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Sicurezza (D.Lgs. 81/2008 - ex L. 626/94)

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  • #61
    Ciao, parto dalla fine per comodità: se leggi l'introduzione dell'elenco, vedrai chiaramente che il fatto di esservi incluso non prevede in automatico che si possa fare il MC, in quanto è basato su autocertificazione dei titoli. Quindi non è detto che i MC della tua azienda possano effettivamente esercitare per il solo fatto di essere presenti in elenco.
    Sono d'accordo che non solo i Medici del Lavoro possono fare il MC, ma gli Igienisti e i Medici Legali devono frequentare "appositi percorsi formativi universitari di tre anni" ecc. che al momento non esistono, a meno che dimostrino di aver esercitato come MC per almeno un anno nei tre anni precedenti.
    Poi ci sono tutte le altre specializzazioni che sono virtualmente inesistenti e i vari sanati.
    A prescindere da ciò, l'utilità del MC, oltre alle visite, dovrebbe essere la conoscenza delle lavorazioni e delle mansioni e quindi il punto di vista medico nella stesura del DVR, cosa che non avviene praticamente mai.

    Per la stesura del DVR: ribadisco che è uno degli obblighi non delegabili del Datore di lavoro (l'altro è la nomina dell'RSPP), il che significa che la responsabilità di ciò che c'è scritto è sua, non di chi effettivamente lo scrive.
    Detto ciò, e premesso che non ho mai affrontato un'azienda agricola/allevamento, quindi sto ragionando man mano che scriviamo, mi piacerebbe capire come può uno dei tre individui che porti come esempio stabilire l'esistenza o meno, e l'entità, di un rischio chimico, del rumore o del sovraccarico biomeccanico da movimentazione carichi: per come la vedo io lo studio che sta dietro a conoscenze necessarie per queste valutazioni va ben oltre qualche ora su un banco, ci vuole almeno qualche mese di pratica, se non anni.
    Sono assolutamente d'accordo che il SPP è meglio se è interno, perchè conosce meglio la realtà aziendale ed è interessato a fare il lavoro meglio che può, ma deve avere adeguata preparazione su argomenti non proprio alla portata di tutti: secondo me è proprio qui il problema che deve far intervenire esperti esterni. L'altra faccia della medaglia è che magari questo "esperto" è il mio ex vicino d'azienda che ha chiuso una settimana prima e si è buttato nel business della sicurezza, tanto la responsabilità non è in capo a lui.
    Tutto ciò non per polemica, ma per quello che vedo quasi tutti i giorni nei DVR che mi capitano sotto mano.
    Sembra che per fare un DVR fatto bene sia necessario scrivere migliaia di pagine (o si fanno pagare a pagina?), ma non è così: per chiarire, meglio fare un elenco dicendo che ci sono a, b, c, d... e poi discutere nei particolari che parlare di tutti i rischi esistenti al mondo dicendo che non ci sono (se lavoro in un ufficio a Milano, non avrò il rischio biologico del laboratorio analisi che analizza i campioni con Ebola, quindi non lo riporto neanche e magari invece mi dimentico delle allergie agli acari della polvere!).
    Non so se ad esempio tu hai avuto a che fare con la movimentazione carichi e l'Allegato XXXIII: vuoi dirmi che le norme ISO e le metodiche valutative proposte sono alla portata di tutti? Perchè se è così devo essere più scemo della media della popolazione, io ci ho messo un po'di mesi per conoscerle approfonditamente (abbastanza, quantomeno) e mi sto ancora spaccando la testa a ragionare sul metodo di secondo livello per traino-spinta. E credo che in una "fattoria" qualche applicazione ci stia sicuramente (poi magari mi sbaglio e c'è più meccanizzazione in agricoltura/allevamento che altrove). E' vero che questi metodi sono "consigliati" e non obbligatori, ma se devi spiegarlo a un giudice del lavoro che anzichè l'OCRA hai usato il metodo "andrea b", ti faccio i miei auguri.

    Per il discorso mini guida di Gabriele: se dalla discussione salta fuori qualche spunto utile, ragionamenti, esperienze, perchè no, anche se non saprei, personalmente, come impostarla.
    Forse vedrei più una cosa tipo domande precise e risposte mirate, almeno all'inizio: da li magari può uscire tipo un vademecum o "domande frequenti". Sarebbe utile se oltre a Skinki saltasse fuori anche qualcun altro che si occupa di queste cose, visto che i dubbi non mancano di sicuro.

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    • #62
      Prima iniziare il confronto, incito le persone che leggono tale forum è interessate o esperte nella materia a perderne parte, con l’esposizione di pareri, dubbi, curiosità, esperienze vissute, ecc., così da far sorgere input in più a chi si occupa, per rendere sempre migliore l’affronto con la materia “Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro”, in questa tipologia di aziende.
      Per quanto riguarda i MC, è vero, il Decreto riporta quanto hai detto, l’autocertificazione dei titoli, su cui esso si basa, è una dichiarazione firmata, seppure in carta semplice, per questo motivo rimane sotto la responsabilità del MC, quanto lui esso ha dichiarato, il falso dichiarato a mio avviso, non và a suo beneficio.
      Come il DL, ha obblighi inderogabili, per MC, nel 81/2008 sono stati introdotti rispetto al precedente nuovi obblighi, (non sto a riportare, essendo diversi, ma in caso di richiesta non ho problemi), il comma 1 dell’Art. 38, invece riguarda i titoli e i requisiti del MC, il comma 2 e 3 sempre dello stesso articolo, ci riporta la specializzazione in “igiene” e “medicina preventiva”, oltre a “medicina del lavoro”, ma purtroppo la frequenza degli appositi percorsi formativi saranno definiti in futuro, da quanto mi risulta anche a me. A questo proposito, il nostro comportamento è stato quello di affidarsi a medici che abbiano solo, e ripeto solo, la specializzazione in “Medicina del Lavoro”, essendo la tipologia di formazione più attinente per competenze, così da tutelarci come azienda da eventuali problemi che possono intercorrere.
      La collaborazione nella stesura del DVR, con il DL, è parte fondamentale, da mia esperienza la cosa avviene, esistendo un confronto con queste persone, prima dell’emissione del documento. Resta però, presente sul documento la propria firma, per questo motivo, mi viene da dire che, prima di prendere certi tipi di responsabilità, avvenga per lo meno la lettura dei documenti con recepimento dello stesso, quindi la professionalità della/e persone presumo porti anche questo comportamento, ovviando a ricadute su di essi, in caso di confronti con la legge.
      Tornando all’esempio fatto, un adeguata esperienza porta alla soluzione dell’entità di rischi specifici, supportata da un adeguata formazione fatta sui banchi, sono fortemente consigliati indirizzi tecnici (anche solo formazioni in scienze matematiche, chimico – fisiche e naturali, sono discriminanti), per l’affronto di questa materia. Nel caso in cui si debba fare valutazioni molto specifiche, serve l’uso di una determinata strumentazione di rilievo, per questo motivo, purtroppo (dico purtroppo, perché, deve essere affrontato anche l’aspetto economico in questi anni, il rapporto costi/benefici nel campo agricolo, fortemente in crisi da esperienza deve essere valutato molto), si deve incorrere ad appoggi da parte di terze persone.
      Quanto riportato tra parentesi, non comporta che, per l’affronto della sicurezza si debba usare “l’altra faccia della medaglia”, come hai spiegato, essendo un comportamento molto irresponsabile, pagato poi dalle sanzioni, in caso d’ispezione da parte degli organi competenti, ma come ho riferito l’età media di gestione delle aziende agricole è molto alta, il supporto delle associazioni di categoria è fondamentale (queste aiutano e supportano, non solo amministrativamente), così come è fondamentale la saggezza di terze persone che supportano le azienda, non come polemica, ma per denunciare casi in cui certe persone traggono profitto, non solo per quanto riguarda la sicurezza, che oggi purtroppo è un business.
      Detto ciò, da esperienza, tratto diverse ISO, non solo quelle relative alla sicurezza (non so se possa essere un bene oppure un male questo!), ma, per quanto mi riguarda è forse, grosso aiuto mi viene offerto dall’esperienza di lavoro unita alla formazione, l’analisi ci impiega tempo, ma messa poi in pratica verso casi reali, ci porta alla soluzione di essi, t’informo però che per grosse decisioni si costruiscono dei gruppi di lavoro da parte nostra, così da unire esperienze/idee/critiche, portando alla soluzione nel più breve tempo possibile, è naturale che non tutte le persone abbiano le stesse capacità e caratteristiche.
      Di fronte alla legge, nessuno è giustificato, se non che siano rispettati i regolamenti in materia, la linea di base, rimane è rimarrà il rispetto di essi. I pareri personali discordi, purtroppo esistono e seppure giusti devono essere a malumore molte volte soppressi.
      Propongo ora, se possa essere utile, continuare le discussione, stilando un elenco dei rischi che esistono, in un azienda agricola, trattando questa per comodità con due linee differenti:
      • azienda che si occupa di coltivazioni (coltivazioni intensive, così da avere la meccanizzazione);
      • azienda che si occupa di solo allevamento (bovino perché ha i maggiori rischi),
      se si concorda, propongo l’apertura di ulteriore forum distinto per tipologia, così da creare una sorta di domanda/risposta, oppure botta/risposta, idee/consigli/opinioni, sempre con l’invito che ho riportato all’inizio.

      Saluti

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      • #63
        Partendo dalle enunciazioni contenute in questo messaggio:

        è certo che tutte le attrezzature da sollevamento (gru argani)che "tirano verso l'alto"sopra i 200kg ricadono nella verifica ISPESL,il dubbio è su quelle che il carico lo alzano da sotto come i traspallets od i crik.
        Anche queste come è stato scritto nel messaggio indicato dovrebbero essere sottoposte alle verifiche ISPESL se alzano più di 200kg?
        Ognuno è ciò che è,non ciò che finge di essere....

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        • #64
          mi permetto di ricordare che se le Vostre associazioni di categoria Vi avessero avvisato a suo tempo non solo dei soldini della CEE ma anche della sicurezza sul lavoro (anni 1955/56 in poi), forse il Vostro parco macchine sarebbe ora più sicuro. Spero per Voi di non essere mai incappati in infortuni mortali del Vostro comparto come purtroppo mi è accaduto più volte per lavoro. Vi posso garantire che non pensereste ai soldi necessari. Buon Lavoro e scusate l'aggressione.

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          • #65
            sono un giardiniere (artigiano) lavoro da solo, senza dipendenti,un amministratore di condomini mi ha chiesto una dichiarazione relativa all'idoneità tecnico professionale facendo riferimento all'art.26 del D.leg.81/2008.come si fa? e cosa comporta?
            Inoltre ,sempre per lo steso decreto,che obblighi ho per le mie macchine?(decespugliatori,motoseghe e raserba)
            bau bau

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            • #66
              ciao, non ho sottomano l'81/08, ma se non ricordo male dovrebbe riferirsi ad una certificazione che ti può rilasciare la camera di commercio cui risulti iscritto, non dovrebbe essere l'idoneità al lavoro da parte del Medico Competente (prendi la notizia con il beneficio del dubbio, vado a memoria). Se dovesse essere la seconda, devi trovare un medico del lavoro e chiedergli una visita di idoneità specifica, pagandotela tu, visto che da artigiano non credo tu abbia il Medico Competente aziendale: puoi provare, se presente un reparto di Medicina del Lavoro, ad andare in un ospedale pubblico.
              Le macchine devono rispettare le normative vigenti relative alla sicurezza, quindi non devi aver fatto modifiche o roba del genere ad esempio: tutti i macchinari in vendita devono essere conformi alla legge, quindi non dovresti avere problemi.
              Scusa la sintesi, ma sono di passaggio al volo, se trovo qualcosa di più te lo riporto prossimamente.
              Ciao

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