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boschi incolti

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  • #31
    Originalmente inviato da MaxB. Visualizza messaggio
    No ma si potrebbero attuare queste iniziative:

    - pesanti sanzioni a chi lascia in stato di abbandono i fondi di proprietà
    - in funzione di questo accellerare itempi di uso capione se un terzo interviene gratuitamente a pulire il fondo stesso.
    - piccoli incentivi per chi contribuisce assiduamente a portare alimentazione alla centralina termica
    - giornate informativo/educativo nelle scuole locali, mossa lungimirante: in questo modo si sensibilizzano i futuri utenti del territorio.
    In diverse provincie del canada queste norme sono consuetudine da decenni e i risultati si vedono.
    Sono perplesso da quanto leggo in questo post:
    Pesanti sanzioni ai proprietari.... io sono della provincia di cuneo e parlo per i boschi che conosco bene, quelli che si sviluppano sui pendii ai lati delle valli e ti dico che con la difficoltà di esbosco data dalle pendenze ragguardevoli non è neanche possibile immaginare di essere competitivi sul mercato del legno in grande scala, qui nei paraggi verrà costruita una centrale a biomasse legnose per produrre elettricità, una utopia come altre frutto di decisioni dettate dall'avidità di alcuni privati, che altro non faranno che bruciare non la legna dei nostri boschi ma legna di scarto oppure legna estera.
    Calcola che per andare bene devono comprare la legna a 35-45 euro tonnellata, e dallo stato già si cuccano i soldi dati dai contributi verdi per l'utilizzo delle biomasse, quindi non mi sembra il caso di aiutarli ancora con altri incentivi, presi sempre ai soliti quattro che producono qualcosa.
    - uso capione...... forse pensi come i nostri politici che i nostri boschi ricrescono in 10-20 anni??? guarda che la crescità e legata alla fertilità del terreno e quindi sui pendii caratteristici dei nostri luoghi non è così veloce la ricrescita(metti che in un tuo bosco stai aspettando i 30-40 anni necessari per avere delle piante decenti da tagliare e qualche furbacchione te le taglia "benvenga l'uso capione accellerato!?"), poi se volgiamo abolire la proprietà è un altro paio di maniche.
    Io temo che siamo davanti ad un inganno, solo chi conosce bene la storia delle valli e dei luoghi può rendersi conto, che le realtà a cui si vuole fare riferimento come il Canada ed altri paesi simili dove il legno è industrializzato sotto tutti gli aspetti, le estensioni sono notevoli ed i terreni adatti all'esbosco meccanizzato..è un altro mondo.
    Quindi bene valorizzare i boschi ma no alla globalizzazione del poco che abbiamo, i privati e piccole aziende boschive comode ai boschi, man mano che il prezzo del petrolio salirà saranno obbligati a ritornare a combustibili tipo il legno e vedrete che alla domenica potrete farvi un giretto nei boschi senza incontratre troppi rovi.
    Quoti in pieno Lamberjack + di me a saputo dare un'immagine di cosa sono le biomasse dei nosti luoghi.

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    • #32
      Il problema dei boschi incolti non è altro che uno degli aspetti del più vasto e complesso problema dell’abbandono della montagna e del conseguente dissesto idrogeologico.
      Non credo che si possono fare paragoni con il Canada, i paesi nordici o la vicina Austria. Li, le proprietà forestali sono federali o di grandi compagnie o consorzi forestali, mentre da noi la proprietà forestale è prevalentemente privata ed estremamente frazionata con superfici medie inferiori a mezzo Ha.
      Le uniche eccezioni sono le proprietà forestali comunali di gran parte delle alpi e le proprietà Collettive (ad es. le Regole Cadorine, le Magnifiche Comunità delle valli di Fiemme e Fassa o le Comunaglie ed i Comunelli dell’appennino Parmense o Piacentino)
      Inoltre la maggior parte dei nostri boschi sono governati a ceduo ed assolutamente lontani da qualsiasi forma di assestamento.
      Fatte queste premesse non penso che sia una soluzione percorribile quella dell’esproprio o della coltivazione coatta, non tanto come principio, ma per l’assoluta mancanza di un eventuale ente che gestisca poi queste proprietà espropriate.
      Attualmente il settore forestale/ambientale nel nostro paese è frammentato tra le competenze statali di almeno 4 ministeri : ex agricoltura – ambiente – interno – e dipartimento di prot. Civile.
      A questi si aggiungano le competenze regionali dei seguenti enti: regione – provincia – comunità montana – arpa – consorzi di bonifica – comuni -consorzi forestali – consorzi bim – aziende forestali regionali.
      Tutti questi enti assorbono la quasi totalità delle loro risorse per il loro mantenimento (stipendi – gettoni di presenza – affitto di sedi – utenze ecc) e soprattutto disperdono gran parte delle loro capacità in conflitti di competenza con le altre amministrazioni.
      Da questo stato di cose come è possibile individuare una Autorità seria e capace di gestire le risorse forestali espropriate ai privati? (ed anche quelle pubbliche ormai)
      Senza contare che questi enti sono spesso gestiti da trombati elettorali a cui viene data una cadrega di consolamento… e la loro qualità della gestione è sotto gli occhi di tutti…
      In questi giorni si fa un gran sbraitare sul ventilato ridimensionamento delle comunità montane e tutti i politicanti locali si stanno stracciando le vesti in difesa della montagna. Ma questi che cavolo ne sanno di montagna? E soprattutto di gestione forestale?
      Le com. montane in 40 anni cosa hanno prodotto per l’economia montana?
      Il risultato è sotto gli occhi di tutti. La maggior parte dei territori montani (ad eccezione di quelli dove nevica firmato come dice Mauro Corona) sono agonizzanti, popolati da anziani e l’unico dato in costante aumento e l’emigrazione.
      Non credo che tutte le colpe siano della globalizzazione o della politica statale (che comunque di colpe ne ha parecchie) ma tutti gli enti locali che ho elencato sopra sono gestiti e rappresentati da politici locali, figli delle loro terre ed espressione dei loro elettori ed il loro fallimento per mè è senza appello.

      Per quanto riguarda le centraline a bio massa credo che siano l’ennesima truffa a danno del territorio (dopo le finte case coloniche dei piani verdi, i laghetti d’oro della bonifica montana, i corsi professionali fasulli per operai forestali, gli agriturismi senza vacche e terra coltivata ecc)
      Non ci crede nessuno che si può fare energia elettrica bruciando legna quando il cippato lo ritirano a meno di 4€ al Q.le e sfido chiunque a ricavare un reddito con simili quotazioni dal recupero della ramaglia nei nostri boschi.(che mediamente costituisce il 20% dell’abbattuto)
      Finiti i certificati verdi le centraline non saranno altro che grosse stufe abbandonate (e probabilmente lo saranno anche le pale eoliche). Per capire che dietro alle centraline a biomassa c’è qualche cosa di poco chiaro (non parlo dei piccoli impianti di teleriscaldamento comunali o consortili)basta vedere i nomi dei consigli di amministrazione delle società che le progettano, le gestiscono e vendono l’energia e fare un po’ di ricerca sulla storia professionale di questi signori…
      Uno dei provvedimenti immediati che ritengo possa contribuire ad invertire il degrado forestale è la semplice deducibilità dell’ IVA sul consumo di prodotti legnosi per il riscaldamento (iva al 10%). Questo eliminerebbe gran parte dell’abusivismo (non sempre di necessità) e potrebbe contribuire alla nascita di vere e proprie imprese forestali le quali potrebbero esprimere così un certo peso politico locale (un conto è il peso politico di un pensionato, un altro e quello di un imprenditore che crea posti di lavoro)
      Ora chiudo perché credo di essermi dilungato troppo, ma ogni tanto mi piace togliermi qualche sassolino…scusatemi.

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      • #33
        Il senso del mio intervento forse non è stato compreso.

        Prima di tutto ci tengo a chiarire che non sono per la globalizzazione fine a se stessa ma sono per l'emulazione degli esempi positivi.
        In canada io ci ho vissuto, non è solo una scopiazzatura da qualche illustrazione. Nel quebec ad esempio, nella zona del san lorenzo la morfologia del territorio è estremamente simile al nostro ambiente prealpino. Incluso il tipo di essenze che crescono. Nonostante ciò, e al di là del industria boschiva, è la cura del territorio intesa come pulizia del fondo, manutenzione ordinaria, che fa la differenza.

        Quello che ho tentato di spiegare è che non è necessario fare sfruttamente intensivo del legname per avere boschi puliti. Se periodicamente, ogni proprietario o al limite un consorzio spontaneo degli stessi, oppure ancora le maestranze delle comunità montane dedicassero almeno un minimo di lavoro, nel volgere di qualche anno si potrebbero apprezzare significativi miglioramenti.

        - Il contenimento dei numerosi incendi boschivi sarebbe molto più facile.
        - Il rischio di infortuni per gli escursionisti sarebbe minore
        - Minore soffocamento reciproco della fauna, ovvero più facile sviluppo per le specie endemiche

        Infine concludo con un osservazione: mi ha sopreso come ci si è soffermati sui primi due punti che ho proposto, ignorando invece la proposta più lungimirante: la sensibilizzazione sul tema nelle scuole.

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        • #34
          Ciao MaxB. ,
          mi spiace che la mia risposta arrivi solo ora , per motivi di mancata linea , perchè proprio l'educazione nelle scuole è la nota dolente dell' Italia in genere , per quanto riguarda il civismo.

          Come dice Nèga , nessuno vuole l'esproprio dei diritti del possessore sul suo bene , e tantomeno la coltivazione coatta , la cui gestione sarebbe affidata ad enti dall'operato e redditività quantomeno dubbi.

          Sull'usucapione dimezzata a 10 anni , mi sembra un tempo sufficiente per controllare , almeno una volta , i propri terreni , ed eventualmente sporgere denuncia all'organo competente.
          Disboscare un terreno e portare via tutto non è cosa che un " furbacchione " fa in 5 minuti.
          L' abolizione della proprietà privata , runza70 , è quanto di più distante ci sia dall'orientemento governativo italiano , che , semmai , privatizza beni pubblici , come l'acqua.

          A parer mio solo un privato ( singolo od associazione od azienda ) può far qualcosa per ovviare alla situazione che dà il titolo a questo thread , ed il privato si muove non spinto dal sentimentalismo , dalla bellezza del ricordo del tempo che fù , ma dal guadagno.
          Se un qualsiasi ente pubblico può fare qualcosa , è di favorire l'intervento degli interessati , scoraggiando l'immobilismo , tanto più che esistono leggi una volta tanto favorevoli.
          Ultima modifica di le rivette; 04/02/2010, 19:24. Motivo: ortografia
          CIAO

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          • #35
            se solo una piccola parte del denaro sprecato dai politici e dalle amministrazioni andasse ad incentivare i pivati per far sì che loro stessi si procurinio legna da ardere,forse si risolverebbe il problema.
            vado nel mio bosco, faccio la legna, lo tengo pulito, in salute e in attivo per l'assorbimento della co2. se non arrivo a farlo mi danno un premio,anche minimo e un ente o un altro privato si prende la legna
            invece si pernde legna dall'est europa, si fanno centrali a biomassa sovrastiamndone le dimensioni.

            si potrebbe prendere una zona con propiorietà private, analizzare il bosco, cercare di normalizzarne la produzione con un buon piano e dare un tot in denaro ogni tot anni di turno. credo che non ci sarà mia orgnaizzazione in queste cose e mi dispiace

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            • #36
              Ulteriore ostacolo allo sbloccare queste situazioni è rappresentato dall'inaggirabilità dell'opera del notaio.
              Quest'ultimo applica tariffe per i suoi obbligatori servizi , che sono spesso superiori al valore del terreno in questione , rendendo antieconomico l'investimento.
              Come è stato fatto per le auto , potrebbe avvenire un passaggio di proprietà attraverso gli uffici pubblici , che tra l'altro intervengono comunque in questi atti , abbattendone i costi nel limite del possibile. Come chiunque abbia fatto delle compravendite di terreni può testimoniare , nell'atto notarile compaiono lunghe ed ampollose formule di rito che , in un ufficio pubblico , potrebbero essere agevolmente riassunte in una citazione , semplificando la vita di tutte le parti in causa .
              Siamo nel 2010 ed usiamo metodi burocratici medioevali e costosi , che scoraggiano soprattutto i " piccoli " , che spesso sono proprio coloro animati da buoni propositi e volenterosi di far qualcosa per le proprie terre.
              CIAO

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              • #37
                Gira e rigira, si va sempre a finire li. La cattiva gestione da parte degli organi publici preposti impegnatissimi a non farsi staccare la sedia dal c..lo.
                E se lo dici passi pure per qualunquista.

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                • #38
                  Non lo quoto perchè troppo lungo, ma ho molto apprezzato l'intervento di Nèga.

                  Oltretutto certe regioni (prendo ad esempio la Lombardia, dove sono nato, crescuito e riseido), mettono i bastoni tra le ruote a coloro i quali vorrebbero risparmiare qualche soldino sul riscaldamento usando la legna al posto dei combustibili fossili (se ne parlava anche qui sul forum).
                  Così i boschi possono stare lì a marcire in pace.
                  Ci manca solo che tra un po' qualcuno venga pagato, magari con soldi pubblici per ripulirli, e poi siamo veramente all'apice della schifezza (come diceva Abatantuono).

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                  • #39
                    Vorrai dire .... " all'apice dell'apoteosi della schifezza " ....
                    CIAO

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                    • #40
                      Ritengo che si stia facendo un pó di confusione, tra foresta e bosco.
                      Bosco é una coltivazione di alberi, dove la mano dell'uomo entra a volte anche pesantemente.
                      Foresta é un terreno alberato lasciato a sé con un ciclo di vita normalmente di 100-200 anni, ma dipende molto da dove la foresta si trova, e autoregolante, dove anche l'incendio, la morte degli alberi ecc, fanno parte del ciclo vitale. e dove l'uomo meno opera e meglio é.
                      In Brasile ho circa 20 ettari di foresta (mata atlantica) dove gli alberi nascono muoiono ecc. secondo il loro ciclo.

                      Il problema dell'italia é che molti boschi sono diventati foresta , quando non era conveniente o di moda avere la stufa in casa, mentre oggi soprattutto se pianeggiante e facile da trattare, fa gola a tutti fare legna , anche per i prezzi non proprio economici che la legna da ardere ha sul mercato.
                      Personalmente i miei terreni li voglio lasciare in buona parte a foresta, se la forestale vuole che faccia delle linee tagliafuoco, ho una pala cingolata per farlo, devono solo dirmi dove, ma non permetto e non permetteró a nessuno di decidere destinazioni diverse, e ad oggi nessuno mi puó obbligare a farlo.
                      I vari regolamenti comunali e provinciali, poi lasciano il tempo che trovano, in quanto molte volte in contrasto con le leggi e la costituzione italiana.

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                      • #41
                        Ciao Pedrez
                        Non conosco il Brasile, ma penso che non abbia i problemi di antropizzazione e di dissesto idrogeologico che ha l’Italia….:
                        Da noi la “forsta” come intendi tu è scomparsa nel 700 circa ed i boschi sono gestiti in alcune zone fin dal 1500, vedi il Cansiglio e gli altri boschi da remi della serenissima, ed erano una così buona forma di gestione che è stata copiata dall’impero Austrungarico.
                        Per quanto riguarda le leggi ed i regolamenti concordo con tè che spesso sono contraddittori e soprattutto applicati da incapaci che per compensare la loro carenza di cultura forestale si limitano ad applicare la legge con pedanteria e fiscalità come se la selvicoltura fosse il codice della strada…
                        Non credo che nessuno ti imporrà mai di utilizzare i tuoi boschi, ma per quanto riguarda il tuo “diritto assoluto di proprietà devo darti una brutta notizia… Dal 1923 (prima della costituzione italiana) è stato codificato il concetto di interesse collettivo del patrimonio forestale, visto che la sua salvaguardia è di fondamentale importanza per la sicurezza idrogeologica del territorio.
                        Proprio per la tutela di questo bene collettivo nel lontano 1923 venne emanato il Regio Decreto n° 3267, il cui Art. 1 esprime compiutamente il concetto di "interesse pubblico del bosco"; infatti tale articolo dispone che: “ Sono sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici i terreni di qualsiasi natura e destinazione che, per effetto di forme di utilizzazione contrastanti con le norme di polizia forestale, possono con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque”
                        Da questo derivano Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale” emanate dalle Regioni. Queste norme regolamentano l'uso delle risorse forestali, e non si pongono semplicisticamente l'obiettivo di impedire totalmente il taglio dei boschi, ma dettano prescrizioni finalizzate alla corretta gestione del bene "bosco", promuovendo una maggiore cultura per la gestione moderna delle risorse forestali al fine di garantirne la resa economica , ma soprattutto per assicurare la continuità nel tempo di questo bene che è patrimonio di tutti, ma principalmente delle future generazioni.
                        La Legge Forestale Italiana pochi sanno che è stata presa a modello dagli Stati Uniti fino dal 1930, quando si sono accorti che l’erosione dei suoli aveva messo in ginocchio l’agricoltura e l’economia (vedi crak del 29).
                        Un altro discorso invece è la corretta applicazione della legge, ma qui torniamo in Italia…con tutti i difetti delle istituzioni e dei cittadini che le eleggono….

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                        • #42
                          La foresta era scomparsa nel 700, concordo (forse anche prima), ma dagli anni 50, con lo spopolamento delle aree collinari e montane, si é tornati di fatto ad avere foreste, molti tratturi e pascoli e, addirittura, aree costruite, sono ormai facenti parte di boschi e foreste.
                          Relativamente al maneggio dei boschi all'Italiana , negli States, negli ultimi anni nella foresta di yellowstone si sono resi conto che era meglio lasciare a mamma natura fare le cose, lasciando le foreste bruciare quando un fulmine cade etc, salvaguardando logicamente le popolazioni che abitano il parco.
                          Quello che voglio dire é che la foresta puó essere anche in minimissima parte sfruttata, ma con regole certe, ferree e con un piano globale dettato da un ente superiore che deve essere capacitato e fornire un piano di intervento serio che preservi foresta e possibilmente gli abitanti.
                          E deve poter essere possibile , essendo un paese libero, per chi lo vuole, mantenere un terreno a foresta, e non puó essere un vicino a decidere dove e come devono essere fatti interventi di messa in sicurezza (sempre che siano necessari).
                          E non é che io sia un ambientalista kamikaze, di quelli che non lascerebbero tagliare neanche una pianta pericolosa ai lati di una strada, tutt'altro, solo ribadisco, molti di quelli che in questo post vorrebbero "ripulire" le foreste altrui, in realtá sono un pó troppo parti in causa essendo una delle loro attivitá quella di abbattitori
                          Qui in Brasile esistono degli incentivi per il riflorestamento delle rive dei corsi d'acqua, mentre le rive per 50 metri oltre la massima espansione dei corsi d'acqua superiori ai 5 metri di larghezza, sono automaticamente area di preservazione permanente.
                          Inoltre la legge é molto dura, in molti casi non applicata per clientelarismo e corruzione, peró c'é e qualcosa si sta facendo.
                          Per esempio per detenere una motosega, esiste una denuncia da fare all'Ibama l'ente di preservazione del territorio, se ti prendono senza c'é l'arresto senza condizionale, la caccia é vietata (solo le popolazioni indigene possono praticarla con mezzi arcaici),ecc.

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                          • #43
                            Forse stiamo andando troppo in giro x il mondo,ma una sera x caso ho visto un interessante documentario sui paesi scandinavi,dove si attuano dei piani di sfruttamento dei boschi nei quali una famiglia doveva mantenere in ordine 1000ha di bosco(pulizia diradamento delle piante ecc ecc)sfruttando tutti gli scarti x produrre biomasse,ed in oltre 10ha ogni anno venivano tagliati,cosi' da avere un ciclo centennale di ricrescita e con questo sistema con qualche contributo statale ci campava una famiglia di 4 persone,in oltre molte famiglie avevano una dose doppia 2000ha ed avevano un discreto guadagno ed il governo con poca spesa non aveva + problemi di salvaguardia del territorio. Secondo me in alcune zone montane depresse non sarebbe una brutta idea attuare piani del genere ,magari utilizzando aiuti comunitari che in questi anni sono stati regalati ad aziende di pianura che affittavano gli alpeggi senza portarci i capi al pascolo x il solo scopo di prendere il premio dell'estensivizzazione. Si potrebbe ottenere meno spopolamento del territorio,e anche paesaggi migliori,saluti marco

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                            • #44
                              Ottima iniziativa, da adottare.

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                              • #45
                                Originalmente inviato da mectractor71 Visualizza messaggio
                                Forse stiamo andando troppo in giro x il mondo,ma una sera x caso ho visto un interessante documentario sui paesi scandinavi,dove si attuano dei piani di sfruttamento dei boschi nei quali una famiglia doveva mantenere in ordine 1000ha di bosco(pulizia diradamento delle piante ecc ecc)sfruttando tutti gli scarti x produrre biomasse,ed in oltre 10ha ogni anno venivano tagliati,cosi' da avere un ciclo centennale di ricrescita e con questo sistema con qualche contributo statale ci campava una famiglia di 4 persone,in oltre molte famiglie avevano una dose doppia 2000ha ed avevano un discreto guadagno ed il governo con poca spesa non aveva + problemi di salvaguardia del territorio. Secondo me in alcune zone montane depresse non sarebbe una brutta idea attuare piani del genere ,magari utilizzando aiuti comunitari che in questi anni sono stati regalati ad aziende di pianura che affittavano gli alpeggi senza portarci i capi al pascolo x il solo scopo di prendere il premio dell'estensivizzazione. Si potrebbe ottenere meno spopolamento del territorio,e anche paesaggi migliori,saluti marco
                                Queste idee sono intelligenti e mi piacciono, gli scandinavi su questo dimostrano da sempre di essere all'avanguardia. Tuttavia è doveroso fare qualche distinguo con la nostra realtà.
                                Prendendo in esame la svezia. Paese simbolo in questo.

                                - Una popolazione inferiore ai 10 milioni di abitanti, posta su un territorio sensibilmente superiore all'italia.
                                - Non ci sono in svezia importanti catene montuose, ci sono stato alcune volte e ho visto che i pendii sono piuttosto dolci, i boschi sono quindi facilmente accessibili.
                                - Il grado di meccanizzazione medio degli operatori del settore boschivo è elevato e fortemente specializzato
                                - Stoccolma riconosce importanti contributi al settore forestale e garden, la burocrazia è snella ed efficente, ciò incoraggia fortemente l'imprenditorialità privata

                                Riflessione in libertà: in italia si realizzerà più facilmente il secondo punto citato, piuttostochè il quarto.

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                                • #46
                                  ho letto il tuo messaggio e concordo pienamente con te, lo stato di abbandono dei nostri boschi in valchiusella,èuno scempio si potrebbe creare posti di lavoro per il recupero di tutto il legname morto sia in piedi che a terra ed usarlo eventualmente per energia alternativa,ma è così lo statodelle cose finchè abbiamo il petroliotutti se ne fregano ,ma se ci trovassimo con il c...lo perterra forse le mentalità cambierebbero.Ciao nibbio 36

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                                  • #47
                                    Originalmente inviato da nibbio 36 Visualizza messaggio
                                    ho letto il tuo messaggio e concordo pienamente con te, lo stato di abbandono dei nostri boschi in valchiusella,èuno scempio si potrebbe creare posti di lavoro per il recupero di tutto il legname morto sia in piedi che a terra ed usarlo eventualmente per energia alternativa,ma è così lo statodelle cose finchè abbiamo il petroliotutti se ne fregano ,ma se ci trovassimo con il c...lo perterra forse le mentalità cambierebbero.Ciao nibbio 36
                                    Si potrebbero creare posti di lavoro si, ma quello che chiami scempio, in realtá é un microcosmo di funghi, insetti licheni e relativi animali superiori che se ne cibano, e che producono humus, che poi esteticamente unparco sia piú bello e fruibile di un bosco e un bosco di una foresta é evidente , ma che la foresta lasciata a se sia inutile...... non credo proprio.

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                                    • #48
                                      Ciao Pederz ,

                                      sul fatto che la natura già sappia compiere in modo spettacolare i suoi cicli di rigenerazione e riproduzione sono pienamente d'accordo con te , che , vivendo in Brasile , ne avrai certamente ottimi esempi nell'Amazzonia e non solo (ho guardato Joinville dal satellite ).
                                      Ma il grido di dolore di tanti utenti del Forum è dovuto alla constatazione del degrado , abbandono , incuria , in cui versano intere valli , innumerevoli Km quadrati fino a pochi anni fà percorribili a piedi nudi dai nostri nonni da tanto che il sottobosco era pulito , e che oggi sono discariche di ogni tipo di rifiuto lungo le strade , boschi divenuti oltretutto pericolosi per le continue piante che si spezzano ogni volta che viene vento forte o neve.
                                      Qui in provincia di SP proprio l'anno scorso c'è scappato il morto in auto a seguito di una pianta schiantata, e solo in Gennaio , due strade del Comune dove lavoro sono state mezze portate via dagli alberi franati a valle , con costi di ripristino di centinaia di migliaia di euro. Le piante in questione erano acacie lunghe 25 mt. , messe per reggere la scarpata quando hanno allargato la strada negli anni '60 , e da allora mai mantenute , e situazioni a rischio come queste non si contano.
                                      Sistemare una strada franata per un tratto di 15 mt. costa almeno 80.000 Euro : quanti alberi possiamo tagliare con tale cifra, mettendo in sicurezza l'area circostante?
                                      L'occhio di chi ama i boschi riconosce facilmente la differenza tra la naturale bellezza di una natura selvaggia ed i segni della rovina in ciò che generazioni di uomini hanno plasmato e curato , e che l'operare delle P.P.A.A. , salvo le già citate eccezioni , difficilmente contribuisce a recuperare.
                                      Ultima modifica di le rivette; 07/02/2010, 10:26.
                                      CIAO

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                                      • #49
                                        Originalmente inviato da le rivette Visualizza messaggio
                                        Ma il grido di dolore di tanti utenti del Forum è dovuto alla constatazione del degrado , abbandono , incuria , in cui versano intere valli , innumerevoli Km quadrati fino a pochi anni fà percorribili a piedi nudi dai nostri nonni da tanto che il sottobosco era pulito , e che oggi sono discariche di ogni tipo di rifiuto lungo le strade , boschi divenuti oltretutto pericolosi per le continue piante che si spezzano ogni volta che viene vento forte o neve.


                                        Come non quotare?

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                                        • #50
                                          Concordo anche io pienamente, come giá detto non sono un integralista, qui a Joinville l'aeroporto ha operato in forma ridotta per quasi un anno perché i verdi non lasciavano abbattere 100000 metri quadri di bosco e mettere in sicurezza la pista, trovo che sia una stupidaggine immane e un occasione politica per qualche fesso mettersi in mostra, anche perché vicino hanno tagliato una collina per fare un area piana di 4-5000 metri quadri per costruzione residenziale lascando una scarpata di terra praticamente verticale di circa 25 metri. Che un giorno cadrá perché qui piove molto, e in altre zone ci sono giá stati i morti per crolli di scarpate simili.

                                          Esistono luoghi dove é possibile e doveroso lasciare alla natura e altri dove é imperativo intervenire.

                                          Ribadisco solo il concetto che se qualcuno vuole tenere una foresta, e non pregiudica gli altri a causa di eventi naturali nella norma, puó e deve continuare a poterlo fare, l'estetica e la bellezza sono una cosa soggettiva, c'é a chi piace un bosco che sembra um biliardo e a chi piace una foresta impenetrabile.

                                          Che poi manchi una gestione del territorio (soprattutto a livello di controllo e imposizione della messa in sicurezza) questo é evidente.

                                          Fare una apertura tagliafuoco con piccoli corridoi controllati per permettere alla fauna di muoversi, é doveroso.

                                          Controllare che in ruscelli e torrenti non si siano formate dighe di materiale mosso dal fiume , anche.

                                          Logico se si taglia tutto, non ci sono piú alberi pericolosi o che possano ostruire un rio.

                                          In Italia , oggi, esistono 1 milione di ore di cassa integrazione all'anno, penso che se chiedessero a questi cassintegrati di lavorare per il controllo e la messa in sicurezza di aree boschive ecc., un buon 30 percento di questi cassintegrati lo farebbero volentieri (io se fossi cassintegrato in italia lo farei al volo, pur di non stare in casa a pestare la stessa piastrella), ma anche lí esiste un problema, l'interesse politico ed economico.

                                          Una frana rende un appalto di un centomla euro come ridere, di tale valore un 10 - 12 percento finanzia i partiti politici sotto forma di tangente (e non é una accusa campata in aria, anni fa ho lavorato a un avanprogetto di tele controllo laser di smottamenti in montagna e questo era il valore richiesto al mio titolare di allora per prendere l'appalto), quindi meglio lasciare tutto cosí.

                                          Un altro problema, poi, é che molte volte i tagliaboschi non puliscono il bosco, semplicemente tagliano dove é comodo,

                                          togliere piante morte da anni e mezze marce é solo un costo, quindi il risultato é peggiore della condizione iniziale (vedere i boschi delle colline intorno a chivasso per credere)

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                                          • #51
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                                            Esistono luoghi dove é possibile e doveroso lasciare alla natura e altri dove é imperativo intervenire.

                                            Ribadisco solo il concetto che se qualcuno vuole tenere una foresta, e non pregiudica gli altri a causa di eventi naturali nella norma , puó e deve continuare a poterlo fare

                                            Che poi manchi una gestione del territorio (soprattutto a livello di controllo e imposizione della messa in sicurezza) questo é evidente.

                                            Fare una apertura tagliafuoco con piccoli corridoi controllati per permettere alla fauna di muoversi, é doveroso.

                                            Controllare che in ruscelli e torrenti non si siano formate dighe di materiale mosso dal fiume , anche.

                                            Logico se si taglia tutto, non ci sono piú alberi pericolosi o che possano ostruire un rio.

                                            In Italia , oggi, esistono 1 milione di ore di cassa integrazione all'anno, penso che se chiedessero a questi cassintegrati di lavorare per il controllo e la messa in sicurezza di aree boschive ecc., un buon 30 percento di questi cassintegrati lo farebbero volentieri (io se fossi cassintegrato in italia lo farei al volo, pur di non stare in casa a pestare la stessa piastrella), ma anche lí esiste un problema, l'interesse politico ed economico.


                                            togliere piante morte da anni e mezze marce é solo un costo, quindi il risultato é peggiore della condizione iniziale (vedere i boschi delle colline intorno a chivasso per credere)
                                            Chi si occupa dei punti evidenziati in grassetto ?
                                            Un privato ?
                                            Se gli " eventi naturali nella norma " danneggiano material-economicamente il vicino , chi lo risarcisce del danno subito ?
                                            Se una pianta morta cade ed uccide un malcapitato , costa di più tagliare 10000 piante o risarcire i familiari ?
                                            Sui cassaintegrati favorevoli ad esser impiegati in lavori socialmente utili , e pagati meglio che attualmente , concordo con te , ma i soldi da noi non servono a mettere a posto strade , acquedotti , ferrovie , ma a fare nuovi ponti...
                                            CIAO

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                                            • #52
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                                              a marcire è un sacrilegio ,è sputare addosso a riscaldamento. senza contare polloni e succhioni che andrebbero tolti dagli alberi sani.la foresta e la nostra vita.

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                                              • #53
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                                                • #54
                                                  Ciao mectractor71 e nibbio 36 ,

                                                  non posso che esser d'accordo con voi sulla corretta conduzione di un bosco e sui tagli dei polloni , tant'è che , appena il tempo lo permetterà , vorrei fare e postare un pò di foto , per dare idea delle varie situazioni esistenti -in pochissimi Km - dalle mie parti , sia di lavori eseguiti che NON eseguiti , sia da parte di privati che da Enti pubblici... ( vedrete che roba ...)

                                                  Motivo della presente è , però , a mio malincuore , ricordare il titolo del thread ( boschi incolti ) , per non sconfinare in

                                                  http://www.forum-macchine.it/showthread.php?t=13857 ,

                                                  che tratta dei criteri di taglio dei boschi.

                                                  Questo perchè ciò che giustamente suggerite può - e dovrebbe -essere fatto nei nostri boschi di proprietà , mentre i boschi incolti , privati o demaniali che siano , creano problemi legal-economici ai loro confinanti , oltre ad essere " esteticamente " deprimenti per gli amanti del verde in genere , e se non viene svolto dai diretti interessati un lavoro obbligatorio ( almeno per l'attuale legge ) , figuriamoci una buona pratica agricola...

                                                  Perdonate il mio rigido modus operandi , ma ho l'elasticità mentale di un cingolato...

                                                  Rimanendo nel solco di Canaveis ( post n° 1 ) , che ha introdotto l'argomento , e per fornire un pò di materiale di lettura , suggerisco :

                                                  - esempio di convenienza economica, in strutture pubbliche , dell'utilizzo di biomassa al posto del combustibile fossile :


                                                  - analisi di costi e ricavi , per aziende private , relativamente alla produzione legnosa di arboreti e siepi :


                                                  - ed infine , una goccia nel mare degli interventi dell'amministrazione pubblica nel Verde , leggete tutti i commenti perchè ce n'è per tutti i gusti...


                                                  e pensare che questa è la situazione della Capitale , figuriamoci le sperdute valli spopolate di ogni regione...
                                                  Ultima modifica di le rivette; 14/02/2010, 16:30. Motivo: links corretti
                                                  CIAO

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                                                  • #55
                                                    Originalmente inviato da le rivette Visualizza messaggio
                                                    Chi si occupa dei punti evidenziati in grassetto ?
                                                    Un privato ?
                                                    Se gli " eventi naturali nella norma " danneggiano material-economicamente il vicino , chi lo risarcisce del danno subito ?
                                                    Se una pianta morta cade ed uccide un malcapitato , costa di più tagliare 10000 piante o risarcire i familiari ?
                                                    Sui cassaintegrati favorevoli ad esser impiegati in lavori socialmente utili , e pagati meglio che attualmente , concordo con te , ma i soldi da noi non servono a mettere a posto strade , acquedotti , ferrovie , ma a fare nuovi ponti...
                                                    Personalmente mi regolo cosí:
                                                    se la pianta morta in piedi é sul mio terreno e cadendo continua a essere sul mio terreno, se mi da fastidio, non mi piace, mi gira, ecc, la taglio, se no la lascio lí, ci sono i cartelli che indicano che é una proprietá privata e che diffidano chiunque ad entrare, quindi se cade in testa a qualcuno aveva solo da non entrare, se sul confine o puó pregiudicare il vicino o la butto giú io, o gliela lascio buttare giú (in mia presenza cosí taglia solo quella).
                                                    Per il fiume che passa nella mia proprietá dopo le piene dó una occhiata che non si formino dighe enormi con le piante morte, se si formano e riesco a aprirle senza farmi male lo faccio, se no avviso la prefettura che mandi qualcuno (visto che tagliare qualunque cosa per 50 metri ai lati di un fiume qui in brasile é reato, se poi il taglio é di una specie protetta, é crimine ambientale che prevede l'arresto)

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                                                    • #56
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                                                      possibile che siamo circondati da gente che non sa fare la O con il bicchiere?? siamo proprio tutti smidollati?

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                                                      • #57
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                                                        a scanso di equivoci sottolineo che non voglio polemizzare con te , che , da quello che scrivi , sei un buon esempio di vicinato , e , soprattutto , sei PRESENTE sulle tue terre , ma capovolgo il tuo operare nei casi di assenteismo e abbandono agricolo/forestale che reca danni ad altri e non viene censurato e prevenuto come da norme apposite in materia.
                                                        Insisto , come altri , sull'aspetto strettamente legale della questione perchè siamo in uno Stato di Diritto , dove , per non subire danni derivanti dal comportamento altrui , DEVO far valere i miei DIRITTI ( anche il non fare è un comportamento ).

                                                        X roberto 64 :

                                                        Sempre poichè esiste il Diritto , nessuno vuol fare ciò che spetta ad altri , figuriamoci un dipendente pubblico che , povero lui , annaspa in un mare in continuo mutamento di competenze...

                                                        art 915 ,916 , 917 Codice Civile :



                                                        Se tutti operassero con la diligenza del " buon padre di famiglia " , non servirebbe quasi nessuna legge...
                                                        CIAO

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                                                        • #58
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                                                          • #59
                                                            è così , nibbio ,
                                                            lamentarsi dello stato di fatto è giusto , ma ancor meglio è cercare personalmente di cambiarlo ( anche investendo i nostri $ ) , e soprattutto dare l'esempio ad altri , così da non farli sentire soli.

                                                            Stasera sono in vena di cazzeggio su iutub , e , prima di fare e postare le foto che intendo , propongo un pò di video sui boschi BEN COLTIVATI rilassanti e distensivi , in vista della settimana di lavoro alle porte :

                                                            - questo è il più "strano ", non troppo legato ai boschi incolti , ma proponitore in generale di " forma mentis " :


                                                            - iniziamo con la Sardegna :


                                                            - qui un simpatico personaggio gironzola per la Toscana con ben 5 videos :


                                                            - infine , per l'Abruzzo , una slide , tipologia di filmato che odio profondamente , ma questa è eccezzionale :


                                                            Basta notare il n° di visualizzazioni per comprendere l'interesse generato da questi argomenti...

                                                            ..ma non molliamo ! ( e boja chi lo fà ! ) : i boschi di questi esempi non si mantengono così certo da soli!
                                                            Ultima modifica di le rivette; 16/02/2010, 22:18.
                                                            CIAO

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                                                            • #60
                                                              Originalmente inviato da pederz_ Visualizza messaggio
                                                              non mi piace, mi gira, ecc, la taglio, se no la lascio lí, ci sono i cartelli che indicano che é una proprietá privata e che diffidano chiunque ad entrare, quindi se cade in testa a qualcuno aveva solo da non entrare, )
                                                              In Brasile forse,ma in Italia se non è una proprietà chiusa con recinzioni di una certa dimensione,non bastano i cartelli,sei sempre responsabile.
                                                              Ognuno è ciò che è,non ciò che finge di essere....

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