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Accatastamento fabbricati ex rurali e/o mai censiti
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Originalmente inviato da miveral Visualizza messaggioe se mi dovessi iscrivere questa'anno come imprenditore agricolo a titolo non principale? dovrei comunque mettere a catasto?
temo proprio di si! (e poi, se non ricordo male, tua madre ricopre già il ruolo di I.A.) Come hai dichiarato in precedenza:
Originalmente inviato da miveral Visualizza messaggioi miei non sono mai stati accatastati...
Saluti,
Peppe
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Ho letto nel sito della Coldiretti di Cuneo che ci sono modifiche legislative favorevoli per i coltivatori diretti in pensione.
Qualcuno di voi conosce queste novità?
Prima, per quanto ne so, il Coltivatore diretto in pensione non pagava se:
-continuava a lavorare la sua terra con partita iva e camera di commercio
- affittava la terra ad un altro coltivatore diretto
Se affittava la terra a persona che, pur essendo in possesso di partita iva e camera di commercio non era coltivatore diretto, il pensionato doveva pagare l'ici.
A voi cosa risulta?
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Originalmente inviato da alberto64 Visualizza messaggioHo letto nel sito della Coldiretti di Cuneo che ci sono modifiche legislative favorevoli per i coltivatori diretti in pensione...
in realta non ci sono delle vere e proprie "novità".
Tra i requisiti di ruralità di un fabbricato destinato ad abitazione (già censito al catasto terreni come F.R.) è stato contemplato anche il caso in cui il proprietario sia titolare di pensione derivante da attività agricola (praticamente un CD/IAP in pensione). In questo caso, poichè la pensione derivante da attività agricola è un requisito di ruralità, il fabbricato non deve essere censito al catasto fabbricati (ovviamente vanno rispettati anche gli altri requisiti).
Il problema è un altro: molti comuni, ignorando questi possibili "casi", costringono l'utente a pagare l'ICI... perchè, a loro avviso, il soggetto non è più in attività. Parliamoci chiaro si tratta di un vero e proprio ABUSO. Mi sono state riferite le proposte più assurde (un "classico": il pensionato deve riaprire P.IVA ed iscriversi alla C.C.I.A.A.!!!).
L'unica novità è che qualche comune è stato "condotto" sulla retta via (che si tratti, poi, di una battaglia "fieramente" condotta dalla Coldiretti.....beh! preferisco non pronunciarmi).
Saluti
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Originalmente inviato da Potionkhinson Visualizza messaggioSalve Alberto,
in realta non ci sono delle vere e proprie "novità".
Tra i requisiti di ruralità di un fabbricato destinato ad abitazione (già censito al catasto terreni come F.R.) è stato contemplato anche il caso in cui il proprietario sia titolare di pensione derivante da attività agricola (praticamente un CD/IAP in pensione). In questo caso, poichè la pensione derivante da attività agricola è un requisito di ruralità, il fabbricato non deve essere censito al catasto fabbricati (ovviamente vanno rispettati anche gli altri requisiti).
Il problema è un altro: molti comuni, ignorando questi possibili "casi", costringono l'utente a pagare l'ICI... perchè, a loro avviso, il soggetto non è più in attività. Parliamoci chiaro si tratta di un vero e proprio ABUSO. Mi sono state riferite le proposte più assurde (un "classico": il pensionato deve riaprire P.IVA ed iscriversi alla C.C.I.A.A.!!!).
L'unica novità è che qualche comune è stato "condotto" sulla retta via (che si tratti, poi, di una battaglia "fieramente" condotta dalla Coldiretti.....beh! preferisco non pronunciarmi).
Saluti
Dunque per il Comune il fatto di essere CD in pensone non è sufficiente.
Sottolineo che il fabbricato in cui vive mia madre è stato censito al catasto fabbricati come A7.
Per quanto riguarda i fabbricati rurali (tettoie, stalle, ecc) il comune non chiede l'ICI, in quanto io ho regolare partita iva. La disputa riguarda solo l'alloggio in cui vive mia madre con mio padre.
Secondo te mia madre deve pagare?
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Originalmente inviato da alberto64 Visualizza messaggio........ Secondo te mia madre deve pagare?
A chi è intestato l'immobile? Tuo padre è in attività?
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L'immobile è intestato ad entrambe i genitori (50/50) ed è stato accatastato nel 1992 al catasto fabbricati; ci sono 2 alloggi più locali di servizio, e dietro casa c'è un deposito macchine agricole; in un alloggio abito io e mia moglie e di questo alloggio si paga l' ICI da sempre.
Nel secondo alloggio abita mio padre, pensionato dell'industria, e mia madre CD in pensione; sino al 2003 mia madre aveva l'attività, con partita iva, camera commercio, reddito prevalente agricolo e qualche ettaro di terreni di proprietà nel Comune stesso, e fino al 2003 il Comune non richiede l'ICI per questo alloggio.
Nel 2004 mia madre chiude l'azienda ed io rilevo l'attività ed i terreni (in comodato da mia madre ed in affitto da terze persone), ma come secondo lavoro; inoltre amplio anche l'azienda, ma sempre come secondo lavoro e come reddito agricolo non prevalente.
Il Comune chiede l'ICI dell' alloggio abitato dai miei genitori dal 2004 in avanti; ovviamente l'ICI dell' alloggio abitato da me continuiamo a pagarlo.
Il comune dice che se mia madre avesse affittato i terreni ad un CD non pagherebbe, ma avendoli affittati a me si deve pagare.
Dopo questa descrizione dettagliata, cosa ne pensi?
Il mio sindacato (CIA) a volte dice che non dobbiamo pagare, a volte si.
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Originalmente inviato da alberto64 Visualizza messaggioIl mio sindacato .... a volte dice che non dobbiamo pagare, a volte si.
Salve Alberto,
scusa le mie "risatine" ...a volte si a volte no... ma che risposta è?
Il mio unico dubbio sta nel 50% di possesso di tuo padre (pensione derivante da attività non agricola).
Però, evidentemente, per il comune non è un problema (visto che fino al 2003 l'immobile era esente dall'ICI).
Questa è l'unica risposta che posso darti:
secondo l’art. 2, comma 37, del D.L. n. 262/2006:
il proprietario del fabbricato abitativo, perché quest'ultimo possa essere riconosciuto rurale, deve essere un soggetto titolare di diritto di proprietà o di altro diritto reale sul terreno, ovvero affittuario del terreno stesso o conduttore del terreno cui l'immobile è asservito, il quale rivesta anche la qualifica di imprenditore agricolo iscritto nel Registro delle Imprese.
Tale qualifica e la conseguente iscrizione, però, non sono richieste nel caso in cui il possessore del fabbricato sia un soggetto titolare di trattamenti pensionistici corrisposti a seguito di attività svolta in agricoltura.
Non mi sento di aggiungere altro (per una risposta "definitiva" dovrei fare un "giretto" presso il tuo comune, l'AdT e l'Agenzia delle Entrate)...mi dispiace non riuscire a dirti altro.
Saluti,
Peppe
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Ciao Peppe
ti chiedo cortesemtne di dirmi dove hai trovato i riferimenti relativi alla frase Tale qualifica e la conseguente iscrizione, però, non sono richieste nel caso in cui il possessore del fabbricato sia un soggetto titolare di trattamenti pensionistici corrisposti a seguito di attività svolta in agricoltura. Purtroppo anche noi abbimao col comune una triste vicenda relativa all'ICI. Infatti mia nonna era pensionata coltivatrice diretta, ma il comune ora vuole l'ici dal 2001 al 2003 (anno in cui è mancata). Il comune sostiene che senza partita iva in pensione, pur avendo il terreno in carico a livello di modello unico, lei non aveva diritto all'esenzione poichè secondo loro il reddito derivante da terrenoa gricolo non è dimostrabile poichè non c'è fatturazione (infatti mia nonna teneva il grano a casa per le galline).
Il discorso purtroppo è un po' più complicato di come lo fai tu perchè qui in zona il comune ha mandato a tutti le cartelle per l'esazione dell'ici e alla fine sei tu contribuente che devi dimostrare la tua "innocenza". Al catasto di Padova hanno accatastato tutti i fabbricati e quindi l'obbligo è stato esteso anche a fabbricati rurali. Poi se esistono ancora i requisiti di ruralità non pagano l'ici, ma hanno accatastato pure quelli. Quello che mi hanno detto i tecnici che lavorano in provincia di padova è che il catasto terreni non dovrà più contenere Fabbricati Rurali e sarà quindi "SOLO" terreni, mentre quello che era il catasto urbano diventa catasto fabbricati. Per il discorso IAP è complicato pure quello perchè la normativa sullo IAP ai fini civilistici prevede che siano escluse le pensioni di ogni tipo per la qualifica, mentre ai fini ici il comune considera il reddito complessivo escludendo la pensione da agricoltura per il conteggio. Con questo non volgio dire che il comune abbia ragione, però il comune può mandarti un ingiunzione di pagamento e tu se non trovi materiale a tuo favore alla fine devi pagare.
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Salve 1880DT,
mi scuso ma non ti seguo molto bene! (spero di essere solo stanco...).
Allora:Originalmente inviato da 1880 DT Visualizza messaggioCiao Peppe
ti chiedo cortesemtne di dirmi dove hai trovato i riferimenti relativi alla frase Tale qualifica e la conseguente iscrizione, però, non sono richieste nel caso in cui il possessore del fabbricato sia un soggetto titolare di trattamenti pensionistici corrisposti a seguito di attività svolta in agricoltura.
Originalmente inviato da 1880 DT Visualizza messaggioIl discorso purtroppo è un po' più complicato di come lo fai tu....
Come ho più volte sottolineato, in questo senso, nel nostro Paese regna la più assoluta anarchia. Ogni regione e (all'interno delle stessa) ogni comune sono riusciti a fare storia e se! Interpretando (o reinterpretando) leggi e circolari secondo i propri comodi (alias "bilancio regionale/comunale").
Originalmente inviato da 1880 DT Visualizza messaggio...qui in zona il comune ha mandato a tutti le cartelle per l'esazione dell'ici e alla fine sei tu contribuente che devi dimostrare la tua "innocenza".
Originalmente inviato da 1880 DT Visualizza messaggioQuello che mi hanno detto i tecnici che lavorano in provincia di padova è che il catasto terreni non dovrà più contenere Fabbricati Rurali e sarà quindi "SOLO" terreni
Originalmente inviato da 1880 DT Visualizza messaggio... mentre quello che era il catasto urbano diventa catasto fabbricati.
Rileggendo quanto ho scritto, però, ho la sensazione di non aver risposto ai tuoi quesiti. Come ti ho già detto, credo di non essere riuscito a capire (bene) il tuo intervento.
Attendo tue nuove (o ragguagli).
Ciao e Buona domenica.
Peppe
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Forse non mi sono speigato bene. La prima era proprio una domanda poichè dato che era scritto in caratteri diversi non avevo capito se era effettivamente parte integrante dell'art citato o se era una considerazione.
Per la facilità non intedevo l'avessi affermata tu, ma il significato è che pure di fronte alla più certe motivazioni c'è un muro di gomma. Infatti anche di fronte ai coldiretti e pur ostentando una palese impreparazione in materia, il comune non ha abbassato la guardia e continua a fare la voce grossa. Quindi quello che intedevo io è che anche avendo elr isposte giuste come sono le tue non è così semplice definire una situazione (come dicevi ad alberto64). Infatti la nostra sarebbe chiara secondo quanto dici tu, ma così non è per chi ti chiede le tasse. Da questo deriva la considerazione che sei tu che devi difenderti. Ovvero qui in zona hanno detto che l'obbligo di accatastamento c'era per tutti e quindi se non accatastavi (pur avendo la ruralità) dovevano segnalare al catasto il mancato accatastamento. Quindi hanno poi mandato provvedimenti di riscossione dell'ici sui dati forniti dal catasto in base alle foto aeree senza curarsi se c'erano i requisiti. Poi non ci sarà nessun obbligo ma se chidendo ai tecnici e al catasto ti dicono che c'è l'obbligo (e qui è successo così) all'atto pratico è come ci fosse. Non intedevo dire che il catasto urbano sia diventato catasto terreni con questo termine ultimo.
Comunque hai risposto alla mia domanda rispetto al riferiemnto normativo, il resto era solo per dire che anche una situazione apparentemente delineata non lo è, quindi prima di dire che non sussiste l'obbligo di accatastare io sarei più cauto tutto lì. Perchè all'atto pratico secondo quando dici tu noi non avremmo dovuto accatastare quando c'era mia nonna, ma per il comune sì, quindi alla fine diventa una lotta impari.
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consiglio x piccolo fondo agricolo
Ciao a tutti
sono nuovo di questo forum
possiedo da 3 anni una casa "agricola" dove risiedo e 2 ettari di terreno di cui 1,7 circa seminativi.
Sò che non potrei abitare questa casa perchè dovrei diventare un coltivatore diretto (o almeno così mi è stato detto dal notaio) vi risulta ?
A questo punto per diventare coltivatore diretto dovrei fare un grosso investimento per acquistare altro terreno e le attrezzature necessarie, mi piacerebbe molto ma sarei costretto a lasciare il mio lavoro attuale e avendo appena fatto un mutuo ho un po' di perplessità.
Negli ultimi 3 anni mi sono molto appassionato alla vita in campagna e con i consigli di mio padre e i vicini di casa stò coltivando alcune piante da frutto, olivi, orto e ho intenzione di cominciare ad allevare galline e conigli.
Senza diventare coltivatore diretto come posso fare per avere qualche agevolazione ?
vorrei impiantare un ettaro a vigna (sangiovese) perchè mi sembra la coltura più adatta al mio terreno ma dovrei comprare le attrezzature necessarie (attualmente ho solo una vecchia BCS e una motozappatrice Goldoni) che tipo di incentivo potrei ottenere ?
abito a Forlì in Romagna
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scusa ma che c'entra che non puoi abitare in quella casa. sicuramente se non sei coltivatore diretto o IAP o IA, non puoi approfittare dell'esenzione ICI, dovrai convertire il tuo fabbricato da rurale a civile, ma puoi sicuramente abitarvi.ù
diverso è il discorso se tu vuoi intraprendere l'attività agricola a livello professionale, che essa sia a tempo pieno o parzialmente (sempre nei limiti legislativi delle diverse figure imprenditoriali). per poter approfittare di agevolazioni ti consiglio di visionare il psr relativo alla tua regione, e magari, anche se non hai specificato la tua età potresti approfittare delle misure a favore del primo insediamento dei giovani agricoltori.
per quanto riguarda il vigneto, se non disponi di una quota, puoi fare ben poco, inoltre il prodotto ottenuto da un impianto abusivo trova scarsa collocazione in cantina, potresti invece autoprodurre il vino, ma con tutte le incognite di questo ciclo produttivo.
se invece, nella tua azienda è già presente un vigneto, potresti approfittare delle misure relative alla ristrutturazione dei vigneti. non so di preciso come funzione nel caso in cui vi sia la quota ma non più il vigneto, anche se credo che possa farti finanziare il reimpianto.
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Originalmente inviato da Mingio Visualizza messaggio....possiedo da 3 anni una casa "agricola" dove risiedo e 2 ettari di terreno di cui 1,7 circa seminativi.
Sò che non potrei abitare questa casa perchè dovrei diventare un coltivatore diretto (o almeno così mi è stato detto dal notaio) vi risulta ?
No! Proprio non mi risulta!
Come fa la gente (un notaio???) a dire certe cose?
Potresti (per favore) chiedere al notaio, perchè devi necessariamente diventare C.D.?
Saluti
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Il comune di Forlì non concede il cambio d'uso !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Il geometra incaricato a suo tempo si era informato in comune e per regolarizzare la cosa c'erano 3 modi:
1) autodenuncia... praticamente mi autodenunciavo e avrei dovuto pagare una mora di circa 50-60 mila euro
2) diventare coltivatore diretto ( e non imprenditore agricolo !!!)
3) apettare 20 anni quando l' immobile potrà avere il cambio di destinazione d' uso
il notaio ha detto che dal 2005 chiunque può intestarsi una casa "agricola" come prima casa al 3% ma solo il coltivatore diretto può prendere la residenza.
io ho 35 anni e sicuramente posso accedere a degli incentivi a fondo perduto però quanta terra dovrei acquistare per diventare coltivatore diretto ?
poi io sono perito meccanico, ho tanta passione e voglia di fare ma non ho le competenze, ad esempio mia moglie e mio padre sono laureati in agraria, come potrebbero aiutarmi ?
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Originalmente inviato da 1880 DT Visualizza messaggioComunque hai risposto alla mia domanda rispetto al riferiemnto normativo.
sono (sinceramente) felice di aver dato qualche risposta utile.
Per il resto, cioè questo:
Originalmente inviato da 1880 DT Visualizza messaggio... il resto era solo per dire che anche una situazione apparentemente delineata non lo è, quindi prima di dire che non sussiste l'obbligo di accatastare io sarei più cauto tutto lì. Perchè all'atto pratico secondo quando dici tu noi non avremmo dovuto accatastare quando c'era mia nonna, ma per il comune sì, quindi alla fine diventa una lotta impari.
Che dici... ho sbagliato? Oppure ho operato bene (ligio al dovere! anche se ci ho perso: niente accatastamento niente dinero!)... beh!... ripensandoci... forse ho sbagliato.
Tornando a noi: se dico-faccio-parlo-consiglio-ecc., mi limito solo a dare consigli o suggerimenti (sempre in buona fede: tutti possiamo sbagliare.... anche se io non dovrei...o potrei!).
Saluti,
Peppe
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mi sembra molto strano che un comune non conceda il cambio d'uso, è oltretutto controproducente. le cose mi sembrano un po confuse, prova a cambiare tecnico, affidati ad un agronomo che magarì è più ferrato in materia. poi dal punto di vista fiscale le due figure di imprenditore agricolo e il coltivatore diretto sono equivalenti.
si era parlato di ciò in un'altra discussione
Ti trovi nell’area tematica “Diritto Agrario”, cioè, l'insieme delle norme aventi ad oggetto rapporti di diritto privato e pubblico inerenti all'agricoltura.
per quanto riguarda il vigneto quali sono le tue ambizioni: autoproduzione o fornitura a cantina?
valuta bene tu; la disponibilità di quote nella tua zona mi da sentore che nella tua zona la viticoltura da vino non sia molto conveniente.
per quanto riguarda gli incentivi dipende dalle misure del psr messe in campo dalla tua regione, esse infatti variano da regione a regione.
inoltre puoi informarti per il credito agevolato per la ricomposizione fondiaria erogato dall'ISMEA.
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allora la mia casa è già censita al catasto urbano anche perchè è di recente costruzione (2004) e vi posso assicurare che il comune di Forlì non concede il cambio destinazione d' uso e mel' hanno confermato diversi geometri che avevo interpellato a suo tempo... mentre nei comuni limitrofi ( meldola, predappoio, bertinoro ecc...) non ci sono problemi e comunque se mi venisse concesso dovrei pagare uno sbarozzo di soldi per mettermi in regola, a sto punto preferirei intraprendere la carriera di coltivatore diretto utilizzando quei soldi per l' acquisto delle attrezzature.
mi piacerebbe fare una piccola vigna e portare l' uva a una cantina (Ronco o Caviro) della mia zona perchè considerate che io lavoro 8-9 ore al giorno in azienda e tutti i fine settimana nel mio campo in più stò facendo per conto mio dei lavori in muratura e sinceramente se mi creo altri lavori mi tocca lavorare anche la notte !!!
nella mia zona la vigna può rendere circa 6.000 euro a ettaro esclusa manodopera esterna, i diritti vanno circa sui 6.000 euro mi ero informato da un mio vicino di casa qualche mese fà però mi danno la possibilità di impiantare 1000 metri a vigna senza dover comprare diritti.
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ciao scusami ma che c'entra il cambio di destinazione d'uso?
dal 2005 non esistono più i fabricati rurali ammenochè non sia intestato ad un azienda agricola!
se tu hai accatastato la tua casa come rurale ora nn lo è più verrai iscrito al N.C.E.U nuovo catasto edilizio urbano. se invece hai fatto la furbata di chiedere la concessione come ricovero mezzi agricoli o laboratorio prodotti agricoli sei fregato! puoi rifare un nuovo accatastamento come civile abitazione.
cmq la destinazione d'uso nn c'entra con il fatto che sia rurale o meno, semplicemente le abitazioni che una volta erano rurali e quindi pagavano meno di ici ora devono essere realmente possedute da un azienda agricola.
L'esclusione ai fini Ici dei fabbricati rurali
Ai sensi dell'articolo 1, comma 2, del Dlgs n. 504/1992, il presupposto dell'imposta comunale sugli immobili consiste nel possesso, tra l'altro, di fabbricati, compresi quelli strumentali all'esercizio di impresa, arte o professione. L'articolo 2 del medesimo decreto chiarisce che per fabbricato deve intendersi qualsiasi unità immobiliare iscritta o che deve essere iscritta nel catasto edilizio urbano.
Dal coordinamento delle due norme, emerge come il legislatore abbia di fatto voluto escludere dall'applicazione dell'imposta le costruzioni rurali, che, sulla base del Dpr n. 1142/1949, non dovevano essere accatastate.
L'articolo 9 del Dpr n. 557/1993 ha sancito l'obbligo di iscrivere nel "catasto dei fabbricati", anche i fabbricati rurali, senza però modificare la disciplina dei presupposti dell'Ici, che riguardano soltanto i fabbricati non rurali.
Ai fini dell'esatta qualificazione di un immobile come "rurale", il citato articolo 9 del decreto legge n. 557/1993, nel testo attualmente in vigore, stabilisce che è necessario il ricorrere dei seguenti requisiti:
il fabbricato deve essere posseduto dal proprietario o titolare di altro diritto reale sul terreno cui è asservito l'immobile stesso, ovvero dall'affittuario del terreno o dal soggetto che ad altro titolo conduce lo stesso, o ancora dai familiari conviventi che sono a loro carico, o, infine, dai titolari di pensioni corrisposte a seguito di attività svolte in agricoltura o coadiuvanti iscritti come tali a fini previdenziali
l'immobile deve essere utilizzato come abitazione dai soggetti di cui al punto precedente o da dipendenti che esercitano attività agricola nell'azienda a tempo indeterminato o a tempo determinato per più di 100 giornate lavorative annue, o, infine, da soggetti addetti all'attività di alpeggio in zone di montagna
il terreno cui il fabbricato è asservito deve avere superficie non inferiore a 10mila metri quadrati (ridotto a 3mila mq al ricorrere di determinate condizioni) ed essere censito in catasto come dotato di reddito agrario
il volume di affari derivante dall'attività agricole del soggetto che conduce il fondo deve essere superiore alla metà del suo reddito complessivo (ovvero superiore a 1/3 nel caso di terreni ubicati in comuni montani)
non deve trattarsi di immobili aventi le caratteristiche delle unità immobiliari di lusso.
Il Dpr n. 139/1998 ha introdotto la disposizione contenuta nel comma 3-bis dell'articolo 9 del decreto legge n. 557/1993, in base alla quale deve, in ogni caso, riconoscersi carattere rurale alle costruzioni strumentali alle attività agricole di cui all'articolo 32 del Tuir e a quelle strumentali all'attività agricola e destinate alla protezione delle piante, alla conservazione dei prodotti agricoli, alla custodia delle macchine, attrezzi e scorte occorrenti per la coltivazione, nonché ai fabbricati destinati all'agriturismo.
il mio consiglio se nn vuoi pagare molto di più di ici apri la partita iva come azienda agricola o tu o un tuo familiare a cui è intestata la casa, il terreno c'è
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censimento fabbricati
Penso che parecchi utendi chiarirebbero i loro dubbi spiegando esattamente che cosa si intende per fabbricato con il requisito della ruralità. Abbiamo già appreso da qualificati interventi precedenti (grazie potionkhinson) che tali fabbricati non dovranno essere censiti al catasto fabbricati ma è sufficiente il censimento al catasto terreni fatto a suo tempo ed oggi non pagherebbero ne ici ne irpef ovvero la loro rendita è quella del terreno su cui sorgono. Senza entrare nel tecnico o citare complessi riferimenti normativi, sapevo che il fabbricato rurale deve possedere i seguenti requisiti:
- deve essere al servizio di un terreno agricolo di almeno 10.000 mq utilizzato dal proprietario per il ricovero dei mezzi agricoli e dei prodotti coltivati sul terreno stesso;
- Il volume di affari derivante dall'attivita agricola deve essere superiore alla metà del reddito complessivo del soggetto conduttore del fondo.
ora leggo sulla legge 24/11/2006 nr. 286, all'articolo 37 recita: All'articolo 9, comma 3, lettera a), del decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 557, convertito, conmodificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994, n. 133, dopo le parole: «l'immobile e' asservito» sono
inserite le seguenti: «, sempreche' tali soggetti rivestano la qualifica di imprenditore agricolo,
iscritti nel registro delle imprese di cui all'articolo 8 della legge 29 dicembre 1993, n. 580,».
cosa vuol dire?
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Originalmente inviato da Giuseppe61 Visualizza messaggioPenso che parecchi utendi chiarirebbero i loro dubbi spiegando esattamente che cosa si intende per fabbricato con il requisito della ruralità. Abbiamo già appreso da qualificati interventi precedenti (grazie potionkhinson) che tali fabbricati non dovranno essere censiti al catasto fabbricati ma è sufficiente il censimento al catasto terreni fatto a suo tempo ed oggi non pagherebbero ne ici ne irpef ovvero la loro rendita è quella del terreno su cui sorgono. Senza entrare nel tecnico o citare complessi riferimenti normativi, sapevo che il fabbricato rurale deve possedere i seguenti requisiti:
- deve essere al servizio di un terreno agricolo di almeno 10.000 mq utilizzato dal proprietario per il ricovero dei mezzi agricoli e dei prodotti coltivati sul terreno stesso;
- Il volume di affari derivante dall'attivita agricola deve essere superiore alla metà del reddito complessivo del soggetto conduttore del fondo.
ora leggo sulla legge 24/11/2006 nr. 286, all'articolo 37 recita: All'articolo 9, comma 3, lettera a), del decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 557, convertito, con
modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994, n. 133, dopo le parole: «l'immobile e' asservito» sono
inserite le seguenti: «, sempreche' tali soggetti rivestano la qualifica di imprenditore agricolo,
iscritti nel registro delle imprese di cui all'articolo 8 della legge 29 dicembre 1993, n. 580,».
cosa vuol dire?
Credo voglia dire Partita Iva più iscrizione alla Camera di Commercio.
Ecco l'armamentario con cui sono dovuto andare dal funzionario del Comune:
- Partita Iva degli anni accertati: foglio di pagamento
- Iscrizione alla camera di commercio: fogli che la attestano
- 740 od Unico per accertare il reddito
- fatture emesse per accertare il reddito; bizzarro osservare che le fatture pagate non le guarda nessuno!
Comunque il comune ha ricevuto dal catasto l'elenco di tutti i fabbricati rurali presenti in archivio. Ora è compito del comune accertare se ci sono ancora i requisiti di ruralità, ed in caso contrario scatta una multa.
La cosa buffa è che uno dei proprietari di un fabbricato rurale da accertare è il Comune stesso.
A parte questo, nulla da ridere. Anche perchè so che in alcuni comuni i grandi proprietari non pagano l'ICI, in quanto i beni sono intestati a società immobiliari fittizie (e non alle persone) e le spese legali che il comune dovrebbe sostenere per vincere la causa sarebbero molto alte.
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Originalmente inviato da alberto64 Visualizza messaggioEcco l'armamentario con cui sono dovuto andare dal funzionario del Comune:
- Partita Iva degli anni accertati: foglio di pagamento
- Iscrizione alla camera di commercio: fogli che la attestano
- 740 od Unico per accertare il reddito
- fatture emesse per accertare il reddito; bizzarro osservare che le fatture pagate non le guarda nessuno!
....Ora è compito del comune accertare se ci sono ancora i requisiti di ruralità.
La documentazione prodotta mi sembra sufficiente.
Beh! Adesso si attendono aggiornamenti sullo sviluppo!
A presto.
Ciao,
Peppe
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Originalmente inviato da Potionkhinson Visualizza messaggioSalve Alberto,
La documentazione prodotta mi sembra sufficiente.
Beh! Adesso si attendono aggiornamenti sullo sviluppo!
A presto.
Ciao,
Peppe
I fabbricati rurali da accertare non sono quelli della mia famiglia, che sono tutti al catasto urbano da tempo.
Quello che volevo dire è che il Catasto ha stampato l'elenco di tutti i fabbricati presenti negli archivi, di tutti i proprietari, e li ha inviati ai singoli comuni. Un accertamento a tappeto, insomma.
Per quanto riguarda il mio caso paghiamo l'ICI per intero dal momento in cui mia madre ha chiuso l'attività per passarla a me, in quanto io ho un reddito extraagricolo superiore.
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Originalmente inviato da alberto64 Visualizza messaggioCredo voglia dire Partita Iva più iscrizione alla Camera di Commercio.
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Originalmente inviato da Giuseppe61 Visualizza messaggioSi lo penso anchio. Ma la cosa che mi fa incavolare e che parlando con le associazioni di categoria per loro gli unici agricoltori sono quelli che versano i contributi inps agricoli.
O meglio, così dicono nel mio comune....
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Originalmente inviato da alberto64 Visualizza messaggioPer quanto riguarda lCI i contributi inps non c'entrano nulla, ma bisogna guardare il reddito. Se per esempio un agricoltore iscritto all'Inps ha un secondo lavoro (cosa molto comune) come commerciante di legna o di fieno o di animali, se sul suo modello Unico il reddito è superiore al doppio rispetto alle fatture agricole, allora credo che non sia esonerato.
O meglio, così dicono nel mio comune....
Se qualcuno vuole approfondire stassera ho trovato anche questo:
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Salve Alberto,
non paralvo di F.R., però pensavo che questo:
Originalmente inviato da alberto64 Visualizza messaggioEcco l'armamentario con cui sono dovuto andare dal funzionario del Comune:
- Partita Iva degli anni accertati: foglio di pagamento
- Iscrizione alla camera di commercio: fogli che la attestano
- 740 od Unico per accertare il reddito
- fatture emesse per accertare il reddito
Originalmente inviato da alberto64 Visualizza messaggioIl Comune chiede l'ICI dell' alloggio abitato dai miei genitori dal 2004 in avanti;
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Originalmente inviato da Giuseppe61 Visualizza messaggioDalle mie parti vi sono degli agricoltori che sono andati in fabbrica a fare gli operai e a tempo perso si mandano avanti l'azienda agricola magari di 30 ettari con l'aiuto di un figlio o di un fratello anchesso lavoratore dipendente. Non bisogna essere scenziati per capire che il volume d'affari agricolo supera il reddito da lavoratore dipendente. ovviamente nessuno chiede al proprio datatore di lavoro di sospendere le ritenute inps (non agricole) per versare quelle agricolo e allora come la mettiamo???. e poi eventualmente sarebbe una cosa fattibile???
Se qualcuno vuole approfondire stassera ho trovato anche questo:
http://www.provincia.vercelli.it/org.../requisiti.htm
Veramente si parlava del problema opposto: per essere CD o IAP bisogna che Almeno il 50% del reddito sia agricolo.
Quindi gli operai con 30 ettari sono in una botte di ferro...
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