Penso che forse in questa discussione bisognerebbe lasciare fuori sia i sentimentalismi, sia i preconcetti. Poi ovvio che ognuno di noi, nell'altrui rispetto, possa esporre liberamente i suo pareri. E questi sono i miei: come ho già scritto ,oggi come oggi l'impiego di un escavatore a fune in certi settori è semplicemente anacronistico ed assolutamente antieconomico; in altri insostituibile. O, se in certi casi sostituibile può essere, lo è con svariate macchine al posto di una unica. E questa "nicchia" di settore dove il corde è insostituibile , per me, mica è relegata solo a quella "sporadica" tipo la pulizia delle vasche di decantazione ma è il settore dei medio/grandi lavori di molti tipi. Andiamo poi alla pericolosità del mezzo .Certo che se maluguratamente nel raggio di azione di una macchina operatrice si verifica un intralcio è molto più facile stoppare il braccio di un idraulico che magari una benna lanciata. Ma tante altre pericolosità sinceramente non le vedo.
Sono nato e cresciuto tra frantoi, cave e cantieri. Ed ogni macchina per me ha avuto ( ed ha) i suoi limiti da osservare. Non davvero questi mezzi erano progettati all'asilo, tant'è che i costruttori non erano poi tanti e quasi sempre grosse industrie; semplicemente erano, come tutte le macchine, timbrate per un certo quintalaggio ed avevano anzi un rapporto di sicurezza anche elevato. Naturale che grasso alle funi, controllo alla nervatura del braccio e niente "ritocchi" agli argani erano e sono base di tutto; se ti cimentavi con un peso troppo elevato, semplicemente le frizioni slittavano e non succedeva niente.(vedi anche i carri immensi pure nei piccoli escavatori) Naturale che i "fenomeni" che volevano caricare il masso di 1a (100+/- qli) con il frontale troppo leggero ( Luca, dato che questo è il tuo mestiere intendi benissimo cosa voglio dire, erano quelli che piazzavano l'escavatore su rampa in contropendenza, benna della cingolata sulla zavorra, stringevano tutti gli argani ed irroravano con il cocktail di aceto e zucchero i ferodi) spesso facevano ribaltare il braccio sull'escavatore e/o squagliavano a terra il camion od il rimorchio che dovevano caricare. Ma erano sinistri cercati.Cercati come la non frenata di un autotreno con sopra 600 e passa qli di massi. Questi escavatori, usati correttemente, potevano essere forse anche più sicuri della caricatrice con la benna che passava sopra la testa dell'operatore, dei mezzi idraulici dove con lo sflilamento o rottura di un tubo (cosa più facile a verificarsi della rottura di un cavo d'acciaio a molteplici rimandi ben oliato) tutto l'apparato di caricamento ti cadeva a terra e via via.
E dei vecchi operatori ne conosco molti di più che si dolgono a ragione della schiena a pezzi ed altri acciacchi per l'uso dei vecchi cingolati, pale o ruspe che fossero, di quelli che lamentano malanni perchè facevano gli escavatoristi. Naturale che se ora all'operatore lo trasferiamo da un idraulico nuovo con cabina che può avere più confort di una autovettura su una cabina trentennale o più, può storcere il naso o giustamente rifiutarsi se essa non corrisponde agli attuali standard di legge. A questo punto tocca solamente all'impresa fare le sue scelte e decidere se acquistare un funi di nuova generazione, chiamare un terzista o se possibile eseguire i lavori con altre mmt .
Sono nato e cresciuto tra frantoi, cave e cantieri. Ed ogni macchina per me ha avuto ( ed ha) i suoi limiti da osservare. Non davvero questi mezzi erano progettati all'asilo, tant'è che i costruttori non erano poi tanti e quasi sempre grosse industrie; semplicemente erano, come tutte le macchine, timbrate per un certo quintalaggio ed avevano anzi un rapporto di sicurezza anche elevato. Naturale che grasso alle funi, controllo alla nervatura del braccio e niente "ritocchi" agli argani erano e sono base di tutto; se ti cimentavi con un peso troppo elevato, semplicemente le frizioni slittavano e non succedeva niente.(vedi anche i carri immensi pure nei piccoli escavatori) Naturale che i "fenomeni" che volevano caricare il masso di 1a (100+/- qli) con il frontale troppo leggero ( Luca, dato che questo è il tuo mestiere intendi benissimo cosa voglio dire, erano quelli che piazzavano l'escavatore su rampa in contropendenza, benna della cingolata sulla zavorra, stringevano tutti gli argani ed irroravano con il cocktail di aceto e zucchero i ferodi) spesso facevano ribaltare il braccio sull'escavatore e/o squagliavano a terra il camion od il rimorchio che dovevano caricare. Ma erano sinistri cercati.Cercati come la non frenata di un autotreno con sopra 600 e passa qli di massi. Questi escavatori, usati correttemente, potevano essere forse anche più sicuri della caricatrice con la benna che passava sopra la testa dell'operatore, dei mezzi idraulici dove con lo sflilamento o rottura di un tubo (cosa più facile a verificarsi della rottura di un cavo d'acciaio a molteplici rimandi ben oliato) tutto l'apparato di caricamento ti cadeva a terra e via via.
E dei vecchi operatori ne conosco molti di più che si dolgono a ragione della schiena a pezzi ed altri acciacchi per l'uso dei vecchi cingolati, pale o ruspe che fossero, di quelli che lamentano malanni perchè facevano gli escavatoristi. Naturale che se ora all'operatore lo trasferiamo da un idraulico nuovo con cabina che può avere più confort di una autovettura su una cabina trentennale o più, può storcere il naso o giustamente rifiutarsi se essa non corrisponde agli attuali standard di legge. A questo punto tocca solamente all'impresa fare le sue scelte e decidere se acquistare un funi di nuova generazione, chiamare un terzista o se possibile eseguire i lavori con altre mmt .
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