MMT Forum Macchine

Annuncio

Collapse
No announcement yet.

Alcool x autotrazione

Collapse
X
 
  • Filtro
  • Data
  • Visualizza
Cancella tutto
new posts

  • Alcool x autotrazione

    Scusate se apro questa discussione, se i moderatori la ritengono troppo politica che sia cancellata pure, non sapendo dove postare la apro qua, se è fuori luogo che venga cassata senza indugi.
    Mi sembrerebbe però opportuno parlarne, qui sul Forum siete in tanti ad essere tecnici ed assai competenti, e mi piacerebbe sapere la vostra opinione in proposito.
    Il punto è il seguente: stamane ho sentito per televisione un intervento giornalistico nel quale si trattava di un accordo tra un grosso ente governativo italiano che si occupa di idrocarburi ed un partner brasiliano, che opera nello stesso ramo, accordo volto a produrre alcool per autotrazione....in Angola.
    Orbene, che si stia finalmente capendo anche qui da noi che si possono ricavare carburanti da vegetali coltivati è sicuramente un bene, finalmente!
    Che si faccia un'accordo con un colosso che già tratta la materia, bene anche questo.
    Ma che l'accordo preveda la produzione in Angola mi sembra, come dire....fuori luogo.....
    Non è qui in Europa che qualche bello spirito va dicendo che gli agricoltori devono cambiare mestiere perchè non c'è più mercato per i loro prodotti?
    Non è qui in Italia che, sempre a causa di accordi europei, stanno dismettendo gli zuccherifici perchè lo zucchero "va" importato da altre parti?
    E, non è che qui da noi ci potrebbero essere sia gli spazi che le opportunità per coltivare ciò che serve per fare, se non tutto, almeno un pò di quell'alcool?
    Cosa non va qui da noi, il clima, le estensioni necessarie, i costi?
    Non è che la volontà di produrre in Angola (e chissà perchè laggiù, poi), sia anche dettatta dalla disponibilità in loco di manodopera a basso prezzo?
    Scusate se i toni del mio post sembrano polemici e provocatori, non lo vogliono essere, vorrei capire cosa impedisce di produrre anche qui da noi.
    Andando a produrre lontano, inoltre, in futuro, allorquando il petrolio finisse, e cessasse, di fatto, la dipendenza dai paesi produttori dell'oro nero, ne ricomincerebbe un'altra, di dipendenza: da chi coltiva vegetali distillabili per produrre alcool.......ma dobbiamo proprio essere dipendenti da qualcuno, sempre e comunque?

  • #2
    Hai ragione ma mi permetto di mettere una domanda anche io:
    Non è che qui in Italia gli agricoltori vogliono prendere almeno come un lavoratore a progetto (cioè quasi zero) e che per garantire almeno questo misero guadagno l'alcool costerebbe più della benzina?
    http://www.urbo.altervista.org

    Commenta


    • #3
      L'alcool l'olio di colza, il granturco per riscaldamento, le fonti rinnovabili di energia "pulita" o meno sporca, saranno sempre ostacolate, poco propagandate, fino a quando chi tira le fila dell'economia dei paesi vedrà più conveniente per la sua tasca posteriore destra (quella del portafoglio) un vantaggio dalla situazione in essere.

      Sapevate che c'erano i contributi statali e/o regionali per l'acuqisto dei pannelli solari?
      Sapevate che una famiglia o un condominio può arrivare a spendere zero installando cellule fotovoltaiche e vendendo la produzione al gestore elettrico che accredita scalando dal consumo?

      Forse si, ma non vien fatto perchè la cosa è tenuta in quella condizione di precarietà che farla ci farebbe fatica quanto scavare una fossa a mano!

      ----

      Immaginate le discariche ricoperte di cellule fotovoltaiche, i tetti pieni di pannelli solari per scaldare l'acqua sanitaria, le caditoie che convergono in cisterne per usare l'acua dello sciaquone!
      Termoconvertitori di rifiuti - utilizzo di cippato - raccolta differenziata funzionante, interruttori orari su uffici pubblici che sono illuminati a giorno anche di notte, illuminazione stradale con sensore di movimento - ci sono strade illuminate a giorno dove non passa nessuno la notte

      e chi più ne ha più ne metta..

      e ra smetto altrimenti mi monta il nervoso...

      Iacopo

      Commenta


      • #4
        per l'alcool , dopo anni di liberalizzazioni, passettin passettino, due produttori di vino di narzole, due cretini completi, hanno pensato bene di usare il metanolo, del quale a quei tempi erano state abbassate le tasse, per fare del vino sintetico, accecando gente e ammazando persone.
        Il governo a quel punto ha colto la palla al balzo e rialzato le tasse e reso quasi impossibile la produzione di etanolo e metanolo, nonché ristretto le norme per lo stoccaggio , l'acquisto e la vendita.
        io qui in brasile trapoco cominceró a produrlo per autoconsumo, dalle banane

        Commenta


        • #5
          Originalmente inviato da urbo83 Visualizza messaggio
          Hai ragione ma mi permetto di mettere una domanda anche io:
          Non è che qui in Italia gli agricoltori vogliono prendere almeno come un lavoratore a progetto (cioè quasi zero) e che per garantire almeno questo misero guadagno l'alcool costerebbe più della benzina?
          Probabilmente questo è uno dei problemi, Urbo, hai ragione....però, dato l'alto costo di tutte, ripeto tutte, le lavorazioni che si fanno qui in Italia, occorre riflettere su cosa si possa, ancora, produrre in questo Paese.
          E come, anche, eventualmente, si possa pensare di comperare qualcosa all'estero, in un Paese che, non riuscendo più a produrre alcunchè, non sarebbe nemmeno più in grado di pagare.....
          A me sembra che la possibilità di coltivare vegetali da distillare per alcool potrebbe dare delle risposte concrete a diverse domande: non so come si potrebbe fare, tecnicamente, e con quali rendimenti dal punto di vista della produzione per ettaro, rispetto a quanto si possa fare in Angola.
          Sicuramente laggiù le braccia costano meno, e sono probabilmente disposti anche a fare più ore settimanali, ma.....tradizionalmente, mi sembra che i nostri agricoltori non si siano mai tirati indietro quando si tratta di lavorare, e che abbiano tecnologia, capacità e amore per la loro terra, ingredienti che, se uniti, potrebbero dare frutti anche nelle coltivazioni di cui parlo....
          E, comunque, l'alcool potrebbe essere una risposta sostitutiva, come sbocco, alle mancate coltivazioni di barbabietole da zucchero, rese obsolete dalla chiusura degli zuccherifici....
          Sto dicendo fesserie, oppure potrebbe effettivamente rappresentare uno sbocco?
          Non essendo un tecnico del settore, ripeto, mi fido mooooolto di più delle vostre competenze, rispetto a quello che sento dire in televisione da politici saccenti che, spesso, non sanno nemmeno di ciò di cui stanno parlando......

          Commenta


          • #6
            Il problema é che per avere una grande produzione di alcool occorre avere dei grandi latifondi, lo spezzettamento dei fondi in italia ha portato il prezzo dello zucchero fuori mercato, dovuto al fatto che i trasporti, l'uso parziale dei mezzi agricoli portassero il prezzo a valori troppo alti per la concorrenza internazionale.
            Non so in Angola, ma qui in Brasile la produzione di canna da zucchero per l'industria zuccheriera e dell'alcool, non é molto manuale, é normalmente abbastanza meccanizzata, mentre per la trasformazione, esistono dei complessi industriali enormi, non c'é l'omino con la zappa che pianta la canna, e col machete la taglia, la trasporta con l'asinello, e poi la spreme col ingegno de cana a manovella, o meglio esiste anche quello, ma non é l'industria che se ne serve.
            Esistono addirittura camion a tre rimorchi per portare la canna dal campo alla fabbrica e le aree sono di migliaia di ettari.
            In Italia , visto la capacitá di consorziarsi dei contadini molto bassa, o lo stato destina delle aree a tali produzioni, di fatto espropriando i contadini, e costruisce direttamente o indirettamente una fabbrica di alcool, riuscendo ad ottenere economie nei mezzi e nei trasporti, oppurenon sará mai competitivo , rispetto a brasile, angola ecc. se non sostenendo anche per queste produzioni , i coltivatori.
            Io vedo molto meglio, e per questo mi sto attrezzando, la costruzione di piccoli impianti sia per il biodiesel che per l'alcool, da vendere o affittare ai contadini per permettere l'autoproduzione, in modo da renderli autonomi nella produzione dei carburanti per il parco macchine utilizzato per la coltivazione, e permettendo inoltre il recupero di biomasse che, per scarsa qualitá non potrebbero essere vendute e andrebbero a finire nel letamaio

            Commenta


            • #7
              Lo spezzettamento dei fondi è purtroppo una realtà, qui in Italia (se ne parla diffusamente in un'altra discussione su questo Forum), e questo potrebbe essere un grosso ostacolo.
              Quindi, Pederz, in Italia il problema primario sarebbe la mancanza di aree idonee come estensione e come localizzazione.
              In termini di resa, qualcuno ha un'idea di quanto carburante sia possibile ricavare da una data area?

              Commenta


              • #8
                La produzione attuale in Santa Catarina é di circa 60 t/ha, potrebbe essere portata a 180 t/ha con cultivar diverse, fertilizzazione migliore, meccanizzazione migliore ecc.
                Calcolando 100 ton ha si ha una produzione netta di 6000 litri di combustibile, con un distillatore tradizionele (con sistemi di idrolisi degli zuccheri si potrebbe arrivare al doppio), oppure per gli ubriaconi a circa 10000 litri di cachassa a 50 gradi.
                Calcolando di usare i 6000 litri per autotrazione si avrebbe un risparmio di 6000-30%= 4200 litri di benzina risparmiati (l'alcol ha un potere calorifico inferiore del 70 percento di quello della benzina), con un costo di produzione pari alla lavorazione del terreno e raccolta e trasformazione, dove il costo vivo di trasformazione finale é l'energia elettrica per la spremitura della canna, in quanto il bollitore viene riscaldato con i resti della canna dopo la spremitura.

                Commenta


                • #9
                  Ma l'alcool non viene miscelato alla benzina per autotrazione? Mi pare che puro dia non pochi problemi di corrosione delle parti del motore e che sia anche decisamente inquinante, ma chi ne sa di più mi corregga.

                  Commenta


                  • #10
                    In Brasile sono tantissimi anni che sperimentano l'autotrazione con l'alcool....mi pare che, per essere alimentati ad alcool, nei motori occorra avere tutto il sistema di alimentazione realizzato con gomme, guarnizioni e membrane resistenti a quel liquido.
                    Non conosco i dati sull'inquinamento da combustione dell'alcool....se qualcuno ha dei dati sarebbe bello conoscerli.
                    @ Pederz: quindi, lì in Brasile utilizzate la canna. Mi pare che anche barbabietole e patate fossero adatte, o sbaglio?
                    Non sono pochi 6000 litri/ha, pensavo meno......realizzate un monoraccolto oppure se ne fanno più di uno all'anno? Perdona l'ignoranza, sto cercando di capirci qualcosa.....

                    Commenta


                    • #11
                      Si utilizza la canna perché il prodotto che si vuole produrre é lo zucchero.
                      che io sappia un raccolto l'anno, ma normalmente l'alcol é un sottoprodotto, si ritira lo zucchero, poi con i resti si tira ancora via un pó di alcol.
                      Poi per fare alcol tutto quello che ha zuccheri o amidi puó essere trasformato in alcol etilico, mentre la sostanza legnosa, per distillazione secca , puó essere trasformata in metanolo
                      Quasi tutte le autovetture oggi sono resistenti all'alcol, in quato un pó dappertutto si sta cominciando a sostituire i benzeni (succedanei del piombo tetraetile) con l'alcol per aumentare il rapporto di compressione, serve invece un piccolo serbatoio di benzina perché a freddo l'lcol , contenendo tracce d'acqua, non psrte molto bene, quindi le auto partono a benzina fino ad andare in moto e passano ad alcol.
                      Ma qui in brasile (brevetto fiat) da un paio di anni esistono i total flex, che vanno a benzina , alcool o misceledi qualsiasi tenore tra i due.
                      Per i dati di inquinamento, pensa solo che non hai idrocarburi incombusti, al limite dietro a una macchina ad alcol che brucia male , ti ubriachi.

                      Commenta


                      • #12
                        Certo che il discorso si fa interessante. E a livello di bilancio energetico produttivo come è messo l'alcool per autotrazione? Quanta energia serve per produrlo? Perchè, tanto per citare il motore ad aria compressa (bufala di proporzioni ciclopiche) è un aspetto determinante nei mezzi di propulsione alternativi (non che la benzina sia da record, per carità...)

                        Commenta


                        • #13
                          zero, si usa lo scarto della canna per produrre vapore, energia elettrica, ecc.
                          guarda che non si sta parlando di un sistema utopico sperimentale, come idrogeno, atia compressa e simili, qui le pompe di alcol per autotrazione ci sono dagli anni settanta e dagli anni 90 la percentuale di alcol nella benzina é arrivato al 25%.
                          Il sistema funziona, qui perlomeno, ma la canna da zucchero, é originaria del nord africa, e credo si coltivasse in passato anche in italia, quindi potrebbe essere impiantato in italia, é solo che le mafie delle compagnie petrolifere e la frammentazione delle aree unite a una politica ondivaga nulla hanno fatto finora per provare , almeno, a produrre fonti alternative

                          Commenta


                          • #14
                            sempre meglio...e a ottani come siamo?

                            Commenta


                            • #15
                              a livello di ottani, l'alcol ha un tenore molto piú alto intorno ai 120, tanto che i mezzi esclusivamente ad alcol hanno il rapporto di compressione piú alto e potenze superiori rispetto alla versione a benza.
                              Calcola peró un consumo del 30 percento superiore dovuto al PCI piú basso dell'alcol rispetto alla benzina.
                              Per questo negli anni 30 e 40 i motori da competizione andavano ad alcol

                              Commenta


                              • #16
                                Sei una miniera di informazioni, Pederz!
                                Quindi, anche gli scarti della lavorazione si possono bruciare per produrre energia.....il discorso è davvero interessante.
                                Grazie, comincio a capire qualcosa!

                                Commenta


                                • #17
                                  Originalmente inviato da Blizzard Visualizza messaggio
                                  Sei una miniera di informazioni, Pederz!
                                  Quindi, anche gli scarti della lavorazione si possono bruciare per produrre energia.....il discorso è davvero interessante.
                                  Grazie, comincio a capire qualcosa!
                                  Io sono un profano, interessato al prodotto, ma un profano.
                                  Qui in Brasile ci sono zone vocate alla coltivazione della canna da zucchero dove qualunque barbone potrebbe darti informazioni piú precise e puntuali delle mie, devi pensare che qui questa cultura é paragonabile a quella della vite nel monferrato, degli agrumi nel palermitano, o del mais nella pianura padana, qualunque agricoltore anche il piú sprovveduto sa tutto sulla maturazione e trattamento della canna, nonché su come produrre alcol soprattutto cachassa , la versione brasiliana della grappa.
                                  lo scarto della canna per la precisione si chiama bagasso.
                                  I prodotti della canna da zucchero sono:
                                  Caldo di canna, che sarebbe il succo spremuto che si puó comprare in qualunque chioschetto
                                  Zucchero mascavo, che sarebbe lo zucchero grezzo
                                  Zucchero raffinato
                                  Cachassa
                                  Alcol
                                  Melado di canna, una sorta di miele
                                  come sottoprodotto, il bagasso di cna, che sarebbe quello che resta dopo la spremitura che viene usto come foraggio, concime e per bruciare per produrre elettricitá e distillare.
                                  Inoltre la canna non trattata viene usata, tagliata a pezzettini come alimento per gli allevamenti,

                                  Commenta


                                  • #18
                                    Quindi della canna, alla fine, nulla viene buttato, si utilizza tutto.....direi che è un ottimo esempio di fonte di energia "alternativa e rinnovabile".
                                    A livello di impegno di mezzi agricoli e di acqua per irrigazione su che livelli siamo? La canna va bagnata tanto, oppure viene irrigata dalle piogge?
                                    Interessante comunque la possibilità di realizzare miniimpianti per la distillazione di alcool e per l'estrazione dell'olio dalla colza....peccato che qui in Italia sia vietato prodursi carburanti "fai da te", e tantomeno venderne, probabilmente sarebbe un bell'incentivo a coltivare di nuovo un sacco di terra che ora resta piena di rovi......

                                    Commenta


                                    • #19
                                      va bene che la canna da zucchero sembra un ottimo mezzo per produrre alcool per autotrazione, ma con l'autoproduzione di carburante ci andrei cauto.
                                      In brasile ha un senso per via delle enormi estensioni che rendono complesso allestire una fitta rete di stazioni di rifornimento, ma in italia c'è un benzinaio o un cap ogni 50 metri...Poi ci sarebbe tutto il problema della sicurezza degli impianti che forse ne ostacola un pochino la diffusione. Meglio sarebbe incentivare la distribuzione dei carburanti alternativi sulla rete esistente.

                                      Piccola parentesi olio di colza: spero che i più esperti mi smentiscano, ma aggiungere l'olio di colza provoca:
                                      - cedimenti prematuri dei propulsori per via dei depositi derivanti dalla combustione (di solito nei td le turbine sono le prime a cedere: grippano gli alberi delle giranti)
                                      -inquinamento maggiore
                                      La fonte è il mensile auto, ho la copia da qualche parte e non mancherò di citare riferimenti, ma per quello che mi ricordo un golf tdi e una punto mj oggetto di prova sono "decedute" per cause imputabili al carburante usato (biodiesel) dopo nemmeno 10.000km.
                                      Del resto quando friggi le patatine sul fondo della padella restano un sacco di depositi di grasso, sai che bell'effetto nel motore...come minimo servono propulsori appositi.

                                      Commenta


                                      • #20
                                        biodiesel e olio di colza non sono la stessa cosa
                                        il biodiesel é un olio vegetale o animale transesterificato ed additivato, non é un olio vegetale tal quale come l'olio di colza da mettere nel serbatoio, un olio contiene acqua e vaseline, che non vanno d'accordo con i motori.
                                        Rispetto all'autoproduzione, con la canna da zucchero, io trovo che ne valga la pena, 1 ha per produrre 6000 litri di alcol significa circa 48000 km, ci copri il fabbisogno delle auto aziendali per un annetto.

                                        Commenta


                                        • #21
                                          prendo atto delle opportune precisaioni chimico fisiche, considerata la mia ignoranza in materia. In ogni caso olio di colza o biodiesel i motori ne soffrono.
                                          Quanto all'autoproduzione, considerata la frammentazione dei terreni, in italia appare ben poco attuabile. Sarebbe interessante una campagna volta ad incentivare la coltivazione di materie prime da cui ricavare alcool da lavorare in impianti appositi, sicuri e controllati.
                                          poi c'è il fattore tasse:se le elimini da un carburante (alcool autoprodotto) da qualche parte rientrano...

                                          Commenta


                                          • #22
                                            io penso che, al posto di tanti finanziamenti a fondo perduto, ecc. potrbbe essere interessante dare ai coltivatori la possibilitá di produrre legalmente biocombustibili esclusivamente per autoconsumo, anche perché lo fanno tutt'ora, usando legna da ardere e quant'altro al posto di gas e gasolio per il riscaldamento, evadendo di fatto le accise.
                                            Qualcuno potrebbe obiettare che poi ci sarebbero quelli che produrrebbero anche per vendere in nero, beh, é come per il gasolio agricolo, per il fatto che c'era e c'é un mercato nero non vuol dire che le agevolazioni siano state tolte completamente, l'eccesso potrebbe essere ritirato direttamente da ditte a controllo statale.
                                            Io penso che la piccola autoproduzione sia una via praticabile e conveniente, il problema é che in Italia si aspetta sempre che sia una entitá suprema per fare cose faraoniche.
                                            Relativamente ai biocarburanti penso che non valga la pena di montare i medi impianti, o microproduzioni per autoconsumo, o grandi e grandissimi impianti, ma sfortunatamente , per questi ultimi, l'italia non é assolutamente adatta, sia per conformazione geografica che per cultura agricola.
                                            Relativamente alla sicurezza , la distillazione dell'alcol in quantitá piccole non é molto pericolosa, in italia penso esistano migliaia di distillatori di grappa legali e alcune decine di migliaia illegali, eppure non ho mai sentito di incidenti eclatanti, la distillazione é una tecnologia antica e ben conosciuta, e con un minimo, e dico minimo di accortezza é meno pericolosa che riempire il serbatoio della motozzappa con la benzina

                                            Commenta


                                            • #23
                                              Attenzione: con l'olio di colza i motori diesel vanno incontro a dei guai: con il biodiesel NO. Sono 2 prodotti diversi: il biodiesel e' olio di colza transeesterificato con metanolo. Il biodiesel ha una viscosita' praticamente uguale al gasolio, l'olio di colza molto superiore. Inoltre la glicerina contenuta nell'olio di colza e che provoca depositi durante la combustione, nel biodiesel e' stata eliminata.

                                              Commenta


                                              • #24
                                                Originalmente inviato da pederz_ Visualizza messaggio
                                                biodiesel e olio di colza non sono la stessa cosa
                                                il biodiesel é un olio vegetale o animale transesterificato ed additivato, non é un olio vegetale tal quale come l'olio di colza da mettere nel serbatoio, un olio contiene acqua e vaseline, che non vanno d'accordo con i motori.
                                                .
                                                Originalmente inviato da brentford Visualizza messaggio
                                                Attenzione: con l'olio di colza i motori diesel vanno incontro a dei guai: con il biodiesel NO. Sono 2 prodotti diversi: il biodiesel e' olio di colza transeesterificato con metanolo. Il biodiesel ha una viscosita' praticamente uguale al gasolio, .
                                                Hai ripetuto cose appena dette da pederz,ci hai solo aggiunto qualcosa di inesatto oltre alla viscosità,non è detto che un diesel possa funzionare senza problemi a biodiesel,
                                                anzi è molto più probabile che vada comunque incontro a problemi.
                                                Sarà prudenza,ma alcuni costruttori sui nuovi motori dove dichiarano la possibilità d'uso in miscela,ne contemplano sempre percentuali massime inferiori al 20%(miscela b20),mentre negli altri ne viene escluso l'utilizzo,
                                                salvo rari casi visti in anteprima in varie fiere e per questo una "novità".
                                                Esistono poi anche motori industriali che funzionano a olio vegetale,ma è tutt'altra faccenda.
                                                Ma è una discussione sull'alcool o una copia di altre esistenti sui biodiesel?
                                                Ognuno è ciò che è,non ciò che finge di essere....

                                                Commenta


                                                • #25
                                                  Ragazzi, come detto da Mefito, per il biodiesel c'è apposita discussione.

                                                  Per favore questa usiamola solo per l'alcool.

                                                  Grazie per la Vs. collaborazione

                                                  Commenta


                                                  • #26
                                                    Scusate per la divagazione OT su colza e biodiesel...i moderatori spostino pure nella discussione dedicata...
                                                    Tornando aderenti al tema l'autoproduzione di carburante non si presenta certo come la scelta prteferibile nel contesto italiano, per i già detti, oggettivi, motivi di frazionamento della proprietà fondiaria, sicurezza degli impianti etc...

                                                    Per quanto riguarda gli incentivi statali o la predisposizione di un progetto a livello nazionale per coltivare la materia prima ed avviarla alla trasformazione in impianti dedicati non vedo il problema. Diversamente, senza dare cioè alcuna certezza all'agricoltore che poi avrà un mercato protetto in qualche misura, voglio vedere chi si mette a coltivare barbabietole o quant'altro per produrre alcool per autotrazione. Non si tratta di aspettare la mano divina, ma semplicemente di creare le condizioni per la produzione, tutto qua. E' un dato di fatto che una larga fetta di aziende senza contributi dei più vari non investirebbe mai in nuovi impianti o macchinari, per cui ben venga l'incentivo all'alcool o una corrispondente detassazione.

                                                    Commenta


                                                    • #27
                                                      Sicuramente la strada dei contributi darebbe un bel impulso allo sviluppo di sistemi di coltivazione/trasformazione per alcool, ma credo che la via dei contributi statali per qualsivoglia iniziativa stia rapidamente chiudendosi......almeno, questa è l'impressione, se non la tendenza.
                                                      Quello che credo potrebbe dare davvero uno sviluppo sarebbe una legge che andasse in tal senso, dando cioè la possibilità "certa" a chi coltiva di sapere che qualcuno, poi, potrà acquistare e trasformare legalmente ciò che lui ha raccolto, dando magari la possibilità, come diceva Pederz, di possedere ed usare dei miniimpianti per autoproduzione.
                                                      Probabilmente sto parlando di utopie, in quanto, in questo paese, si viene multati e processati anche solo se si versa una bottiglia d'olio per frittura nel serbatoio (che poi rovina il motore, ma, al limite, ognuno è libero di rovinare ciò che possiede.....)
                                                      Questo per dire che, oggi come oggi, la produzione dei carburanti, in Italia, è un tabù la cui infrazione è riservata a pochissimi......
                                                      L'idea della trasformazione in alcool di vegetali in Italia non è nuova, ci avevano già pensato in passato, ma tutto è stato fatto frettolosamente finire.....oggi, con lo spettro della "fine" del petrolio, o quanto meno di una sua riduzione come quantità, questi discorsi potrebbero avere una valenza assai elevata.
                                                      Resta da valutare come e se sia possibile coltivare il necessario qui in Italia.
                                                      Certamente la frammentazione dei fondi, nonchè la rincorsa alla cementificazione (costruire un capannone al posto di un campo da coltivare rende sicuramente di più, e subito, in soldoni) sarebbero un freno alla coltivazione, ma si tratta di vedere sino a che punto l'Italia è disposta a dipendere dagli altri per la produzione di energia.
                                                      A tutt'oggi, vedendo le scelte autolesionistiche portate avanti in campo energetico, a partire dal blocco delle centrali nucleari, (che abbiamo smantellato continuando però ad essere costretti ad acquistare corrente da chi, come Svizzera e Francia, la produce con le stesse centrali nucleari, piazzate appena dietro il confine...), le speranze non sono molto confortanti....forse, per capire l'importanza dell'energia, la gente dovrebbe restare al buio ed al freddo qualche giorno.....e probabilmente molti cambierebbero parere.
                                                      Ovviamente tutte le fonti "rinnovabili" possono servire allo scopo, e questa dell'alcool potrebbe essere una.
                                                      In fondo, anche se la terra in Italia non è poi molta, siamo pur sempre un paese con un passato a spiccata vocazione agricola, e la presenza di qualche industria di trasformazione in alcool si potrebbe ben sopportare, secondo me, quando in ballo c'è la possibilità di avere energia.....

                                                      Commenta


                                                      • #28
                                                        Le norme fiscali, ho visto oggi su internet, sembrano giá permettere l'autoconsumo, il problema a questo punto, é che nessuno ci crede, ai biocarburanti, soprattutto gli agricoltori, vedi il seguente collegamentohttp://fe-bud.mag-news.it/nl/a.jsp?W...Is.Kf.A.A.CuOA

                                                        Commenta


                                                        • #29
                                                          Originalmente inviato da Blizzard Visualizza messaggio
                                                          Sicuramente la strada dei contributi darebbe un bel impulso allo sviluppo di sistemi di coltivazione/trasformazione per alcool, ma credo che la via dei contributi statali per qualsivoglia iniziativa stia rapidamente chiudendosi......almeno, questa è l'impressione, se non la tendenza.
                                                          Purtroppo è così, però non vedo perchè lo stato non possa erogare dei contributi per iniziative di questo genere, visto che andrebbe cosiderato come un "servizio" da noi fornito all'ambiente. Visto che di soldi per i servizi se ne spendono tanti...
                                                          Se non la pensassimo così allora qui in Italia non faremmo più niente...

                                                          Commenta


                                                          • #30
                                                            Il problema dei contributi all'agricoltura va visto in ottica europea...con l'allargamento dell'unione all'italia resterà ben poco degli aiuti comunitari, quindi figurarsi se ce ne sarà per l'alcool per autotrazione.
                                                            Certo che sarebbe una strada da seguire, ma le sette sorelle hanno non poco potere sul tema, quindi "piace" stare alle dipendenze del -caro- petrolio.
                                                            Del resto un certo Raul Gardini anni fa se ne uscì con la prospettiva di carburanti alternativi e, per combinazione, prima lui poi le sue aziende non se la sono passata benissimo...

                                                            Commenta

                                                            Caricamento...
                                                            X