MMT Forum Macchine

Annuncio

Collapse
No announcement yet.

Biogas da bio masse

Collapse
X
 
  • Filtro
  • Data
  • Visualizza
Cancella tutto
new posts

  • #31
    Buonasera.
    Volevo dirvi che a 10 km da casa mia esiste un impianto di produzione energia elettrica da biogas da 1 Megawatt.
    L'impianto è di proprietà di una azienda agricola con allevamenti, ed usa il letame miscelato con trinciato.

    L'impianto ormai funziona da circa 1 anno.

    Commenta


    • #32
      Originalmente inviato da alberto64 Visualizza messaggio
      Buonasera.
      Volevo dirvi che a 10 km da casa mia esiste un impianto di produzione energia elettrica da biogas da 1 Megawatt.
      L'impianto è di proprietà di una azienda agricola con allevamenti, ed usa il letame miscelato con trinciato.

      L'impianto ormai funziona da circa 1 anno.
      Ciao. E tu di dove sei??
      Quello di utilizzare anche l'acqua potrebbe essere un problema....

      Commenta


      • #33
        Qualcuno di voi ha esperienza in materia???



        A me interesserebbe, ma ho il problema della produzione di biomassa limitata nel tempo e di difficile stoccaggio/trasporto. Comunque li ho contattati e sonop molto disponibili. Conto a primavera di farci una capatina. Fatemi sapere le vostre impressioni!!!

        Io dispongo del materiale di risulta proveniente da 2ha di arboricoltura da legno, 2 ha di vigneto e 880 olivi. In stagione eventualmente avrei anche il nocciolino di sansa proveniente dal frantoio, ho però dei grossi problemi di stoccagio. La zona è molto ricca di oliveti e quindi potrei ritirare il materiale di terzi ma non vorrei imbarcarmi in un via-vai di camion/trattori intorno casa con già agriturismo e allevamento cavalli. Che ne dite???

        Commenta


        • #34
          Originalmente inviato da TL-A Visualizza messaggio
          Ciao. E tu di dove sei??
          Quello di utilizzare anche l'acqua potrebbe essere un problema....
          Allego il link ad un articolo che parla di questo impianto (fonte: espresso-repubblica).

          Io l'ho visitato il giorno dell' inaugurazione.



          bye bye

          Commenta


          • #35
            biogas

            salve a tutti.Lavoro per un azienda in campania che sta costruendo un impiando di biogas da scarti vegetali.Abbiamo intenzione di di coltivare sorgo da biomassa,la mia domanda è : è consigliabile una monocultura o abbinarla a un cereale autunno-vernino tipo la segale?Così facendo migliorerei le rese e avrei una poduzione così da coprire tutto l'anno?Che mi consigliate?Sapendo poi che gli insilati hanno una resa maggiore di biogas, a livello economico mi chiedo restano sempre preferibili?
            Vorrei tanto visitare un impianto del genere...ma dove qui in zona?

            Commenta


            • #36
              secondo me è buna buona idea costruire un impianto dai scarti che hai a disposizione del resto ottimizzeresti il tuo reddito.per il trasporto nn credo si debbano fare molti viaggi...dovresti lavorare solo sullo stoccaggio

              Commenta


              • #37
                mari quello che posso dirti è che se fai una monocoltura devi costruire degli stoccaggi che ti permettano di coprire i fabbisogni di tutto un anno, mentre se utilizzi anche colture raccolte in periodi diversi puoi limitare i volumi di stoccaggio, fino a dimezzarli.
                Però io non ho capito, dici che recuperano gli scarti ma che poi usano sorgo da biomassa...
                Credo che comunque gli insilati siano ad oggi la soluzione milgiore, anche dal punto di vista economico.

                Commenta


                • #38
                  No,quello di recuperare gli scarti era la risposta ad un messaggio...è che nn sono pratica dei forum e finisco per fare un po' di confusione, Cmq il nostro di impianto intende utilizzare sorgo...il tuo intervento mi ha fatto riflettere sulla questione delle dimensioni dello stoccaggio che nn avevo considerato,quindi ti ringrazio.Per quanto riguarda,invece, la questione dell'insilato,poichè la mia conoscenza è zero, pensavo che bisognerà disporre di silos in cui far avvenire l'insilamento,giusto?secondo te conviene sempre, la resa maggiore giustifica anche i tempi maggiori per ottenerli...grazie ancora.e auguri

                  Commenta


                  • #39
                    Se il metodo di stoccaggio rimane lo stesso degli insillati da alimentazione allora non è che sia un problema così grosso. Se lo spazio per farli c'è credo incidano poco sul costo di tutta l'operazione trattandosi della costruzione di trincee.

                    Commenta


                    • #40
                      Nell'Azienda di Piverone con centrale da 1 Megawatt l'insilato era posto su di un enorme cumulo; non era coperto da nylon. Per rendere idea il cumulo sarà stato 50 metri per 50 metri ed alto 4 metri;
                      Non è stata fatta la solita trincea, ma un semplice cumulo a forma di parallepipido, non coperto.

                      Le vasche di fermentazione vengono caricate prendendo una palata di insilato (con un caterpillar gommato), una palata di letame e del liquame.

                      L'insilato viene prodotto in giugno trinciando segala, ed in autunno trinciando mais.

                      Mi pare che la scorsa settimana hanno trasportato li un enorme cumulo di stallatico miscelato con pula di riso prodotto da un centro ippico di Ivrea. 4 trattori con rimorchio hanno lavorato per 3 giorni a spostare lo stallatico.

                      Commenta


                      • #41
                        Le trincee non incidono moltissimo sul costo, però sono sempre spese da considerare.
                        Mari non ho capito il tuo discorso riguardo i "tempi maggiori per ottenerli". Comunque il biogas è in pratica un gas che viene prodotto da microorganismi anaerobi (senza ossigeno) ed in pratica è in prevalenza metano. Il metano è ottenuto dalla riduzione della sostanza organica, e quindi più sostanza organica c'è meglio è, da qui deriva la convenienza degli insilati. La lignina non viene digerita. C'è da dire che nella produzione di biogas non avviene un abbattimento dell'azoto, ma quanto ne entra tanto ne esce. Pertanto bisogna attentamente valutare l'operazione in quanto la biomassa immessa nel digestore (dove avverrà la produzione di biogas) apporta anche molto azoto, che andrà poi ri-distribuito sui campi con conseguenti rischi di eccedere le quantità massime ammesse.

                        Commenta


                        • #42
                          Sull’onda di ottimismo delle biomasse spinto anche del nuovo conto energia, che prevede il pagamento unico di 0,30 €/kwe dell’energia elettrica prodotta da filiere agricole con biomasse raccolte entro 70 chilometri dall’impianto, molte aziende che producono sistemi a biogas, propongono questa tecnologia, anche ad aziende con indirizzo non zootecnico, il cosiddetto biogas a secco, cioè senza deiezioni animali. Molto frequente è la proposta ad aziende cerealicole di alimentare l’impianto di biogas con: erba medica, silo mais, silo sorgo ecc, alimentando l’impianto come fosse un vero e proprio allevamento di animali, costringendo l’agricoltore a stravolgere i propri ordinamenti colturali, costruire grandi silos per la produzione dell’insilato, senza contare tutto il costo di distribuzione del digestato, che è assolutamente obbligatorio distribuire nel terreno, pena veloce deperimento di sostanza organica a causa della continua asportazione dal terreno di biomassa tramite il silo mais.

                          Inoltre ricordo che in un impianto a olio vegetale, o un gassificatore a letto fisso o fluido, il rendimento è determinato da reazioni termodinamiche stabilite da leggi o formule fisse, infatti se l’impianto è stato progettato per produrre 1 MW di energia elettrica, esso produrrà sempre 1 MW e la differenza di quantità di biomassa da immettere è determinata solamente dal potere calorifico e dall’umidità della stessa. Negli impianti a biogas la trasformazione energetica delle biomasse avviene per via biologica, e quindi anche se tutto è stato progettato e ottimizzato per la produzione sempre 1 MW elettrico, non è detto che questo avvenga per tutte le 8000 ore di funzionamento annue. Ci possono essere periodi in cui per varie cause (clima, alimentazione non ottimale ecc), l’attività batterica e quindi la produzione di gas sia inferiore, con conseguente diminuzione della produzione di energia elettrica, ma in questi periodi l’impianto va comunque alimentato e con un’alimentazione basata esclusivamente sulle biomasse prodotte in azienda.

                          Per le aziende zootecniche il biogas è una risorsa molto importante oltre che per il ritorno economico anche per ridurre drasticamente sia le maleodoranze sia la quantità di liquami da distribuire, contemporaneamente incrementandone la qualità (meno liquido e più facile da distribuire), in queste aziende se in qualche periodo dell’anno l’attività batterica diminuisce non comporta grossi scompensi economici, come avviene invece per le aziende con impianti di biogas a secco, dove un calo di rendimento dell’impianto si ripercuote direttamente sulle tasche dell’agricoltore che è obbligato ad alimentare un impianto che in quel determinato periodo ha bassi rendimenti e valorizza poco le biomasse.
                          Quindi per le aziende non zootecniche, il biogas a secco non è la strada giusta da seguire per l’attivazione della filiera agro-energetica corta (fortemente incentivata dal conto energia), in questo caso ci sono alternative migliori e meno impattanti (ad esempio: olio vegetale e gassificazione).

                          Infine è bene ricordare (come scrive Rota, costruttore di impianti a biogas) che attivare un impianto per la produzione di biogas equivale ad aggiungere, a quello già presente in azienda, un nuovo allevamento costituito da una diversa categoria di animali: i microrganismi, con tutte le loro esigenze in termini ambientali ed alimentari. È necessario per l’allevatore-agricoltore sviluppare una corretta gestione rispondente alle specifiche esigenze del trattamento, pena possibili inefficienze, insuccessi e delusioni sui ritorni economici dell’investimento.

                          Commenta


                          • #43
                            cmq un calo di resa a secco puoi averlo se sbagli l alimentazione dei batteri nei silos cosa che può succedere come in tutte le cose nuove in cui ci si butta, rimane il fatto che hai un biologo al tuo fianco che ti dice come alimentare il tuo impianto,e dopo gli inizi che possono essere anche complicati l impianto riesci a stabilizzarlo di sicuro e di conseguenza anche le tue rese!che non possa essere la risposta giusta eticamente parlando questo non lo so,ma la cosa di sicuro non può essere bocciata solo x un fatto tecnico xchè quello è risolvibile di sicuro!

                            Commenta


                            • #44
                              salve, volevo sapere se qualcuno conosce l'iter normativo per lo spandimento del digestato da biogas in campo( limiti parametri chimici compresi)
                              vi ringrazio anticipatamente

                              Commenta


                              • #45
                                Per lo spargimento del digestato da un impianto di digestione anaerobica alimentato con reflui e biomasse di origine agricola valgono i 170 o 340 Kg ha di azoto come limite, a seconda se la zona è vulnerabile oppure no. Da non sottovalutare è l'apporto azotato delle biomasse che può fare crescere in maniera considerevole la superficie necessaria allo spargimento.

                                Commenta


                                • #46
                                  salve a tutti, che voi sappiate esistono micro-impianti biogas, appunto di piccole dimensioni adatti quindi non solo ad aziende agricole di grosse dimensioni?...e che siano economicamente convenienti...
                                  Ultima modifica di mercury; 29/01/2008, 14:40. Motivo: correzione

                                  Commenta


                                  • #47
                                    Che cosa intendi per micro? Dipende da quanti animali hai, per esempio se hai 1 o 2 bovini o una decina di suini la convenienza economica dell'impianto non c'è. Tuttavia potresti realizzare tu con l'aiuto di un termotecnico un impianto artigianale di tipo discontinuo, ossia quelli che si caricano in una volta, poi si chiudono parte la fermentazione e producono il gas, quando la produzione si esaurisce si svuotano e il ciclo ricomincia, ma il gas che produci così è preferibile bruciarlo in caldaia perchè non conviene mettersi a produrre energia elettrica. Ho un paio di libri su questi impianti, se mi contatti per m.p. ti passo i titoli.

                                    Commenta


                                    • #48
                                      Originalmente inviato da Rammstein Visualizza messaggio
                                      Ho un paio di libri su questi impianti, se mi contatti per m.p. ti passo i titoli.
                                      Se non è un problema potresti scriverli qua sul Forum, così magari anche chi non è prettamente interessato può prendere spunti per andarseli a leggere.
                                      Ciao
                                      ACTROS
                                      "CB COMINO"

                                      Commenta


                                      • #49
                                        x rammstein:... io avrei ad esempio 9000 galline, e non so se esistono impianti magari che con i miei 3000 q.li di pollina più paglie, stocchi, ecc... un po' miei e gli altri facilmente reperibili si riesca a far funzionare un impianto biogas (oppure qualcosaltro di simile, ho letto qualcosa su internet, ma devo dire che sono un profano in materia...) anche solo per l'auto consumo di energia elettrica che nelle mia azienda è di circa 40kw a pieno regime fra allevamento e irrigazione...., sarebbe un buon risparmio...
                                        Ultima modifica di mercury; 30/01/2008, 20:12. Motivo: precisaz

                                        Commenta


                                        • #50
                                          Datemi il tempo di fare quattro conti, intanto metto anche il titolo di quei libri.
                                          Il testo più interessante è: Vittorio G. Bonaffini "Biogas energia alternativa - cosa è e come si può produrre a piccola scala" Maria Pacini Fazzi editore (Lucca 1983)
                                          alcune informazioni per impianti piccoli su: Autori Vari " Riciclo di rifiuti animali - guida alla costruzione e alla gestione di unimpianto per a produzione di biogas da liquami suini" Commissione delle comunitè europee, Camera di commercio industria artgianato e agricoltura di Bologna
                                          non ho la minima idea su dove si possano trovare tali testi, io me li sono procurati presso la biblioteca dell'itituto di ingegneria agraria della facoltà di agraria di Milano ( dove faccio la tesi).
                                          Scusate ma in questi giorni sto finendo di scrivere la tesi e sono un po incasinato..............
                                          Ultima modifica di Rammstein; 31/01/2008, 19:36. Motivo: Inserimento titoli

                                          Commenta


                                          • #51
                                            Grazie rammstein, hai confermato quello che pensavo.Vorrei chiederti un'altra cosa a proposito del dercreto 152 del 2006 sullo spargimento dei reflui sul suolo:la tabella riporta i valori in mg/l senza però specificare su quanto terreno spargerli...sai qlc in merito?
                                            Grazie

                                            Commenta


                                            • #52
                                              I valori in mg/ l sono i limiti massimi per alcune sostanze. La superficie di riferimento per lo spargimento è un ettaro, 10000m2 , se il limite per una sostanza ( Ad esempio l'azoto) è 170 Kg/ha e il tuo prodotto ha 1 Kg di N per tonnellata di tal quale potrai spargere 170 t per ettaro, se ha 10 Kg ne potrai spargere 17 t per ettaro e via dicendo.

                                              Commenta


                                              • #53
                                                Ciao a tutti, ero interessato anche io ha questo argomento.
                                                Anche io possiedo una piccola azienda e ero interessato a un piccolo impianto diciamo 50kwh da vendere in rete.
                                                Il problema più grosso e l'investimento iniziale che da quel che ho capito è proibitivo.
                                                Qualcuno sa cosa può costare un impianto del genere?
                                                Per gli impianti artigianali state attenti sia alle leggi, sia al gas............
                                                Mi piacerebbe molto trovare i libri sopra citati qualcuno li ha trovati?

                                                Commenta


                                                • #54
                                                  Ciao, tony se vuoi avere qualche informazione circa l'investimento potrei aiutarti visto che lavoro in un'azienda che costruisce impianti di biogas, avrei bisogno però di informazioni per poter calcolare un dimensionamento adeguato alla disponibilità di biomassa:
                                                  (come azienda partecipiamo fino al 20%del tuo investimento)
                                                  tipo biomassa
                                                  quantità disponibile
                                                  spazio a tua disposizione
                                                  Da queste informazioni preliminari potrei già darti qualche risposta...
                                                  ciao

                                                  Commenta


                                                  • #55
                                                    Originalmente inviato da mari Visualizza messaggio
                                                    Ciao, tony se vuoi avere qualche informazione circa l'investimento potrei aiutarti visto che lavoro in un'azienda che costruisce impianti di biogas, avrei bisogno però di informazioni per poter calcolare un dimensionamento adeguato alla disponibilità di biomassa:
                                                    (come azienda partecipiamo fino al 20%del tuo investimento)
                                                    tipo biomassa
                                                    quantità disponibile
                                                    spazio a tua disposizione
                                                    Da queste informazioni preliminari potrei già darti qualche risposta...
                                                    ciao
                                                    Ciao,benvenuta sul forum,non riesco però a legare questo tuo messaggio in cui affermi di far parte di un azienda che realizza impianti,a questo:
                                                    Originalmente inviato da mari Visualizza messaggio
                                                    salve a tutti.Lavoro per un azienda in campania che sta costruendo un impiando di biogas da scarti vegetali.Abbiamo intenzione di di coltivare sorgo da biomassa,la mia domanda è : è consigliabile una monocultura o abbinarla a un cereale autunno-vernino tipo la segale?Così facendo migliorerei le rese e avrei una poduzione così da coprire tutto l'anno?Che mi consigliate?Sapendo poi che gli insilati hanno una resa maggiore di biogas, a livello economico mi chiedo restano sempre preferibili?
                                                    Vorrei tanto visitare un impianto del genere...ma dove qui in zona?
                                                    in cui invece sembra che siate gli utilizzatori.
                                                    Com'è la realtà?
                                                    Ognuno è ciò che è,non ciò che finge di essere....

                                                    Commenta


                                                    • #56
                                                      Ciao, la mia idea era di creare un piccolo impianto.
                                                      Pensavo di usare il liquame prodotto da circa 300 tori da ingrasso e gli stocchi di 100 ettari di mais, in più facevo i conti di procurarmi un altro 50% di materiale simile dalle aziende qui vicino.
                                                      Lo so che questi prodotti non rendono molto ma costano poco (o niente) a differenza dell'insilato che costa parecchio.
                                                      Il mio problema principale era l'investimento iniziale che trattandosi di un campo nuovo non si riesce a capire che potenzialità abbia.
                                                      Un'altra cosa che non capisco è che motori si usano per bruciare il gas.
                                                      Tali motori sono collegati a un generatore e funzionano 24 ore al giorno senza mai un attimo di respiro per un totale di più di 8500 ore all'anno quanti anni può durare un motore del genere pensando ce in soli 5 anni fa più di 42000 ore.
                                                      Saranno pure progettati apposta ma durano?

                                                      Commenta


                                                      • #57
                                                        Ciao mefito, ti spiego subito...noi siamo un'azienda che costruisce impianti di biogas da poco più di 1 anno, la nostra diretta esperienza è il biogas da scarti di siero e da scarti di macello...poichè nn avevamo esperienza di impianti da scarti vegetali,ci siamo associati ad un'altra azienda settentrionale che li costruisce da 30 anni...e poi le mie domande si riferivano ad un possibile avvicendamento colturale...in ogni caso la situazione è cambiata.spero di essere stata esaustiva nella risposta.
                                                        ciao

                                                        Commenta


                                                        • #58
                                                          Ma possiamo sapere indicativamente (va bene anche molto indicativamente) quanto costerebbe l'impianto di Tony????????? Grazie......

                                                          Commenta


                                                          • #59
                                                            Originalmente inviato da TL-A Visualizza messaggio
                                                            Ma possiamo sapere indicativamente (va bene anche molto indicativamente) quanto costerebbe l'impianto di Tony????????? Grazie......
                                                            Ciao a tutti...
                                                            Dall'esperienza che ho maturato in questi mesi di ricerca sulle possibilità di creare un nuovo impianto credo che le deiezioni di 300+300 capi più stocchi vari viene fuori una potenza di circa 100Kw scarsi, forse sarebbe più conservativo parlare di 80Kw... Quindi direi davvero poco putroppo;
                                                            Un taglio di impianto per cui valga la pena di avviare la enormità di pratiche e casini vari, secondo il mio punto di vista, è 250Kw che vale circa 1.200.000 € (Rota forse il più snello, UTS il più "tranquillo", Bio Gas Energia il più innovatore) però per essere tranquilli occorrono almeno 40-50 ettari dedicati all'impianto.
                                                            I motori per gli impianti più piccoli sono di derivazione camionistica modificati (MAN, Deutz, ecc) dai 330 Kw in su non ci sono dubbi: Jenbacher... Si possono sottoscrivere contratti di manutenzione tutto-compreso dove il costo va ad incidere direttamente sull'energia prodotta (si parla di circa 0.01 €/Kw) che decisamente ci fa dormire sonni tranquilli... A parte i soliti cambio olio e filtri la manutenzione straordinaria avviene dopo 60.000 ore circa, sempre compresa nel contratto, dove in certi casi se i tempi sono lunghi viene montato un muletto provvisorio per non interrompere la produzione di energia...

                                                            In Piemonte, oltre a quello già citato di Piverone, abbiamo Candiolo (1MW), Casal Carmelli (1Mw) e altri in fase di realizzazione...

                                                            Se tutto va bene entro fine anno partiremo anche noi...!!!

                                                            Il problema principale però ad oggi sembra essere l'incertezza dello 0.3€/Kw (come al solito il vecchio governo ha fatto la legge, ma anche un gran pasticcio, mancano i decreti attuativi!), i certificati verdi non sono sufficienti per ammortare l'investimento in tempi accettabili e soprattutto non hanno una quotazione minima di garanzia: credo che il futuro del biogas in Italia dipenda tutto dalla conferma o meno dell'incentivo di 0.3Kw...

                                                            Ciao.

                                                            Commenta


                                                            • #60
                                                              1.200.000 euro non son pochi per una azienda privata e per giunta non di grosse dimensioni (era per questo che stavamo parlando di mini impianti).
                                                              Se poi come hai detto tu per ora non c'è la certezza che sia un investimento redditizio negli anni, mi sembra sia impensabile costruirne uno.
                                                              per quel che riguarda il progetto del mio piccolo impianto, io puntavo nel produrre 50 Kw da immettere in rete (penso sia il massimo che può supportare la mia linea senza essere modificata).
                                                              E 20 o 30 kw per uso aziendale, come vedi come capacita ci stavo dentro.
                                                              Per quel che riguarda i 40 50 ettari, da dedicare all'impianto non ci son problemi, ma con i prezzi di mercato che ci son oggi (e che si prevede che non migliori) non so che convenienza ci sia, almeno col mio impianto il prezzo della produzione del gas non è legata al prezzo dei cereali.

                                                              Commenta

                                                              Caricamento...
                                                              X