Volevo discutere con qualcuno che abbia esperienza oleodinamica(Luca N.1, Peppo, Renotcha, Challenger, Sergiom, Urbo, Marco B.,ma anche altri che non conosco) in merito ad un sistema di trasmissione oleodinamica, se così si può definire, di possibile applicazione su alcuni miei veicoli.
Questa soluzione mi è stata prospettata tempo fa da un amico molto capace( le idee brillanti non fanno parte del mio dna), ma non l'ho messa in pratica a suo tempo, per motivi di spazio e di scetticismo.
Ora che posso interfacciarmi con una platea di provata esperienza, volevo sentire la vostra opinione, e, se possibile, avere qualche informazione.
Questo amico mi aveva consigliato, per dare moto ad una ipotetica ruota, di farlo abbinando tangenzialmente alla suddetta ruota due o più pistoni oleodinamici,che con la loro corsa ne garantissero la rotazione. Un pò come le vecchie locomotive a vapore dei film western, per intenderci.
Questa soluzione, con molte differenze costruttive, penso sia sempre esistita, e so che recentemente la Calzoni ha prodotto un motore-ruota realizzato proprio con questo principio, con cinque pistoni, incamerati per l'appunto all'interno di una ruota.
I vantaggi sono evidenti: per una bassissima velocità di rotazione, non esistono meccanismi interposti tra il generatore di forza e l'elemento utilizzatore che possano ridurre il rendimento del sistema, e lo sforzo da applicare a ruota quasi ferma si può dosare con molta precisione.
Di contro, gli svantaggi sono rappresentati solo dall'atigianalità della realizzazione(comlicazioni nei cambi di flusso, ingombri,punti di attacco alle strutture); un prodotto industrializzato,con i pistoni ed distributori all'interno della ruota ne è sicuramente esente.
Praticamente sono motori a pistoni radiali.
Ora, nella" mia piccola realtà di hobbista", potrei realizzare una soluzione del genere alimentando i pistoni con delle elettrovalvole pilotate da dei sensori posti in corrispondenza dei relativi punti morti, e con un distributore manuale gestire i due sensi di rotazione.
Ma poichè i pistoni li realizzo in proprio, avrei delle chances di semplificare l'impianto tubi inserendo un apposito cassetto di distribuzione in ogni pistone, per far sì che terminata la corsa in un verso, ricominci automaticamente nel verso opposto.
Ora, dei pistoni con queste prestazioni esistono sicuramente già, e vorrei chiedere a Luca N.1( e compagni ) se ha dei pdf al riguardo( o dei link di costruttori,od altro), giusto per non partire dall'età della pietra, e sfruttare l'affinamento già fatto da altri.
Questo è il primo punto da chiarire; per quanto riguarda il numero di pistoni ed il loro posizionamento, vi tedierò in futuro.
Che ne pensate?
Questa soluzione mi è stata prospettata tempo fa da un amico molto capace( le idee brillanti non fanno parte del mio dna), ma non l'ho messa in pratica a suo tempo, per motivi di spazio e di scetticismo.
Ora che posso interfacciarmi con una platea di provata esperienza, volevo sentire la vostra opinione, e, se possibile, avere qualche informazione.
Questo amico mi aveva consigliato, per dare moto ad una ipotetica ruota, di farlo abbinando tangenzialmente alla suddetta ruota due o più pistoni oleodinamici,che con la loro corsa ne garantissero la rotazione. Un pò come le vecchie locomotive a vapore dei film western, per intenderci.
Questa soluzione, con molte differenze costruttive, penso sia sempre esistita, e so che recentemente la Calzoni ha prodotto un motore-ruota realizzato proprio con questo principio, con cinque pistoni, incamerati per l'appunto all'interno di una ruota.
I vantaggi sono evidenti: per una bassissima velocità di rotazione, non esistono meccanismi interposti tra il generatore di forza e l'elemento utilizzatore che possano ridurre il rendimento del sistema, e lo sforzo da applicare a ruota quasi ferma si può dosare con molta precisione.
Di contro, gli svantaggi sono rappresentati solo dall'atigianalità della realizzazione(comlicazioni nei cambi di flusso, ingombri,punti di attacco alle strutture); un prodotto industrializzato,con i pistoni ed distributori all'interno della ruota ne è sicuramente esente.
Praticamente sono motori a pistoni radiali.
Ora, nella" mia piccola realtà di hobbista", potrei realizzare una soluzione del genere alimentando i pistoni con delle elettrovalvole pilotate da dei sensori posti in corrispondenza dei relativi punti morti, e con un distributore manuale gestire i due sensi di rotazione.
Ma poichè i pistoni li realizzo in proprio, avrei delle chances di semplificare l'impianto tubi inserendo un apposito cassetto di distribuzione in ogni pistone, per far sì che terminata la corsa in un verso, ricominci automaticamente nel verso opposto.
Ora, dei pistoni con queste prestazioni esistono sicuramente già, e vorrei chiedere a Luca N.1( e compagni ) se ha dei pdf al riguardo( o dei link di costruttori,od altro), giusto per non partire dall'età della pietra, e sfruttare l'affinamento già fatto da altri.
Questo è il primo punto da chiarire; per quanto riguarda il numero di pistoni ed il loro posizionamento, vi tedierò in futuro.
Che ne pensate?
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