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Fonti e materiali rinnovabili da agricoltura: Biogas, Biodiesel & co

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  • Esistono case (nel nord europa) fatte con i muri di paglia compressa intonacati con malta d argilla ed altri accorgimenti costruttivi, atti a ricevere la poca insolazione disponibile in quei posti, in grado di mantenere costantemente 20º senza riscaldamento ne pannelli solari ne un mostruso accumulo di acqua.

    Altre case sono fatte con muri in terra cruda molto spessi e strutture portanti in legno. La terra cruda oltre ad accumulare il calore e' un ottimo regolatore di umidita' in grado di assorbire diversi litri d'acqua nelle giornate piu' umide per poi restituirli quando il clima e' piu' secco.

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    • della terra cruda ne ero a conoscenza,della paglia no,sai per caso quale è il legante che unisce la paglia?

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      • Credo esistano diverse tecniche costruttive, con muri portanti in balle di paglia compressa e legata con malta di argilla, o con struttura portante in legno e muri di tamponamento in paglia come nel link http://thunderbay.indymedia.org/news...01_comment.php

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        • interessante il sito,per la prossima settimana sono gia occupato a leggerlo e tradurlo,stranamente in foto non noto isolamento del tetto,vedro di leggerlo tutto.

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          • Anche in America hanno il problema della burocrazia...
            Paoljno

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            • Ricordo tempo fa che c'era un articolo in una rivista di edagricole, si parlava di biogas.
              Avevano fatto un impianto a un trattore fiat - credo il 780 - e andava a biogas, però c'erano problemi di corrosione.
              E' ancora complicato fare biogas? o le cose si sono semplificate?
              Se c'è il problema della corrosione, si potrebbe fere una miscela con l'olio di colza?

              Se ci sono le risposte a queste domande, il congeneratore per produrre calore e corrente potrebbe andare a biogas. Per gli allevamenti sarebbe l'ideale. corrente e calore a costo quasi zero,
              ciao ENEL.. ciao lobby petrolifera...

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              • ricordo benissimo l'articolo del giornale,sia quello a biogas sia l'altro ad etanolo od alcol ora non ricordo bene,riguardo alla corrosione il problema era dato dall'acido solforico presente nel biogas,problema che era concettualmente eliminabile con una desolforazione,l'olio di colza è concettualmente utilizzabile una volta risolti i problemi sotto i 10°.infatti il trattore si avviava normalmente a casolio, poi mentrew saliva di giri aumentava progressivamente l'imissione di biogas nel collettore di aspirazione.

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                • Per Cascina Tollu, sui miei appunti ci sono solo calcoli di resa energetica, non abbiamo realizzato calcoli approfonditi di natura economica.
                  é chiaro che per sviluppare questo genere di tecnologie sono necessari dei contributi.....
                  é anche vero che questo tipo di impianti necessita di manutenzioni il cui costo spesso è elevato.
                  Ti basti pensare che l'essiccatoio di cui ho parlato prima neccessita una sostituzione totale della copertura trasparente ogni 10-15 anni perchè diventa opaca e lascia passare sempre meno radiazione solare.....
                  Scusate se non rispondo puntualmente ma son0o sottissimo con gli esami

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                  • Saluto cordialmente tutti i partecipanti al forum,al quale solo da poco mi sono iscritto,pur seguendolo quotidianamente da parecchio.Vengo al sodo:visti gli attuali prezzi raggiunti dal petrolio non sarebbe ora che la UE desse un decisivo impulso nel favorire la produzione di biocarburanti (ormai vantaggiosi dal punto di vista economico anche senza incentivi fiscali) o e' troppo impegnata nel redigere una miriade di assurde direttive ? Pensate a cio' che ne potrebbe conseguire.Sarebbe una svolta epocale non solo dal punto di vista dello sviluppo agricolo (lobby petrolifere permettendo).Saluti.

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                    • Originalmente inviato da olmo
                      .................. (lobby petrolifere permettendo).............
                      Ti sei gia risposto da solo.....

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                      • L'etanolo si può estrarre anche dal mais e praticamente da tutte le piante (un pò come l'olio) ma come al solito la disinformazione è un male incurabile...........avete notato che al Tg2 mentre parlavano di barbabietole facevano vedere la canna da zucchero ma porcaccia la miseria no potevano stare più attenti ?????????? E mentre parlavano dei miracoli dell'etanolo non si sono nemmeno ricordati di parlare della nuova OCM zucchero che se va avanti così distruggerà il settore zucchero in italia......quindi saremo costretti ad importare anche lo zucchero e a lasciare i nostri terreni a seat aside .

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                        • E' stata data notizia dalla stampa che gli Stati Uniti (nonostante siano patria di gran parte delle Sette Sorelle), hanno portato allo stato esecutivo un'imponente programma di utilizzo di biocarburanti.A chi va' quindi la colpa dei ritardi dell'Europa?Meditate gente,meditate......

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                          • Una buona parte della colpa và data alla politica agricola comunitaria sia la nuova che la vecchia che non tiene assolutamente conto della potenzialità che abbiamo per produrre biocarburanti, inoltre i sindacati non hanno mai spinto da questo punto di vista....come vedete gli spazi di utilizzo per le eccedenze ci sono e sono molto ampi però manca l'impegno dell'europa che pensa solo a fare norme insulse........Bush vuole far guerra anche con l'Iran allora il petrolio andrà a livelli impossibili....e io pago.

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                            • E' sempre così... senza un'adeguata spinta non cambierà mai un bel niente. E' un vero peccato
                              Benatti Emanuele

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                              • Pensate che in Austria quasi ogni azienda ha il suo piccolo biodigestore composto da un serbatoio interrato dotato di un sistema di miscelazione ed un motore + alternatore oppure un bruciatore in grado di trasformare il metano prodotto dalle biomasse in calore o in elettricità ed ogni minimo kw prodotto è tutto di guadagnato!

                                Addirittura funzionano impianti consortili dove viene consegnato il trinciato di sorgo raccolto sul seat aside e mescolato con delle deiezioni animali per favorire le reazioni per la produzione di gas e per certificare che tale raccolto non va a finire nello stomaco di un qualche animale (trattandosi di seat aside....) ma allora gli strumenti esistono ed anche presumibilmente i finanziamenti....xchè in italia non si cerca di sviluppare anche questo settore? Non sarà risolutivo ma comporterebbe posti di lavoro e un nuovo sbocco per noi o si aspetta che l'industria si organizzi e poi come al solito ci prenda per le p..le?

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                                • Si,ci sarebbero i finanziamenti dei vari PSR(ho detto sarebbero).Purtroppo,privatamente, come ogni attivita',anche questa e' esposta al cosiddetto ''rischio d'impresa''(costituito specialmente dai numerosi malfunzionamenti di alcuni impianti)aumentato nel caso italiano dalla necessita' di stipulare precisi accordi con l'ENEL prima di iniziare la produzione di energia elettrica da biogas(anche le altrui esperienze a volte sono d'insegnamento).Anche nel caso del biodiesel,Giampi,sarebbero opportuni impianti consortili di spremitura ed esterificazione dell'olio di colza,come pure anche per l'utilizzo della biomassa.Il tutto ad opera e beneficio dei produttori,almeno stavolta,e non come al solito e per altri prodotti, che non sto ad elencare,dei trasformatori o della GDO.Bisogna pero' considerare che non solo in Italia ma in tutta Europa,i vertici dei sindacati agricoli soffrono di una strana forma di letargia.Dico sindacati agricoli, in generale, quando e' chiaro che sono (al momento) l'unico polo aggregativo in grado di far digerire ai singoli soggetti operanti in agricoltura la necessita' di operare azioni consortili a livello nazionale.Ovviamente a monte vi e' la necessita' di far recedere i suddetti sindacati dal motto gia' degli Asburgo"Divide et impera",quando e'sempre piu' pressante,e alla lunga premiante, operare in modo esclusivo e cristallino per favorire chi di agricoltura ci vive e non per altri (loschi)scopi personalistici.Saluti.

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                                  • E' vero esiste il rischio di impresa, gli ammortamenti degli impianti, le manutenzioni ordinarie e straordinarie ecc...ma, da quanto ci diceva il docente di strutture ed impienti zootecnici (che tra le altre cose è impegnato in un progetto di biodigestore che andrà installato in un azienda zootecnica sperimentale di proprietà della regione FVG), la tecnologia esiste ed è anche ben consolidata e piuttosto semplice sia per gli impianti piccoli che per quelli grossi...allora non capisco xchè non si riesce o non si vuole far partire un progetto su vasca scala che coinvolga le aziende i consorzi ecc... se nessuno prova i numeri resteranno sulla carta e quella poca esperienza che ho mi dice che i numeri dalla carta alla realtà possono variare di molto sia in positivo che in negativo.

                                    Non ho un idea semplicista però ormai è chiaro a tutti che presto il petrolio raggiungerà livelli da paura e probabilmente questo è il momento più adatto di smuovere le cose e non come al solito in italia ritrovarsi fra qualche anno a dire "se solo l'avessimo fatto prima!"

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                                    • Sono d'accordo con Giampi sul fatto che le opportunità ci sono per costruire questi impianti e svincolarsi dal consumo di petrolio le cui quotazioni continuano a salire e le riserve sono tutt'altro che inesauribili.

                                      Da quello che si legge sulle riviste di settore tipo Informatore zootecnico, Professione allevatore ecc la "soglia minima" affinchè un impianto a biogas da deiezioni animali sia economicamente conveniente e produttivo è di 5000 q di peso vivo, se non si raggiunge autonomamente questa soglia si può procedere o raccogliendo i liquami da più allevamenti oppure utilizzando altri materiali come insilati sottoprodotti delle industrie agroalimentari o ortofrutticoli oppure la frazione organica dei rifiuti domestici.
                                      Sia la scelta di consorziarsi che quella di aggiungere altre matrici trova difficoltà, spetta a chi studia darsi da fare per sensibilizzare e promuovere questo tipo di tecnologie sia tra gli agricoltori che tra chi ci governa.

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                                      • Originalmente inviato da urbo83
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                                        Sconvolgente è stato il modo di comunicarlo continuando a ripetere di mettere lo zucchero nel serbatoio . Poi alla fine anno detto "per il momento non fatelo perchè potrebbe essere pericoloso per il motore".

                                        Per cui ci saranno almeno 10 persone in italia che proveranno a riempire il serbatoio di zucchero e benzina....
                                        Dove posso trovare ulteriori materiali-link riguardo a queste sperimentazioni?
                                        Grazie!!! Anny

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                                        • Ciao a tutti ; sono tornato finalmente!Nei mesi in cui ero sconnesso ho fatto delle ricerche su una caldaia a biomassa per riscaldare 2 stalle di suinetti(4000) appena svezzati,l'anno passato ho speso 14000 euro di nafta (costava 0,45 euro);i risultati sono molto interessanti se volete vi racconto tutto....ora devo andare in stalla. ariidis!

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                                          • sulle caldaie a biomassa sto lavorando parecchio, un'impianto te lo ripaghi in circa 5,7 anni, indipendentemente dalla mole, perchè i risparmi sono grossomodo proporzionali all'investimento.
                                            sempre per le caldaie a cippato un grosso costo, forse il più grosso è rappresentato dal silos di raccolta, molto costoso..come pure il sistema di estrazione, soprattutto se è a rastrelli..
                                            comunque è un settore in crescita, come tutte le rinnovabili, dobbiamo essere pronti a cogliere l'attimo, tecnologie e modus operandi sono già rodati ormai..

                                            detto questo vorrei informarvi che il mio pick up e l'altro fuoristrada vanno dal lontano 2001 con qualsiasi cosa oleosa e unta che ci infilo..
                                            vero, ho rifatto due pompe (le macchine comunque hanno 15 e 10 anni) ma i soldi spesi dal mecca li ho ripagati in un paio di mesi.e vanno meglio di prima.
                                            Illegale??
                                            Immorale costringere la gente a inquinare nell'interesse di pochi.
                                            S-Riki

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                                            • Originalmente inviato da s_riki

                                              detto questo vorrei informarvi che il mio pick up e l'altro fuoristrada vanno dal lontano 2001 con qualsiasi cosa oleosa e unta che ci infilo..
                                              vero, ho rifatto due pompe (le macchine comunque hanno 15 e 10 anni) ma i soldi spesi dal mecca li ho ripagati in un paio di mesi.e vanno meglio di prima.
                                              Illegale??
                                              Immorale costringere la gente a inquinare nell'interesse di pochi.
                                              Sii più preciso cosa intendi per qualsiasi cosa oleosa?

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                                              • Biodiesel

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                                                24 ottobre 2005
                                                Arriva il motoscafo all'olio di girasole




                                                Contro il caro petrolio, arriva il motoscafo alimentato con olio di girasole: il prototipo è stato varato a Cernobbio, nel corso del Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione.


                                                Con l’olio di girasole, spiegano i tecnici, viene emessa una minore fumosità dagli scarichi per la mancanza di zolfo e nell’aria si diffonde il caratteristico odore delle patatine fritte, che si perde quando il motore funziona a pieno regime. Il costo della modifica tecnica è di circa mille euro e l’adattamento sperimentato sulle rive del lago di Como potrebbe essere esteso a tutti i motori a gasolio a iniezione diretta e impiegato nel campo della trazione a navi di piccole dimensioni, battelli, macchine agricole, camion, pullman e autovetture. Il consumo di olio di girasole è più elevato rispetto a quello del classico diesel, in quanto il potere calorifico è più basso di circa il 10% rispetto ad altri combustibili.
                                                Il motore del motoscafo è stato adattato con un doppio sistema di alimentazione che ne consente il funzionamento sia a gasolio, sia a olio di girasole. In pratica, dunque, è stato inserito un serbatoio ausiliario, dotato di sistema di commutazione fra i due combustibili e un meccanismo di regolazione del motore che consente l’avvio delle due alimentazioni.
                                                «Si tratta di un prototipo - spiegano alla Coldiretti - che impiega come combustibile olio di girasole puro, ottenuto dalle coltivazioni nazionali, utilizzato come esempio dimostrativo per parlare in modo approfondito dell’utilizzazione dei biocarburanti, come il bioetanolo e il biodiesel, sulla base delle esperienze di altri Paesi».
                                                In base a una stima di Coldiretti un ettaro di campi coltivato a girasole rende in media 30 quintali di semi per un importo pagato agli imprenditori agricoli di circa 21 euro a quintale. La resa è pari a circa il 40% del peso dei semi, dunque, un ettaro può rendere 1.200-1.300 chili di carburante verde a circa 50 centesimi al chilo. Il restante 60% viene destinato all’alimentazione animale sotto forma di farine proteiche. Il vantaggio maggiore, spiega la Coldiretti, sta nel minore inquinamento per la diminuzione dei residui. «L’olio di girasole - dice la Coldiretti - è un combustibile che deriva da biomasse, mentre il gasolio è un fossile con la differenza che nei residui del gasolio occorre mettere in conto la presenza di anidride solforosa e di polveri sottili disperse nell’atmosfera».
                                                A Cernobbio è stata lanciata una sottoscrizione che mira a ottenere un milione di firme a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare per la promozione di biocarburanti.

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                                                • Ho visto anch'io il servizio al tg. Hanno specificato che e' un esperimento (come non sapessero gia' che funziona!!!) ma evidentemente le lobby del petrolio....
                                                  Paoljno

                                                  Commenta


                                                  • due conti ...

                                                    Vorrei chiedere a chi ha esperienza di girasoli se la resa per Ha e la resa in olio e dichiarate nell'articolo sono reali.

                                                    Se così fosse e se i costi di trasformazione fossero intorno ai 20 cent/Kg saremmo ai livelli del prezzo attuale del gasolio agricolo, con magari il surplus dalla vendita dei residui ai mangimifici !!

                                                    Oltre a meno inquinamento, meno dipendenza, possibilità di recuperare terreni attualmente poco redditivi, diversificazione del reddito agricolo...

                                                    Commenta


                                                    • e dopo chi mantiene i giocatori dell inter?

                                                      p.s. nn me ne vogliano gli interisti.....

                                                      Commenta


                                                      • Sono proprio ridicoli con servizi del genere..... quello della Coldiretti poi..... loro per primi non mi pare stiano facendo granchè per la promozione delle colture interessate!
                                                        Benatti Emanuele

                                                        Commenta


                                                        • Ciao!
                                                          Con il protocollo di Kioto, l'ENEL è obbligata ad acquistare l'energia elettrica prodotta da privati o aziende. Inoltre la cosa più vantagiosa è il contributo che la CE eroga per ogni kg. di CO2 non prodotto.
                                                          L'impianto che primeggia nella produzione di energia elettrica non provocando danni e quello del bio-gas mediante l'utilizzo di (granturco (80%) con letame, scarti di verdure, rifiuti organici e simili.
                                                          Un impianto tipo di notevole dimensione capace di produrre circa 1.500.000 Kw ha bisogno di circa 2.000 mq. di terreno e costa circa Euro 3.000.000,00.
                                                          La cosa grande che è tutto finanziato e non vi è la bisogna di grandi autorizzazioni.

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                                                          • Originalmente inviato da Kicco10/75
                                                            Ciao!
                                                            Con il protocollo di Kioto, l'ENEL è obbligata ad acquistare l'energia elettrica prodotta da privati o aziende. Inoltre la cosa più vantagiosa è il contributo che la CE eroga per ogni kg. di CO2 non prodotto.
                                                            L'impianto che primeggia nella produzione di energia elettrica non provocando danni e quello del bio-gas mediante l'utilizzo di (granturco (80%) con letame, scarti di verdure, rifiuti organici e simili.
                                                            Un impianto tipo di notevole dimensione capace di produrre circa 1.500.000 Kw ha bisogno di circa 2.000 mq. di terreno e costa circa Euro 3.000.000,00.
                                                            La cosa grande che è tutto finanziato e non vi è la bisogna di grandi autorizzazioni.
                                                            Ciao Kicco 10/75, ci puoi spiegare qualche cosa di più sull'impianto?
                                                            2.000 mq bastano per l'impianto di produzione (silos ecc..) dopo bisogna aggiungere lo spazio per la movimentazione del materiale "fresco" e quello di risulta?
                                                            Aspettiamo tue nuove Ciao

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                                                            • Duemila m/q,utilizzo perlopiu' di rifiuti,tutto finanziato,vendita assicurata :nessuno dovrebbe andare in giro a proporre certi affari perche' chiunque lo farebbe in proprio.
                                                              Troppo bello per essere vero.Dov'e' il rovescio della medaglia ?

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