vorrei sapere una cosa visto che non ho molto tempo per leggere tutto il post ma on il bio diesel puro è possibile o sarebbe sostituire la nafta e se si il motore andrebbe bene come con il diesel o deve avere alcune modifiche (rapporti di compressione differenti +o- aria nel cilindro etc ) il motore durerebbe uguale o di meno ?
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Fonti e materiali rinnovabili da agricoltura: Biogas, Biodiesel & co
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Dipende molto dal motore e dalla tecnollgia da essa applicata.
Oggi sono in commercio o in sperimentazione avazata motori in grado di lavorare sia con miscele di biodiesel sia con biodiesel puro.
Se tarato bene le prestazioni dovrebbero essere molto simili.
Questo naturalmente sulla carta, inquanto di prove vere e fatte da terzi non ce ne sono molte.
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saluti
Saluto tutti i partecipanti.
Sono anch'io un agricoltore (20 ha di sem.) è anche avicoltore (polli da carne)
Non ho letto tutta la discussione e me nè dispiace,
Per la famosa direttiva nitrati dall'anno prossimo dovro chiudere!!!! con i polli e non è una bella prospettiva, quindi da piu di un anno mi intaresso delle tecnologie per produrre corrente elettrica con la biomassa agricola. Non posso dire tutto quello che ho imparato per problemi di spazio nel forum, certo che di cose nè ho viste e sentite!
mi interessava sapere se qualcun altro ha contattato ditte per gassificatori o cogeneratori , in particolar modo per l'uso della pollina, della granella di mais, ma ache del cippato e altre fonti.
Comunque se avete domande o proposte sull'argomento, sono ben lieto di rispondere o prendere in considerazione!
saluti
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Originalmente inviato da bergstrom2020 Visualizza messaggioSalve,
secondo voi qual'è l'azienda costruttrice che più si è impegnata nello sviluppo di motori che utilizzino il biodiesel? (E che allo stesso tempo vi dia affidamento)
Alessandro
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Qualcuno conosce questo??
Mi interesserebbe per smaltire potature e sfruttare i miei 2 ha di bosco da taglio!!!! Ho 2ha di vigneto e 900 olivi grandi. Accopiato al trincia della Nobili (quello che insacca il trinciato in sacchi da 1mc) che ne pensate??? Costi?? Possibilità di finanziamenti??? Ho chiesto a loro una analisi costi e una offerta... attendo notizie!
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Ciao a tutti. Qualcuno conosce qualche azienda che venda dei generatori di elettricità alimentati ad olii vegetali? a pagina 8 di questa discussione si parlava di una ditta che offre anche assistenza burocratica, e impianti che consentano di arrivare al prodotto finale partendo dai semi...
Sapete dirmi di che dittasi tratta? grazie mille...
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ENNA: Brassica Carinata per produzione di biodisel
Enna: Produzione Ecodiesel
Assoro. Sono stati centinaia gli agricoltori siciliani, molti dei quali della provincia di Enna, che ieri mattina hanno partecipato ad una riunione, chiamata Open-Day, che l’assessorato regionale all’agricoltura ha organizzato per presentare le prime prove di moltiplicazione di “brassica carinata”, finalizzate alla creazione di una filiera agroenergetica in Sicilia per l’estrazione di olio greggio e la produzione di biodiesel. Sono state effettuate prove di spremitura ed uno dei due impianti, acquistati dalla Regione, è stato destinato a Dittaino. Per l’occasione erano presenti gli assessori regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via, dell’Industria, Giovanna Caldura ed il vice presidente della Commissione agricoltura dell’Unione Europea, l’onorevole Giuseppe Castiglione, oltre al direttore generale dell’assessore regionale all’agricoltura, Dario Caltabellotta, esperti del settore, docenti universitari. Un piano energetico regionale che punti alla fonti alternative è l’obiettivo primario della Regione Siciliana, che ha trovato nei due assessorati, Agricoltura ed Industria, la possibilità di andare creare una filiera agroenergetica per la produzione di ecodiesel. Un’esperienza che in Brasile da diversi anni ha dato ottimi risultati, che ha diminuito sostanzialmente il consumo di petrolio, che ha creato un’agroenergia importante dal punto di vista ambientale ed economico. In Sicilia i tentativi sono iniziati sostanzialmente nel 2006 hanno interessato 56 ettari di terreno con 23 campi in sette province ,di cui 3 in provincia di Enna. La “brassica carinata è nelle condizioni di entrare in rotazione con il grano duro ed il biodiesel che viene prodotto può essere utilizzato come carburante in autotrazione e come combustibile nel riscaldamento, dando un rendimento energetico simile a quello dei carburanti e dei combustibili minerali, non contribuisce all’effetto serra. È biodegradabile sino all’89 per cento, riduce i gas di scarico, non presenta pericoli di autocombustione. “Un piano energetico che produce energia rinnovale è tra gli obiettivo del Governo regionale – ha dichiarato l’assessore regionale all’Industria ,Giovanna Caldura – La Regione sta lavorando su questa strada e sicuramente riusciremo a centrare questo obiettivo che è di importanza vitale per il territorio siciliano”. Dario Caltabellotta, dirigente dell’assessorato regionale all’Agricoltura, uno dei promotori di questa iniziativa, è soddisfatto nel vedere centinaia di agricoltori presenti all’iniziativa. “Stiamo andando avanti con concretezza – ha dichiarato Dario Caltabellotta – i segnali sono positivi, le aree interessate alla coltivazione di “brassica carinata” aumentano di anno in anno. Produrre biodiesel significa veramente tanto soprattutto dal punto di vista economico. Il biodiesel rappresenta una valida via per la differenziazione delle fonti energetiche“.
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W La Sicilia
Mi ha fatto molto piacere trovare un mio conterraneo così tanto informato su un tema che potrebbe dare una svolta al settore agricolo siciliano.
Ho letto del materiale relativo a quella conferenza che mi ha fatto rendere conto che la comunità agricola regionale preme verso una profonda riconversione delle aree centrali. La riforma Fischler ha reso sempre meno conveniente la coltivazione del grano, ma come era nei suoi piani ha svincolato l'attività agricola dal sistema assistenzialistico degli aiuti alla produzione; come effetto in pochi anni si è andati alla ricerca di colture alternative ai cereali; si è discusso variamente e numerose sono le prove effettuate dall'università degli studi di Palermo: colza, sorgo e adesso brassica carinata. Ciò che è cambiato è il nuovo approccio delle istituzioni, più attive e conscenziose del fatto che il nostro territorio può accogliere questa nuova sfida del terzo millennio.
Le strutture, le tecnologie, l'imprenditorialità di noi siciliani sono sicuramente in grado di accogliere questi nuovi imput, per dar vita non solo ad una riconversione colturale del territorio ma all'impostazione di una nuova filiera tecnologica che tanto potrà fornire in termini economici e di posti di lavoro.
La Sicilia per la sua strategica posizione all'interno del mediterraneo, in previsione dell'apertura dell'area di libero scambio nel 2010, ha tutte le caratteristiche per divenire un polo prediletto per la produzione-trasformazione di biocarburanti, come già avvenuto in tempi passati per la filiera petrolchimica.
Oltre all'importante attività sostenuta dalla regione siciliana è da ricordare lo sforzo di ENEL che ha intenzione di costruire un impianto sperimentale per la produzione di biodiesel ad Augusta.
In quanto studente universitario della facoltà di Agraria di Palermo, nonchè vicepresidente dell'associazione univesitaria "AGROETHICA", invito tutti i miei conterranei e coloro che sono interessati alla tematica delle bioenergie a partecipare al ciclo di 3 seminari che la nostra associazione ha organizzato per i mesi di novembre e dicembre. Per ulteriori informazioni contattatemi mediante MP
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Originalmente inviato da giuba Visualizza messaggio........ La riforma Fischler ha reso sempre meno conveniente la coltivazione del grano........................ Ovviamente se sarà conveniente fare ecodiesel quel 50% è disponibile
sempre che il grano non si stabilizzi sopra i 40 cent
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Originalmente inviato da giuba Visualizza messaggioquest'anno il grano duro è arrivato anche a 60 cent.
si da una alternativa alla monocoltura granaria, sia da un punto di vista economico, che dal punto di vista agronomico, con occhio sempre attento alla conservazione della fertilità dei suoli.
Giusto Giuba, infatti la novità più importante da sottolineare, con l'avvento della nuova coltura (brassica carinata appunto), consiste nell'alternaza con le coltivazioni più tradizionali come appunto il grano.
Se a questo aggiungiamo, come ha fatto giustamente notare HP90, che nelle aree interne le terre vengono sfruttate al 50%, questa può essere l'occasione giusta non solo per rilanciare il settore delle coltivazioni intensive, ma soprattutto è l'occasione per recuperare questa notevole quota di territorio non sfruttato e creare una nuova filiera di colture alternative.
E' chiaro comunque che questa situazione alla lunga avvantaggerà prevalentemente le grandi aziende agricole, che così facendo alla fine riusciranno a produrre un quantitativo sufficiente di biodiesel per il loro fabbisogno.
Questo, tra l'altro è l'orientamento che viene prediczato costantemente dall'Unione Europea.Nel contempo,sarebbe auspicabile che il prezzo del grano torni a stabilizzarsi su valori allettanti sia per i produttori che per i consumatori, perchè la partita si gioca proprio su questo, specialmente con l'allargamento dell'Unione Europea e con il nuovo mercato della Cina e Paesi emergenti, che richiedono un quantitativo di grano sempre crescente.
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Qualcuno sa con precisione indicarmi quanto paga l'enel x l'energia prodotta? ho provato a telefonare ad enel distribuzione una ventina di volte ma si passano la palla l'un l'altro con enel si...e se aggiungo i certificati verdi, a quanto arriva? un mio amico che ha dei pannelli solari mi ha detto che a lui gli danno 45 centesimi a kw...
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La bufala del biodiesel
Eccovi un interessante articolo in cui si parla dei dubbiosi vantaggi sull'uso del biodiesel:
Il carburante estratto dalla colza sembra inquinare di più di quello tradizionale. Interessi forti sostengono una bufala affascinante e pericolosa. (ZEUS News)
Se stanno così le cose, stiamo prendendo un grosso abbaglio!
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Originalmente inviato da tex76 Visualizza messaggioEccovi un interessante articolo in cui si parla dei dubbiosi vantaggi sull'uso del biodiesel:
Il carburante estratto dalla colza sembra inquinare di più di quello tradizionale. Interessi forti sostengono una bufala affascinante e pericolosa. (ZEUS News)
Se stanno così le cose, stiamo prendendo un grosso abbaglio!
Dicci perchè dovremmo dare credibilità al link che segnali?Ognuno è ciò che è,non ciò che finge di essere....
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Originalmente inviato da mefito Visualizza messaggioA questo mondo ognuno può dire ciò che vuole e credere a ciò che vuole.
Dicci perchè dovremmo dare credibilità al link che segnali?
A me hanno fatto riflettere queste parole: "
Pare che la colza, principale materia prima dei bio-carburanti, nel suo ciclo vitale emetta alcuni gas definiti come CO2/equivalenti, principalmente N2O (protossido di azoto), a causa dei quali ogni Km percorso con una vettura a biofuel contribuirà al riscaldamento globale ben più di un Km alimentato a combustibili fossili. "
E poi ancora :
"Ancor prima dell'eco-sostenibilità", dice Andrea Tronchin, agronomo militante di Via Campesina, "la nostra organizzazione contesta fermamente la socio-sostenibilità dei carburanti agro-industriali (perchè questo è il loro vero nome). Ancor prima di diventare una reale alternativa ai combustibili fossili, hanno fatto lievitare il prezzo del mais, alimento di base di molte popolazioni, aumentando miseria e fame in molte regioni."
Ancora una volta si sfruttano i paesi meno industrializzati per estrarre da loro ciò che serve al nostro sviluppo, senza cercare nel nostro territorio le risorse fisiche e umane per raggiungere una nostra reale autosufficienza (o sovranità, come la chiama Tronchin) sulle risorse energetiche. "I combustibili generati dalle piante spingono verso una competizione per le risorse alimentari tra uomini e macchine", sostiene George Mombiot, attivista di Transition Towns sul Guardian. "Una competizione che gli umani sono destinati a perdere". Inoltre, la monocoltura con cui si produce il biodiesel è un serio attentato alla biodiversità, almeno quanto lo sono gli OGM dei nostri amici della Monsanto. "
Queste parole a me hanno fatto riflettere abbastanza, ognuno poi ha le proprie idee e opinioni, non voglio influenzare nesuno, per correttezza e dovere di cronaca mi è sembrato giusto postatre il link dell'articolo.
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Originalmente inviato da tex76 Visualizza messaggioAllora, premesso che sono un convinto assertore dei vantaggi del biodiesel, motivo per peraltro ho postato dei messaggi precedenti dove davo notizia a mio avviso importante circa un esperimento che è stato effettuato nella mia zona sulla produzione di biodiesel ricavato da una nuova pianta, la brassica carinata appunto, mi ha stupito invece leggere l'articolo linkato sopra, e allora mi chiedo e vi chiedo se poi i vantaggi del biodiesel siano veramente reali ed effettivi oppure se si tratta di una bufala appunto.
.Ognuno è ciò che è,non ciò che finge di essere....
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è bene precisare che comunque l'articolo e gli studi della Chemistry & Industry hanno come oggetto di studio solo la colza e quindi poco si sa dal punto di vista chimico-energetico delle altre fonti di biocarburanti, come quelle usate per la produzione del bioetanolo, succedaneo della benzina. Da qualche tempo la via dei biocarburanti è stata analizzanta nei suoi diversi aspetti che ne hanno messo alla luce le sue pecche prima di tipo economico e più recentemente dal punto di vista della sostenibilità, facendo dissolvere come una bolla di sapone le belle speranze che in essi molti produttori agroindustriali riponevano.
Credo che studi più approfonditi e mirati, compreso un inteso processo di miglioramento genetico possano portare a superare tali inconvenienti, ricordando a tutti che un approccio più diretto e concreto si è manifestato da parte degli enti pubblici solo negli ultimi anni. Tanto ancora si deve sapere e si può fare nelle tecnologie dei biocarburanti.
Volendo rispondere a mefito: l'introduzione di una nuova tecnologia in un particolare settore o su larga scala non può essere vincolata da interessi campanilistici, o a vedute soggettive, ma deve invece scaturire da una attenta valutazione dei benefici e degli oneri che da tale scelta sorgono.
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Originalmente inviato da giuba Visualizza messaggioVolendo rispondere a mefito: l'introduzione di una nuova tecnologia in un particolare settore o su larga scala non può essere vincolata da interessi campanilistici, o a vedute soggettive, ma deve invece scaturire da una attenta valutazione dei benefici e degli oneri che da tale scelta sorgono.
Personalmente non ho sufficienti informazioni per permettermi di prendere posizione.Ognuno è ciò che è,non ciò che finge di essere....
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Insilati negli impianti a biogas
Nella mia zona stanno sorgendo alcuni impianti a biogas ed i proprietari per alimentarli avranno bisogno di trinciato di colture quali mais,sorgo,triticale ed orzo da aggiungere ai liquami.In che modo vanno impiegati?
Per assurdo è possibile produrre biogas impiegando insilati (o altri prodotti agricoli) senza avere il liquame?
Grazie
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Gian, gli insilati di cui parli verranno introdotti a dosi più o meno costanti nei digestori, dove sarà presente anche un trituratore. Ciò serve x aumentar la sostanza organica nel liquame, che poi è quella attaccata dai microorganismi anaerobi x produrre biogas.
Non è possibile ricavare biogas senza liquame, quantomeno serve una base di fluido (come ad esempio liquame già digerito in precedenza).
Bisogna stare attenti all'introduzione di biomasse nei liquami perchè tanto azoto entra nel liquame tanto azoto in più c'è poi da smaltire, x cui con le attuali direttive nitrati molto restrittive si deve avere una superficie su cui spandere molto elevata.
Un altro modo per ricavare energia è attraverso l'uso di gassificatori, in cui non serve il liquame, ma su questo argomento l'utente Dj Rudy potrà essere molto più esaustivo e preparato di me.
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Seminari AGROETHICA Facoltà Agraria di Palermo
Con questo post voglio invitare tutti voi partecipanti del forum, al ciclo di seminari promossi dall'associazione universitaria AGROETHICA, in collaborazione con la Facoltà di Agraria di Palermo, dal titolo "Energie Alternative", che tratteranno l'importante tematica delle agroenergie.
I seminari che si terranno il 21 novembre, 29 novembre e il 5 dicembre avranno luogo presso l'aula magna della facoltà di agraria alle ore 16:30.
Con la speranza che partecipiate numerosi, vi saluto.
Il manifesto delle attività
La brochure con il programma dei tre seminari
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Originalmente inviato da Gian81 Visualizza messaggioNei gassificatori quali materie prime si devono introdurre?Delle biomasse e insilati di cui ho parlato in precedenza?Il gas prodotto viene utilizzato allo stesso modo di quello degli impianti a biogas?
Le biomasse utilizzabili (a seconda del tipo di gassificatore) sono:
Cippato, Pellet di paglia, pellet di fieno, e tutti i cereali, è indispensabile che la biomassa non abbia un'umidità molto superiore al 15 %.
La gassificazione può essere definita come la conversione termochimica di un combustibile solido o liquido in un gas, attuata mediante la presenza di un agente gassificante ed altri reagenti (aria/ossigeno e/o acqua/vapore) conducendo ad una sua parziale combustione.
Il processo nel complesso è formato concettualmente da tre fasi: una prima fortemente esotermica di combustione, una seconda di pirolisi ed infine la conversione del carbonio in gas (CO, H2, CH4; gassificazione propriamente detta).
Il prodotto ottenuto dipende dal tipo di reagente utilizzato:
• L’uso di aria produce un gas a basso potere calorifico che può essere utilizzato in caldaie o motori.
• La gassificazione diretta con vapore, generalmente indicata in breve come Reforming, produce un gas ricco di H2 su cui vi sono molti studi per poter estrarre l’idrogeno in maniera efficiente.
La gassificazione si differenzia dalla combustione diretta per il minor rapporto aria/combustibile (sottostechiometrico) che impedisce un’ossidazione completa del combustibile.
La biomassa, al suo ingresso nel sistema, viene liberata dal suo contenuto di umidità e successivamente trasformata in vapore d'acqua, anidride carbonica, sostanze catramose, idrocarburi e residui carboniosi; le sostanze volatili, procedendo dal basso verso l'alto, subiscono un successivo processo di trasformazione combinandosi con l'aria di gassificazione e formando il gas grezzo finale (detto gas di gasogeno, gas di sintesi o syngas) composto da H2, CO, CxHy, N2, CO2, in proporzioni variabili secondo il tipo di biomassa e dal tipo di gassificatore usato, con potere calorifico inferiore variabile tra i 4000 KJ/Nm3 ed i 14000 KJ/Nm3.
Il gas di gasogeno contiene molte impurità (char) tra cui polveri, e catrami, pertanto, prima di essere utilizzato per la combustione, in vari casi dovrà essere raffreddato e purificato.
Nel bilancio generale di processo assumono rilevante importanza le seguenti variabili:
- Portata oraria della biomassa.
- Portata oraria dell'aria.
- Temperatura di gassificazione.
- Contenuto di umidità della biomassa.
- Tempo di residenza della biomassa nel reattore.
A loro volta queste variabili sono influenzate dai parametri determinati per progettare un gasogeno:
- Granulometria ottimale del materiale.
- Velocità minima del vettore utilizzato per la fluidificazione.
- Dimensioni del reattore e delle apparecchiature accessorie.
La composizione tipica del gas di gassificazione varia a seconda dell’agente gassificante impiegato e del feedstock di origine (carbone, residui, biomassa, ecc.).
L’impiego del gas prodotto nei processi di gassificazione può essere di tipo:
Termico: combustione diretta in caldaie, dopo depurazione non spinta.
Elettrico: utilizzo in unità di generazione elettrica (turbina, motore a combustione interna ciclo 8 quello più usato, ecc.), dopo trattamenti di depurazione più complessi, per la presenza di particelle solide, e frazioni condensabili.
Chimico: come materia prima per sintesi chimiche.
Un livello di depurazione non troppo spinto (depolverazione) può essere sufficiente nel caso di un suo utilizzo come gas riducente per processi industriali o come combustibile in forni per la produzione di cemento o laterizi. Una depurazione maggiore è necessaria nel caso di generazione di energia elettrica con motori a combustione interna (depolverazione, desolforazione) o turbine a gas (depolverazione; rimozione specie solforate ed alcaline). La massima purezza è indispensabile quando il syngas è utilizzato in tutti i processi catalitici che fanno uso di catalizzatori selettivi: produzione di metanolo o di altri idrocarburi combustibili (generalmente indicati col nome di synfuels), ammoniaca o per l’estrazione di H2 destinato a celle a combustibile (attualmente in studio).
Le tipologie di gassificatori attualmente sviluppate sono:
1. Gassificatori a letto fisso.
2. Gassificatori a letto fluido.
3. Gassificatori a letto trascinato.
Non faccio la descrizione delle differenze tra le varie tipologie, riassumo qui sotto i vantaggi e svantaggi.
I gassificatori a letto trascinato e quelli a letto fluido sono versatili ma più difficili da progettare, costruire e, più costosi ma permettono rendimenti maggiori (30 % in produzione di energia elettrica) se accoppiati alle giuste biomasse, potenza minima 200-300 kwh con un fabbisogno annuo che va dai 12 ai 18 mila quintali di biomassa. In modo particolare nel caso si vogliamo utilizzare biomasse ligno-cellulosiche con elevata quantità di silice (paglie, cereali ecc), è indispensabile che la temperatura di gassificazione sia intorno agli 800°C (solo alcuni tipi di gassificatori a letto fluido lavorano a questa temperatura), in modo che non si abbia la vetrificazione della silice che comporterebbe gravi danni copertura refrattaria del reattore, e modificherebbe la composizione della sabbia che agisce da letto fluido.
I gassificatori a letto fisso esistono anche di potenze molto piccole 20-30 kw, ma hanno rendimenti in produzione di energia elettrica di 7-8 punti percentuali inferiori rispetto ai gassificatori a letto fluido, sono diffusi specialmente nei paesi meno avanzati, soprattutto per la semplicità della progettazione, della costruzione, ed insieme per i bassi costi di investimento iniziale, gestione e mantenimento.
Essi però non possono gassificare cereali e paglie perchè la temperatura di gassificazione è superiore a 1000 °C e quindi si ha il problema della vetrificazione della silice.
Diversi impianti di questo tipo e di piccola scala sono in esercizio nel mondo. Si tratta di esperienze di successo, ad esempio in Finlandia e Danimarca, oppure in India e Cina (almeno 100 gassificatori a letto fisso), per la produzione di elettricità ad uso locale per industrie e fattorie. In Spagna si sta diffondendo la tecnologia di gassificazione a letto fluido e presto arriverà anche in Italia.
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mi scuso per l'intromissione, mi farebbe piacere se qualcuno della zona del PAVESE fosse a conoscenza di un impianto per produrre corrente elettrica di grosse dimensioni abbinato a degli allevamenti di suini, la notizia che ho trovato è frammentaria, parla di un ristrutturatore molecolare catalittico??? forse è una specie di gassificatore, di sicuro non un impianto a biogas, ma non sono sicuro. Sostiene, chi ha scritto queste cose, che detto impianto può usare qualsiasi biomassa compresi i reflui ed ottenere un gasolio sintetico. sembra che l'impianto stia per entrare in funzione assieme ad altri 5. Visto che io cerco impianti di gassificazione per smaltire la pollina mia e di altri allevatori, se qualcuno sa qualcosa gradirei venirne a conoscenza, visto che sto impazzendo per cercare una soluzione, vengo dal veneto e qui la direttiva nitrati per gli avicoli è un disastro. più che altro volevo vedere se questo signore era un pazzo.... o un burlone o stava scrivendo seriamente....
se qualcuno mi può aiutare nella ricerca posso mettere a disposizione quello che so sugli impianti di gassificazione.
grazie e saluti
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