Originalmente inviato da mefito
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Forme associative in agricoltura
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Originalmente inviato da girovago Visualizza messaggioAvresti qualche riferimento legislativo (o riferimenti a caso concreto) a supporto delle conclusioni di tale ipotesi?graziegirovago
Comunque mi sembra il caso in cui sia utile una consulenza legale ,per avere chiaro cosa prevede il codice civile.Ognuno è ciò che è,non ciò che finge di essere....
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Originalmente inviato da mefito Visualizza messaggioPosso chiedere a chi si occupa professionalmente della cosa,non ricordo quale società avesseUltima modifica di girovago; 26/02/2008, 20:38.
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Originalmente inviato da jova Visualizza messaggiocapitata a un conoscente:
essendo indivisi tutti possono dire la loro quindi se uno si oppone e siete in 2 no su terreno indiviso..cioè entrambi i soci devono sssere daccordo, non puoi per dire ribaltare quello che sta sul terreno o portare modifiche o beni personali se anche l'altro non è daccordo.
non sai come e' andata a finire? cioe', i disaccordi hanno causato la mancata semina dei terreni? oppure il tutto si e' risolto senza compromettere l'annata?grazie girovago
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La società semplice può essere modificata solo con l'unanimità dei soci,per cui il socio che decide di abbandonare a pochi diritti.
Parere personale: se la proprietà è indivisa,sara la società a continuare la lavorazione dei terreni fino ad un eventuale (non certa)divisione giudiziaria.
Devi chiedere un parere legale.Ognuno è ciò che è,non ciò che finge di essere....
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Originalmente inviato da mefito Visualizza messaggioLa società semplice può essere modificata solo con l'unanimità dei soci,per cui il socio che decide di abbandonare a pochi diritti.Originalmente inviato da mefito Visualizza messaggioParere personale: se la proprietà è indivisa,sara la società a continuare la lavorazione dei terreni fino ad un eventuale (non certa)divisione giudiziaria.
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per Potionkhinson
la societa' esiste da decenni, e siccome non ci sono mai stati problemi (fino a ieri...) i proprietari/soci non hanno mai esplicitato per iscritto nulla, cioe' la societa' ha sempre coltivato unitariamente quei (e solo quei) terreni, senza porsi la questione se il rapporto tra i proprietari e la societa' conduttrice (tanto i proprietari sono sempre i soci) fosse un affitto, un godimento, un usufrutto o altro. Un dettaglio: lo statuto, molto stringato, risale al 1996, ma solo perche' in quell'anno la legge Prodi ha obbligato alla regolarizzazione delle societa' agricole di fatto (e gia' che c'era, prodi gli ha fatto pure pagare la multa, per la regolarizzazione) facendola iscrivere come S.S.
Come puoi sostenere che la societa' conduce il fondo senza alcun titolo?
un saluto
girovago
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presumo che i proprietari del terreno siano i soci e la proprietà sia in quota indivisa.
hai due possibilità:
1 i restanti proprietari acquistano la quota di chi esce dalla società e la società continua a lavorare i terreni come prima cghiaramente occorre fare le oppurtune variazioni dello statuto e alla cciaa)
2 la società acquista la quota del socio che esce. A questo punto i terreni sono di proprietà di alcune persone fisiche (quelli restanti) e di una società la quale coltiva i terreniav salùt
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secondo il mio modesto parere tutto dipende dala modalità con cui la società conduceva l'azienda e su come essa è stata costituita. se i vari proprietari hanno messo il loro terreno a disposizione della società, non appena la società di scoglie o un socio va fuori ritira i terreni e si dividono mezzi e attrezzature. se invece l'acquisto delle proprieta e la conduzione avvenivano interamente per conto della società, in maniera indivisa, alla liquidazione del socio, che a pari merito ha contribuito allo sviluppo della società stessa, si esegue la dicisione delle proprietà e della quota parte di altri capitali spettante al socio uscente. potete perseguire la via giuridica, l'arbitrato, oppure se non vi sono controversie potete rivolgervi ad un buon tecnico esperto in materia estimativa. per quanto riguarda la coltivazione scegliete in comune cosa fare, successivamente parte del valore dei frutti pendenti andrà al socio uscente.
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Originalmente inviato da diritto agrario Visualizza messaggiopresumo che i proprietari del terreno siano i soci e la proprietà sia in quota indivisa.
Originalmente inviato da diritto agrario Visualizza messaggiohai due possibilità:
1 i restanti proprietari acquistano la quota di chi esce dalla società e la società continua a lavorare i terreni come prima cghiaramente occorre fare le oppurtune variazioni dello statuto e alla cciaa)
2 la società acquista la quota del socio che esce. A questo punto i terreni sono di proprietà di alcune persone fisiche (quelli restanti) e di una società la quale coltiva i terreni
ciao
girovago
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Originalmente inviato da giuba Visualizza messaggiosecondo il mio modesto parere tutto dipende dala modalità con cui la società conduceva l'azienda e su come essa è stata costituita. se i vari proprietari hanno messo il loro terreno a disposizione della società, non appena la società di scoglie o un socio va fuori ritira i terreni e si dividono mezzi e attrezzature.
Originalmente inviato da giuba Visualizza messaggiose invece l'acquisto delle proprieta e la conduzione avvenivano interamente per conto della società, in maniera indivisa, alla liquidazione del socio, che a pari merito ha contribuito allo sviluppo della società stessa, si esegue la dicisione delle proprietà e della quota parte di altri capitali spettante al socio uscente...
Al contrario, e' sempre successo che, mediante i soldi generati dall'attivita' unitaria della societa', tutti i soci abbiano contemporaneamente comprato la terra che poi e' sempre stata gestita unitariamente dalla societa'
per cui, mi sembra strano che adesso, il socio che recede, possa paralizzare le operazioni della societa' [per mefito: non, non sono io il "pazzo"] giocando sul fatto che la terra e' una comunione indivisa, che per forza di cose non puo' essere divisa in 24 ore
ciao
girovago
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navigando ho trovato alcuni riferimento normativi:
per quanto riguarda la continuazione della coltivazione dei fondi, durante il periodo del procedimento, credo che la scelta migliore sia quella di mettersi d'accordo pacificamente per il bene della società, dividento anche se il procedimento è avvenuto, gli eventuali produzioni ottenute dalla semina prima del procedimento. credo che sia proficuo invitare le parti ad usare il buon senso.
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Originalmente inviato da giuba Visualizza messaggiocredo che sia proficuo invitare le parti ad usare il buon senso.Ognuno è ciò che è,non ciò che finge di essere....
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Originalmente inviato da girovago Visualizza messaggioCome puoi sostenere che la societa' conduce il fondo senza alcun titolo?
Ti chiedo scusa! Ho risposto senza aver letto (o capito) bene la situazione... mi è "semplicemente" sfuggito che i terreni sono stati conferiti dai soci!...Perdono!!!
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Originalmente inviato da Potionkhinson Visualizza messaggioSemplice.... perchè sono un imbecille!
Ti chiedo scusa! Ho risposto senza aver letto (o capito) bene la situazione... mi è "semplicemente" sfuggito che i terreni sono stati conferiti dai soci!...Perdono!!!
Casomai, se effettivamente i soci hanno conferito la loro quota (indivisa) di terreno alla societa' che pertanto lo coltiva, nel momento in cui un socio recede, egli avrebbe diritto di riprendersi istantaneamente tale quota di terreno? la quale quota pertanto diverrebbe istantaneamente indisponibile alla societa'? Con la conseguenza finale di entrare in blocco, essendo indivisi.
A parte il sempre auspicabile buon senso, possibile che non esistano apposite leggi/sentenze che riconoscano/concedano istantaneamente proroghe a favore della societa', in modo da evitare la paralisi?
ciao
girovago
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Originalmente inviato da girovago Visualizza messaggioA parte il sempre auspicabile buon senso,
Interpella un avvocato esperto di diritto societario.Ognuno è ciò che è,non ciò che finge di essere....
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Originalmente inviato da girovago Visualizza messaggio...possibile che non esistano apposite leggi/sentenze che riconoscano/concedano istantaneamente proroghe a favore della societa', in modo da evitare la paralisi?
giusto per rispondere alla tua domanda, ti riporto l'art. 2289 del C.C.:
Liquidazione della quota del socio uscente
Nei casi in cui il rapporto sociale si scioglie limitatamente a un socio, questi o i suoi eredi hanno diritto soltanto ad una somma di danaro che rappresenti il valore della quota. La liquidazione della quota e fatta in base alla situazione patrimoniale della società nel giorno in cui si verifica lo scioglimento. Se vi sono operazioni in corso, il socio o i suoi eredi partecipano agli utili e alle perdite inerenti alle operazioni medesime. Salvo quanto e disposto nell'art. 2270, il pagamento della quota spettante al socio deve essere fatto entro sei mesi dal giorno in cui si verifica lo scioglimento del rapporto.
Però, poichè non è il mio lavoro, quoto mefito:
Originalmente inviato da mefito Visualizza messaggioInterpella un avvocato esperto di diritto societario.
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si, so che esistono gli avvocati, ma io qui sul forum cerco (cioe', mi illudo di trovare) riferimenti a casi concreti gia' successi
Per esempio, ne parla jova al mess.N°6, pero' non dice come e' andata a finire. Peccato...
Per Potionkhinson: grazie per la citazione dell'art. cc, ma purtroppo quell'art. regola solo la assegnazione della quota della societa', non dei terreni, che non appartengono alla societa'...
per cui, se la societa' ha, nel corso delle decine di anni in cui ha sempre coltivato quei terreni, acquisito dei diritti esclusivi di coltivazione di detti terreni, che il socio uscente non puo' interrompere...
Il mio problema e' capire se quel se puo' essere chiarito, facendo riferimento a casi concreti.
grazie
girovago
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Originalmente inviato da LorenzVigna Visualizza messaggioSicuramente la società può coltivare i terreni... mi pare solo che il socio possa scegliere di essere liquidato per la sua quota: di conseguenza gli altri soci dovranno sborsare x euro a titolo di liquidazione dopo aver fatto una ricognizione del patrimonio societario (mezzi, quote, magazzino, ecc).
Consiglio: rivolgiti a un avvocato.
Ad ogni modo se i terreni sono dei soci, sicuramente la S.S. avrà un contratto d'affitto. Oppure sono portati semplicemente in godimento alla società?
Domanda: dire che i terreni sono portati in godimento alla società e' la stessa cosa che dire che i terreni sono stati conferiti dai soci alla società? oppure sono giuridicamente cose diverse?
ciao
girovago
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Originalmente inviato da girovago Visualizza messaggiosi, e' cosi', come ho spiegato.
e perche' mail il socio che recede dalla societa' dovrebbe accettare una di queste 2 strade, cioe' vendere la terra?In altre parole, esiste forse qualche legge che permette ai soci rimanenti di obbligare il socio che esce a vendere loro addirittura la sua quota di terreni?
ciao
girovago
se i soci sono proprietari di un trattore chi se ne vuole andare che fa? si porta via una ruota ed un pistone?
quindi o si dividono i beni (chiaramente quelli divisibili) con un frazionamento e ciascuno si prende la sua fetta di terreno, di capannone, di piazzale antistante etc etc..oppure chi vuole uscire accetta una contropartita in denaroav salùt
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Originalmente inviato da diritto agrario Visualizza messaggiotrattandosi di quote indivise come potrebbe prendersi la sua quota il socio che se ne vuole andare?
se i soci sono proprietari di un trattore chi se ne vuole andare che fa? si porta via una ruota ed un pistone?
quindi o si dividono i beni (chiaramente quelli divisibili) con un frazionamento e ciascuno si prende la sua fetta di terreno, di capannone, di piazzale antistante etc etc..oppure chi vuole uscire accetta una contropartita in denaro
la terra è proprietà personale, in veste di persone fisiche, delle stesse persone che posseggono le quote della S.S.
Di conseguenza, la terra non è parte del patrimonio della S.S.
Se (dico, SE) ora la questione ti è chiara, mi sapresti dire per quale ragione parli di vendere la terra?
ciao
girovago
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consiglio per creare una cooperativa agricola
Salve sono un nuovo iscritto e vorrei un aiuto. Sto cercando di creare una cooperativa agricola, ma non sono molto esperto in materia, forse data dalla mia giovane età o forse perchè non ho modelli da seguire. Chi, gentilmente, mi può indicare una strada da intraprendere? I soci per fare ciò ci sono, anche il tipo di vegetazione da coltivare, ma il problema è che non riesco a capire da dove iniziare.
Aspetto vostre notizie
Grazie mille
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il mio modesto consiglio è quello di farti assistere da una associazione di categoria di tutela delle coop. sicuramente loro potranno assisterti nell'intraprendere tale via societaria spiegandoti passo dopo passo le procedure da seguire e le peculiarità (spesso molte agevolazioni) delle coop rispetto alle altre forme societarie.
[personalmente non condivido tale forma di associazionismo per convinzioni politiche e per gli effetti che tali società hanno determinato sui sistemi produttivi a me vicini; se però è lo strumento utile per il perseguimento dei tuoi sogni imprenditoriali e di quello dei tuoi "soci", che ben venga.....]
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se siete giovani agricoltori potete vantaggiosamente optare per la piccola cooperativa agricola date le agevolazioni che potete sfruttare. le altre forme societarie più complesse al momento te le sconsiclio a meno che non vogliate mettere in piedi una grande società.
posto un link in cui potrai capire le differenze tra le principali forme societarie.
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Recesso da Società Semplice
Sono in società semplice con mio fratello dal 2001.Nel 2004 sono diventata mamma e ho dovuto smettere di lavorare in azienda.Pago la mia parte di contributi e la metà della dichiarazione dei redditi,ora mi minaccia di denunciarmi per abbandono di società.Cosa rischio?Vuole alzare il capitale sociale,può?Abbiamo la firma disgiunta per gli atti di ordinaria amministrazione e congiunta per quelli di straordinaria,può farlo senza il mio consenso?Il cap sociale era stato versato in ragione di mezzo ciascuno.
scusate ancora, altra domanda, sui terreni,cosa significa affitto verbale?Ultima modifica di Potionkhinson; 14/04/2008, 15:03. Motivo: E' vietato scrivero messaggi consecutivi... Ti invito a leggere il Regolamento del Forum
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posso risponderti solo sulla tua ultima domanda.
significa un affitto tra le parti fatto "a voce" cioè senza nulla di scritto ne date di scadenza.
al momento in cui il proprietario decide di vendere il fondo tu puoi chiedere come soluzione del contratto tutti gli affitti versati da quando lo hai preso in conduzione fino al momento della vendita.
ormai è un metodo passato... si fanno quasi tutti scritti e registrati.
almeno anche i proprietari sono piu tutelati.
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