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Motori-ruota a pistoni: che ne pensate?

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  • Motori-ruota a pistoni: che ne pensate?

    Volevo discutere con qualcuno che abbia esperienza oleodinamica(Luca N.1, Peppo, Renotcha, Challenger, Sergiom, Urbo, Marco B.,ma anche altri che non conosco) in merito ad un sistema di trasmissione oleodinamica, se così si può definire, di possibile applicazione su alcuni miei veicoli.

    Questa soluzione mi è stata prospettata tempo fa da un amico molto capace( le idee brillanti non fanno parte del mio dna), ma non l'ho messa in pratica a suo tempo, per motivi di spazio e di scetticismo.

    Ora che posso interfacciarmi con una platea di provata esperienza, volevo sentire la vostra opinione, e, se possibile, avere qualche informazione.

    Questo amico mi aveva consigliato, per dare moto ad una ipotetica ruota, di farlo abbinando tangenzialmente alla suddetta ruota due o più pistoni oleodinamici,che con la loro corsa ne garantissero la rotazione. Un pò come le vecchie locomotive a vapore dei film western, per intenderci.

    Questa soluzione, con molte differenze costruttive, penso sia sempre esistita, e so che recentemente la Calzoni ha prodotto un motore-ruota realizzato proprio con questo principio, con cinque pistoni, incamerati per l'appunto all'interno di una ruota.

    I vantaggi sono evidenti: per una bassissima velocità di rotazione, non esistono meccanismi interposti tra il generatore di forza e l'elemento utilizzatore che possano ridurre il rendimento del sistema, e lo sforzo da applicare a ruota quasi ferma si può dosare con molta precisione.

    Di contro, gli svantaggi sono rappresentati solo dall'atigianalità della realizzazione(comlicazioni nei cambi di flusso, ingombri,punti di attacco alle strutture); un prodotto industrializzato,con i pistoni ed distributori all'interno della ruota ne è sicuramente esente.
    Praticamente sono motori a pistoni radiali.

    Ora, nella" mia piccola realtà di hobbista", potrei realizzare una soluzione del genere alimentando i pistoni con delle elettrovalvole pilotate da dei sensori posti in corrispondenza dei relativi punti morti, e con un distributore manuale gestire i due sensi di rotazione.

    Ma poichè i pistoni li realizzo in proprio, avrei delle chances di semplificare l'impianto tubi inserendo un apposito cassetto di distribuzione in ogni pistone, per far sì che terminata la corsa in un verso, ricominci automaticamente nel verso opposto.

    Ora, dei pistoni con queste prestazioni esistono sicuramente già, e vorrei chiedere a Luca N.1( e compagni ) se ha dei pdf al riguardo( o dei link di costruttori,od altro), giusto per non partire dall'età della pietra, e sfruttare l'affinamento già fatto da altri.

    Questo è il primo punto da chiarire; per quanto riguarda il numero di pistoni ed il loro posizionamento, vi tedierò in futuro.
    Che ne pensate?

  • #2
    Un sistema del genere faceva muovere un vecchio escavatore Laltesi che avevamo in azienda anni orsono. Come minimo ti servono 2 pistoni ogni ruota, sfasati tra loro di 90°. Il meccanismo di distribuzione non era complesso, ma la velocità lasciava molto a desiderare.

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    • #3
      Intanto ti ringrazio dell'interessamento; volevo appunto informazioni sui disrtiburori dei pistoni per avere un quadro più chiaro delle problematiche. Momentaneamente la lentezza del movimento la posso accettare.

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      • #4
        Avevo pensato, come soluzione "base", ad un distributore ricavato nel tappo del pistone: questo tappo, ovviamente flangiato e non filettato, porta una lavorazione fuori centro che ospita le cinque cave per un cursore a centro chiuso di 16 mm.
        Con fresature sfalsate di 90 gradi si aprono le porte A, P, e T all'esterno del tappo. La porta B si apre dentro il tappo.

        Il cursore viene pilotato da un lato dal pistone e dall'altro da una rondella fissata tra asta e occhio, nella fase "morta" in cui spinge l'altro pistone( o cilindro).

        E' un pò seccante fare il tappo completamente di ghisa; si potrebbe tentare in ergal, che è una lega molto performante per limitare l'usura ( non so fino a che punto).

        Può andare bene un centro chiuso in questo caso( i due pistoni sono alimentati contemporaneamente da un distributore tradizionale a leva; uno lavora sempre, ed in certe fasi lavorano tutti e due, ma mai nessuno)?

        Ovviamente se esistono soluzioni più semplici, o disegni di pistoni già predisposti, io attendo fiducioso.

        Non avendo molta dimestichezza con internet, anche coi nomi delle aziende vado poco in là; mi occorrono proprio dei link, come Sergiom ricorderà bene.

        Alla prossima.

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        • #5
          Per Michelelimoso: per velocità che lascia molto a desiderare cosa intendi? Almeno 3-4 km all'ora spero...

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          • #6
            Io la vedo una complicazione inutile per muovere um mezzo leggero, dando per scontato di repererire i pistoni a prezzo basso tutto il resto valvole ecc ti porta ad un costo elevato.

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            • #7
              Originalmente inviato da bobmat Visualizza messaggio
              Avevo pensato, come soluzione "base", ad un distributore ricavato nel tappo del pistone: questo tappo, ovviamente flangiato e non filettato, porta una lavorazione fuori centro che ospita le cinque cave per un cursore a centro chiuso di 16 mm.
              Con fresature sfalsate di 90 gradi si aprono le porte A, P, e T all'esterno del tappo. La porta B si apre dentro il tappo.

              Il cursore viene pilotato da un lato dal pistone e dall'altro da una rondella fissata tra asta e occhio, nella fase "morta" in cui spinge l'altro pistone( o cilindro).

              E' un pò seccante fare il tappo completamente di ghisa; si potrebbe tentare in ergal, che è una lega molto performante per limitare l'usura ( non so fino a che punto).

              Può andare bene un centro chiuso in questo caso( i due pistoni sono alimentati contemporaneamente da un distributore tradizionale a leva; uno lavora sempre, ed in certe fasi lavorano tutti e due, ma mai nessuno)?

              Ovviamente se esistono soluzioni più semplici, o disegni di pistoni già predisposti, io attendo fiducioso.

              Non avendo molta dimestichezza con internet, anche coi nomi delle aziende vado poco in là; mi occorrono proprio dei link, come Sergiom ricorderà bene.

              Alla prossima.
              Dovresti fare uno schizzo ......vuoi utilizzare il principio dei motori a pistoni radiali,ma con una differente realizzazzione dei pistoni e della distribuzione dell'olio, per quale motivo?.....è evidente che ti occorre molta coppia ed un basso numero di giri con una regolazione dell'avanzamento parzializzabile, perchè?
              Sei obbligato ad inglobare il motore sulla ruota?
              Una soluzione idrostatica a circuito chiuso,con pompa e motori a cilindrata variabile (tipo muletto) potrebbe andare bene ugualmente?
              Luca C.

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              • #8
                Ragazzi, mi avete demolito...provo a rispondere, anche se la logica delle vostre osservazioni è inattaccabile.

                Per Luca:

                Probabilmente mi sono espresso male nel primo messaggio, ma è obbiettivamente difficile spiegare ciò che in pratica è un concetto: io non faccio quello che mi serve, mi servo di quello che faccio(pardon, che riesco a fare..). Sembra un gioco di parole...

                Fondamentalmente non voglio realizzare dei pistoni radiali con una diversa distribuzione, semplicemente non conosco la distribuzione di questi compopnenti, e cerco di immaginare come poter automatizzare il ciclo andata-ritorno.

                E' ovviamente difficile spiegare un particolare senza l'aiuto grafico, ma se esistono già dei pistoni che permettono questo mi sarebbe utile uno schema costruttivo. E' chiaro che, per semplificare, potrei usare un'elettrovalvola per ogni pistone, ma, non prendermi per matto, mi piacerebbe provare a realizzare i distributori in proprio, e visto che di pistoni di queste dimensioni già ne ho fatti, pensavo di eseguire un componente modificato per questa esigenza; comunque qualche schizzo sui distributori te lo manderò,quando imparo il metodo, così, se ne hai voglia, mi spieghi alcune cosette(e ti fai delle crasse risate..).

                Nel manipolare la trasmissione idrostatica della minipala( i motori erano orbitali), ho avuto modo di sfiorare pregi e difetti di questa soluzione; che posso sempre riutilizzare, se riesco a recuperare i componenti a basso costo.

                Volevo capire se una soluzione del genere poteva essere utilizzabile, se meritava un approfondimento, e, nel caso, che strumenti mi sarebbero stati necessari per realizzarla.

                Quindi mi andrebbe benissimo una tradizionale trasmissione idrostatica, ma vorrei capire se questa soluzione può sostituirla, almeno per rotazioni basse, nella versione da me realizzabile.

                Non sono obbligato a mettere i motori nelle ruote, perchè l'eventuale applicazione può essere ancora ampiamente manipolata; devo capire di che trasmissioni mi posso servire, e al momento di applicarle sarò pronto(si, per morire di vecchiaia...) con la scelta più opportuna.

                Per Challeger:

                Schiaffeggiami pure moralmente( per arrivare ad una soluzione razionale sono "disposto a tutto"); pensa che ho qui per terra un avantreno di una Polo completo di giunti, mcperson, marmitta e radiatore, che con due pignoni e due corone tra il differenziale ed i giunti diventa anche "ridotta".
                Potrebbe forse sembrare che vado a cercare le complicazioni col lanternino?
                Effettivamente non é la soluzione giusta per il discorso che abbiamo fatto di là.
                Però dimmi: hai visto delle soluzioni in cui si usano dei motori radiali,tipo quelli della Calzoni?

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                • #9
                  Sono andato a vedere i prodotti della Saispa, dei motori a pistoni radiali a cilindrata variabile: sono avvilito, con il mio progettino da locomotiva da far west... ma da dove sono uscito, dal medio evo? cosa mi dice la testa? vado a dormire che è meglio..

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                  • #10
                    Dai un occhiata al sito della poclain,se ti interessa il motore a pistoni radiali e aplicazioni su veicoli "campestri"
                    Luca C.

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                    • #11
                      Sono sempre dell'idea che per muovere un ipotetico mezzo che potrebbe arrivare in corso di operatività a circa 2000 kg non servono complicazioni idrauliche, che oltretutto credo siano difficilmente reperibili in demolizioni ancora in buono stato, io sceglierei la soluzione tutta meccanica, piu facilita di trovare materiali di recupero.

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                      • #12
                        Per Luca: vado subito. Poi avrei alcune domande "secche" da farti, giusto per eliminare qualche dubbio. Io non ho la flat: si capisce, vero?

                        Per Challenger: sono d'accordo con te, l'unico dubbio sulla meccanica riguarda la mobilità, il "raggio zero". Però considera che credo di avere comunque una chance con la trasmissione tipo "piccolo motocoltivatore", che dopo sei anni di evoluzione è diventata abbastanza interessante: è un pò comlicata, ma permette il raggio zero con l'utilizzo di due leve come l'idraulica, è esente da manutenzione per alcuni anni( con i miei utilizzi), ed è solo meccanica; per questo motivo la volevo mettere alla prova su un veicolo di quattro-cinque quintali.

                        Però volevo anche approfondire questa soluzione, almeno a livello teorico, od eventualmente su un campione monoruota, se lo meritasse; per questo motivo volevo continuare a parlarne con voi.

                        Mi raccomando, finchè ce la fate( lo so come sono, lo so), state con me.

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                        • #13
                          Per Luca: veramente goduriose quelle schematizzazioni; non sapevo come fossero strutturati i motori a pistoni radiali, adesso almeno lo so; TUTTO molto interessante, grazie ancora.

                          Commenta


                          • #14
                            Originalmente inviato da bobmat Visualizza messaggio
                            dopo sei anni di evoluzione è diventata abbastanza interessante: è un pò comlicata, ma permette il raggio zero con l'utilizzo di due leve come l'idraulica, è esente da manutenzione per alcuni anni( con i miei utilizzi), ed è solo meccanica; .
                            Metti qualche foto,per vedere le modifiche effettuate...
                            Luca C.

                            Commenta


                            • #15
                              Con le foto devi aspettare ancora, perchè non sono attrezzato; so che la visione di un'esecuzione dice molto sul metodo di lavoro, e appena riesco provvederò; intanto però appena ti avrò posto le domande che ti ho preannunciato, descriverò questa soluzione(probabilmente nella discussione "veicolo campestre") a Challenger ed anche a te, ovviamente, perchè nel frattempo mi è venuta in mente una variazione; ovviamente sarò prolisso come sempre. A presto, e grazie della compagnia.

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                              • #16
                                Originalmente inviato da bobmat Visualizza messaggio
                                Intanto ti ringrazio dell'interessamento; volevo appunto informazioni sui disrtiburori dei pistoni per avere un quadro più chiaro delle problematiche. Momentaneamente la lentezza del movimento la posso accettare.
                                Una volta lo smontammo per sostituire degli O-Ring e mi ricordo di come rimasi spiazzato dalla semplicità del funzionamento.
                                Sto cercando di ricordare, ma non riesco a visualizzare nel dettaglio.
                                L'unica parte mobile era il pistone stesso che , a seconda della posizione, apriva e/o chiudeva delle luci ricavate direttamente nel perno fisso ( l'altro perno era rappresentato dalla manovella sulla corona dentata del cingolo ).
                                Quando la manovella si trovava in alto, le luci si aprivano consentendo il flusso in una direzione, mentre passato il punto morto del pistone le luci si aprivano in modo da invertire il flusso all'interno del cilindro senza influire sul distributore, che rimaneva aperto sempre alla medesima maniera.
                                Non so quanto possiate aver capito......
                                Attached Files
                                Ultima modifica di michelelimoso; 20/12/2010, 23:25. Motivo: aggiunto disegnino con paint....

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                                • #17
                                  Per Luca: parto con due "domande".

                                  1) Per realizzare un ciclo andata-ritorno automatico con un pistone tradizionale il sistema più semplice è quello di utilizzare una elettrovalvola pilotata da due sensori(magnetici o meccanici) posizionati sul pistone stesso?(si) ci sono altri sistemi?

                                  2) Due pistoni alimentati in parallelo, incernierati dal lato stelo ad una ruota nello stesso punto, e dal lato cilindro alla struttura in modo che essi siano a 90 gradi tra loro(in configurazione chiusa) possono essere pilotati con valvole a centro chiuso senza l'aggiunta di una valvola di scarico?(si, perchè non c'è un momento in cui l'olio non possa trasformare la sua pressione in movimento almeno su un pistone).

                                  Tra parentesi ho messo le risposte che mi sono venute durante la scrittura delle domande stesse; se non vanno bene fammi le correzioni.

                                  Per quanto riguarda il "piccolo motocoltivatore" si tratta di un mezzo di circa 50-60 kg, con motore da 4,5 cv, meccanica a cinghie tensionabili, con una particolare soluzione per dare la trazione alle ruote, risultato di diverse modifiche proprio per risolvere questo problema.

                                  Il lavoro svolto su questo mezzo non ha nessuna giustificazione, è stato solo un modo di fare in maniera molto complessa una cosa diversamente abbastanza banale(quando riuscirò a mandare delle foto le commenterò e potrai capire...).

                                  Però è stato un modo per fare diverse esperienze, e nell'ultima versione(che ormai lavora senza modifiche significative da tre stagioni) il banale problema di dare trazione alle ruote è stato risolto in un modo apparentemente esageratamente complesso, ma che si presta benissimo per impostare una trasmissione meccanica a raggio zero su un veicolo un pò più grande; l'esperienza è stata molto positiva, e mi piacerebbe fare una versione "maggiore" per razionalizzare un pò la costruzione e verificarne le potenzionalità.

                                  Non si tratta di un'invenzione, ma solo un'applicazione di materiale originariamente destinato ad altro, e probabilmente non ha le caratteristiche di semplicità esecutiva che ne permetta un utilizzo, se uno non ha tanto tempo da perdere.

                                  In pratica ho realizzato una connessione idraulica sull'albero delle ruote che mette in comunicazione una leva sul manubrio con l'interno dell'albero stesso; poi ho reso folli le ruote sull'albero, metre alle estremità dell'albero stesso ho fissato due dischi da freno da scooter. Dentro le ruote ho posizionato due pinze da freno da scooter,che girano insieme ad esse, e prendono l'olio dall'albero.

                                  Quando accendo il motore i dischi girano a vuoto, e se tiro la leva li rendo solidali con le pinze, ovvero con le ruote. E' un modo di usare i freni come frizioni. Ha un'azione molto modulare, consumo irrisorio delle pastiglie, e posso tenere il tagliaerba in folle quanto voglio dove non c'è bisogno della trazione; se lascio il manubrio la macchina ovviamente si ferma, cosa importantissima con la barra falciante.

                                  Su questo veicolo c'è la controindicazione che, per smontare le ruote, occorre staccare i tubi dell'olio(un dettaglio...), ma è frutto della somma delle modifiche, sul nuovo si risolve tranquillamente.

                                  Se sei arrivato a leggere fin qua significa che mi sono sp.....to completamente. A presto.

                                  Per Michelelimoso: era quello che volevo sapere; adesso vado a rileggere bene, e se non capisco ti chiederò dei chiarimenti(auguri...). Comunque grazie.
                                  Ultima modifica di Alle; 22/12/2010, 09:02.

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                                  • #18
                                    Originalmente inviato da bobmat Visualizza messaggio
                                    1) Per realizzare un ciclo andata-ritorno automatico con un pistone tradizionale il sistema più semplice è quello di utilizzare una elettrovalvola pilotata da due sensori(magnetici o meccanici) posizionati sul pistone stesso?(si) ci sono altri sistemi?.
                                    Si,il sensore magnetico o di prossimità penso sia l'ideale visto che sei obbligato a prendere come riferimento la posizione del pistone o della ruota?.....esistono altri sistemi realizzati tramite valvole di sequenza,ma queste effettuano lo scambio tenendo conto della pressione.....non fanno al caso tuo

                                    Originalmente inviato da bobmat Visualizza messaggio

                                    2) Due pistoni alimentati in parallelo, incernierati dal lato stelo ad una ruota nello stesso punto, e dal lato cilindro alla struttura in modo che essi siano a 90 gradi tra loro(in configurazione chiusa)
                                    Alimentati in parallelo come? alimenti camera grande di uno e camera grande dell'altro? oppure camera grande di uno e camera piccola dell'altro? ......in ogni caso non penso che tu possa alimentarli in parallelo,per ottenere la rotazione della ruota.........
                                    Non avrai mai entrambi i pistoni in configurazione chiusa.
                                    è questo quello che intendi?(non far caso alla fattezza del disegno,è solamente per capire se stiamo parlando della stessa cosa)
                                    Attached Files
                                    Luca C.

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                                    • #19
                                      Hai ragione: sono le due elettrovalvole che pilotano i pistoni che sono alimentate in parallelo dal distributore manuale che pilota l'avanti-indietro della ruota; torno tardi che cerco di spiegarmi meglio; adesso mi scade il login.

                                      Poi provo a fare un disegno con paint, se riesco.

                                      Provo a mandare solo uno schizzo; il testo lo mando separatamente.

                                      Per Michelelimoso: ho guardato il disegno, e ti faccio delle domande ulteriori, se ti ricordi.
                                      ..
                                      La distribuzione dell'olio la fa la boccola di snodo del cilindro(saldata al cilindro o ricavata da un fondello pieno saldato al cilindro) che ha quattro luci disposte in quadrato: due (sfalsate a rombo) comunicano con l'nterno del cilindro e le altre due(in modo opposto)comunicano con il tubo che porta l'olio dall'altra parte lato stelo.

                                      Questa boccola di snodo prende l'olio da una boccola interna, che sul diametro esterno presenta due luci affiancate che si fasano con quelle precedentemente dette, ed all'interno comunica con i due raccordi che vengono dal distributore a leva che aziona il senso di rotazione.

                                      Quando il cilindro ruota, le due luci affiancate alternano la loro sovrapposizione alle quattro "in quadrato" invertendo di fatto il flusso dell'olio.

                                      Può essere?

                                      Questa boccola interna( o perno) era saldata al telaio?
                                      Come era trattenuro in posizione il cilindro, con un dado o con un seiger?

                                      Se sì, sarà stata ovviamente di materiale tenero; sai se ci fossero degli or che dividevano le fasce anulari corrispondenti alle rispettive luci ed al relativo raccordo, oltre ad un or esterno?(più probabile).

                                      Oppure la tenuta tra le luci era garantita dalla tolleranza molto stretta come nei distributori tradizionali?(improbabile, dato il certo consumo del suddetto perno).

                                      E' possibile che vi fosse una boccola dura interposta tra il pistone ed il perno? se vi fosse stata doveva essere bloccata in fase da qualcosa.

                                      Con che pressione massima(approssimativa) pensi potessero lavorare questi pistoni? di che diametro erano(approssimativamente), e di che peso era la macchina?
                                      Stop.

                                      A parte queste elugubrazioni notturne, ti ringrazio già tantissimo per le informazioni che mi hai dato, e per il disegno che hai allegato; ho provato a copiarti con paint, ma ci devo lavorare sopra ancora...

                                      Per luca: ho allegato in un messaggio precedente uno schizzo orrendo.

                                      E' venuto purtroppo il momento di chiarire alcune cose(onde evitare che io dica idiozie come prima).

                                      Guarda lo schizzo: se in questo momento io dò olio ai due pistoni dal lato cilindro(opposto al lato stelo), essi tenderanno ad allungarsi. Mentre quello a destra trasferisce una gran forza sullo snodo senza generare movimento, quello in basso metterà in rotazione la ruota in senso antiorario.

                                      Dopo 45 gradi il pistone a destra comincerà a contribuire alla rotazione, mentre quello inferiore comincerà a calare la sua spinta.
                                      Dopo altri 45 gradi(siamo a 90) il pistone a destra sarà a metà corsa( non esattamente, a causa della lunghezza reale del pistone stesso) e spingerà con la forza massima, mentre quello sotto sarà in stallo come il suo compagno all'inizio.

                                      Un pò come i pistoni dei sollevatori telescopici, che per vincere i momenti "fiacchi", sono abbinati con inclinazioni nettamente diverse, ma sono alimentati comunque insieme(credo, non li ho mai smontati).

                                      Se non mettiamo nessuna elettrovalvola che inverta il flusso dell'olio, dopo altri 45 gradi(siamo a 135) la rotazione si ferma, perchè la spinta del pistone a destra deve di fatto contrastare la spinta del pistone inferiore, ed il sistema si ferma quando le due spinte sono in equilibrio(circa a 45 gradi).

                                      Ma torniamo indietro di 45 gradi(siamo sempre a 90).Se invece quando il pistone inferiore è verticale e nella sua massima estensione, invertiamo il fusso olio di questo pistone dando olio dal lato stelo, il pistone destro comincia a calare la sua spinta, ma garantisce la rotazione,ed il pistone inferiore invece comincia a tirare. Di fatto la rotazione continua in senso antiorario.

                                      Dopo altri 45 gradi(siamo a135) il pistone inferiore comincia a tirare , mentre quello destro comincia ad esaurire la spinta.

                                      Dopo altri 45 gradi(siamo a180) il pistone inferiore tira con la sua massima forza, mentre quello a destra è arrivato alla massima lunghezza. Adesso con un'altra elettrovalvola dedicata a questo pistone invertiamo il flusso olio di questo pistone (il destro), dando olio lato stelo. la rotazione è sempre garantita dall'altro pistone, mentre questo comincerà a tirare.

                                      Dopo altri 45 gradi(siamo a 225) il pistone inferiore comincerà a tirare con meno forza, mentre quello destro comincerà invece a tirare con più forza
                                      . Dopo altri 45 gradi(siamo a270) il pistone inferiore sarà in stallo, mentre quello destro starà tirando al massimo. A questo punto invertiamo il flusso olio del pistone inferiore, dando olio al lato cilindro. la rotazione sarà garantita dal tiro del pistone destro.

                                      Dopo altri 45 gradi(siamo a 315) il pistone inferiore comincia a spingere, mentre quello destro comincia a calare il tiro. Dopo altri 45 gradi(siamo a360) siamo tornati nella situazione di partenza, e se al pistone destro invertiamo il flusso olio, dando olio al lato cilindro, tutto continua.

                                      Quindi io alimento sempre i pistoni, ma attraverso una elettrovalvola per ogni pistone inverto i flussi olio. Queste elettrovalvole sono pilotate da dei sensori magnetici ad inizio e a fine corsa pistone (in realtà in posizione di minima e massima corsa) che faranno effettuare il ciclo descritto prima.

                                      Se con il distriburire a leva che a monte alimenta in PARALLELO(è qui che nel post precedente ho cannato) le due elettrovalvole inverto il flusso, inverto il ciclo descritto prima( in modo logorroico) ed inverto il senso di rotazione della ruota.

                                      Quindi, se ci sei ancora, riprendo la domanda: queste due elettrovalvole posso farle con il cursore a centro chiuso? il corpo valvola può essere del tipo a cinque cave(ti manderò poi uno schizzo del corpo valvola, quando avrò imparato ad usare paint, per capirsi meglio)?

                                      Comunque, se hai letto i post di MIchelelimoso, la stessa cosa si può fare con un distributore angolare a luci sovrapposte. Che era quello che tentavo di mettere a fuoco in un delirante vecchio post, con la soluzione del distributore a tappo, ma ti ricordi come mi sono presentato?La soluzione è sempre molto vicina, c'è chi la vede e chi non la vede...

                                      Comunque per fare una prova con una ruota è sicuramente meglio usare le elettrovalvole commerciali con i sensori magnetici che si posizionano sul cilindro.

                                      Direi che con il tuo aiuto e con quello di MIchelelimoso stiamo mettendo a fuoco la questione, non ti sembra?

                                      Poi, dove usare una trasmissione del genere non so, magari per spostare una gru, o un escavatore, o comunque un veicolo semistazionario.

                                      Per ora ti saluto.

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ID:	1077906 Altro lavoro...
                                      Spero di aver chiarito il posizionamento dei due pistoni, semplificati con una retta.
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                                      Ultima modifica di 411Vario; 22/12/2010, 12:47. Motivo: per eventuali aggiunte usare il tasto "modifica messaggio"

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                                      • #20
                                        Allora.....il meccanismo di cui sto parlando era montato su un vecchio ( vecchissimo ) escavatore Laltesi, quindi costruito in maniera piuttosto semplice ed economica: niente elettrovalvole o congegni strani.
                                        I cilindri dei pistoni erano scomponibili: il cilindro vero e proprio non era altro che un grosso tubo alesato e rettificato alle cui estremità venivano alloggiati la testa e il fondo. Il tutto era tenuto assieme da 4 grosse barre filettate da 16 mm e 8 dadi autobloccanti. Il fondo del cilindro, a sua volta, alloggiava nel perno fisso ( saldamente ancorato al telaio ) e aveva degli O-Ring di tenuta ( 2 per parte ) e un grosso seeger. Nel fondo del cilindro e nel perno, vi erano ( come già detto ) delle luci che venivano aperte o chiuse in base alla variazione angolare tra il cilindro e il perno.
                                        Non mi ricordo lo schema delle luci, ma mi ricordo la disposizione dei 2 pistoni per ogni ruota: lo sfasamento di 90° serviva per superare i 2 punti morti/giro che ogni pistone doveva attraversare.

                                        Aggiungo il disegno "migliorato"
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                                        • #21
                                          Originalmente inviato da bobmat Visualizza messaggio
                                          Quindi, se ci sei ancora, riprendo la domanda: queste due elettrovalvole posso farle con il cursore a centro chiuso? il corpo valvola può essere del tipo a cinque cave(ti manderò poi uno schizzo del corpo valvola, quando avrò imparato ad usare paint, per capirsi meglio)?.
                                          Bob! ammazza quanto scrivi!!
                                          Faccio una precisazione,le elettrovalvole o distributori si identificano in questa maniera,ad esempio
                                          distributore 4/2- distributore con 4 luci (o bocche ) e 2 posizioni
                                          distributore 4/3- distributore con 4 bocche e 3 posizioni e così via,poi possono variare i passaggi interni,quidi si specifica: distributore 4/3 a centro chiuso il che significa che il distributore a riposo P-T-A e B saranno tutti chiusi.....il contrario a centro aperto (tutti comunicanti)......di varianti ne esistono un infinità......solitamente non si usa contare le cave interne del distributore.....

                                          Se dovessi farlo io,lo farei così :Un elettrovalvola o distributore comandato manualmente oppure pilotato- 4/3 con P in T ed A e B chiusi a riposo, naturalmente P deve essere controllato da una valvola di massima pressione.......questo distributore a tre posizioni farà: rotazione sinistra,rotazione destra e arresto o ruota ferma.

                                          Facendo R.sinistra o R.destra andrà ad alimentare due elettrovalvole 4/2 Bistabili il che significa :4 luci,2 posizioni stabili,(mantiene la posizione anche se non eccitata,ovvero ricorda e mantiene l'ultima posizione, fino a quando non verra eccitata sul lato opposto....
                                          i quattro sensori di posizione non li mettererei sul pistone ma fissi,quindi uno a Nord uno a Sud uno a Est ed uno a Ovest.....
                                          Ho fatto un disegnino,i sensori 1 e 2 lavorano per invertire il moto del pistone verticale mentre i sensori 3 e 4 invertono il moto del pistone orizzontale.....i numeri sui sensori corrisponde al numero sull'elettrovalvola che vanno ad eccitare.......vedi un pò se può funzionare.
                                          Ciao
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                                          Luca C.

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                                          • #22
                                            Per Luca:

                                            Cavolo, io ho scritto due ore per fare mente locale sulla sequenza, e tu con uno schema e tre simboli risolvi tutto... a parte le sviolinate, ho seguito lo schema e mi sembra perfetto.

                                            Se ho capito bene, i sensori di prossimità(un esempio di sensore) sono fissi al telaio, ed al passaggio di un magnetino (solidale con la ruota) sul sensore parte un impulso alla rispettiva elettrovalvola, che sposterà il cursore verso il lato con il numero corrispondente, stabilizzandola come se si trattasse di un relè passo-passo, cioè fino al prossimo impulso.

                                            Quindi esistono valvole bistabili, come quelle pneumatiche, che non prevedono la sosta centrale, e sono contraddistinte dal simbolo che hai inserito(non lo sapevo).

                                            Però ti chiedo un'ultima cortesia(per questa discussione...): potresti mandarmi un disegno di quelli "belli" che raffigurano la sezione della valvola bistabile e si capisce come è fatto il cursore? come quello che ho visto nel post del braccio escavatore che si abbassava appena azionato(dove mi sono inserito), per intenderci.

                                            Dopo il tuo eventuale pdf, e se non ho detto delle castronerie,io momentaneamente considererei l'argomento sviscerato a sufficenza, almeno per le mie attuali esigenze, con il proposito di ritornarci sopra al momento di una eventuale realizzazione di un prototipo(se nessuno si inserisce , ovviamente).

                                            Perchè, ATTENTO, ho già trovato una ipotetica collocazione....

                                            Ti ringrazio della partecipazione e della pazienza, perchè, non so se riesci a capire, ma io da solo non riesco a combinare niente, e ti invito a passare per aiutarmi( quando puoi e se vuoi) dal"veicolo campestre", dove torno sulla trasmissione meccanica di cui avevo accennato(mi sembrava che ti interessava..), cercando di recuperare il contributo di Challenger, che è un pò più pragmatico di me.

                                            Probabilmente in quella sede,che mi sembra meno specifica di questa, appena reperisco un mezzo digitale provo a mandare un "esploso" del "piccolo motocoltivatore" (se ti interessa ancora).

                                            A presto.

                                            Per Micelelimoso:

                                            Ti ringrazio della partecipazione, mi sembra di essere arrivato almeno a schiarirmi le idee.

                                            Se tu non mi avessi comunicato l'esistenza di un mezzo come quello che hai descritto, probabilmente avrei preso un indirizzo diverso nelle mie elugubrazioni; questo perchè chiaramente mi manca l'esperienza storica in questo settore.

                                            Mi piacerebbe, ma non subito, provare a realizzare un distributore angolare come quello che hai descritto. Dico non subito perchè per fare delle prove su una soluzione come quella discussa è meglio utilizzare compotenti che si possano poi rciclare facilmente, tipo elettrovalvole commerciali ecc. Un distributore angolare è troppo dedicato, rischio come sempre di lavorare per niente.

                                            Comunque invito anche te nella discussione "ipotesi di un veicolo campestre", sempre che possa interessarti, quando puoi e vuoi; come avrai capito mi piace chiacchierare, e quando parto con un "progettino" è meglio che chiacchiero molto, così mi confronto, rifletto di più e commetto(forse) meno errori.

                                            Grazie ancora.

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                                            • #23
                                              IL disegno interno non l'ho visto,prova a dare un occhiata qui: http://www.boschrexroth.com/mobile-h...&PageID=g60469
                                              ti allego la pagina dove l'ho prelevata
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                                              Luca C.

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                                              • #24
                                                Per Luca: ti mando un messaggio che avevo già scritto, e che volevo aggiungere al vecchio, ma ora lo inserisco qui; dopo vado a vedere i tuoi link.

                                                Per Luca:aggiungo una richiesta "del giorno dopo": dopo le feste(a proposito: buone feste...) ti chiederò un chiarimento a proposito dei corpi valvola e corpi distributori a centro aperto e a centro chiuso, che di per sè potrebbe essere semplice; la complicazione deriva invece dal fatto che le mie poche conoscenze nascono dall'esame pratico dei particolari costruttivi, e, come conseguenza diretta, della funzionalità, senza una cultura di base su schemi e simboli oleodinamici, mentre a chi opera su impianti oleodinamici probabilmente non interessa il metodo di realizzazione di un componente, ma solo quello che fa, definito dal suo simbolo grafico. Un problema di linguaggio, quindi. Prima guardo se c'è una discussione dove inserire questa domanda, poi te ne segnalo la posizione in questa discussione.


                                                Risaluto.

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                                                • #25
                                                  Dopo quanto detto da Bobmat, viene spontaneo chiedersi se vi è la possibilità di mettere a disposizione ( di tutti ), delle tavole che spieghino le varie rappresentazioni simboliche, che so: di elettrotecnica, di idraulica, ecc..
                                                  Che ne dite, si può fare ??

                                                  Commenta


                                                  • #26
                                                    Per Michelelimosovviamente mi associo. Ma il mio rientro è per un'altro motivo: ho un pò dormito sul secondo disegno, concentrato sulla mia possibile applicazione, dove ho spazio per mettere i due fulcri insieme. Ma con un pistone da un lato della corona e uno dall'altro(giustamente sfasati perchè la direzione è simile), la corona come stava in posizione? possibile che fosse sempre spinta contro il cingolo? forse si? bisogna che ci pensi: se fosse così non ci sarebbe neanche la complicazione del fulcro...
                                                    Ho riflettuto...sarebbe molto difficile, ma possibile,neutralizzando con le luci una parte di spinta.
                                                    Prima di scervellarmi in ipotesi fantascentifiche, ti chiedo conferma: la corona del cingolo non aveva altri vincoli che i due cilindri uno da un lato ed un dall'altro?
                                                    Ultima modifica di bobmat; 23/12/2010, 15:49.

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                                                    • #27
                                                      Originalmente inviato da michelelimoso Visualizza messaggio
                                                      Dopo quanto detto da Bobmat, viene spontaneo chiedersi se vi è la possibilità di mettere a disposizione ( di tutti ), delle tavole che spieghino le varie rappresentazioni simboliche, che so: di elettrotecnica, di idraulica, ecc..
                                                      Che ne dite, si può fare ??
                                                      A causa di mancanza di tempo non sono riuscito a dedicare tempo e mente a questa discussione. Per quanto riguarda la simbolgia vedo di trovare qualcosa che possa essere utile a tutti e postarlo.

                                                      BUON NATALE A TUTTI

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                                                      • #28
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                                                        Miassocio negli AUGURI a tutti.
                                                        Bobmat

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                                                        • #29
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                                                          Per aggirare l'ostacolo bisognerebbe modificare la portata dell'olio dopo l'uscita dalla valvola in direzione stelo.
                                                          Marco B

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                                                          • #30
                                                            La corona era supportata nel proprio asse centrale come tutte le corone, solo che il tutto era studiato in modo da non interferire con gli steli dei 2 pistoni.
                                                            Per ciò che riguarda la velocità di avanzamento, come già detto, era molto modesta e posso immaginare che a macchina nuova raggiungesse a malapena il "passo d'uomo". Probabilmente la velocità non era costante ( ho spesso avuto questa impressione ), ma era "mediata" tra i due cingoli ( raramente i pistoni di destra erano in fase con quelli di sinistra ).

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