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Coltivazione Kaki

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  • Coltivazione Kaki

    [b][i][color=blue] è una pianta abbastanza rustica, di solito non necessita di trattamenti e il prezzo quì a modena è sui 70 cent./Kg confezionato il problema è che la confezione la devi fare tu.
    Ultima modifica di mefito; 29/11/2011, 09:00.
    Tosi Alessandro

  • #2
    Per cronaca...si chiamano diosperi.
    Dalle mie parti non li coltiva più nessuno,anche vicino casa ho un impianto abbandonato.
    Crescono a dispetto dei santi...

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    • #3
      Originalmente inviato da Az. Agr. La Capannaccia
      Per cronaca...si chiamano diosperi.
      E per la precisione diosperi Kakitipo,ce ne sono diverse varietà ma onestamente non le ricordo bene perchè vengono classificati in funzione della loro modalità di maturazione quindi anziche dire delle cose errate preferisco astenermi almeno per il momento poi se proprio li volete sapere vuol dire che dovrò andare a rivederle sarà sontento il mio professore di frutticoltura .

      a parte questo si e vero di trattamenti ne necessitano pochi tranne come gia detto quelli contro la mosca della frutta altrimenti nisba, sul remunerativo non so da voi ma dalle mie parti quest'anno non vale la pena neanche raccoglierli tante è che molti che dovevano pagare gli operai per raccoglierli li hanno lasciati albero, ma questo sembra un problema comune a tutta la frutta almeno per quest'anno,sapeste che fine hanno fatto le pesche,poi c'è sempre il lato positivo una bella concimazione organica al frutteto .

      saluti

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      • #4
        Mah, io mantengo i miei dubbi sul fatto che i kaki non necessitino di alcun trattamento...
        Però nn so davvero nulla di tale coltura a parte il fatto che in mercato costano in genere i primissimi giorni finchè non iniziano a maturare davvero... poi come al solito tracollo totale....!

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        • #5
          La marmellati di kaki è buonissima, va fatta con i frutti ben maturi altrimenti "lega" la bocca, anche se per me quelle più buona é quella di mele cotogna seguita a ruotra da quella di barbabietola
          Paoljno

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          • #6
            Io ho una pianta di kaki, ma come pianta è molto rustica, cmq ci sono + qualità (quella + diffusa é quella detta "del ragno"), usa quelle autoimpollinatrici

            p.s. Se ti capita di passare in Brianza fai un salto che ti dò un vasetto, adesso quando recupero la ricetta, la posto
            Paoljno

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            • #7
              L'etilene è un ormone naturale prodotto da tutte le piante conosciuto anche come ormone della morte in quanto inilziamente legato ai fenomeni di dormienza delle piante nel periodo autunnale infatti durante questa fase il suo livello all'interno della pianta aumentano in modo considerevole, a quest'ormone sono legati infatti anche tutti i fenomeni di abscisione delle foglie nelle piante a foglie caduche non che tutti gli altri processi che portano la pianta alla fase di dormienza(anche se in realtà nella pianta nessun fenomeno e legato all'effetto di un solo ormone ma alla sinergia dei livelli di tutti gli ormoni, "auxine,citochinine,gibberelline,etilene").
              Tra gli altri effetti imputati all' etilene vi sono anche i processi di maturazione dei frutti,ad esempio le mele (come anche tutti i frutti climaterici)durante la maturazione liberano grandi quantità di etilene.

              L'utilizo dell'etilene nella maturazione dei Kakì e legato al fatto che alcune varietà anche se impollinate e giunte a maturazione la polpa è astringente all'epoca di raccolta e occorre attendere il suo ammezzimento affinché risulti edule(la stessa cosa che si Verifica ad esmpio se le conoscete con le nespole invernali o con le mele cotogne), processo accellerato appunto dall uso dell'etilene.
              A parte questo si preferisce raccoglierli un pò verdi e farli maturare "artificialmente" in modo da ridurre gli attacchi della mosca della frutta.

              per il processo della stufatura in modo molto artigianale viene attuato coprendo le cassette con un telone ed utilizzando del carburo di calcio che a contatto con l'acqua libera etilene C2H4 ma anche acetilene C2H2 qest' ultimo è un gas infiammabile molto pericolso (esposivo in determinate condizioni) infatti a volte si e sentito parlare di alcuni magazzini esplosi o andati a fuoco.

              un modo molto più artigianale e casereccio per far maturare piccole quantità di prodotto e quello di metterli insieme a delle mele per il motivo gia detto prima.

              Accidenti mi sa di essere stato un pò troppo lungo, ma spero almeno di essere stato chiaro e soprattutto non aver detto qualche corbelleria
              se c'è qualche errore corregetemi pure errare è umano
              Ultima modifica di urbo83; 03/02/2013, 15:35.

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              • #8
                avete mai assaggiato i meravigliosi caki mela o i caki vaniglia?

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                • #9
                  approfondimento

                  oggi avendo un pò di tempo sono andato a ripassare e riporto un pò quelli che dovrebbero essere i punti salienti

                  il kaki appartiene al genere diospyros, famiglia delle ebanacee e conta oltre trecento specie,cinque sono le specie che rivestono importanza per la frutticoltura:
                  -diospyros kaki,per il consumo fresco industria e portainnesti
                  -d.lotus,estrazione tannini,essenze medicinali,portainnesti
                  -d.virginiana, industria trasformezione,consumo fresco,portainnesti
                  -d.oleifera,d.glaucifolia,estrazione tannini portainnesti.

                  le cultivar che rivestono maggior importanza in italia sono quelle del d. kaki
                  le diverse cultivar possono essere monoiche dioiche e poligame dioiche.
                  la formazione del frutto puo avvenire per via sessuata o per via partenocarpica(senza fecondazione),nel caso dell'avvenuta fecondazione il frutto può contenere da 1 a 8 semi che possono determinare modificazioni più o meno accentuate nelle caratteristiche organolettiche della polpa sulla quale si basa poi la classificazione pomologica delle varie cultivar:

                  -Costanti alla Fecondazione (CF),sono cultivar i cui frutti non subiscono alcun cambiamento nel colore della polpa,che rimane costantemente chiara sia nei frutti partenocarpici che in quelli fecondati, a loro volta queste cultivar posso dividersi in cultivar

                  Astringenti (CFA)non eduli alla raccolta tanto se partenocarpici quanto se fecondati

                  Non Astringenti(CFNA) direttamente combestibili alla raccolta sia se partenocarpici quanto se fecondati

                  -Variabili alla fecondazione(VF),sono cultivari cui frutti modificano le caratteristiche della polpa che diviene:chiara e completamente astringente in quelli partenocarpici;più o meno scura e variamente non astringente in quelli fecondati a loro volta queste cultivar si dividono in

                  praticamenti Astringenti alla racolta (VFA) non eduli alla raccolta sia se partenocarpici sia se fecondati in quest'ultimo caso la polpa risulta non astringente solo in prossimita dei semi(es.kaki tipo)

                  Astringenti o Non astringenti alla raccolta (VFA o VFNA) le stesse cultivar possono produrre frutti astringenti alla raccolta se partenocarpici (apireni) non astringenti alla raccolta solo in seguito alla fecondazione(ad es.kaki mela o vaniglia).

                  Le cultivar più diffuse in italia sono: la "kaki tipo" ed i suoi cloni 80% della produzione nazionale,con solo fiori femminili(VFA),"licopersico","costata","farmacista Honorati"e"Fuji", appartenenti al gruppo delle astringenti(CFA) sempre con soli fiori femminili,"mercatelli"e "vaniglia"appartenenti al gruppo delle variabili(VFNA), con funzioni di impollinatori, in virtu del fatto che le piante sono proviste di fiori ermafroditi e maschili.

                  KaKi tipo
                  albero di elevata affinità su d. lotus, di vigoria medio elevata e produttività elevata,frutto di elevata pezzatura di forma sferoidale-arrotondata, con buccia di colore giallo arancio epolpa gialla o bronzea di ottimo sapore epoca di raccolta intermedia,i frutti sono di ridotta conservabilità dopo la rimozione dell'astringenza, si feconda molto facilmente

                  esigenze pedoclimatiche
                  riesce a tollerare anche temperature invernali di -15C, il ricorso al portainnesto d.lotus conferisce maggior resistenza ai freddi invernali, mentre risulta suscettibile ai forti venti,specie in estate ed autunno quando il peso dei frutti può provocare scosciature nel tronco e lesioni ai frutti.
                  Si adatta bene a diversi tipi di terreno, tollerando anche quelli piutosto argillosi ha anche un elevata resistenza ai ristagni idrici si adatta ai terreni sub acidi e sub alcalini tollerando anche elevati contenuti in calcio mentre rifugge eccessi di sali di sodio e boro.

                  Adesso basta

                  moreschini spero di essere stato esaustivo cmq per quello che so anche se poco sono sempre a disposizione, a proposito i kaki erano conosciuti fin dall'antichita a roma tante che Plinio racconta della presenza di piante di loto a roma.
                  altra curiosita il nome diospyros dal greco "dios" dio e "pyros" frumento,cibo, quindi letteralmente cibo degli dei
                  Ultima modifica di L85; 06/12/2005, 18:59. Motivo: errore di digitazione

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                  • #10
                    Grazie L85

                    Comunque i kaki come dice il nome non sono astringenti
                    Ultima modifica di Paoljno; 06/12/2005, 20:34.
                    Paoljno

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                    • #11
                      Originalmente inviato da Paoljno
                      Grazie L85

                      Comunque i kaki come dice il nome non sono astringenti
                      Ha fatto la battuta

                      per altre notizie sono sempre a disposizione sempre nel limite delle mie conoscenze, tanto più che finalente da oggi mi hanno attivato l'ADSL, mi sa che vi tocchera sopportami adesso

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                      • #12
                        Ciao, ripesco il topic in cerca di info: ho sempre avuto un singolo albero (mai irrigato e mai trattato) che ha sempre dato una buona produzione (per autoconsumo).
                        L'idillio è finito nel momento in cui prima un forte temporale (in agosto) e poi una fitta nevicata hanno spezzato alcuni rami principali. La potatura dell'anno scorso è stata orientata a salvare la pianta con il risultato che quest'anno sono cresciute decine di rametti (succhioni?) con una lunghezza di 1-2 metri sulle branche principali.
                        E' evidente che devo sfoltire un pò la foresta che si è creata; ma come? Taglio i nuovi getti sulle branche e eseguo una cimatura sugli altri (per evitare che alla prossima nevicata si spacchino)?

                        Grazie
                        Ciao

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                        • #13
                          Ciao Alberto e benvenuto, provo a darti qualche consiglio speriamo utile,
                          se sulle branche principali sono rimasti dei normali rami fruttiferi elimana pure buonaparte dei succhioni che si sono sviluppati facendo dei tagli il più radente possibile al loro punto d'inserzione, in quanto se guardi bene noterai che quella zona e ricca di gemme latenti, che se non asporti in primavera germoglieranno con il risultato di affascellare nuovamente la pianta, ti consiglio comunque di lasciare qualche succhione magari accorciandolo in quanto se per salvare la pianta hai eseguito dei tagli drastici l'hai squilibrata e se li asporti tutti, la pianta per dare sfogo alla sua naturale vigoria tirerà fuori altri succhioni a primavera da altre gemme latenti, inoltre i succhioni che lasci ti consentiranno con la prossima potatura di ricostituira le pianta stessa.
                          Spero di essere riuscito ad essere chiaro nella mia esposizione ciao

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                          • #14
                            I consigli sono sempre ben accetti!
                            Sulle branche principali, oltre alle decine di succhioni, sono presenti alcune branche secondarie da cui partono i pochi rami con orientamento orizzontale (giusto?) che hanno prodotto qualcosa. Se provo a tenere un paio di succhioni e li cimo a metà, il prox anno avrò delle branche secondarie o sono totalmente inutili?

                            In secondo luogo è consigliabile o meno potare con temperature che oscillano tra 8°c e -4°c?

                            Alberto

                            Commenta


                            • #15
                              per la prima domanda la risposta è si per la seconda ti conviena aspettare ancora un pò a potare tanto hai solo una pianta

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                              • #16
                                Grazie per le info, per mia fortuna ho una sola pianta di kaki, ma un altro centinaio tra meli, peri, susini, ciliegi. In ogni caso aspetto temperature più miti per potare , magari venerdì nevica..

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                                • #17
                                  Semina kaki

                                  Salve!

                                  Vorrei piantare dei semi di kaki in un vaso in modo da trapiantare le piantine (se nascono) sul terreno quando saranno grandi.
                                  Qual'è la procedura giusta?
                                  Il periodo più adatto alla semina?
                                  Il vaso va riposto al riparo dal freddo?

                                  Grazie a chi mi vorrà rispondere.
                                  Ultima modifica di L85; 19/10/2006, 12:14. Motivo: unione argomento

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                                  • #18
                                    Noi abbiamo un paio di ettari coltivati a kaki.
                                    La pianta è ,come si diceva,rustica e abbisogna di poche cure ad ogni modo quei 2 trattamenti all'anno occorre farli : in primavera contro sesia e in qualche caso la cocciniglia , a fine estate contro la famosa mosca della frutta.
                                    Acqua e concimazioni si possono ridurre al minimo e gli alberi si possono allevare indifferentemente a palmetta che in forme più libere.
                                    Per la potatura vale il discorso di L85.
                                    La semina........non tutte le varietà di kaki hanno semi dentro ai frutti e ad ogni modo penso che ti converrà innestarli con delle varietà già sperimentate.
                                    Ovviamente i semi saranno maturi solo dopo che il frutto sarà maturato,vale a dire in autunno-inverno.
                                    Li lasci in un posto asciutto e non troppo freddo durante l'inverno e li semini in primavera.

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                                    • #19
                                      ripesco questo argomento per sapere se qualcuno ha già esperienza per il Kaki Rojo brillante. mi è stato detto che le richieste di questa varietà sono in aumento. se sapete pregi e differenze con la coltivazione del kaki classico.......
                                      grazie
                                      daniele

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                                      • #20
                                        Ho il Rojo Brillante . Per ciò che riguarda la coltivazione , è pressochè uguale al classico. I frutti sono di buona pezzatura e colore ( migliori del classico ) , ma hanno un sapore decisamente più scadente. Nella mia zona le cooperative lo stanno proponendo già da un po' .

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                                        • #21
                                          Ciao,
                                          ho anch'io una pianta di kaki, d' una trentina d'anni. Non ho mai avuto problemi fino all'anno scorso, quando d'estate, alcune branche hanno mostrato segni di sofferenza, con foglie che perdevano colore e in buona parte cadevano. Anche i frutti, in queste branche, sono rimasti più piccoli, anche se sono maturati normalmente. Non sapendo cosa fare (tutti i testi parlano di piante non soggette a crittogame) ho dato un po' di rame e adesso trepido perchè temo che possa morire.
                                          Qualcuno ha un'idea di quali malattie può essere soggetto il kaki, e il modo di combatterle?
                                          E' una pianta cui tengo molto, perchè a mio avviso, i suoi frutti non hanno rivali.
                                          A proposito, avete mai provato a congelarli? Quando sono belli maturi, li metto così, interi, nel congelatore. Al momento dell'utilizzo, una passata nell'acqua bollente per togliere la buccia e poi a tocchi semiscongelati con sopra la panna montata. Una leccornia che mi dura fino all'estate.

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                                          • #22
                                            il rosso brillante (o rojo brillante in spagnolo) è una varietà proveniente dalla comunità Valenciana dove è stato studiato e messo a punto.
                                            Dal punto di vista organolettico alla raccolta è uguale al kako tradizionale, ma il suo enorme vantaggio è quelli di poterlo si raccogliere immaturo (quindi con livello tannico elevato), trattarlo in cella con anidride carbonica in modo da bloccare il tannino e quidi di poterlo gustare ancora duro (infatti chiamato anche Kako mela)...se volete delle foto le posto...è bello, + brillante del nostro, e forma + allungata...e l'enorme vantaggio di mangiarlo duro penso sia inappagabile..

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                                            • #23
                                              Un'altro esempio di insuccesso della nostra ricerca e di straordinaria intrerpretazione dei gusti dei consumatori da parte degli spagnoli...e noi perdiamo quota..

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                                              • #24
                                                Originalmente inviato da Faro Visualizza messaggio
                                                il rosso brillante (o rojo brillante in spagnolo) è una varietà proveniente dalla comunità Valenciana dove è stato studiato e messo a punto.
                                                Dal punto di vista organolettico alla raccolta è uguale al kako tradizionale, ma il suo enorme vantaggio è quelli di poterlo si raccogliere immaturo (quindi con livello tannico elevato), trattarlo in cella con anidride carbonica in modo da bloccare il tannino e quidi di poterlo gustare ancora duro (infatti chiamato anche Kako mela)...se volete delle foto le posto...è bello, + brillante del nostro, e forma + allungata...e l'enorme vantaggio di mangiarlo duro penso sia inappagabile..
                                                A mio parere il sapore del "rojo" lascia molto a desiderare, comunque ci sono già alcune varietà di kaki che si possono mangiare quando la polpa è ancora consistente.

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                                                • #25
                                                  Forse nn lo trattiamo ancora come si deve..non deve esser stufato come i nostri kaki ma la fase di maturazione è totalmente diversa. inutile dire che se lo raccogli, lo porti a casa aspettando che maturi....diventa morbido ma rimane inmangiabile...
                                                  In Spagna (particolar modo Valencia) non coltivano altro che quel Kaki..è ovunque ed è molto molto buono e comodo.

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                                                  • #26
                                                    Ultimamente ho impiantato qualche filare di JIRO, si mangia tal quale senza bisogno di trattarlo con chissàche, oppure ci sono i kaki detti "vaniglia" con i semi all'interno, anch'essi buoni senza forzature.
                                                    Comunque perdonami se sono immodesto, ma i miei kaki arrivano nei mercati di: Torino, Milano, Trieste, Udine, Treviso e sono i tradizionali "kaki tipo" che tutti abbiamo visto e mangiato e che continuano a essere cercati ( ovviamente sempre proporzionalmente all'andamento dei mercati: non ci divento ricco ) dalla maggior parte dei consumatori di tale frutto ( il kaki ha una clientela specifica ).

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                                                    • #27
                                                      Vorrei domandare il motivo per il quale le piante di Kaki - Mela, pur avendo una fioritura abbondante, perdono via via tutti i frutti: quest'anno ne è rimasto solo uno!
                                                      Ringrazio in anticipo.

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                                                      • #28
                                                        Originalmente inviato da michelelimoso Visualizza messaggio
                                                        Ultimamente ho impiantato qualche filare di JIRO, si mangia tal quale senza bisogno di trattarlo con chissàche, oppure ci sono i kaki detti "vaniglia" con i semi all'interno, anch'essi buoni senza forzature.
                                                        Comunque perdonami se sono immodesto, ma i miei kaki arrivano nei mercati di: Torino, Milano, Trieste, Udine, Treviso e sono i tradizionali "kaki tipo" che tutti abbiamo visto e mangiato e che continuano a essere cercati ( ovviamente sempre proporzionalmente all'andamento dei mercati: non ci divento ricco ) dalla maggior parte dei consumatori di tale frutto ( il kaki ha una clientela specifica ).
                                                        ok, ma questo non sta a giustificare il fatto che abbiamo perso il primato di produzione di kaki nei confronti della Spagna.
                                                        So che che esistono queste altre varietà, ma il nostro mercato del kako è un mercato di nicchia limitato al consumo interno e ben poco viene poi esportato. Se venissero in qua quei kaki per noi ci rimarrebbe ben poco. Per fortuna che ne stanno piantando qua anche una discreta quantità..

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                                                        • #29
                                                          Originalmente inviato da Cinghiale Visualizza messaggio
                                                          Vorrei domandare il motivo per il quale le piante di Kaki - Mela, pur avendo una fioritura abbondante, perdono via via tutti i frutti: quest'anno ne è rimasto solo uno!
                                                          Ringrazio in anticipo.
                                                          Il kaki è soggetto a cascola estiva dei frutticini. E' un fenomeno normale a tutte le varietà. Comunque in casi così gravi, ci potrebbe essere uno squilibrio idrico e/o nutrizionale. Un aiuto ( anche se blando ) può venire dall'inerbimento del terreno sottostante.

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                                                          • #30
                                                            Ringrazio per la cortese segnalazione. La pianta sta in un'aiuola, ma ha comunque spazio per affondare le sue radici nella terra libera. Provvederò con concimazione adeguata.

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