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Fitopatologie della Vite

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  • Originalmente inviato da pierrpes Visualizza messaggio
    In
    Riesci a trovare tralci lignificati oppure devi adattare la potatura alla situazione anomala dello sviluppo dei tralci? Il danno è elevato bisogna verificare se c'è nei prossimi anni il fenomeno della regressione della malattia(recovery),in caso contrario bisogna verificare se la produzione riesce a coprire i costi...


    .
    ciao, purtroppo i tralci non sono arrivati a piena "maturazione".
    il danno e' elevatissimo ed ora sono in attesa di autorizzazioni a ripiantare in zona diversa e lo spostamento dei diritti, ma conviene? Non tanto a livello economico, ma di sicurezza di "successo" dell'investimento.
    Un vgneto nuovo, al suo terzo anno di vita, non puo' essere stato infetto dai famosi "amici" al suo secondo anno, quindi sicuramente il problema e' di barbatelle gia' infette che vengono impiantate.
    Per i trattamenti si segue quella che e' la direttiva regionale (che prevede il penale se non vengono effettuati) ma nell'anno passato c'e' stato uno sfogo eccezzionale delle vite (che a detta dei tecnici le viti possono vivere anche dieci anni in incubazione del virus).
    Vedremo, ma vedere il sudare di anni svanire in un anno per causa di un insetto, un po' le fa girare:-)

    Due domande:
    L'anno scorso i tecnici venuti per il sopralluogo non mi hanno fatto togliere le viti malate al primo sintomo (come invece fatto sempre sino agli anni passati) perche' la strategia e' di lasciare piante infette per dare piu' superficie di appoggio all'insetto. cosa ne pensate?

    aggiungo che nelle trappole sistemate l'anno passato, si e' riscontrato un numero inferiore dei nostri "amici" rispetto all'anno passato, questo quindi puo' avallare che l'esplosione eccezionale dell'anno passato e' una conseguenza di diversi anni di incubazione e che le condizione climatihce dell'anno passato hanno portato al loro massimo sviluppo?

    Grazie a tutti:-)

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    • La FD si trasmette da vite a vite con un unico vettore(lo Scafoideo) oppure tramite innesto.
      Il fatto che un vigneto di 3 anni sia già infetto,lascia aperte tutte e due le ipotesi,però dipende anche se il vigneto col 60% di danni è nelle vicinanze di questo vigneto...una volta che l'insetto è infetto propaga la malattia quando si alimenta in piante sane.
      Non sono riuscito a capire le 2 domande
      Della prima domanda: non ti hanno fatto togliere nemmeno la vegetazione con i sintomi della malattia? Quindi significa che non è FD ma Legno Nero,perché nel caso di FD sarebbe incomprensibile, l'unica possibilità di trasmissione come ho detto all'inizio avviene da vite malata a vite sana tramite insetto vettore,non si trasmette con i tagli di potatura,né per via radicale tramite contatto tra le radici delle piante,né attraverso i residui lasciati nel terreno,inoltre la malattia non si propaga dall'insetto infetto alle successive generazioni,gli insetti che nascono in primavera non sono ancora infetti,cosa vuol dire dare più superficie d'appoggio?
      Seconda domanda: la presenza dell'insetto Scafoideo è recente, gli ultimi due anni come mi pare di capire, o era presente anche prima? Lo Scafoideo ha una sola generazione l'anno e vive solo su vite, si nutre della linfa delle nervature fogliari,non trasmette eventuali infezioni alla progenie,quindi l'infezione non può avere anni d'incubazione,l'unica possibilità è che da poche iniziali piante malate non immediatamente eliminate,magari perché non notate,l'infezione si è propagata rapidamente perché non si è provveduto a contenere con trattamenti chimici lo Scafoideo.


      I fitoplasmi della vite vivono nel sistema floematico(la linfa elaborata), lo Scafoideo si nutre(apparato boccale pungente-succhiante)a livello floematico, il fitoplasma una volta assimilato si moltiplica e si localizza nelle ghiandole salivari,quando poi una volta infetto l'insetto si nutre nuovamente in una vite sana, inietta tramite saliva il fitoplasma nel floema della vite propagando l'infezione...perché l'insetto possa trasmettere il fitoplasma deve terminare il periodo di latenza(quella fase in cui il fitoplasma si moltiplica e si porta nelle ghiandole salivari),che dura dai 30-40 giorni,infatti il primo trattamento si posiziona sempre dopo un mese dalla schiusura delle uova dello Scafoideo, prima del termine del periodo di latenza.
      Se invece nel vigneto non vi sono fitoplasmi lo Scafoideo non trasmette alcuna malattia.
      Ciao Roberto.

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      • Non sono riuscito a capire le 2 domande
        Della prima domanda: non ti hanno fatto togliere nemmeno la vegetazione con i sintomi della malattia?



        Seconda domanda: la presenza dell'insetto Scafoideo è recente, gli ultimi due anni come mi pare di capire, o era presente anche prima?
        Ciao Roberto.[/QUOTE]

        Ciao Roberto e grazie per la tua risposta.

        Per la prima domanda non sono stato molto preciso sorry!!
        Esatto. era stato diagnosticata che le piante erano colpite da FD, ma invece di farle togliere, mi hanno detto di lasciarle in modo che se l'insetto era gia' presente su quelle malate, si potevaevitare di farlo andare anche su quello sano, cercando di ridurre la contaminazione.

        lo scafoideo purtroppo e' presente da circa otto anni nella mia zona (monferrato) con presenza massiccia nei primi quattro anni, riducendosi costantemente negli anni successivi, sino ad essere quasi assente l'anno passato. Per quello che sia venuto il sospetto che la grossa esplosione di piante malate dell'anno trascorso sia dovuto ad una conseguenza di fattori tra i quali tempo, umidita' e chissa cos'altro. Corrisponde al vero?

        Che cosa mi consigli di fare? Togliere subito tutte le piante infette appena si intravede il sintomo (vale togliere anche per il mal nero o su quelle c'e' ancora speranza?) oppure lasciarle?

        ah dimenticavo, la vigna nuova non e' vicino a quella infetta al 60 %.
        e altra curiosita', le viti colpite dalla sintomo non hanno prodotto nemmeno un grappolo.
        Naturalmente solo sul barbera (come mai solo quello?)
        Grazie davvero per il tuo tempo e per le tue risposte.
        Ciao Gianni :-)

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        • Oppure può anche essere che alla FD si è aggiunto il Legno Nero, stessa sintomatologia quindi difficilmente distinguibile,inoltre i trattamenti contro lo Scafoideo non sono efficaci contro lo Hialeste(vettore del Legno Nero),che a differenza dello Scafoideo va combattuto con misure preventive e non con trattamenti insetticidi,diserbo oppure lavorazioni meccaniche,per eliminare quelle erbe spontanee alle cui radici si nutre l'insetto vettore e da cui poi si infetta dei fitoplasmi se presenti in queste essenze,principalmente Ortica e Convolvolo,ma anche Veronica ed altre essenze erbacee...questa operazione va fatta assolutamente entro la fine di aprile,per interrompere il ciclo vegetativo dell'insetto,fatta in tempi successivi si rischia di favorire la sua diffusione sulle viti per mancanza di essenze erbacee preferite dall'insetto.
          Non credo che l'insetto, anche se gli tieni una pianta malata,non si sposti da una pianta all'altra anzi aumenti le possibilità che il fitoplasma venga assimilato da insetti che non sono stati infetti in precedenza,quindi il rischio di contagio aumenta.
          Cosa farei, difficile dirlo, però toglierei solo la parte di vegetazione colpita dalla FD e poi valuterei gli anni successivi l'evolversi della situazione,per il Legno Nero farei attenzione alle erbe infestanti,eliminandole,per limitare la presenza dell'insetto,è vero che altri insetti ancora non considerati potrebbero essere vettori dei fitoplasmi,intanto però evito la propagazione da parte dello Hialeste.
          La caratteristica della FD è che si ha perdita della produzione,mentre la vegetazione anche se in maniera stentata tenta di sviluppare nuovi germogli,probabilmente il Barbera è più suscettibile all'azione dei fitoplasmi.
          Ciao Roberto.

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          • Grazie per le tue informazioni.
            Quindi la FD non fa' morire la pianta? mentre il mal nero si? perche' passando prima a potarle (poi passo dopo ad estirparle) alcune piante non sono morte, o meglio il ceppo non era morto, mentre parti del trlcio si. e' quindi FD o MN?
            Scusa ma sono confuso (qui abbiamo anche il mal dell'esca) ma con tutte queste malattie viene un nervoso...
            Grazie ancora
            Gianni

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            • La caratteristica principale della FD è la totale mancanza di produzione,se colpisce un tralcio solo di quel tralcio,se una parte di pianta solo di quella parte di pianta,se colpisce la vite completamente non si ha produzione su tutta la vite,anche se le viti non muoiono però senza produzione non si raccoglie uva...poi diventa difficile trovare tralci sani,per fare la potatura,ma la stessa cosa è per il Legno Nero,altrimenti se i sintomi fossero diversi non ci sarebbe bisogno dell'analisi molecolare per sapere quale fitoplasma ha colpito il vigneto,l'unica differenza è che lo Scafoideo compie il suo ciclo vitale solo sulla vite,mentre lo Hialeste è un ospite facoltativo della vite,potrebbe cioè anche non trasferirsi sulla vite...
              i sintomi che sono uguali per i due fitoplasmi FD e BN(dal francese Bois Noir,cioè Legno Nero),si manifestano l'anno successivo all'infezione,o al germogliamento con accrescimento stentato dei germogli,disseccamento dei grappolini appena formati ecc.,oppure dalla fase fenologica dell'allegagione in avanti,con tutti i sintomi caratteristici,su foglie,grappoli,germogli.
              Ho voluto controllare quello che la regione Piemonte adotta come lotta ai fitoplasmi e la misura principale è l'esecuzione dei trattamenti insetticidi e l'estirpo di piante con sintomi riconducibili a FD,in zone focolaio i trattamenti obbligatori sono 2 (uno contro neanidi,uno contro adulti),mentre un solo trattamento nelle zone indenni particolarmente a rischio,nelle unità dove è presente più del 30% di piante infette,può essere disposto l'estirpo dell'intero vigneto. Queste norme però vengono aggiornate in base all'evoluzione della malattia sul territorio,quindi potrebbero essere state modificate(sono del 2008).
              Anche col Mal dell'Esca,si può avere difficoltà ad avere tralci lignificati,e in certi casi può avvenire la morte della pianta,però la produzione può anche giungere alla maturazione,o almeno rimanere verde sulla pianta,cosa che non avviene con FD
              Ciao Roberto.

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              • a me è capitato che nel periodo dell'accrescimento grappolo, qualche pianta che fino al giorno prima era in ottima salute, sia improvvisamente appassita ed in seguito si sia rinsecchita fino nelle radici spero non sia fd anche per me.....
                grazie dario

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                • Dalla tua spiegazione sarei orientato più sul Mal dell'Esca,il cosiddetto colpo apoplettico nel giro di 2-3 giorni la vite si secca...i giallumi invece hanno come caratteristica non la morte della pianta ma la perdita di produzione,sviluppo stentato della vegetazione,colorazione delle foglie di colore rosso per le uve a bacca nera e giallo per quelle a bacca bianca,attorno alle nervature ecc. come spiegato in precedenza.
                  Ciao Roberto.

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                  • Originalmente inviato da pierrpes Visualizza messaggio
                    Dalla tua spiegazione sarei orientato più sul Mal dell'Esca,il cosiddetto colpo apoplettico nel giro di 2-3 giorni la vite si secca...i giallumi invece hanno come caratteristica non la morte della pianta ma la perdita di produzione,sviluppo stentato della vegetazione,colorazione delle foglie di colore rosso per le uve a bacca nera e giallo per quelle a bacca bianca,attorno alle nervature ecc. come spiegato in precedenza.
                    Ciao Roberto.
                    grazie Roberto mi era venuto questo orribile dubbio e sono stato preoccupato tutto il pomeriggio; è vero la pianta non dà segni tipo giallumi o nervature, bensì collassa nel giro di pochi giorni come hai detto e meno male che ci sono pochi casi....
                    però non sapevo che il mal dell'esca causasse tali sintomi,
                    io sapevo solo del classico ingiallimento delle foglie tipo zebrato
                    spero di essermi spiegato ...
                    allora se non è fd posso stare tranquillo
                    grazie dario

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                    • il mal dell'esca è una malattia a cui bisogna prestare la massima attenzione se no te la ritorovi per tutto il vigneto! devi prestare massima attenzione soprattutto durante gli interventi di potatura verde e secca, perchè questa malattia è causata da un insieme di funghi, e viene propagata dall'uomo tramite l'utilizzo di forbici per portare sporche della linfa della pianta che presenta la malattia, ti consiglio di disinfettare sempre il forbicione che adoperi durante la potatura quando passi da una pianta all'altra, oppure di segnare le piante malate e poi di trattarle con un altro paio di forbici, oppure nei casi fuliminanti estirparle e bruciarle!

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                      • Originalmente inviato da newholland87 Visualizza messaggio
                        il mal dell'esca è una malattia a cui bisogna prestare la massima attenzione se no te la ritorovi per tutto il vigneto! devi prestare massima attenzione soprattutto durante gli interventi di potatura verde e secca, perchè questa malattia è causata da un insieme di funghi, e viene propagata dall'uomo tramite l'utilizzo di forbici per portare sporche della linfa della pianta che presenta la malattia, ti consiglio di disinfettare sempre il forbicione che adoperi durante la potatura quando passi da una pianta all'altra, oppure di segnare le piante malate e poi di trattarle con un altro paio di forbici, oppure nei casi fuliminanti estirparle e bruciarle!
                        di solito uso le stesse forbici ma quando passo da una pianta all'altra le disinfetto con uno di quei cannelli con rerlativa bombolettta attaccata sotto e credo che così gli agenti infettanti
                        no se la passano liscia
                        le piante malate invece le tiro via col sollevatore e le brucio quando si sono seccate...però questo lasso di tempo che passa mi fa pensare forse è meglio rimuoverle immediatamente!
                        ciao newholland
                        dario

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                        • Originalmente inviato da dariop Visualizza messaggio
                          di solito uso le stesse forbici ma quando passo da una pianta all'altra le disinfetto con uno di quei cannelli con rerlativa bombolettta attaccata sotto e credo che così gli agenti infettanti
                          no se la passano liscia
                          le piante malate invece le tiro via col sollevatore e le brucio quando si sono seccate...però questo lasso di tempo che passa mi fa pensare forse è meglio rimuoverle immediatamente!
                          ciao newholland
                          dario
                          purtroppo le malattie ormai sono troppe. Negli ultimi anni tra FD, Mal dell'esca o mal nero ci sono sempre danni e lavori aggiuntivi che diventano insostenibili con un mercato in calo come adesso. Parlo per i vitigni barbera che sono quelli piu' sensibili ai problemi.
                          possibile che non ci siano chiari e veritieri progetti per risolvere o cambiare questa situazione?

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                          • Originalmente inviato da dariop Visualizza messaggio
                            di solito uso le stesse forbici ma quando passo da una pianta all'altra le disinfetto con uno di quei cannelli con rerlativa bombolettta attaccata sotto e credo che così gli agenti infettanti
                            no se la passano liscia
                            le piante malate invece le tiro via col sollevatore e le brucio quando si sono seccate...però questo lasso di tempo che passa mi fa pensare forse è meglio rimuoverle immediatamente!
                            ciao newholland
                            dario
                            Esattamente Dario va molto bene anche la fiamma, cmq se durante la stagione vegetativa vedi qualche pianta malata di esca tirala via subito oppure potata con un paio di forbici che usi solo per le piante malate d`esca, a vola la pianta tende a riprendersi quando la poti oppure tirala via e bruciala.

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                            • Ciao a tutti non sono completamente d'accordo sull'utilità di disinfettare le forbici durante la potatura secca in quanto, dalla mia esperienza, non da risultati significativi.

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                              • Originalmente inviato da alberto51966 Visualizza messaggio
                                Ciao a tutti non sono completamente d'accordo sull'utilità di disinfettare le forbici durante la potatura secca in quanto, dalla mia esperienza, non da risultati significativi.
                                Non posso che concordare, io ho avuto nei vecchi vigneti il problema del mal dell'esca, le forbici non centrano nulla perchè io non le ho mai disinfettate e la malattia colpiva solo un vigneto e l'altro no e solo alcune varietà. Un'operazione invece che ha dato risultati significativi è quella di tagliare le viti appena danno i sintomi della malattia.
                                Tosi Alessandro

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                                • Originalmente inviato da Alle Visualizza messaggio
                                  Non posso che concordare, io ho avuto nei vecchi vigneti il problema del mal dell'esca, le forbici non centrano nulla perchè io non le ho mai disinfettate e la malattia colpiva solo un vigneto e l'altro no e solo alcune varietà. Un'operazione invece che ha dato risultati significativi è quella di tagliare le viti appena danno i sintomi della malattia.
                                  Varietà come Sauvignon blanc, Cabernet franc e sauvignon, Gamaret sono particolarmente sensibili al mal dell'esca; importante inoltre è la caratteristica del vigneto (esposizione struttura ed analisi del suolo) e la sua vicinanza ad aree boschive

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                                  • Originalmente inviato da Alle Visualizza messaggio
                                    Non posso che concordare, io ho avuto nei vecchi vigneti il problema del mal dell'esca, le forbici non centrano nulla perchè io non le ho mai disinfettate e la malattia colpiva solo un vigneto e l'altro no e solo alcune varietà. Un'operazione invece che ha dato risultati significativi è quella di tagliare le viti appena danno i sintomi della malattia.
                                    guarda ti dico questo è quello che mi hanno detto al consozio agrario quando sono andato a parlare con l'agronomo e poi la stessa cosa me l'ha detta un altro agronomo che scrive sul mensile Vita in Campagna edito dall'edizioni l'informatore agrario, che per evitare il propagarsi di questa malattia bisogna disinfettare le forbici con cui si tocca la vite malata per evitare che la malattia venga trasmessa alle altre piante e poi è provato che alcune malattie tra cui il mal dell'esca si trasmettono anche con le forbici quando si passa da una pianta all'altra!!....se voi non avete rinscontrato questo è perchè avete avuto a mio avviso fortuna!!.....comunque su questa tesi ho due articoli di una rivista di agricoltura che ne parlano portando prove a sostegno di questa tesi....io da quando sto attento e pratico questa cosa ho visto la riduzione nel mio vigneto del mal dell'esca sensibilmente, anche perchè segno le piante malate con bomboletta spray e poi le rimuovo immediatamente bruciandole successivamente!!!

                                    poi avevo anche sentito di dire di non lasciare gli scarti di potatura dentro il filare per poi essere trinciati, in quanto anche quelli posso trasmettere la malattia se infetti ma bruciarli sempre.
                                    Ultima modifica di LorenzVigna; 14/03/2011, 20:32. Motivo: linguaggio sms

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                                    • Originalmente inviato da newholland87 Visualizza messaggio
                                      poi avevo anche sentito di dire di non lasciare gli scarti di potatura dentro il filare per poi essere trinciati, in quanto anche quelli posso trasmettere la malattia se infetti ma bruciarli sempre.
                                      "Sentirlo dire" era vero: 20 anni fa.
                                      Aggiornarsi, prego.
                                      Trinciare, secondo le ultime prove effettuate, non provoca problemi di diffusione del mal dell'esca.
                                      E bruciare i sarmenti in campo è VIETATO, con emissione di decreto penale di condanna in caso di verbale.
                                      Nei miei vigneti vengono trinciati da circa 25 anni.... problemi di mal dell'esca dovuti a questa operazione: nessuno.
                                      Dovuto ad altro si.

                                      Lorenzo
                                      Az. Agr. Il Tralcio

                                      Commenta


                                      • io l`ho sentito di recente e non 20 anni fa e poi non e` un bel mestiere.....e anche alcuni agronomi qui della mia zona, io sono dell`oltrepo` pavese lo sconsigliano,.....per i sarmenti io li ho sempre tirati fuori dal vigneto e poi bruciati i piu` piccoli in campo mentre i piu`grossi nella stufa!......poi tu dici che e VIETATO bruciarli allora perche` quando si ha a che fare con malattie come questa o virosi o flevescenza i tecnici agrari consigliano sempre l`incenerimento dei residui?

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                                        • Originalmente inviato da newholland87 Visualizza messaggio
                                          poi tu dici che e VIETATO bruciarli allora perche` quando si ha a che fare con malattie come questa o virosi o flevescenza i tecnici agrari consigliano sempre l`incenerimento dei residui?
                                          Perché il decreto penale di condanna lo prendi tu, non loro.

                                          Lorenzo
                                          Az. Agr. Il Tralcio

                                          Commenta


                                          • Salve a tutti,

                                            Volevo esporre con molta pacatezza quello che hanno prodotto i miei studi di Viticoltura in questi anni per arrivare a dare una risposta al quesito: "Perchè bruciare?"

                                            Premetto che non mi sento assolutamente di "colare oro" tanto meno mi sento di dare indicazioni assolute ci tengo a dare il mio contributo... sperando d'essere smentito con cognizione di causa.


                                            Il perchè della motivazione sta nel ciclo metabolico dello S.titanus;

                                            premesso che non sono proprio sicuro (sto cercando il decreto presso il sito del mio comune per verificare l'effettivo divieto - che interessa anche a me) dell'assoluta impossibilità di smaltimento dei sarmenti di potatura tramite "falò" è buona cosa sapere che...

                                            ... lo S. titanus, vettore della Flavescenza dorata compie su legno maturo (di uno o due anni) una ovidepozione endo - fitica, dentro al legno, come forma di svernamento per completare il proprio ciclo biologico;

                                            lasciare i sarmenti esausti all'interno o nei pressi del Vigneto genera una possibile infestazione nell'anno nuovo di Flavescenza dorata.

                                            Contate che la schiusa avviene intorno a metà maggio e la comparsa degli adulti in giugno; proprio gli adulti saranno il nostro problema.

                                            ATTENZIONE: ho detto possibile! Non sicuro, tuttavia essendo l'S.titanus insetto obbligato della Vite molto probabilmente in condizioni ottimali si potrebbe propagare il fitoplasma.

                                            Il fitoplasma d'interesse che viene trasportato dallo S.titanus deve essere prima assunto (e propagato all'interno dell'Insetto, più precisamente nell'apparato salivare) e poi successivamente, quando l'insetto diventa infettivo, il patogeno deve essere trasmesso alle Piante tramite punture trofiche di alimentazione nel floema.

                                            E' buona norma quindi (ammesso che non si possa bruciare le fascine) allontanare i sarmenti dall'appezzamento proprio per evitare la schiusura delle uova con conseguente possibile attacco, contando anche che non sono solo questi i possibili luoghi di ovideposizione.


                                            Lasciare anche parti di potatura (senza interrarle o esportarle) nell'interfila risulta essere una forte base di lancio per diversi patogeni che sicuramente date le abbondanti piogge potrebbero manifestarsi da qui a breve...

                                            ... ci tengo a precisare che il patogeno (fungo per esempio) anche se non lo si vede e se non si manifesta sintomatologicamente in Vigna non è assolutamente detto che non ci sia!

                                            Per esempio la Botrite che non è legata assolutamente alla Vite può vivere, svernare su mille altri ospiti per poi muoversi quando le condizioni sono ottimali.

                                            Per far si che avvenga l'alterazione e, forse un danno il patogeno deve avere una base ambientale per dare il via all'inoculo, ovvero: patogeno, ospite, ambiente e tempo.


                                            Questo è quanto insegnano attualmente presso l'Università di Alba - Viticoltura ed Enologia;
                                            seguo il vostro forum per tenermi informato e per avere risvolti pratici e non solo teorici su quello che studio (infatti ringrazio lo Staff per l'eccellente lavoro!) notando questo discorso allungo trattato durante le lezioni di Entomologia Viticola ho deciso d'intervenire.


                                            Ora, senza fare allarmismi o cose strane... valutate voi il perchè i sarmenti siano potenzialmente nocivi... invitandovi quand'è possibile a preferire tipi di lotta agronomica a quella chimica.

                                            Auguro una buona stagione a tutti :-D
                                            Ultima modifica di Langota Roots; 15/03/2011, 17:49.

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                                            • Ciao, in effetti quest'anno il nostro agronomo ci avrebbe consigliato di allontanare dal vigneto i sermenti di due o più anni, solo che per noi risulta molto difficoltoso percui come negli anni passati passeremo a trinciare tutto
                                              Andrea
                                              Ultima modifica di apo; 16/03/2011, 13:33.

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                                              • lo so che risulta difficoltoso per chi ha parecchia terra coltivata a vite, io ho solo sei ettari a viti e quindi riesco a farlo, anche se risulta molto faticoso, ma la cosa diventa difficile per gli altri che ne hanno di piu`. |Pero` dopo si ha la soddisfazione di aver fatto un ottimo la voro, in quanto bisogna mettere in conto che facendo cosi` si previene anche la formazione della malattie l`anno dopo, come ha detto giustamente il nostro amico Langota Roots, che magari si manifestano in modo minore e meno accentuato e dando i prodotti di cura spariscono nel giro di due o tre trattamenti!.......se tutti facessero`cosi`, questa pero` e` una mia idea personale, credo che si ridurrebbero di molto le malattie della vite, e per malattie intendo flavescenza e mal dell`esca!

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                                                • Colgo l’occasione per salutare il nostro amico studente benvenuto tra noi,ho letto con interesse il tuo intervento, un punto però non mi è chiaro quando dici che lo Scafoideo depone dentro al legno per completare il suo sviluppo,ma i tralci di potatura quale importanza hanno? Le femmine depongono le uova nelle screpolature dei tralci di due anni o sotto il ritidoma di quelli più vecchi,raramente nei tralci dell’annata,ma sempre sul la vite,quelli che invece utilizzano i tralci secchi o deperienti sono i Bostrici della vite,che per eliminarli si provvede a mettere fascine esca della potatura dell’anno precedente sui filari, per poi raccoglierle e bruciarle entro metà giugno per eliminare o almeno ridurre la popolazione dell’insetto…se fosse vero anche per lo Scafoideo basterebbe allora fare fascine esca anche per loro e poi bruciarle, in questo modo si ridurrebbe la presenza dell’insetto senza bisogno di lotta chimica,ci sono novità in questo senso?
                                                  Ciao Roberto.

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                                                  • Ciao Roberto

                                                    Grazie per il benvenuto! E' un piacere leggervi :-)

                                                    Hai pienamente ragione, scusa: non interessa sarmenti dell'annata!

                                                    Ho sbagliato!

                                                    Grazie per la correzione; speravo proprio in questo!

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                                                    • Originalmente inviato da newholland87 Visualizza messaggio
                                                      lo so che risulta difficoltoso per chi ha parecchia terra coltivata a vite, io ho solo sei ettari a viti e quindi riesco a farlo, anche se risulta molto faticoso, ma la cosa diventa difficile per gli altri che ne hanno di piu`. |Pero` dopo si ha la soddisfazione di aver fatto un ottimo la voro, in quanto bisogna mettere in conto che facendo cosi` si previene anche la formazione della malattie l`anno dopo, come ha detto giustamente il nostro amico Langota Roots, che magari si manifestano in modo minore e meno accentuato e dando i prodotti di cura spariscono nel giro di due o tre trattamenti!.......se tutti facessero`cosi`, questa pero` e` una mia idea personale, credo che si ridurrebbero di molto le malattie della vite, e per malattie intendo flavescenza e mal dell`esca!
                                                      Direi che gli interventi di pierrpes prima e dello stesso Langota Roots dopo siano sufficienti come risposta.
                                                      Condivido appieno quanto scritto da Roberto-pierrpes.
                                                      CiaO!

                                                      Lorenzo
                                                      Az. Agr. Il Tralcio

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                                                      • La lotta chimica è di fondamentale importanza per la lotta allo Scaphoideus; si ipotizza inoltre che lo Scaphoideus possa non essere il solo vettore. Per quanto riguarda l'allontanamento degli scarti di potatura e poi bruciarli per me sarebbe impossibile in quanto gestisco 50 ha.
                                                        Per quanto riguarda il mal dell'esca vorrei porvi uno spunto di riflessione: se effettuate la cimatura con cimatrici meccaniche il mal dell'esca non si trasmette come durante la potatura secca.

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                                                        • Quando una vite viene attaccata da mal dell'esca, si nota in quanto l'infezione avviene durante la fase vegetativa della pianta, quando presenta tutta la chioma aerea già emessa, infatti perchè si segna la pianta? per capire poi in fase di potatura secca qual'è?!...perchè in inverno uno non riesce se no a distinguerla.....quindi sia che tu tocchi la pianta con interventi di potatura verde o secca e poi ne tocchi un altra sana non interessata dalla malattia essa si infetta lo stesso!!!

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                                                          leggere questo articolo della regione lombardia che spiega coma avviene l'infezione. quindi quando tu effettui il taglio con cimatrici meccaniche, la malattia si trasmette lo stesso perchè quando tu tagli col coltello della cimatrice o col pettine a seconda del modello che usi, attui una lesione sul tralcio di vite (questo soprattutto usando delle cimatrici il cui taglio non è perfetto come quello di una forbice per potare e molte volte, come ho visto, tendono a strappare il tralcio ) con successiva fuoriuscita di linfa che sporca la parte tagliente che va poi a contatto con altri tralci, durante il taglio, infettandoli, in quanto la malattia è causata da una serie di funghi che attaccano il legno della pianta!



                                                          qui parlano soprattutto di disinfettare gli strumenti usati!!
                                                          Ultima modifica di LorenzVigna; 29/03/2011, 19:10.

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                                                          • Peronospora 1 parte.

                                                            Come avviene la propagazione della peronospora?
                                                            Attraverso organi svernanti detti oospore,frutto della riproduzione sessuata del fungo,che avviene da luglio in avanti quando inizia il processo di senescenza delle foglie,questo è un segnale per il fungo che entro breve tempo verranno a mancare cellule vive che sono essenziali per lo sviluppo del fungo stesso,quindi per sopravvivere forma degli organi quiescenti che siano in grado di svilupparsi nuovamente quando le condizioni climatiche ritornano ad essere favorevoli al fungo. Questa riproduzione avviene nei tessuti delle foglie infette,le oospore vi rimangono anche dopo la caduta e la decomposizione delle foglie.
                                                            Solo al termine di un periodo di maturazione le oospore sono in grado di germinare,e questo periodo di maturazione nell’Italia settentrionale avviene di solito prima dell’inverno,novembre-dicembre,la germimazione avviene invece dopo l’inverno, da aprile in avanti,con picco fine aprile-metà maggio poi decresce,di solito a metà giugno la germinazione termina,si prolunga solo se vi sono piogge e temperature contenute, da questo momento appena le condizioni di temperatura e di umidità del suolo(dovuta alle precipitazioni)sono favorevoli, può aver luogo la germinazione delle oospore.La germinazione in realtà non è omogenea anche in condizioni climatiche ottimali, probabile che oltre a fattori esterni(temperatura e piogge),vi siano anche fattori interni che incidono sulla germinazione delle oospore.La scalarità germinativa non riguarda solo la stagione successiva alla loro formazione, ma sembra che si prolunghi anche per i successivi 3-4 anni(e forse anche più),cioè oospore formate nel 2010 possono germinare fino al 2013 e forse anche più in avanti,la condizione è l’umettazione del terreno,in mancanza di umidità nel terreno non si ha germinazione,quindi la bagnatura del terreno è un fattore decisivo.
                                                            Quali sono le condizioni perché si abbia la germinazione delle oospore?
                                                            Le oospore germinano formando una struttura detta macrosporangio(contiene zoospore in misura variabile fino ad un massimo di 40,sono queste che penetrano nelle foglie attraverso gli stomi e danno origine all’infezione primaria).Danno inizio all’infezione quando si ha la concomitanza di vari fattori:una temperatura media giornaliera di circa 10°C, piogge di almeno 10 mm nell’arco di 24-48 ore,e una lunghezza dei tralci di almeno 10 cm,quando cioè gli stomi non sono più coperti dalla fitta peluria che impedisce la bagnatura della foglia e quindi la possibilità per il fungo di penetrare all’interno delle foglie stesse attraverso gli stomi.Questa è la cosiddetta regola dei tre dieci. Messa spesso sotto accusa perché non sempre al verificarsi delle condizioni dei tre dieci si manifesta la peronospora,mentre in altri casi anche se non si verificano le condizioni richieste,si manifesta la malattia. Il fattore determinante è la presenza di oospore germinate al momento della pioggia,se le oospore non sono germinate un solo evento piovoso che duri 24-48 ore,anche di notevole intensità può non essere sufficiente per far germinare il macrosporangio e portarlo poi sugli organi recettivi della vite,quindi non si ha infezione anche con pioggia abbondante,mentre una pioggia successiva anche di poca consistenza può causare infezione,perché nel frattempo si è formato il macrosporangio,che ha una vitalità di circa 3-4 giorni(in presenza di condizioni favorevoli anche fino a 7 giorni),quindi anche con pochi mm di pioggia il macrosporangio pronto può raggiungere la vegetazione, liberare le zoospore che penetrano all’interno delle cellule vegetali dando inizio alla fase d’incubazione che termina con la manifestazione delle cosiddette macchie d’olio.
                                                            Le piogge invernali servono a far terminare la dormienza delle oospore,passata questa soglia, le famiglie iniziano a svegliarsi scalarmente. Terminata la dormienza, serve una pioggia per far partire la germinazione di una particolare famiglia di oospore. Quando quella famiglia è prossima alla germinazione deve avvenire una ulteriore pioggia. Ovviamente più è prolungata la pioggia, maggiori sono le probabilità che in quelle ore la germinazione raggiunga il 100% e si abbia la formazione del macrosporangio, la liberazione delle zoospore e l’infezione. Quella stessa pioggia, a suo tempo fa partire la germinazione di un’altra famiglia, che verrà pronta a distanza di diversi giorni, inversamente proporzionali ai livelli delle temperature: ad aprile occorrono 20-30 giorni, a giugno basta una settimana.
                                                            Quindi nel terreno vi sono gruppi omogenei di oospore(famiglie) che germinano in maniera scalare una famiglia dall’altra,può esserci una famiglia che è pronta a germinare al 100%,un’altra al 60%,un’altra all’30%,in caso di piogge le zoospore della famiglia pronta(quella al 100% di germinabilità)possono essere schizzate sulla vegetazione e iniziare il processo d’incubazione,la condizione è la bagnatura fogliare che si protragga per il tempo necessario alle zoospore di penetrare attraverso gli stomi nelle foglie e nei grappoli,meno probabile su germogli e tralci erbacei. Se però quando la famiglia è germinata al 100% non avvengono eventi piovosi,passati 2-3 giorni questa famiglia muore senza causare infezioni,nel frattempo la famiglia che nel nostro caso era all’60% si avvicina al completamento della sua germinabilità,quindi pronta in caso di piogge a raggiungere la vegetazione recettiva… in caso di piogge prolungate perciò varie infezioni primarie si susseguono sulla vegetazione perché più famiglie di oospore raggiungono la totale germinabilità, quindi sono in grado di iniziare il processo infettivo,in questo caso l’intensità della malattia è elevata. Se invece alla morte di un famiglia,le altre famiglie non sono ancora al 100% di germinabilità,le piogge anche intense non producono alcuna infezione,le zoospore non vengono trasportate sulla vegetazione perché il macrosporangio non è ancora pronto,però un secondo evento piovoso che si verifichi nel giro di pochi giorni, anche di pochi mm,può essere infettante perché la pioggia ha completato la germinazione,e il macrosporangio è pronto per essere trasportato sulla vegetazione.


                                                            Ciao Roberto.

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                                                            • Grazie Roberto, ottima lezione. Aspetto con impazienza li seguito... C'è però una cosa che non ho capito. Tu dici che che le zoospore svernano e maturano nel terreno, per raggiungere la vegetazione, anzi le tue parole sono "essere schizzate", con le piogge. Se già mi è difficile immaginare una pioggia che produce schizzi che raggiungono un tralcio a 70-80 cm da terra, che dire delle pergole poste a 2 m. d'altezza? Eppure la mia pergoletta a 2,2 m. dal suolo è sempre più attaccata dalla peronospora rispetto al guyot, mentre dovrebbe essere immune dagli schizzi sollevati dalla pioggia.
                                                              Naturalmente non metto in dubbio ciò che hai scritto, ma è solo per capire.
                                                              Grazie.
                                                              Ciao.

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