di IAP, come leggerai, devi dimostrare che il 50% del tuo reddito deriva dall'attività agricola e che ci impieghi il 50% del tuo tempo lavoro.
Ritengo sia possibile variare regime fiscale anche se nel modellino di apertura P.IVA hai optato (come a suo tempo ti avevo descritto) per il regime di esonero.
Chiaramente prima di fare ciò devi valutare se questa trafila sia necessaria e conveniente (ottenimento contributo) e soprattutto e prima di tutto, impugnare il bando e leggerlo; potrebbe essere sufficiente essere titolari di P.IVA in ambito agricolo e quindi non servire nessuna variazione.
saluti
Gabriele
P.S.:non è un argomento riguardante unicamente i regimi fiscali, ma penso i moderatori non si arrabbino più di tanto!
Avendo un' altro lavoro si può aprire un' altra partita IVA se si, devo pagare i contributi? O mi bastano quelli che già pago con il mio altro lavoro? L' IVA agevolata per i prodotti esiste nel mio caso?Che altre tasse dovrei pagare?
Avendo un' altro lavoro si può aprire un' altra partita IVA se si, devo pagare i contributi? O mi bastano quelli che già pago con il mio altro lavoro? L' IVA agevolata per i prodotti esiste nel mio caso?Che altre tasse dovrei pagare?
1)Se, come desumo, sei già intestatario di P.IVA per attività imprenditoriale, ovviamente non puoi aprirne un'altra, in quanto allo stesso soggetto può essere riconducibile una unica P.IVA.
2)Diversamente se sei socio di società (come lavoro principale), puoi tranquillamente aprire una P.IVA sulla tua posizione individuale; in quanto TU persona fisica sei soggetto diverso dalla Società di cui fai parte.
Se comunque sei già imprenditore individuale, nessuno ti vieta di assegnare alla stessa P.IVA un'attività secondaria agricola, tenendo ovviamente contabilità separata. Ciò significa che la tua prima attività "prosegue" indipendetemente dall'attività agricola (fatturazione progressiva con numerazione distinta, Dichiarazione IVA unica ma con due moduli distinti, ecc..).
La distinzione fra le due attività è definita dai famosi "Codici di classifica zione delle Attività economiche", particolari codici che distinguono un'attività dall'altra (che sia commerciale, professionale, agricola ecc.).
Se sei già possessore di P.IVA, non farai altra che compilare (o farti compilare) il mod. AA9/9, nel quale segnalerai l'apertura di attività agricola con la P.IVA preesistente.
Se già versi i contributi previdenziali con la tua attività principale, nulla sarà dovuto come attività agricola.
Capitolo imposte: se l'attività agricola sarà mera attività di seminativi, i redditi agrari e dominicali dei terreni si sommeranno al reddito già dichiarabile con l'attività principale e concorreranno al calcolo dell'IRPEF dovuta.
Potresti pagare IRAP (uso il condizionale perchè vi è un'esenzione fino ad un determinato importo di volume d'affari).
Potresti pagare ICI (se proprietario di terreni).
Innanzitutto ti ringrazio per la chiara e tempestiva risposta.Dalle tue parole denoto una conoscenza approfondita delle leggi in questa materia.Per IVA agevolata intendo quella che si incassa nella vendita dei cereali!Per quanto riguarda la PAC ho diritto di riceverla?
Innanzitutto ti ringrazio per la chiara e tempestiva risposta.Dalle tue parole denoto una conoscenza approfondita delle leggi in questa materia.Per IVA agevolata intendo quella che si incassa nella vendita dei cereali!Per quanto riguarda la PAC ho diritto di riceverla?
Beh, se non conoscessi un po' la materia non mi avrebbero affibbiato quel titolo che leggi sotto il mio nick....
Per IVA agevolata credo tu intenda il regime speciale agricolo, quello che ti permette di versare (l'eventuale) IVA dovuta come differenza fra l'IVA ordinaria e la percentuale di compensazione assegnata.
Es: se vendi mais, ad esso è assegnata un'aliquota IVA del 4%. La relativa percentuale di compensazione è pure essa del 4%, quindi versarai l'IVA pari a 4%-4%= 0.
Se vendi miele, l'IVA ordinaria è fissata nel 10%, quella di compensazione come 8,8%, quindi effettivamente verserai l'1,2%.
Tale possibilità è garantita solo se opti (in Dichiarazione IVA, per questo particolare regime agevolato).
Per quanto riguarda la PAC non vi sono problemi, essa non dipende dall'essere IA o IAP. Il moderatore Potionkhinson saprà sicuramente illustrarti approfonditamente quest'ultimo particolare, però per tale quesito vai qui.
Salve,
mio padre ha acquistato un anno fa un trattore usato e, vorrebbe intestarlo a lui! Per far equesto, bisogna aprire una p.iva, come da voi indicato.
Ora mio padre è in pensione e volevo sapere se l'apertura della p.iva con regime di esonero possa variare la sua situazione diciamo dichiaratoria. La p.iva servirebbe solo per l'intestazione delle macchine agricole e, visto che ho delle arnie di api, le dichiarerei sempre a suo nome: in questo caso è possibile usufruire dei contributi riservati all'apicoltura anche se, si effettuano produzioni per consumo proprio?
Non emettendo alcuna fattura ma, gli acquisti effettuati non potranno esser scaricati nella dichiarazione dei redditi?
Non sono molto pratico di queste cose....
Grazie
Ciao a tutti.
Pendso finalmente di aver trovato 3D giusto
Vi espongo il mio problema, che ho cercato di risolvere leggendo nei vari argomenti, ma non mi sono chiarito le idee.
Io ho dei terreni, ho capito che per intestare un mezzo agricolo targato devo aprire una partita IVA. e ho capito che basta andare all'agenzia delle entrate. (se ho capito male correggetemi vi prego).
Sottolineo che il mezzo mi serve per lavori saltuari che svolgo nei fine settimana allo scopo prettamente ludico-sfogo in quanto svolgo un'altra attività come dipendente, e non ho alcuna possibilità di vendere alcun prodotto, quello che produco, pochi ortaggi e legna sono per casa, e le due capre che ho (regolarmente registrate con libro stalla) non credo che mi diano da vivere.
A questo punto mi chiedo:
1-concretamente cosa devo dire all'agenzia delle antrate? cioè come si chiama questa figura collegata alla partita IVA? è corretto dire "attività agricola parziale"?
2-dal punto di vista fiscale, quali sono gli oneri che devo sostenere? devo pagare contributi? che tasse devo pagare ogni anno che apro questa benedetta partita IVA?
3-nel 730 che faccio regolarmente, devo riportare qualche cosa? e se si, in quale riquadro?
Salve,
mio padre ha acquistato un anno fa un trattore usato e, vorrebbe intestarlo a lui! Per far equesto, bisogna aprire una p.iva, come da voi indicato.
Ora mio padre è in pensione e volevo sapere se l'apertura della p.iva con regime di esonero possa variare la sua situazione diciamo dichiaratoria. La p.iva servirebbe solo per l'intestazione delle macchine agricole e, visto che ho delle arnie di api, le dichiarerei sempre a suo nome: in questo caso è possibile usufruire dei contributi riservati all'apicoltura anche se, si effettuano produzioni per consumo proprio?
Non emettendo alcuna fattura ma, gli acquisti effettuati non potranno esser scaricati nella dichiarazione dei redditi?
Non sono molto pratico di queste cose....
Grazie
Salve, mio padre ha richiesto oggi la seguente P.iva: è quella in oggetto della discussione a contabilità ridotta?
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